Politica

Il presidio di Cgil, Cisl, Uil contro il decreto legge 112

Soddisfazione delle segreterie della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil per la riuscita della manifestazione indetta per la mattina del 28 luglio davanti alla Prefettura di Como.

In una nota le segreterie confederali della funzione pubblica hanno espresso soddisfazione per la partecipazione al presidio organizzato davanti alla Prefettura di Como a cui hanno partecipato «un migliaio di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego» che si sono ritrovati per protestare «contro le misure del decreto legge 112, in fase di conversione al Senato».
Una manifestazione riuscita per gli organizzatori «nonostante il periodo estivo e le difficoltà poste da molte Amministrazioni, che è significativa dello stato di malessere e preoccupazione che attraversa i dipendenti delle funzioni pubbliche della provincia di Como».
La protesta è nata dal fatto che «le misure del decreto si sostanziano in un coacervo di provvedimenti disorganici: tagli di stipendi sul salario accessorio individuali fino ad un massimo, in alcuni casi, di 5 mila euro annui; stanziamento di risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti nazionali scaduti; blocco del turn-over rispetto ad organici già ridotti all’osso; modifica peggiorativa della disciplina del part-time che da diritto si tramuta in benevola concessione del datore di lavoro; instaurazione di un regime speciale, solo per i dipendenti pubblici, per quanto riguarda la disciplina della malattia. Provvedimenti assunti con carattere di necessità ed urgenza, scavalcando il ruolo delle organizzazioni sindacali nel chiaro tentativo di mettere fine alla contrattazione nazionale».
Una delegazione sindacale è stata accolta dal Prefetto di Como che ha ricevuto un documento riassuntivo che rimarcava «la forte preoccupazione di un taglio dei servizi erogati nella Provincia di Como», votato nelle assemblee di lavoratori. Ai rappresentanti sindacali il rappresentante del Governo «ha dichiarato che scriverà al Ministro per la funzione pubblica ed al Ministro degli interni, allegando il documento».
Dure le prese di posizione contro il ministro Brunetta «è evidente che l’effetto delle misure messe in atto potrà essere solo uno smantellamento del servizio pubblico, con pesanti costi e conseguenze nei confronti della cittadinanza tutta» e per il futuro «le mobilitazioni proseguiranno in un crescendo di iniziative fino all’auspicabile proclamazione, nel caso la situazione rimanesse immutata, di un grande sciopero generale unitario di tutto il pubblico impiego».

Il consiglio comunale di lunedì 21 luglio 2008

Bocciato il palazzone di via Magni ed approvati il Piano del reticolo idrico minore oltre che un intervento di recupero in via Cumano. Assessori nervosi al Consiglio comunale di lunedì 21 luglio: non piacciono le critiche sui giardini di Tavernola e le paratie. Polemiche per il ministro Bossi e l’inno nazionale.

