ecoinformazioni

Il consiglio comunale di lunedì 21 luglio 2008

Bocciato il palazzone di via Magni ed approvati il Piano del reticolo idrico minore oltre che un intervento di recupero in via Cumano. Assessori nervosi al Consiglio comunale di lunedì 21 luglio: non piacciono le critiche sui giardini di Tavernola e le paratie. Polemiche per il ministro Bossi e l’inno nazionale.

«Siamo l’unico Comune capoluogo di provincia che non pubblica sul sito internet gli atti del Consiglio» ha esordito durante le preliminari il consigliere Alessandro Rapinese, Area 2010, che ha continuato ironicamente «abbiamo però un centralino che parla in dialetto, tra i pochi in Italia». Il consigliere della lista civica che ha sostenuto Carcano sindaco ha chiesto poi formalmente quanti soldi sono stati spesi sino ad oggi per onorare gli obblighi derivanti dalla vendita della ex Ticosa.
I gestacci del ministro Bossi hanno quindi scaldato il Consiglio. Vittorio Mottola, Pd, ha difeso «i nostri simboli più importanti», mentre Marcello Iantorno, del suo stesso partito, ha dichiarato che «il dialogo con forze che utilizzano questi atteggiamenti non è assolutamente possibile». Anche Marco Butti ha affermato, per il gruppo di An, che «auspichiamo che il ministro Bossi possa chiarire le sue posizioni, contrariamente a quanto fatto oggi pomeriggio». Il capogruppo di An ha poi cercato «in uno spirito costruttivo» di chiedere all’assessore Peverelli chiarimenti a proposito della gestione dei giardinetti di via Traù a Tavernola, ma vista la scomposta reazione di quest’ultimo ha deciso di soprassedere e di proporre una domanda scritta.
Mario Lucini, Pd, ha parlato del sopraluogo al cantiere per le paratie, lodando la serietà dell’azienda che ha vinto l’appalto, che «sta rivoltando come un calzino il progetto originario», con nuove opere per le fondazione e lo spostamento verso terra delle paratie, dato alcune difficoltà tecniche incorse. «Forse alcune critiche all’opera non erano così infondate» ha aggiunto il consigliere che per l’assessore Caradonna «dice bugie».
Mario Molteni, Per Como, ha invece chiesto chiarimenti sulle procedure per la cessione di proprietà comunali. Il Consiglio ha approvato la cessione di un terreno per 8 mila euro, ma la vendita di una porzione immobiliare in via Diaz – via Indipendenza per 538 mila euro è passata solo in Giunta e si è svolta con una trattativa privata in base ad un Regio Decreto del ’24. Una domanda che ha stimolato Emanuele Lionetti, Lega, a ricordare i fatti accaduti a Blevio per la vendita della spiaggetta, con i procedimenti giudiziari in corso per sindaco e Giunta.
Si è passati poi alla continuazione della discussione sulla delibera per una variante urbanistica in via Magni. Molte le voci contrarie alla chiusura con una nuova ala dell’edificio già in costruzione, che farebbe prendere al complesso la forma di un grande rettangolo con un cortile interno. Alcune osservazioni sono state fatte anche sui sopraluoghi fatti dagli uffici comunali e la difficoltà ad averne i verbali. «Avevo assicurato che il verbale c’era – ha chiarito l’assessore D’Alessandro – ora l’ho qui con me». Un verbale che non ha soddisfatto Giampiero Ajani, Lega, e altri consiglieri dato che, come ricordato da Lucini, «la richiesta di accertamenti della Commissione urbanistica è stato intesa solo per quanto riguarda la disposizione planimetrica» e così è stato fatto, infatti ha richiesto nuovamente che «venga accertato la coerenza tra quanto autorizzato e quanto attualmente realizzato».
Un edificio che in ogni qual modo ha fatto citare a Lionetti «le costruzioni vergogna edilizia degli anni sessanta», a portato Roberto Rallo, Fi, a polemizzare con quanto affermato dai progettisti: «Non si può dire che quell’edificio possa avere un lontano riferimento ad una corte lombarda!». Il consigliere di Forza Italia ha anche aggiunto che il cortile ricavato all’interno sarebbe poi un’ambientazione «non per L di Hitchcock, bensì per le cento finestre…». La corte di 25 metri di larghezza sarebbe stata circondata da palazzi alti 20 piani in una situazione che avrebbe potuto ricordare il Panopticon di Jeremy Bentham.
Lucini ha ricordato come il progetto originario prevedesse due lati uno lungo con tre corpi spezzati, ed uno corto, che formavano assieme una i lunga, che già con la Denuncia di inizio attività hanno subito delle modifiche. «Non mi era mai capitato – ha spiegato il presidente della Commissione urbanistica – di vedere differenze così significative fra il piano urbanistico e la Dia».
La difesa della delibera è toccata all’assessore D’Alessandro che ha parlato di una «variante migliorativa» facendo l’esempio del Dadone, come di un intervento a cui tutti erano contrari, «votato quasi in un blitz notturno», che ora «è preso ad esempio nei libri di architettura», ma non è riuscito a convincere il Consiglio. Con 20 voti contrari su 34, 5 astensioni, e solo 9 voti favorevoli di alcuni esponenti di Forza Italia e Alleanza nazionale la variante è stata bocciata.
In chiusura sono state approvate con l’astensione delle minoranze, il Piano sul reticolo idrico minore, ritornato in aula dopo la possibilità di osservazioni da parte dei cittadini e un piano di recupero di un’area in via Cumano nonostante qualche perplessità per i rapporti con la nuova Cittadella dello sport anche rispetto al piano di zonizzazione acustica. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

