Politica
Il Consiglio comunale di Como di giovedì 15 aprile 2010
Al Consiglio comunale del 15 aprile la maggioranza scappa per non votare la sfiducia al cda della Ca’ d’industria. La frettolosa uscita dei consiglieri e dello stesso presidente della seduta è stata censurata dalle grida del pubblico: «Votate vigliacchi!!! Prendetevi le vostre responsabilità!!!»
Molte le preliminari al Consiglio comunale di giovedì 15 aprile. Roberta Marzorati, Per Como, ha chiesto delucidazioni su un concorso per un posto di dirigente ai servizi sociali, «no vogliamo pensare male, chiediamo solo qualche spiegazione» ha precisato. «In questa amministrazione più disastri fai più vieni premiato! Non ne capisco la logica» ha esordito Donato Supino, Prc, riferendosi ai premi dati ai responsabili del cantiere delle paratie e del muro. Marcello Iantorno, Pd, ha invece annunciato la presentazione di una mozione urgente per revocare gli emolumenti agli ingegneri Viola e Ferro.
Meno trascuratezza nella gestione dei beni comunali ha chiesto Mario Molteni, Per Como, che annuncia la presentazione di una lista di tutte le piccole cose da sistemare, a partire dall’orologio di Porta Torre bloccato da qualche tempo.
«Chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno della Commissione competente la questione di via Quasimodo» ha detto Vittorio Mottola, Pd, riferendosi alla vertenza con un privato sul possesso di un terreno comunale.
Pasquale Buono, Pdl, ha segnalato la sporcizia dei servizi dei giardinetti di via Italia Libera data la «situazione di degrado e gli zingari in Ticosa».
Un attacco a sindaco è venuto da Luigi Bottone, Liberi per Como, «ho ricevuto una lettera anonima in cui è scritto che lei, signor sindaco, fa parte di 31 società come sindaco ufficiale o supplente», una situazione ambigua per il consigliere che ha chiesto chiarezza al primo cittadino per evitare situazioni come quando durante la discussione della fusione Acsm-Agam si scoprì che Bruni era sindaco in una partecipata di A2A.
Alessandro Rapiense, Area 2010, ha chiesto nuovamente al sindaco di far partire Agenda 21 anche a Como «per cui abbiamo già speso 371 mila euro! E lei deve solo nominare un rappresentante».
Si è quindi insediato il Consiglio ripreso in diretta da Etv. Posti gremiti in sala consiliare e un centinaio di lavoratori e parenti degli ospiti della Ca’ d’industria hanno seguito tutto sullo schermo approntato in Sala Stemmi.
Prima di riprendere il dibattimento sulla delibera riguardante la Ca’ d’industria è intervenuto l’assessore al bilancio Sergio Gaddi, che ha presentato la delibera economica fondamentale del Comune dati i tempi di legge che impongono l’inizio della discussione, che verrà affrontata subito dopo quella sull’ente assistenziale comasco.
Entrate per 94 milioni con una spesa indirizzata principalmente per il sociale, per l’assessore, con «il minor ricorso possibile all’indebitamento anche alla luce del famigerato Patto di stabilità che ci fa spendere 3,9 milioni in meno di quanto potremmo».
Gaddi ha rilevato la bassa copertura con le rette del servizio di asili nido, solo il 36,53 per cento, contro il 70 per cento delle refezioni, il 100 per cento dei servizi cimiteriali, ed il 10 degli impianti sportivi. L’assessore ha poi letto l’elenco del Piano delle opere, gli interventi maggiori previsti, che superano i 100mila euro, citando tra gli altri 1,650 mila euro per la bonifica dell’area ex Ticosa e 250 mila euro per il kilometro della conoscenza a Villa olmo.
Finito l’intervento la discussione è ripresa sull’argomento clou della serata con una bagarre fra parte della maggioranza e opposizione per i documenti.
Il presidente del Consiglio Pastore aveva chiesto al presidente della Fondazione Ca’ d’industria Pellegrino la documentazione inerente la vertenza in atto e l’esternalizzazione del servizio mensa, su indicazione di diversi consiglieri.
La Fondazione ha fatto pervenire tali atti solo nella mattinata e pomeriggio prima della seduta e solo in parte ai consiglieri. Un fascicolo con le carte più interessanti ai fini del dibattito è stata fatta pervenire personalmente solo al sindaco.
Un fatto di cui Pastore si è accorto solo durante la discussione confrontando i documenti differenti dati ai singoli e al primo cittadino: «c’è stata un’incomprensione» si è giustificato, fra le urla e le richieste di sospensione della seduta dai banchi di minoranza. «Datecene almeno una copia per gruppo» ha chiesto Franco Fragolino, Pd.
Le opposizioni, ritiratesi a discutere, hanno quindi richiesto di poter avere almeno una copia della documentazione, ma data la mole non è stata fatta «non possiamo far riaprire il centro stampa a quest’ora…» ha detto il sindaco, mentre il consigliere Iantorno si è offerto di fare lui le fotocopie dell’incartamento.