«Siamo l’unico Comune capoluogo di provincia che non pubblica sul sito internet gli atti del Consiglio» ha esordito durante le preliminari il consigliere Alessandro Rapinese, Area 2010, che ha continuato ironicamente «abbiamo però un centralino che parla in dialetto, tra i pochi in Italia». Il consigliere della lista civica che ha sostenuto Carcano sindaco ha chiesto poi formalmente quanti soldi sono stati spesi sino ad oggi per onorare gli obblighi derivanti dalla vendita della ex Ticosa.
I gestacci del ministro Bossi hanno quindi scaldato il Consiglio. Vittorio Mottola, Pd, ha difeso «i nostri simboli più importanti», mentre Marcello Iantorno, del suo stesso partito, ha dichiarato che «il dialogo con forze che utilizzano questi atteggiamenti non è assolutamente possibile». Anche Marco Butti ha affermato, per il gruppo di An, che «auspichiamo che il ministro Bossi possa chiarire le sue posizioni, contrariamente a quanto fatto oggi pomeriggio». Il capogruppo di An ha poi cercato «in uno spirito costruttivo» di chiedere all’assessore Peverelli chiarimenti a proposito della gestione dei giardinetti di via Traù a Tavernola, ma vista la scomposta reazione di quest’ultimo ha deciso di soprassedere e di proporre una domanda scritta.
Mario Lucini, Pd, ha parlato del sopraluogo al cantiere per le paratie, lodando la serietà dell’azienda che ha vinto l’appalto, che «sta rivoltando come un calzino il progetto originario», con nuove opere per le fondazione e lo spostamento verso terra delle paratie, dato alcune difficoltà tecniche incorse. «Forse alcune critiche all’opera non erano così infondate» ha aggiunto il consigliere che per l’assessore Caradonna «dice bugie».
Mario Molteni, Per Como, ha invece chiesto chiarimenti sulle procedure per la cessione di proprietà comunali. Il Consiglio ha approvato la cessione di un terreno per 8 mila euro, ma la vendita di una porzione immobiliare in via Diaz – via Indipendenza per 538 mila euro è passata solo in Giunta e si è svolta con una trattativa privata in base ad un Regio Decreto del ’24. Una domanda che ha stimolato Emanuele Lionetti, Lega, a ricordare i fatti accaduti a Blevio per la vendita della spiaggetta, con i procedimenti giudiziari in corso per sindaco e Giunta.
Si è passati poi alla continuazione della discussione sulla delibera per una variante urbanistica in via Magni. Molte le voci contrarie alla chiusura con una nuova ala dell’edificio già in costruzione, che farebbe prendere al complesso la forma di un grande rettangolo con un cortile interno. Alcune osservazioni sono state fatte anche sui sopraluoghi fatti dagli uffici comunali e la difficoltà ad averne i verbali. «Avevo assicurato che il verbale c’era – ha chiarito l’assessore D’Alessandro – ora l’ho qui con me». Un verbale che non ha soddisfatto Giampiero Ajani, Lega, e altri consiglieri dato che, come ricordato da Lucini, «la richiesta di accertamenti della Commissione urbanistica è stato intesa solo per quanto riguarda la disposizione planimetrica» e così è stato fatto, infatti ha richiesto nuovamente che «venga accertato la coerenza tra quanto autorizzato e quanto attualmente realizzato».
Un edificio che in ogni qual modo ha fatto citare a Lionetti «le costruzioni vergogna edilizia degli anni sessanta», a portato Roberto Rallo, Fi, a polemizzare con quanto affermato dai progettisti: «Non si può dire che quell’edificio possa avere un lontano riferimento ad una corte lombarda!». Il consigliere di Forza Italia ha anche aggiunto che il cortile ricavato all’interno sarebbe poi un’ambientazione «non per L di Hitchcock, bensì per le cento finestre…». La corte di 25 metri di larghezza sarebbe stata circondata da palazzi alti 20 piani in una situazione che avrebbe potuto ricordare il Panopticon di Jeremy Bentham.
Lucini ha ricordato come il progetto originario prevedesse due lati uno lungo con tre corpi spezzati, ed uno corto, che formavano assieme una i lunga, che già con la Denuncia di inizio attività hanno subito delle modifiche. «Non mi era mai capitato – ha spiegato il presidente della Commissione urbanistica – di vedere differenze così significative fra il piano urbanistico e la Dia».
La difesa della delibera è toccata all’assessore D’Alessandro che ha parlato di una «variante migliorativa» facendo l’esempio del Dadone, come di un intervento a cui tutti erano contrari, «votato quasi in un blitz notturno», che ora «è preso ad esempio nei libri di architettura», ma non è riuscito a convincere il Consiglio. Con 20 voti contrari su 34, 5 astensioni, e solo 9 voti favorevoli di alcuni esponenti di Forza Italia e Alleanza nazionale la variante è stata bocciata.
In chiusura sono state approvate con l’astensione delle minoranze, il Piano sul reticolo idrico minore, ritornato in aula dopo la possibilità di osservazioni da parte dei cittadini e un piano di recupero di un’area in via Cumano nonostante qualche perplessità per i rapporti con la nuova Cittadella dello sport anche rispetto al piano di zonizzazione acustica. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 14 luglio 2008

Corse dei battelli soppresse, lavori per l’acquedotto industriale ad Albate, Piano di emergenza del traffico, il cippo di Ponte Chiasso, discussioni delle tesi di laurea nelle preliminari del Consiglio comunale di lunedì 14 luglio. Per 12 mesi, in prova, il Consiglio deciderà delle monetizzazioni degli standard.

«Da quando la Navigazione è passata dalla gestione governativa a quella regionale si registrano disservizi non da poco conto» così ha esordito Donato Supino, Prc, che ha chiesto all’assessore Fulvio Caradonna di interessarsi per ottenere spiegazioni sulle corse dei battelli soppresse la settimana scorsa. «Non è mia competenza» ha risposto l’assessore.
Silvia Magni, Pd, ha invece riportato le richieste della Circoscrizione 1 per i lavori dell’acquedotto industriale che stanno interessando Albate, per sapere il tracciato completo e le strade che saranno coinvolte, una domanda che era già stata inoltrata per lettera. «Avranno una risposta quando impareranno a fare lettere educate» ha affermato Fulvio Caradonna. «Non mi è sembrata maleducata» ha replicato la consigliera del Pd.
Ezia Molinari, Fi, ha chiesto se c’è un Piano di emergenza del traffico dato che in casi eccezionali, come l’attuale esondazione, insorgono disagi con lunghe code e il blocco della città.
Vittorio Mottola, Pd, ha riportato la richiesta dell’associazione Naja in congedo di Ponte Chiasso per la recinzione del cippo in onore dei caduti e di don Renzo Beretta in piazzale Anna Frank.
Antonietta Sosio, Fi, ha invece posto in evidenza il problema dell’utilizzo della sala del Consiglio per le cerimonie di laurea, creando a volte disturbo reciproco fra il lavoro delle Commissioni e i partecipanti: «Ora che l’Università ha più sedi, come S. Abbondio o Palazzo Natta, come mai la discussione delle tesi si fa ancora qui?».
Il Consiglio ha quindi finito la discussione sulla delibera sulle monetizzazioni che è stata approvata con alcune modifiche. La proposta della Giunta per le aree standard delle nuove edificazioni era che, nel caso d’impossibilità di poterle avere nei pressi dei nuovi edifici, il Consiglio comunale avrebbe potuto decidere di ottenerle in zone anche non contigue oppure un dirigente comunale, su indirizzo giuntale, avrebbe potuto decidere della loro monetizzazione. Un emendamento presentato da Stefano Molinari, An, ha riportato entrambe le decisioni al Consiglio, per quanto riguarda le monetizzazioni per un periodo sperimentale di dodici mesi che dovrà poi essere confermato alla prova dei fatti. L’assessore D’Alessandro che si era detto «contrario poiché il Consiglio comunale è già intasato» ha dovuto prendere atto della decisione dell’assemblea cittadina.
Cambiando l’ordine dei lavori, posticipando la discussione sulla delibera di indirizzo per la raccolta dei rifiuti proposta da Bruno Magatti di Paco, è cominciato poi il dibattito che si concluderà lunedì prossimo su un’espansione al progetto di un edificio in via Magni. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 7 luglio 2008