ecoinformazioni 386/ Stranieri

Ecco un’anteprima del numero di ecoinformazioni di giugno-agosto 2008, dedicato al tema Stranieri, lo potete scaricare qui (pdf).

Il sommario del numero 386

– Emergenza civiltà ANTONIA BARONE E GIANPAOLO ROSSO

– Siamo tutti clandestini FRANCESCO COLOMBO

– Le nuove leggi razziali MICHELE DONEGANA

– Arcobaleno scomunicato FRANCESCO COLOMBO

– Cemento e basta MICHELE DONEGANA

– Il battello resistente MARCO DONATI

– Un sistema che crea malattie, non salute NICOLETTA PIROTTA

– Open-Day-Hospital FIAMMETTA LANG

– Cambiare la Patrimoniale FRANCESCO COLOMBO

– L’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti a Como MICHELE DONEGANA

– Volontariato e Piani di zona ELENA ZULLI

– Un po’ d’Expo MICHELE DONEGANA

– Si può far peggio FRANCESCO COLOMBO

– Fatti sentire GRETA PINI

– Cifrario A cura di FRANCESCO COLOMBO

Tema: Stranieri

– Stranieri nella storia FABIO CANI

– Stranieri a Como: un caso di studio VITO SIRAGO

– Bambini stranieri a scuola FRANCESCO COLOMBO

– Benvenuti in via Milano FRANCESCO COLOMBO

– Cercando asilo LUCIANA CARNEVALE

– Da Beirut a Vighizzolo FRANCESCO COLOMBO

– Stranieri a Como – i dati

– La natura è la vera casa dell’uomo NICOLETTA NOLFI

– Libreria FABIO CANI

– Imperfetto MARCO LORENZINI

– D’Altrocanto e Musica Spiccia MARIATERESA LIETTI

– Giro di mostra

 

Il consiglio comunale di lunedì 14 luglio 2008

Corse dei battelli soppresse, lavori per l’acquedotto industriale ad Albate, Piano di emergenza del traffico, il cippo di Ponte Chiasso, discussioni delle tesi di laurea nelle preliminari del Consiglio comunale di lunedì 14 luglio. Per 12 mesi, in prova, il Consiglio deciderà delle monetizzazioni degli standard.

