Giù le mani dalla Ca’ d’industria

Si svolgerà a Como sabato 13 marzo il Congresso Arci Lombardia. I lavori si svolgeranno allo spazio Gloria del circolo Arci Xanadù in via Varesina 72 dalle 9,30. Sarà presente e interverrà Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci. Il programma della giornata.
Alle 9,30 Apertura dei lavori, nomina della presidenza del Congresso e delle Commissioni, comunicazioni della presidenza, saluto degli ospiti.
Alle 10 Tavola rotonda Il modello di welfare lombardo – il ruolo dei corpi intermedi – l’iniziativa antirazzista. Partecipano: Nino Baseotto (Cgil Lombardia), GianBattista Armelloni (Acli Lombardia), Fabrizio Tagliabue (Forum del Terzo settore Lombardia), Sergio Veneziani (Auser Lombardia), Sergio Silvotti e Emanuele Patti (ArciLombardia) e i candidati al Consiglio regionale Mario Agostinelli, Arianna Cavicchioli, Luciano Muhlbauer.
Alle 13 Pausa buffet
Alle 14 Presentazione e discussione del Documento organizzativo. A seguire relazioni delle Commissioni e adempimenti congressuali.
Alle 18 Insediamento del Consiglio direttivo, Relazione dei saggi, nomina del presidente, altri adempimenti.
Durante la giornata sarà presente ed interverrà Paolo Beni, presidente nazionale Arci.
Dopo il presidio di piazza XX settembre lunedì primo marzo, i numerosi Italiani e gli ancor più numerosi cittadini stranieri si sono recati al vicino Comune di Cantù dove il comitato Primomarzo 2010 aveva invitato il sindaco della città e tutti i consiglieri comunali ad un confronto sui temi dell’integrazione.
Sulle poltrone dei consiglieri comunali sedevano Roberto Bruno, Claudio Bizzozzero Francesco Pavesi, Ivano Pellizzoni, Aldo Stoppani di Lavori in corso e Gigi Tagliabue del Pd.
Dopo un lungo saluto al pubblico che gremiva la vasta sala consigliare di Cantù (pubblico composto per il 90 per cento da cittadini stranieri) Bizzozzero ha lasciato il microfono a diversi consiglieri del suo gruppo consigliare e a Gigi Tagliabue.
I messaggi di benvenuto di quasi tutti i consiglieri intervenuti miravano a chiedere ai numerosissimi immigrati presenti quali fossero le loro istanze da rivolgere al consiglio comunale: «Siamo qui per ascoltarvi».
Thierno Ghaye, dell’associazione 3 febbraio ha detto tra l’altro: «Se tutti i consiglieri comunali di Cantù fossero come voi potremmo sentirci a posto». Diongue Mbay della stessa associazione, ha aggiunto: «Immaginiamo un prossimo futuro quando qualcuno dei nostri figli siederà davvero su queste poltrone da consigliere comunale di Cantù, per ora limitiamoci ad occupare simbolicamente, per una sera, tutte le poltrone».
Dopo che quasi tutte le 30 poltrone dei consiglieri sono state occupate da cittadini stranieri è intervenuta la senegalese Isilda Virginia Aemando: «Oggi in Francia ed in altri paesi i cittadine stranieri hanno davvero scioperato in gran numero, questo è servito alle nostre organizzazioni a misurare quanto il lavoro straniero può incidere sulle economie di questi paesi. In Italia oltre all’emergenza della crisi economica c’è un’emergenza ancor più grave che è quella morale, noi lavoratori stranieri non produciamo solo ricchezza economica per l’Italia, ma contribuiamo a salvare il paese da una deriva morale, in cui, in alcune forze politiche di governo militano dei veri e propri “piromani sociali” che infiammano le braci per fomentare la paura… I miei bisnonni in Africa sono stati gli ultimi schiavi, arrivando in Italia non immaginavo di vedere tanti miei compaesani ritornare schiavi». In altri interventi gli immigrati hanno chiesto ai consiglieri presenti che venga abolito il numero verde di denuncia anonima dei clandestini e di avere “spazi d’intervento in consiglio comunale”. [Enzo Arighi, ecoinformazioni]
All’appuntamento a Cantù, citta scelta non casualmente per la manifestazione antirazzista del 1 marzo, hanno risposto più di trecento persone. Vasta la partecipazione dei cittadini stranieri che hanno riempito il largo XX settembre insieme a molti esponenti delle associazioni, dei sindacati e delle forze politiche che hanno sottoscritto l’appello per “Una giornata insieme a noi”.