A Palazzo Cernezzi nella seduta di lunedì 7 luglio si è parlato di edifici da costruire e dell’ipotesi di abbatterne altri compreso quelli su cui si è investito 1 milione di euro in energie alternative. La minoranza sbaglia i conti non esce dall’aula e garantisce il numero legale. La maggioranza vota compatta per non rinviare la discussione di una delibera sulle monetizzazioni e poi decide di rinviarla alla settimana prossima.

Polemica in Consiglio comunale per le aperture domenicali anche per la grande distribuzione. Nelle preliminari del Consiglio di lunedì 7 luglio Gido Martinelli, Lega nord, ha preso la parola per attaccare l’operato della Giunta: «il Comune cerca di interpretare la legge regionale in modo alquanto bizzarro». Ha rincarato la dose il suo capogruppo Emanuele Lionetti che ha parlato di una fuga in avanti del Comune» e chiesto «una parola definitiva del’assessore al commercio», anche perché sono già previste 22 domeniche di apertura domenicale. Per Marcello Iantorno, Pd, il problema è anche formale «il Testo unico degli enti locali dice che a stabilire delle aperture deve essere il Consiglio comunale».
Luca Gaffuri, Pd, ha denunciato lo scioglimento delle intese per l’edificazione del polo logistico di Ponte Chiasso – Chiasso, per il trasferimento da gomma a ferro nella prospettiva della completa implementazione dell’Alptransit, un progetto che non potrà vedere la luce anche a causa del piano di recupero industriale della ex Albarelli, «le scelte strategiche di questo Comune sono solo a carattere edilizio» ha concluso il capogruppo del Pd.
Mario Lucini, Pd, ha invece rilevato i maggiori costi del nuovo ospedale S. Anna rispetto ad «una struttura similare per area, grandezza, posti letto, il nuovo ospedale di Legnano». Il nosocomio comasco consterà 23 milioni in più rispetto alla struttura varesina a causa dell’ubicazione in un luogo in cui sono servite «fondazioni speciali e deviazioni di corsi d’acqua», soldi che verranno recuperati per il consigliere del Pd «svendendo l’attuale area del S. Anna».
Alessandro Rapinese, Area 2010, ha invece ricordato come in prospettiva parte degli uffici comunali verrà trasferita nei nuovi edifici che sorgeranno alla ex Ticosa ed ha chiesto chiarimenti «pare che verrà abbattuta la struttura che ospita gli uffici che verranno spostati, ma sul tetto della stessa è stato appena posizionato, per un milione di euro, il nuovo impianto di condizionamento».
Finite le preliminari è incominciata la discussione su una variante urbanistica per la realizzazione di un complesso immobiliare in via Acquanera.
Un intervento che vedrà l’abbattimento dell’attuale industria di vernici e la costruzione di quattro edifici di cinque piani per poco più di 21 mila metri cubi cui 5.500 di attrezzature per uso pubblico.
Contrario all’opera Gaffuri: «Negli ultimi cinque anni via Acquanera ha subito importanti trasformazioni, si è migliorata la qualità della vita con il recupero delle aree industriali dismesse, ma per un miglioramento della qualità della vita è ancora carente per numero di parcheggi, verde pubblico, mancano addirittura i marciapiedi». Critico anche Stefano Rudilosso, Fi, che ha espresso un parere negativo sul Piano regolatore che prevede per le periferie solo quartieri residenziali «dormitorio», e che ha chiesto di verificare la fruibilità degli standard pubblici, «che non rimangano all’interno della struttura, magari dietro cancelli che poi non permettono un libero accesso».
Bruno Magatti, Paco, ha allargato il discorso ad una più ampia qualità della vita urbana «con un aumento della popolazione cosa succederà alle scuole? E alle strutture alla persona?», per il consigliere della lista della rondine anche la nuova strada che sorgerà dietro ai novi edifici e si collegherà alla Canturina sarà un ulteriore spesa per il pubblico, che dovrà sostenere tutte le spese, economiche e sociali, di una operazione in favore di privati dimostrando anche la propria «incapacità di esigere contrappesi» accettando la monetizzazione di parte degli standard. Inoltre Magatti ha sottolineato l’incongruità di un piano di recupero industriale per una ditta che è ancora in funzione. A tutti ha risposto l’assessore D’Alessandro: «Una città senza le gru è una povera città».
È stato poi approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dalla consigliera Silvia Magni, Pd, per la costruzione di marciapiedi in via Acquanera e l’impegno ad istituirvi il limite a 30 km/h per sottolinearne la caratteristica di strada di quartiere.
La delibera per il nuovo complesso residenziale è stata così approvata con il voto solo della maggioranza e il voto negativo delle opposizioni che sono rimaste in aula garantendo il numero legale.
Lo stesso per l’approvazione della delibera successiva per l’attuazione di alcune nome tecniche sul calcolo delle altezze.
Il consiglio si è quindi concentrato sulla nuova proposta per la definizione delle monetizzazioni degli standard, ovvero di trasformazione di aree che dovrebbero essere destinate ad usi pubblici, come posteggi o parchi pubblici, in somme di denaro. La proposta darebbe l’autorità di decidere ad un dirigente comunale su indirizzo della Giunta, le opposizioni vorrebbero che la stessa fosse prerogativa del Consiglio. Anche il consigliere Roberto allo, Fi, ha parlato della possibilità di «fare gravi danni, nella prospettiva di fare casse».
Lucini ha chiesto, per alcuni motivi tecnici, una sospensiva della delibera, che è stata però bocciata dalla maggioranza, che dopo una mezz’ora di sospensione per chiarirsi sul da farsi, ha chiesto di sospendere la seduta per meglio approfondire l’argomento e aggiornarsi a lunedì prossimo, per il consigliere del Pd «una raffinatezza politica». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Al congresso del Prc di domenica 6 luglio Nicoletta Pirotta con il 59,38 per cento dei voti è la nuova segretaria provinciale del Prc