«Da quando la Navigazione è passata dalla gestione governativa a quella regionale si registrano disservizi non da poco conto» così ha esordito Donato Supino, Prc, che ha chiesto all’assessore Fulvio Caradonna di interessarsi per ottenere spiegazioni sulle corse dei battelli soppresse la settimana scorsa. «Non è mia competenza» ha risposto l’assessore.
Silvia Magni, Pd, ha invece riportato le richieste della Circoscrizione 1 per i lavori dell’acquedotto industriale che stanno interessando Albate, per sapere il tracciato completo e le strade che saranno coinvolte, una domanda che era già stata inoltrata per lettera. «Avranno una risposta quando impareranno a fare lettere educate» ha affermato Fulvio Caradonna. «Non mi è sembrata maleducata» ha replicato la consigliera del Pd.
Ezia Molinari, Fi, ha chiesto se c’è un Piano di emergenza del traffico dato che in casi eccezionali, come l’attuale esondazione, insorgono disagi con lunghe code e il blocco della città.
Vittorio Mottola, Pd, ha riportato la richiesta dell’associazione Naja in congedo di Ponte Chiasso per la recinzione del cippo in onore dei caduti e di don Renzo Beretta in piazzale Anna Frank.
Antonietta Sosio, Fi, ha invece posto in evidenza il problema dell’utilizzo della sala del Consiglio per le cerimonie di laurea, creando a volte disturbo reciproco fra il lavoro delle Commissioni e i partecipanti: «Ora che l’Università ha più sedi, come S. Abbondio o Palazzo Natta, come mai la discussione delle tesi si fa ancora qui?».
Il Consiglio ha quindi finito la discussione sulla delibera sulle monetizzazioni che è stata approvata con alcune modifiche. La proposta della Giunta per le aree standard delle nuove edificazioni era che, nel caso d’impossibilità di poterle avere nei pressi dei nuovi edifici, il Consiglio comunale avrebbe potuto decidere di ottenerle in zone anche non contigue oppure un dirigente comunale, su indirizzo giuntale, avrebbe potuto decidere della loro monetizzazione. Un emendamento presentato da Stefano Molinari, An, ha riportato entrambe le decisioni al Consiglio, per quanto riguarda le monetizzazioni per un periodo sperimentale di dodici mesi che dovrà poi essere confermato alla prova dei fatti. L’assessore D’Alessandro che si era detto «contrario poiché il Consiglio comunale è già intasato» ha dovuto prendere atto della decisione dell’assemblea cittadina.
Cambiando l’ordine dei lavori, posticipando la discussione sulla delibera di indirizzo per la raccolta dei rifiuti proposta da Bruno Magatti di Paco, è cominciato poi il dibattito che si concluderà lunedì prossimo su un’espansione al progetto di un edificio in via Magni. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Un centinaio di persone al presidio assemblea sui diritti dei migranti

Sabato 12 luglio, finito il nubifragio, meno di cento persone al presidio assemblea sui diritti dei migranti contro razzismo e xenofobia. Al banchetto dell’Arci raccolte 70 adesioni all’iniziativa Siamo tutte tutti rom.

Ancora difficoltà per le associazioni di immigrati comasche, al presidio per il ritiro del pacchetto sicurezza del ministro Maroni, indetto dall’Unione associazioni immigrati di Como sabato 12 luglio in piazza Vittoria a Como, si sono trovati in meno di cento, per lo più italiani, per contrastare la norma che prevede la schedatura dei rom, per la regolarizzazione di tutti gli immigrati che già vivono in Italia, per rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono precaria la vita degli immigrati (ricongiungimenti familiari, tempi di rinnovo, ecc.) e per la libera circolazione di tutti. Significativa l’assenza delle comunità asiatiche e latinoamericane. Tra i presenti comunque grande la determinazione a non interrompere la mobilitazione per i diritti di tutte e tutti. Raccolte 70 impronte per l’iniziativa dell’Arci Siamo tutte e tutti rom.

Elette le nuove cariche sociali del Coordinamento comasco per la Pace

Confermati Emilio Botta, sindaco di Lurate Caccivio (presidente) e Celeste Grossi dell’Arci, vicepresidente, Marta Abiti, Comune di Orsenigo, tesoriera, Roberto Losa, Schongoti, segretario. Claudio Bizzozero si dimette da direttore, ma mantiene l’incarico nella Scuola Diritti umani.