Negli interventi la rabbia, la protesta e il disgusto per leggi che mortificano i diritti fondamentali di milioni di persone considerate meno dei cani «perché abbandonare un animale al freddo è reato mentre non accogliere in casa una persona priva di permesso di soggiorno è ciò che le leggi razziste italiane prescrivono». La manifestazione è ancora in corso e prosegue con il “Consiglio comunale informale” nel quale le raggioni dei cittadini stranieri potranno finalmente essere espresse in una sala comunale anche se non ancora in un vero Consiglio comunale.
L’assemblea congressuale dell’Arci provinciale di Como, riunita il 28 febbraio al Circolo di Mirabello, ha approvato all’unanimità la partecipazione dell’associazione alla mobilitazione del primo marzo per i diritti dei migranti. A tutti i partecipanti al congresso è stato distribuito un fiocco giallo simbolo dell’adesione alla manifestazione.
Con una nota che pubblichiamo integralmente del segretario generale Alberto Zappa, la Fim Cisl invita alla partecipazione alla mobilitazione del primo marzo a Cantù per i diritti dei migranti.
«Tutti al presidio che si terrà il primo marzo 2010 dalle 17.30 alle ore 20 in largo 20 settembre a Cantù.
Tutti con un segno giallo accenderemo l’accoglienza e spegneremo la violenza.
Il comitato primomarzo2010 di Como ha realizzato in poco tempo questa iniziativa che si colloca nella mobilitazione nazionale ed internazionale sui diritti dei migranti.
Occorre dare voce e chi non ha voto. Occorre dare spazi di rappresentanza per una vera e corretta coesione sociale. Occorre affermare diritti e doveri che muovano dall’uguaglianza come principio attraverso cui realizzare l’inclusione e l’accoglienza.
Domani i migranti e le loro associazioni saranno i protagonisti. A Cantù, credo unica iniziativa in tutta Italia, i partecipanti al presidio si sposteranno alle ore 20.00 nella sala consigliare per un Consiglio comunale informale. Un momento di ascolto e confronto da cui si potrà partire per un viaggio lungo ed impegnativo in cui tutti dovranno dare il proprio contributo e la propria opinione, anche critica. Al di là di ogni appartenenza politica ed associativa. Questo è lo spirito da cui è stato costituito il Comitato primo marzo a Como.
Per questo la Fim Cisl di Como ha aderito e sostenuto con convinzione questa iniziativa. Saremo in tanti. Non mancare».
Presidio in largo XX settembre a Cantù dalle 17.30 alle 20 lunedì 1° marzo promosso dal Comitato primo marzo di Como. Dalle 18.30 alle 19.30 l’ora dei saperi e dei sapori dal mondo. Aderiscono Acli, Associazione 3 febbraio Erba, Anolf Cisl, Arci Cantù, Arci Como, Associazione Teranga di Cantù, Associazione La soglia di Cantù, Associazione “Trapeiros di Emmaus” Erba, Associazione in viaggio di Menaggio, Associazione per la sinistra di Como, Cgil Como, Cisl Como, Chiesa valdese di Como, Coordinamento comasco per la Pace, Emergency Como, Fai Cisl – Femca Cisl – Filca Cisl – Fim Cisl Como, Fiom Cgil Como, Forum Immigrati del Pd, Giovani democratici di Como, “L’Isola che c’è”, Ong Asem Pd Como, Prc Erba, Spazio donne laboratorio interculturale Cantù, Verdi di Como.
Sala Noseda piena il 25 febbraio, per l’incontro sulla «Gestione pubblica dell’acqua in provincia di Como» promosso dal Comitato comasco per l’acqua pubblica. Al centro della discussione le iniziative verso i tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua, per rendere possibile la gestione pubblica di questo bene comune.
Grande partecipazione da parte dei cittadini *giovedì 25 febbraio all’incontro sull’acqua pubblica che si è svolto presso la Sala Noseda della Camera del Lavoro. La serata è nata per fare il punto della situazione sul quadro normativo sul quale si inserisce il referendum nazionale per l’acqua pubblica e sulla situazione a livello locale. Per quanto riguarda i referendum, sono stati presentati i tre quesiti (non ancora depositati definitivamente) per i quali ad aprile inizierà la raccolta firme. Il primo quesito, il più sostanziale, chiede l’abrogazione totale dell’articolo della legge votata a novembre 2009 che contiene il principio della privatizzazione dell’acqua. Il secondo quesito è contro l’introduzione di altri elementi alla privatizzazione, legati all’affidamento a società di capitali dell’acqua; il terzo quesito referendario infine concerne la rilevanza economica a chi gestisce l’acqua.