Dagli interventi degli ospiti disponibilità al dialogo e a percorsi comuni. Assente il consigliere comunale Donato Supino e molti esponenti particolarmente critici sull’esperienza fatta nella Sinistra l’Arcobaleno.

Dopo un’analisi dei risultati elettorali, delle loro motivazioni e delle prospettive per il partito, che ha individuato nell’acuirsi delle lotte sindacali la possibilità di sviluppo della sinistra, di Renato Tettamanti che non si è ricandidato a segretario, una folta carrellata di ospiti ha salutato l’inizio dei lavori del congresso provinciale di Rifondazione comunista del 6 luglio nella sede della Circoscrizione 6 in via Grandi.
Aperture e auspici per continuare una collaborazione intrapresa da prima delle elezioni sono venute da parte dei partiti e dei gruppi che fanno parte dell’area della sinistra plurale. Anche per il nuovo segretario del Pd Luca Corvi «bisogna riallacciare il confronto e il dialogo».
Pacato, ma accesso il confronto fra le varie posizioni che animano il partito, concentratosi principalmente sulla disfida fra la mozione che sostiene l’ex ministro Paolo Ferrerro e quella del presidente della regione Puglia Nichi Vendola. La cinquantina di partecipanti, delegati dei dieci circoli provinciali, un terzo donne, meno i giovani, hanno eletto i rappresentanti per i congressi regionali e nazionale e gli organi della Federazione provinciale.
Riunitosi il Comitato politico federale è stata eletta, con 19 voti favorevoli, 9 schede bianche e 4 contrari, come segretaria provinciale Nicoletta Pirotta (nella foto), che ha preso l’impegno di lavorare per superare le divisioni nel partito.

Il congresso del Prc domenica 6 luglio a Como

Si apre alle 9.30 di domenica 6 luglio alla Circoscrizione 6 di via Grandi il congresso provinciale del Prc, il primo dopo la disfatta elettorale. Si prospetta la vittoria della mozione Vendola-Giordano.

Si completa con il congresso provinciale il percorso sofferto della principale forza della sinistra lariana che si è lacerata nel confronto tra le diverse strategie da adottare per superare la crisi di consenso e di identità, di militanza e di prospettive che si è aperta dopo la disfatta elettorale de La Sinistra l’Arcobaleno. Le diverse mozioni, mai come in questo caso contrapposte, hanno evidenziato nei 12 congressi di circolo una forte maggioranza per la posizione Vendola-Giordano che ha totalizzato il 55,2 per cento dei consensi contro il 37,9 per cento della proposta Ferrero.Grassi e il 6 per cento di quella sostenuta da Bellotti.

Il consiglio comunale di giovedì 3 luglio 2008

Una serata inconcludente. Il consiglio comunale sull’Expo 2015 aperto, di giovedì 3 luglio al Teatro Sociale di Como, si è risolto in un elenco di speranze. Il richiamo alla realtà è venuto dal senatore Alessio Butti: «L’Expo l’ha vinta Milano e le risorse andranno là».