Mercoledì 9 luglio sono state eletti i rappresentanti del Coordinamento comasco per la Pace. Sono stati riconfermati il presidente Emilio Botta e la vicepresidente Celeste Grossi, cambia invece il direttore. Per propri impegni personali Claudio Bizzozero lascia mantenendo la direzione della Scuola diritti umani. «Claudio aveva già espresso le proprie difficoltà – ha affermato il presidente dell’organizzazione pacifista comasca – ma abbiamo aspettato il naturale rinnovo delle cariche per formalizzare il tutto. Claudio ha avuto un ruolo fondamentale per la nascita e la crescita del sodalizio e siamo dispiaciuti dalla sua rinuncia, ma contenti che abbia voluto continuare a fare parte della nostra organizzazione assumendosi un altro incarico». Il Consiglio di amministrazione ha chiesto a Mauro Oricchio di gestire la fase transitoria fino alla nomina formale del nuovo direttore (con tutta probabilità lo stesso Oricchio) che avverrà a settembre.
Il nuovo direttivo ha grandi progetti per il futuro «vorremmo avere un rapporto più stabile con le amministrazioni comunali. Il 99 per cento del nostro lavoro è svolto da volontari, ma speriamo di poter riuscire a garantire rapporti di maggiore continuità di lavoro con quelle persone che si sono rivelate come risorse valide, anche per non perdere delle professionalità acquisite, che per rispettabilissime scelte di vita non possono assicurare per sempre il proprio impegno nel sodalizio».
Anche con il mondo dell’associazionismo si aprono nuove forme di collaborazione. «Si è deciso di fare un direttivo più aperto, non riservato ai soli eletti come suggerirebbe lo statuto, ma che dialoghi con tutti quei soggetti interessati ad avere un rapporto continuativo con il Coordinamento come le Acli, che hanno espresso il loro vivo interesse alla collaborazione». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Paco e Territorio sui rifiuti

Un film disperato che illustra la morte della terra in Campania, ma anche proposte e speranze nella serata organizzata da Territorio precario e Paco mercoledì 9 luglio nella piazzetta Martinelli.

Più di cento persone hanno partecipato alla serata organizzata da Paco e da Territorio precario per parlare di rifiuti e vedere il film documentario Biutiful Cauntri di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero che mostra il disastro ambientale campano degli ultimi anni.
Guido Ortolani di Territorio precario presentando la serata ha illustrato la situazione di crisi paradossale con «la presenza della camorra e di ampi settori del mondo imprenditoriale» che aumentano lo sfacelo, «l’esercito posto a difesa di luoghi ritenuti strategici, le discariche» e un settore quello degli inceneritori «remunerativo solo grazie agli incentivi Cip 6».
L’esponente di Tp ha poi ricordato i problemi determinati dal termovalorizzatore di Brescia, spesso preso a modello: «Dalle analisi nei terreni circostanti c’è una grande concentrazione di diossine, tanto che una delle aziende agricole vicine, quella dell’Istituto tecnico agrario ha dovuto chiudere».
Bruno Magatti, consigliere comunale di Paco, ha esposto la proposta di delibera di indirizzo per un miglioramento del servizio per il futuro bando per l’assegnazione della gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Una idea nata dopo un’indagine svolta sul campo presentata da Paolo Sinigaglia. L’esponente di Paco ha denunciato che «dai sacchi viola, in cui vengono gettati carta, latte e plastica, viene separata manualmente solo la plastica, mentre il resto diventa Cdr (combustibile da rifiuti)».
Il movimento della rondine propone di creare altre piazzole per la raccolta dei rifiuti, il passaggio dalla tassa alla tariffa sui rifiuti, passando dai metri quadri delle case ai chili prodotti, un sistema di sconti per chi li va a depositare i rifiuti direttamente in discarica, un ribasso più generalizzato per tutta la città se vengono raggiunte migliori percentuali di riciclaggio e maggiori in informazioni ai cittadini. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Arci partecipa alla campagna Siamo tutti rom

Al presidio-assemblea dell’Unione associazioni di immigrati di Como di sabato 12 luglio alle 15 in piazza Vittoria ci sarà un banchetto dell’Arci per partecipare alla Campagna Siamo tutti rom. Il testo integrale del documento sulla raccolta di impronte digitali contro il razzismo e la xenofobia (pubblicato su www.arcicomo.it).