Il dibattito di ieri sera, al quale hanno preso parte anche alcuni amministratori locali, si è focalizzato molto su quest’aspetto, come spiega Roberto Fumagalli, presidente del Circolo ambiente “Ilaria Alpi”, ovvero sul «principio secondo il quale la tariffa deve coprire tutti i costi». Secondo i movimenti e le associazioni impegnate contro la privatizzazione dell’oro blu, questo principio va assolutamente contrastato: «spetta alla fiscalità generale risanare le opere e la rete idriche, i fondi non vanno coperti attraverso la tariffa». Come dire, basterebbe una “grande opera” inutile in meno, per riqualificare il sistema idrico nazionale.
A livello locale, nel frattempo, le acque sono ferme, è il caso di dirlo. La situazione di stallo attuale riguarda il percorso avviato a livello di ATO in merito alla suddivisione del servizio in due parti – gestione ed erogazione – da affidare a due società diverse, con l’obbligo di mettere a gara – e quindi di privatizzare – il servizio di erogazione: le associazioni comasche avevano paventato ai Comuni il rischio di incostituzionalità, così è stato e dunque tutto è stato azzerato. «I sindaci hanno sentito solo le sirene della Regione a favore della privatizzazione dell’acqua e hanno ignorato le mille voci della società civile che chiedevano che l’acqua restasse pubblica: abbiamo avuto ragione noi» commenta Fumagalli.
Si muove invece qualcosa sul fronte della mobilitazione verso il referendum, anche a Como. Ieri sera alcuni cittadini presenti all’incontro si sono presi l’incarico di seguire la raccolta firme sul territorio, organizzando iniziative, banchetti ma anche eventi e serate ad hoc. La campagna inizierà dopo le elezioni regionali e in particolare dal 10 aprile; in concomitanza di quella data si terrà a Como un’altra iniziativa pubblica per lanciare la raccolta firme verso il referendum per l’acqua pubblica. [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]
Un grande presidio antirazzista dalle 17.30 alle 20 in largo XX settembre a Cantù e successivamente un consiglio comunale informale che permetta finalmente di dare voce agli immigrati. Il Comitato Primomarzo 2010 presenta le iniziative per la giornata nazionale di mobilitazione per i diritti di tutti.
Dopo l’assemblea del 7 febbraio alla Camera del lavoro di Como che ha visto nascere il Comitato Primomarzo2010 Como si è infittito il calendario delle iniziative promosse dalla nuova organizzazione a cui hanno aderito un vastissimo e variopinto cartello di movimenti, associazioni, sindacati forze politiche (A3F di Erba, Acli di Como, ACSI di Erba, Arci di Cantù, Arci di Como, Associazione La Soglia di Cantù, Associazione Il Viaggio di Menaggio, Associazione L’Isola che c’è, Associazione Ngola Mbandi di Como, Associazione per la Sinistra di Como, Associazione Teranga di Cantù, Associa.zione Trapeiros di Emmaus, Cgil Como, Cisl Como, Chiesa valdese di Como, Coordinamento comasco per la Pace, Emergency Como, Fai Cisl – Femca Cisl – Filca Cisl – Fim Cisl Como, Fiom Cgil Como, Forum immigrati del Pd, Giovani democratici Como, Lavori in corso Cantù, Aspem, Paco, Pd Como, Prc Erba, Sinistra Ecologia e Libertà Como, Spazio Donne Laboratorio Interculturale Cantù, Verdi Como).
«Limitare i diritti di cittadinanza a chi risiede, lavora, crea una famiglia in Italia e a Como, perché immigrato – afferma in una nota alla stampa il Comitato –, vuol dire non saper far conto su cosa significa e quanto sia necessaria e fondamentale questa presenza, in quanto parte importante per il presente e per il futuro dell’economia e della crescita della nostra società».
L’obiettivo è un grande presidio antirazzista, il primo marzo, dalle 17.30 alle 20 in largo XX settembre a Cantù e un successivo «Consiglio comunale informale che si terrà presso la sala consigliare del Comune di Cantù al fine di dare voce e ascolto a coloro che sono i veri ed unici protagonisti della iniziativa: i migranti e le loro associazioni». Bisogna che anche le persone meno capaci di cogliere le trasformazioni della società si preparino: non è più possibile negare diritti fondamentali ed è invece bene comprendere che non è affatto escluso – come ipotizza Alberto Zappa, uno dei promotori dell’iniziativa, che «il prossimo sindaco di Cantù sia nero».
Al di là di ogni strumentalizzazione politica tutti porteranno con un fiocco, o qualunque cosa, giallo: «Perché rappresenta il colore del cambiamento e per la sua neutralità politica: il giallo non rimanda infatti ad alcuno schieramento in particolare». Per simboleggiare il proprio sostegno all’iniziativa l’invito è anche a esporre «stoffe o drappi dai balconi e dalle finestre delle abitazioni o dei luoghi di lavoro».
Per informazioni tel. 348.9997263, e-mail primomarzo2010como@gmail.com, Internet www.primomarzo2010.it (oltre che su facebook).