Discreta partecipazione al Consiglio comunale aperto al Teatro Sociale di Como, una sfilata dei maggiorenti cittadini. Tema della serata Expo 2015 dal titolo Nutrire il pianeta, energia per la vita. Poco più di un terzo della platea riservata alle autorità, a ridossso del palco, il resto per il pubblico “comune” con anche dei posti vuoti sul fondo. Trionfante il presidente del Consiglio Mario Pastore, organizzatore dell’evento: «Alle 21, fra platea e palchi, erano presenti 460 persone, amministratori e cittadini». La platea contiene 398 posti e i palchi aperti erano tre o quattro, per lo più per la stampa. «Avrebbe fatto piacere qualche cittadino in più» ha affermato Stefano Rudilosso, consigliere comunale di Fi, mentre Vittorio Mottola, del Pd, ha criticato la bassa presenza di amministratori locali della provincia. Mario Pastore gli ha risposto che i rappresentanti di altre amministrazioni erano una quarantina.
Una serata inconcludente, se l’obiettivo era quello di aprire una discussione sull’Expo 2015 anche con associazioni e cittadini la scaletta stessa degli interventi ha contribuito a far scemare la partecipazione. Le associazioni inscritte a parlare hanno avuto la parola solo dopo una interminabile carrellata di autorità, quando ormai la maggior parte dei presenti se ne era andata. Già alle 22 i non amministratori erano rimasti una novantina e anche molti rappresentanti pubblici avevano abbandonato il campo, tanto che il sindaco Stefano Bruni li ha segnalati «come un pessimo esempio».
Dopo i saluti, letti da Pastore, delle autorità che non hanno potuto essere presenti: il presidente regionale Formigoni, l’assessore regionale Albertoni, l’assessore del Comune di Milano Mascaretti e il vescovo di Como Coletti, ed un breve discorso del sindaco Bruni, è stato proiettato il video promozionale per Expo 2015, una elaborazione grafica tridimensionale al computer che presentava il centro del capoluogo lombardo e i padiglioni della Fiera.
I numeri dell’evento sono stati ricordati dal sindaco di Como: l’arrivo di 30 milioni di persone, «investimenti pubblici per 4 miliardi di euro e dieci volte tanti attesi dai privati».
Sostanzialmente tutti d’accordo sulla necessità di disinquinare il primo bacino del lago, la implementazione della metropolitana leggera, in una più ampia «cura del ferro» per i trasporti lombardi come sottolineato da Luca Gaffuri, consigliere regionale Pd, il campus universitario al S. Martino e fare in modo che l’Expo non si traduca in un evento “milanocentrico”.
Si sono avuti accenni lirici con Gianluca Lombardi, capogruppo in Consiglio comunale di Fi, per cui l’Expo «è una fiche da giocare» che gli ha provocato «un’ebrezza strana», mentre per Emanuele Lionetti, capogruppo in Consiglio comunale della Lega: «è la nostra olimpiade!»
Ha rotto il clima di grandi intese il senatore Alessio Butti, An, scettico sulla capacità di fare squadra dei comaschi: «In altri luoghi esiste un modello organizzativo che a Como non c’è». Anche per le speranze di una ricaduta economica sul territorio ha ricordato che «l’Expo l’ha vinta Milano e le risorse andranno là», specificando anche la cifra di quasi un miliardo e mezzo stanziato per i sei anni dal 2009 a l 2015, del denaro che sarà gestito direttamente dal sindaco meneghino, nominato commissario, come ha ricordato la deputata Chiara Braga, Pd. Per recuperare fondi a Como è intervenuto Vincenzo Sapere, consigliere comunale socialista, «bisogna svegliare la città soprattutto i privati».
Dopo l’intervento del parlamentare Luca Volontè, Udc, su Como città dell’energia che ha dato i natali a Volta, hanno preso la parola anche alcuni rappresentanti delle associazioni: Angelo Maiocchi, Camera di commercio, ha spinto per il campus e il “Chilometro della conoscenza”, Ubaldo Moschioni, Rotary, ha dato la disponibilità della sua associazione a lavorare per l’Expo, «bisogna sviluppare le nostre prerogative» ha invece affermato Ilvo Tolu della Società Politeama.
Una proposta differente quella del consigliere comunale di Paco Bruno Magatti che ha ricordato che Como è città messaggera di Pace e facendo riferimento anche al tema dell’esposizione ha proposto di «organizzare un incontro con i rappresentanti delle altre città per la Pace sull’acqua. Un bene che per alcuni è un diritto universale mentre altri lo considerano un oggetto commerciabile». Per la centralità dell’uomo ed un miglioramento della qualità della vita è intervenuta la consigliera comunale Roberta Marzorati, Per Como, per una valorizzazione del Parco Spina Verde e la creazione del Parco di interesse sovracomunale del Cosia. Marcello Iantorno, Pd, ha ricordato che il tema dell’esposizione è l’alimentazione e «la data dell’esposizione non è casuale, l‘Onu s’era data l’obiettivo di dimezzare la fame nel mondo per tale data e non ci si è riuscita, anzi è aumentata». Proprio questo ha fatto affermare a Donato Supino, Prc, che «per la fame nel mondo si fanno profitti su grandi eventi con grandi opere, senza riflettere sulle diseguaglianze».
È poi intervenuta Edi Borgianni di Territorio precario che ha attaccato la logica delle grandi opere e auspicato che quanto verrà intrapreso per l’Expo segua un iter più trasparente di quello delle paratie comasche. Cortella Simonetta dell’Onaf, organizzazione nazionale assaggiatori formaggi, ha invece rilevato che «si parla poco di formaggi e della nostra tradizione agroalimentare».
«La formula del Consiglio aperto è perfettibile» ha riconosciuto il sindaco Stefano Bruni chiudendo la serata. «Le provocazioni che sono state fatte sono degne di nota perché esprimono differenti sensibilità – ha detto il primo cittadino comasco – L’Expo va diviso in due momenti. Uno culturale, dal tema, sullo sviluppo economico, la fame e la solidarietà, che potrà magari essere oggetto di un dibattito aperto magari in biblioteca. L’altro è la gestione dell’impatto sul territorio dell’evento con le sue ricadute, di cui dobbiamo cercare di approfittare». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di martedì 1 luglio 2008

Meno investimenti di quelli previsti e un avanzo d’amministrazione da dividere tra Swap, finanziamento di impegni di spesa e incertezze sulla Serravalle s.p.a. Il bilancio consultivo 2007 viene approvato nel consiglio di martedì 1 luglio, riaprendo le polemiche sui rimborsi della giunta.