«Siamo tutte e tutti Rom.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che non retrocederà di un millimetro dalla sua decisione, «l’indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom», come viene definita da Famiglia Cristiana.
Anche il Commissario europeo alla sicurezza Jacques Barrot ha ricordato che «non ci possono essere discriminazioni nei confronti dei rom». E Maroni ha dovuto convocare una riunione per convincere il prefetto Mosca, uno dei tre commissari ai rom nominati dal ministro, ad adeguarsi alle sue direttive.
Contro le modalità con cui verrà attuato il “censimento” nei campi nomadi c’è un’indignazione diffusa, espressa da associazioni, cattoliche e laiche, italiane e internazionali, da donne e uomini – intellettuali, giornalisti, politici, – cittadine e cittadini che organizzano nelle proprie città azioni di protesta.
La “schedatura” voluta dal governo evoca nelle cittadine e nei cittadini democratici ricordi di un passato che speravamo sepolto per sempre.
Fermiamo questo scempio della democrazia.
Sabato 12 luglio nell’ambito del Presidio – contro il razzismo e le leggi xenofobe, per il ritiro del pacchetto sicurezza, per la regolarizzazione di tutti gli immigrati che già vivono in Italia, per la libera circolazione di tutti, per rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono precaria la vita degli immigrati – indetto dall’UAI (Unione Associazioni di Immigrati), che si terrà a partire dalle 15, in piazza Vittoria a Como organizzeremo una schedatura volontaria e pubblica.
Verranno raccolte le impronte digitali di cittadine e cittadini che vorranno così esprimere la loro ferma opposizione alle direttive del ministro degli Interni.
Le firme verranno inviate, tramite il Prefetto di Como, al ministro Maroni con un messaggio esplicito: Siamo tutte e tutti Rom.
Arci Como».

Il patto per l’artigianato

Il Patto per l’artigianato vuole essere uno strumento per valorizzare la bilateralità e attraverso questa intesa potenziare le aziende e i lavoratori.

I rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro (Cna, Confartigianato e Acai) e dei sindacati (Cgil, Cisl e Uil) comaschi hanno firmato mercoledì 9 luglio alla presenza della stampa il Patto per l’artigianato. Questa intesa permetterà di intraprendere delle azioni di sviluppo e promozione dell’artigianato locale. Altresì il Patto vuole essere uno strumento per rafforzare le attività dell’Ebe (Ente bilaterale artigiano) e lo stato delle aziende associate anche tramite contributi economici. In termini numerici, sulle cinquantamila aziende artigiane presenti sul territorio, quelle associate con l’Ebe sono quattromila per un totale di dodicimila dipendenti. «Sarà una grossa mole di lavoro mettere in sintonia le differenti parti in gioco» ha sottolineato Enrico Benati, responsabile Cna delle relazioni sindacali.
Il documento, come ha ricordato Franco Santambrogio della segreteria della Cgil di Como, è un’intesa a vasto raggio il cui scopo è quello di controvertire le negatività del settore. I punti cardine del piano sono Artigiano +, un’iniziativa di promozione e certificazione qualitativa delle aziende artigiane, delle importanti decisioni al riguardo dell’apprendistato, realizzare parte della formazione direttamente in azienda, e della sicurezza, la stesura di un’analisi dell’Opta dello stato delle aziende comasche in materia di sicurezza. Altri aspetti saranno uno studio sulla mobilità lavorativa nel settore, che sfocerà nell’attivazione di un tavolo di confronto con l’Amministrazione provinciale, e un contributo monetario alle aziende che assumeranno lavoratori da agenzie di somministrazione.
Come evidenziato da tutti i delegati delle diverse parti presenti, il Patto, la cui stesura è durata due anni, valorizzerà la cooperazione partecipativa e la bilateralità, potenziando un confronto già esistente. «Perché è salvaguardando le imprese che si salvaguardano i diritti dei lavoratori» ha affermato Michele Barresi della Uil. [Francesco Vanotti, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 7 luglio 2008