Tutto in una situazione semiseria con l’avvocato Iantorno che chiedeva la documentazione al presidente Pastore, che rispondeva di non averla, essendo la stessa nelle mani del sindaco, che la teneva sul tavolo alla sinistra di Pastore.
Nonostante ciò la seduta è proseguita, «prendo atto della buona fede – ha precisato Bruno Saladino, Pd – ma stupisce il fatto della consegna dei materiali in mattinata… è un tirare la corda, ed è grave e provocatorio. I documenti sono stati chiesti settimane e settimane fa!».
La difesa d’ufficio del Ceda della Ca’ d’industria è venuta quindi da Marco Butti, «non si può definire totalmente disastroso quanto ha fatto il Cda negli ultimi anni», Augusto Giannattasio, e Massino Serrentino che hanno fatto rumoreggiare i dipendenti presenti.
Avvicinatasi la mezzanotte è stata votata la prosecuzione ad oltranza della seduta dalle minoranze più Liberi per Como e alcuni esponenti liberal del Pdl (che si erano appartati per una discussione), contraria la maggioranza di quest’ultimo partito e la Lega.
Terminato il dibattito Bruno Magatti, Paco, proponente la deliberazione ha ribadito il motivo della presentazione della stessa, chiedere sì il mantenimento dei servizi all’interno della struttura, ma anche ribadire la capacità e volontà di indirizzo del Consiglio comunale sulla Fondazione.
Sospesa per mezz’ora la seduta per una riunione del Pdl si è affrontato il primo emendamento presentato da Supino che recita «si invita a togliere la fiducia ai componenti del Cda nominati dal Comune di Como». Dato che si trattava di esprimere un parere su delle persone precise la votazione era a scrutinio segreto ed appena si è definita la questione tutti i componenti del gruppo Pdl hanno frettolosamente abbandonato l’aula. Sindaco e presidente del Consiglio compresi, quest’ultimo ha chiesto velocissimamente una sostituzione.
Una fuga che ha riempito di sdegno il pubblico presente in aula, ormai alla 1 di notte molto diminuito, che ha iniziato a urlare «votate vigliacchi!!! Prendetevi le vostre responsabilità!!!», alternando con «Buffoni! Vergogna!». Alcuni dei presenti sono rimasti amareggiati urlando ai fuggitivi la loro disillusione per averli votati.
Alla votazione hanno partecipato solo in 18 con 16 voti favorevoli alla sfiducia dei consiglieri della Ca’ d’industria, un contrario ed un astenuto. Una votazione non valida però mancando il numero legale. Fatte due appelli successivi e mancando sempre il numero minimo per continuare la seduta è stata aggiornata a lunedì prossimo. [Michele Donegana, ecoinformazioni]
Il cda della Ca’ d’industria rispetti il Consiglio comunale
Il Consiglio di amministrazione della Cà d’Industria per Paco non deve decidere niente fino a quando non termina il dibattito in Consiglio comunale.
Dopo la sospensione della seduta speciale sulla Ca’ d’industria a Palazzo Cernezzi non si trova un accordo sulla data per riprendere il dibattito sulla delibera che chiede la «revisione della posizione recentemente assunta in merito all’esternalizzazione della cucina» e di «garantire, per il futuro, la salvaguardia delle gestione diretta (in house) di tutte le funzioni collegate direttamente alle persone». Una proposta a cui sono già stati presentati ben quattro emendamenti sia dalla maggioranza che dall’opposizione.
Settimana prossima si riunirà nuovamente la Conferenza dei capigruppo per cercare un accordo e, come recita una nota alla stampa del gruppo di Paco, «il dibattito sulla delibera d’indirizzo riguardante Ca’ d’Industria riprenderà verosimilmente il 12 aprile, se non addirittura il 15».
«A questo punto diventa di straordinaria importanza – sottolinea il documento firmato dai portavoce della lista della rondine – la richiesta, fatta protocollare nella giornata di mercoledì scorso, da Bruno Magatti, capogruppo di Paco e promotore della delibera d’indirizzo».
Magatti ha chiesto di rinviare l’incontro tra il Consiglio di amministrazione della Fondazione e i sindacati di giovedì 8 aprile «così come ogni ulteriore atto o deliberazione da parte del Cda fino a che il Consiglio comunale non avrà deliberato in merito agli indirizzi da assumere».
Infatti per Paco «in assenza di indirizzi espressi dall’organismo competente (il Consiglio comunale) l’azione degli amministratori potrebbe invocare l’assoluta autonomia: ma ora il dibattito relativo agli “indirizzi” è stato avviato e il rispetto del ruolo istituzionale dell’organo consiliare esige che si concluda l’iter avviato con l’espressione del voto, prima che si possa procedere a qualunque atto deliberativo da parte di Ca’ d’Industria».