L’approvazione del bilancio consultivo 2007 è stata per il consiglio provinciale di martedì 1 luglio l’occasione per un ampia riflessione – sull’onda delle denunce svolte dalla stampa locale – sui costi di funzionamento dell’ente comasco e sulle prospettive future.
Ha aperto la discussione l’assessore al bilancio Patrizio Tambini che ha sottolineato il buon risultato finanziario dello scorso anno, che fa registrare un avanzo di oltre sette milioni di euro. «Purtroppo quasi cinque milioni di questi sono però fondi vincolati, soldi ricevuti da amministrazioni superiori per progetti specifici – ha continuato l’assessore – e poco meno di un milione sono fondi per il finanziamento di spese in conto capitale. Ne rimangono quindi un milione e 700 mila. Ribadendo la volontà di utilizzare questi fondi per spese in conto capitale come prevede la legge, ci sono però almeno due problemi: il primo riguarda i famosi Swap, che potrebbero portare a costi aggiuntivi non previsti perché ancora non documentati, per cui accantoneremo nel fondo di riserva circa 550 mila euro. D’altra parte non è ancora chiara la situazione di Serravalle s.p.a. che forse non distribuirà i dividendi tra gli azionisti».
Gli ha fatto eco una vera e propria bordata di numeri di Mauro Guerra (Pd): «La somma delle spese correnti e dei rimborsi prestiti è superiore alle entrate correnti di 4 milioni e 110 mila euro, così dobbiamo applicare l’avanzo per spese correnti per 5 milioni 900 mila euro, mentre ne utilizziamo solo 750 mila euro per spese in conto capitale. L’inverso di quanto affermano i principi classici della finanza pubblica. Se confrontiamo poi le spese reali rispetto alle previsioni per il 2007, registriamo un 19,8 per cento in meno, abbiamo quindi fatto il venti per cento in meno degli investimenti previsti. Allo stesso tempo la spesa corrente è aumentata dell’11 per cento rispetto alle previsioni, salendo da 91 milioni a 100. Ciò denota un peggioramento della qualità della spesa. Come se non bastasse assistiamo a una pesante caduta dell’autonomia tributaria: a parità di tasse riscosse, nel 2007 la spesa corrente è quasi doppia rispetto a quella del 2004».
Secondo l’esponente democratico il trasferimento avvenuto negli ultimi anni di molte funzioni dalla regione non basta a spiegare la difficile situazione finanziaria: «Sono state fatte scelte politiche che non condividiamo, perciò dovremmo di nuovo ripensare al modo di essere e operare dell’ente, che vada nella direzione di una provincia più snella, di maggior coordinamento dei comuni e di minor amministrazione diretta».
Plaudendo alla puntuale analisi di Guerra, Renato Tettamanti, Prc, ha aggiunto altri due argomenti di critica: la vertenza aperta con il personale provinciale per il contratto territoriale che ha avuto momenti di tensione e l’aumento (più 10 per cento) dell’indennità di giunta. «Ora si vuole proporre come contentino l’aumento anche ai consiglieri, nonostante siano state fatte nel 2007 più sedute di quante previste».
Entrambi gli esponenti delle minoranze hanno concluso i loro interventi dichiarando voto contrario.
Concorde con le critiche e le preoccupazioni anche il capogruppo di Forza Italia Serafino Grassi, che esprime preoccupazione anche per il trend storico che conferma il quadro economico evidenziato. «Forse c’è stato poco controllo negli anni passati, ci impegneremo ad invertire la tendenza e contenere le spese»
Rosangela Arrighi, Pd, ha invece proposto un fiabesco confronto: «Sotto elezioni eravate tutti cicale, per voi tutto andava bene e non esitavate a vendere il patrimonio così da assicurare ad ognuno la sua parte di profitto. Ora che i nodi sono venuti al pettine siamo tutti formiche. In questo quadro mi amareggia l’aumento dell’indennità di giunta e la stessa proposta per quella dei consiglieri». Arrighi ha poi ricordato le considerazioni redatte dai revisori dei conti: limitare i rimborsi spese, recuperare tutti i crediti prima che vengano prescritti, affinare i controlli interni e in ultimo «compilare specifici conti di dettaglio per centri di spesa», cioè scrivere meglio il bilancio così da poter individuare gli importi erogati per ogni singolo servizio.
Sia dai banchi della maggioranza che dell’opposizione è arrivato l’invito ad un ripensamento generale delle funzioni dell’ente, perché una limatura, seppur doverosa, alle spese di funzione non è sufficiente a risolvere la critica situazione finanziaria.
Approvato con i soli voti della maggioranza il bilancio consultivo si è passato all’esame di due ordini del giorno: l’opposizione ha proposto, richiamando il suggerimento del revisore dei conti una razionalizzazione delle spese di rimborso, al centro in questi giorni di un’accesa polemica sulla carta stampata. Giordano Minotti, capogruppo della Lega nord, ha difeso l’operato della giunta, ricordando l’importanza della presenza degli assessori sul territorio in occasioni di sagre e feste, ma ha poi suggerito il taglio o la riduzione delle auto blu, da sostituire con un noleggio o con i mezzi propri. Un altro esponente leghista, Ivano Bianchi si è invece scagliato contro l’opposizione incolpandola di aver fornito ai giornali i dettagli di costo per i rimborsi della giunta. Gli ha risposto stizzito Mauro Guerra: «I dati sono pubblici, quindi i giornali ne sarebbero comunque venuti a conoscenza. In ogni caso non è nascondendo le cifre che si risolvono le questioni». La proposta è risultata comunque indigesta alla maggioranza, che l’ha bocciata. Approvato invece l’ordine del giorno della maggioranza che riprendeva il discorso della razionalizzazione dei costi degli organi istituzionali, aggiungendo un impegno a lavorare nel campo dell’energia e della banda larga.
Per ultimo si è quindi arrivati per la concessione a titolo gratuito di 400 metri quadri di terreno in via Castelnuovo all’Università dell’Insubria. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di lunedì 30 giugno 2008