A Palazzo Cernezzi nella seduta di lunedì 7 luglio si è parlato di edifici da costruire e dell’ipotesi di abbatterne altri compreso quelli su cui si è investito 1 milione di euro in energie alternative. La minoranza sbaglia i conti non esce dall’aula e garantisce il numero legale. La maggioranza vota compatta per non rinviare la discussione di una delibera sulle monetizzazioni e poi decide di rinviarla alla settimana prossima.

Polemica in Consiglio comunale per le aperture domenicali anche per la grande distribuzione. Nelle preliminari del Consiglio di lunedì 7 luglio Gido Martinelli, Lega nord, ha preso la parola per attaccare l’operato della Giunta: «il Comune cerca di interpretare la legge regionale in modo alquanto bizzarro». Ha rincarato la dose il suo capogruppo Emanuele Lionetti che ha parlato di una fuga in avanti del Comune» e chiesto «una parola definitiva del’assessore al commercio», anche perché sono già previste 22 domeniche di apertura domenicale. Per Marcello Iantorno, Pd, il problema è anche formale «il Testo unico degli enti locali dice che a stabilire delle aperture deve essere il Consiglio comunale».
Luca Gaffuri, Pd, ha denunciato lo scioglimento delle intese per l’edificazione del polo logistico di Ponte Chiasso – Chiasso, per il trasferimento da gomma a ferro nella prospettiva della completa implementazione dell’Alptransit, un progetto che non potrà vedere la luce anche a causa del piano di recupero industriale della ex Albarelli, «le scelte strategiche di questo Comune sono solo a carattere edilizio» ha concluso il capogruppo del Pd.
Mario Lucini, Pd, ha invece rilevato i maggiori costi del nuovo ospedale S. Anna rispetto ad «una struttura similare per area, grandezza, posti letto, il nuovo ospedale di Legnano». Il nosocomio comasco consterà 23 milioni in più rispetto alla struttura varesina a causa dell’ubicazione in un luogo in cui sono servite «fondazioni speciali e deviazioni di corsi d’acqua», soldi che verranno recuperati per il consigliere del Pd «svendendo l’attuale area del S. Anna».
Alessandro Rapinese, Area 2010, ha invece ricordato come in prospettiva parte degli uffici comunali verrà trasferita nei nuovi edifici che sorgeranno alla ex Ticosa ed ha chiesto chiarimenti «pare che verrà abbattuta la struttura che ospita gli uffici che verranno spostati, ma sul tetto della stessa è stato appena posizionato, per un milione di euro, il nuovo impianto di condizionamento».
Finite le preliminari è incominciata la discussione su una variante urbanistica per la realizzazione di un complesso immobiliare in via Acquanera.
Un intervento che vedrà l’abbattimento dell’attuale industria di vernici e la costruzione di quattro edifici di cinque piani per poco più di 21 mila metri cubi cui 5.500 di attrezzature per uso pubblico.
Contrario all’opera Gaffuri: «Negli ultimi cinque anni via Acquanera ha subito importanti trasformazioni, si è migliorata la qualità della vita con il recupero delle aree industriali dismesse, ma per un miglioramento della qualità della vita è ancora carente per numero di parcheggi, verde pubblico, mancano addirittura i marciapiedi». Critico anche Stefano Rudilosso, Fi, che ha espresso un parere negativo sul Piano regolatore che prevede per le periferie solo quartieri residenziali «dormitorio», e che ha chiesto di verificare la fruibilità degli standard pubblici, «che non rimangano all’interno della struttura, magari dietro cancelli che poi non permettono un libero accesso».
Bruno Magatti, Paco, ha allargato il discorso ad una più ampia qualità della vita urbana «con un aumento della popolazione cosa succederà alle scuole? E alle strutture alla persona?», per il consigliere della lista della rondine anche la nuova strada che sorgerà dietro ai novi edifici e si collegherà alla Canturina sarà un ulteriore spesa per il pubblico, che dovrà sostenere tutte le spese, economiche e sociali, di una operazione in favore di privati dimostrando anche la propria «incapacità di esigere contrappesi» accettando la monetizzazione di parte degli standard. Inoltre Magatti ha sottolineato l’incongruità di un piano di recupero industriale per una ditta che è ancora in funzione. A tutti ha risposto l’assessore D’Alessandro: «Una città senza le gru è una povera città».
È stato poi approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dalla consigliera Silvia Magni, Pd, per la costruzione di marciapiedi in via Acquanera e l’impegno ad istituirvi il limite a 30 km/h per sottolinearne la caratteristica di strada di quartiere.
La delibera per il nuovo complesso residenziale è stata così approvata con il voto solo della maggioranza e il voto negativo delle opposizioni che sono rimaste in aula garantendo il numero legale.
Lo stesso per l’approvazione della delibera successiva per l’attuazione di alcune nome tecniche sul calcolo delle altezze.
Il consiglio si è quindi concentrato sulla nuova proposta per la definizione delle monetizzazioni degli standard, ovvero di trasformazione di aree che dovrebbero essere destinate ad usi pubblici, come posteggi o parchi pubblici, in somme di denaro. La proposta darebbe l’autorità di decidere ad un dirigente comunale su indirizzo della Giunta, le opposizioni vorrebbero che la stessa fosse prerogativa del Consiglio. Anche il consigliere Roberto allo, Fi, ha parlato della possibilità di «fare gravi danni, nella prospettiva di fare casse».
Lucini ha chiesto, per alcuni motivi tecnici, una sospensiva della delibera, che è stata però bocciata dalla maggioranza, che dopo una mezz’ora di sospensione per chiarirsi sul da farsi, ha chiesto di sospendere la seduta per meglio approfondire l’argomento e aggiornarsi a lunedì prossimo, per il consigliere del Pd «una raffinatezza politica». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Al congresso del Prc di domenica 6 luglio Nicoletta Pirotta con il 59,38 per cento dei voti è la nuova segretaria provinciale del Prc