Sarà la segreteria tecnica a valutare l’inversione di percentuali dell’area Sant’Anna. Un altro tecnico per valutare lo Swap provinciale e la possibilità di eliminarlo.

«Allora, cominciamo o no? Che alle otto dobbiamo andare». Sono le 17.15 e il presidente Ferdinando Mazara richiama all’ordine la truppa leghista che, facendo il suo ingresso in aula, permette l’avvio della seduta consiliare di lunedì 30 giugno.
Sembrava un quisquilia burocratica, di quelle che inevitabilmente occupano i primi minuti di ogni Consiglio, ma la nomina del rappresentante provinciale nel consiglio direttivo del Museo della seta ha scatenato un piccola polemica. All’annuncio che il prescelto sarà Mario Cantaluppi, Rosangela Arrighi (Pd) ha chiesto la parola sottolineando «che lo statuto prevede le pari opportunità anche nella rappresentanza. Invece la nomina è caduta su un uomo, neanche troppo giovane». Ha continuato poi la Arrighi rivolgendosi al presidente: «Spero di non dover più sottolineare questi fatti in futuro».
Come previsto dalla finanziaria, il Consiglio ha poi deliberato la definizione degli organi collegiali indispensabili: confermati quelli degli anni passati è stato proposto un emendamento che consenta la creazione di Commissioni consiliari specifiche qualora ce ne fosse la necessità. Sia la delibera che l’emendamento sono stati votati all’unanimità.
Si è giunti quindi ai punti più salienti iscritti all’ordine del giorno: ha aperto le danze Renato Tettamanti (Prc) presentando l’interpellanza urgente sulla questione dei contratti di swap sottoscritti dalla Provincia, che hanno sottotratto alle casse provinciali circa 600 mila euro nel 2007, tra debiti e mancati introiti previsti. I firmatari, tutti delle minoranze, chiedono di informare il Consiglio dei dettagli contrattuali: previsioni triennali, numero di rilevazioni, costo di risoluzione e propongono di avvalersi di una consulenza esterna per valutare l’opportunità di mantenere il contratto. Concludendo l’intervento Tettamanti ha sottolineato le scelte di molte amministrazioni locali che si stanno disfando degli swap sottoscritti, e il trend internazionale, portando ad esempio Germania e Inghilterra, paesi dove è proibito alle amministrazioni pubbliche usare questi strumenti di “finanza derivata”.
Gli ha risposto l’assessore al bilancio Tambini, sottolineando dapprima gli introiti derivati dal contratto negli anni 2005 e 2006. Entrando nel merito della questione, l’assessore ha chiarito che «si può risolvere il contratto ora, ma non è conveniente. Banca Intesa ci ha dato comunque la sua disponibilità a rivedere i termini del contratto e per questo sto valutando l’ipotesi di avvalerci di un soggetto terzo, svincolato da istituti di credito, così da avere un parere più oggettivo possibile». Assessore e firmatari hanno convenuto sull’opportunità della consulenza esterna, che dovrebbe avvenire in tempi rapidi e sottostare al monitoraggio della commissione bilancio.
Ivano Bernasconi (Fi) ha poi presentato la mozione a nome del gruppo di Forza Italia sulla repressione operata in Tibet dalle autorità cinesi. La mozione denuncia il silenzio della comunità internazionale e propone che questa avvii un processo di pressione diplomatica sul governo cinese che possa anche sfociare nell’applicazione di «severe sanzioni internazionali». Tutti i consiglieri si sono trovati d’accordo con il dispositivo della mozione, ma non sono mancati i distinguo: Giordano Minotti (Lega nord) ha azzardato un paragone tra il «popolo padano» e quello tibetano, entrambi negati della propria libertà, scatenando qualche sobbalzo dalle comode poltrone e qualche risata a denti stretti. Mauro Guerra, capogruppo del Pd, ha sottolineato la sordità della comunità internazionale a molte istanze che somigliano alla causa tibetana, come la tragedia dello Zimbawe e, concludendo, ha aggiunto: «Dovremmo discutere dei limiti della comunità internazionale, altrimenti ad ogni consiglio ci troviamo a esprimere solidarietà verso questo o quel popolo». Infine Renato Tettamanti ha invocato prudenza nel richiedere l’attuazione di sanzioni internazionali perché queste «colpiscono sempre i popoli e quasi mai la classe dirigente, come nel caso degli embarghi». Il consigliere di Rifondazione ha poi ricordato che proprio in questi giorni la comunità internazionale sta chiedendo all’Italia di non mettere in pratica la proposta di schedatura dei bambini Rom. «Da molte parti del mondo – ha concluso Tettamanti – sta arrivando la solidarietà al popolo Rom italiano». Le minoranze si sono astenute sulle premesse della mozione, che è stata invece votata all’unanimità.
Sempre una mozione, questa volta ben più concreta, ha tenuto banco fino al termine dei lavori. Si tratta di quella presentata il 17 marzo da Fabio Moltrasio (Pse) e sottoscritta da tutta la minoranza sulle percentuali di destinazione d’uso dell’area dell’attuale Sant’Anna: un piano redatto dal Comune di Como che intende invertire le percentuali destinate ai servizi alla persona (da 60 a 40 per cento) e all’edificazione (da 40 a 60 per cento) su un’area definita nel Ptcp come «strategica di importanza sovracomunale». Il primo firmatario ha chiesto al Presidente Carioni le motivazioni di questa variazione «come se i soldi dei comaschi, a cui spesso vi appellate, non bastassero per costruire l’ospedale dei comaschi. La variante non è uno strumento accettabile per fare cassa. Tanti sono i problemi di quell’area, come la carenza di classi del liceo Giovio, si tratta solo di capire quali sono i bisogni del territorio».
Una prima risposta, strettamente tecnica, è giunta dall’assessore Valli: «Il Collegio di vigilanza ha proposto la modifica, ora la segreteria tecnica valuterà la proposta, che tornerà al Collegio di vigilanza e quindi all’accordo di programma, che per essere modificato necessita del voto del Consiglio. Vincolare il 60 per cento ai servizi alla persona è un preconcetto prematuro. Occorre una valutazione sulla base di dati precisi». Il Presidente Carioni si è appellato alla segreteria tecnica affinché valuti la variante e spieghi perché i bisogni del pubblico sono diminuiti. «Dopo queste valutazioni possiamo capire il senso della richiesta del Comune di Como».
Fabio Moltrasio ha quindi ricordato che spetta alla Provincia definire i bisogni su un’area sovracomunale come quella in discussione. Ha rincarato la dose Mauro Guerra: «l’amministrazione dovrebbe avere l’ambizione di un’idea per le potenziali funzioni pubbliche di un’area così importante. I privati, i veri fautori della proposta di variante, cercano giustamente il profitto e i loro tecnici li supportano in questo scopo. Noi dobbiamo fare altrettanto: essendo la nostra missione la ricerca dell’interesse pubblico, i nostri tecnici dovranno difendere questa convinzione». Anche Serafino Grassi (Fi) ha riconosciuto l’intento speculativo della modifica, ma a suo avviso «fissare dei paletti oggi è prematuro, prima di capire bene quali benefici ci saranno e a favore di chi».
Il consiglio ha quindi approvato la mozione senza il “paletto” del 60 per cento. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 30 giugno 2008