Dagli interventi degli ospiti disponibilità al dialogo e a percorsi comuni. Assente il consigliere comunale Donato Supino e molti esponenti particolarmente critici sull’esperienza fatta nella Sinistra l’Arcobaleno.

Dopo un’analisi dei risultati elettorali, delle loro motivazioni e delle prospettive per il partito, che ha individuato nell’acuirsi delle lotte sindacali la possibilità di sviluppo della sinistra, di Renato Tettamanti che non si è ricandidato a segretario, una folta carrellata di ospiti ha salutato l’inizio dei lavori del congresso provinciale di Rifondazione comunista del 6 luglio nella sede della Circoscrizione 6 in via Grandi.
Aperture e auspici per continuare una collaborazione intrapresa da prima delle elezioni sono venute da parte dei partiti e dei gruppi che fanno parte dell’area della sinistra plurale. Anche per il nuovo segretario del Pd Luca Corvi «bisogna riallacciare il confronto e il dialogo».
Pacato, ma accesso il confronto fra le varie posizioni che animano il partito, concentratosi principalmente sulla disfida fra la mozione che sostiene l’ex ministro Paolo Ferrerro e quella del presidente della regione Puglia Nichi Vendola. La cinquantina di partecipanti, delegati dei dieci circoli provinciali, un terzo donne, meno i giovani, hanno eletto i rappresentanti per i congressi regionali e nazionale e gli organi della Federazione provinciale.
Riunitosi il Comitato politico federale è stata eletta, con 19 voti favorevoli, 9 schede bianche e 4 contrari, come segretaria provinciale Nicoletta Pirotta (nella foto), che ha preso l’impegno di lavorare per superare le divisioni nel partito.

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