I contatori non sempre sono precisi nel fare i conti. L’inquinamento della Ticosa non è così rischioso per l’assessore D’Alessandro. Con il voto contrario delle minoranze, tranne per l’astensione di Area 2010 e dell’Udc, è stata approvato il Bilancio consuntivo 2007.

Prime preliminari dedicate ai bambini nel Consiglio comunale di lunedì 30 giugno, con due interventi uno di Roberta Marzorati, Per Como, sulla sicurezza dei bambini nelle strutture dell’infanzia e uno di Alessandro Rapinese, Area 2010, a favore della pulizia e dell’apertura domenicale dei giardinetti pubblici di via Vittorio Emanuele. Silvia Magni, Pd, ha invece chiesto delucidazioni e che venga data una risposta alla Circoscrizione di Albate per quanto riguarda i lavori di sistemazione delle fognature in piazza 4 novembre.
Mario Lucini, Pd, ha chiesto poi spiegazioni sull’area del S. Anna: «Cosa accadrà per i 144 mila metri cubi di area destinata ai servizi alla persona? Quando tra questi vengono fatti rientrare anche banche e un bowling. La famosa cittadella sanitaria nascerà sul 10 per cento di quest’area?».
Iniziato il Consiglio sono state innanzitutto discusse due interpellanze. La prima presentata da Donato Supino, Prc, sui vecchi contatori del gas con membrana naturale, dilatabile, che segnerebbero consumi in eccesso a sfavore delle famiglie, per il consigliere comunista in città sono ancora il 29 per cento. «Perizie tecniche promosse dalla Procura della Repubblica – ha affermato il consigliere di Rifondazione – hanno dato risultati di una variazione rispetto ai consumi effettivi dal 6 al 15 per cento».
Rassicurante l’assessore Colombo: «Dalla risposta ad una mia interrogazione in proposito l’azienda dichiara che non sembrerebbe ci siano casi eccessivi» e, seguendo le tempistiche di legge, Acsm starebbe progressivamente sostituendo i vecchi contatori. Per l’assessore ci potranno anche essere dei miglioramenti con la gestione diretta dell’ufficio metrico, fino ad ora facente capo alla Camera di commercio, da parte del Comune.
La seconda interpellanza, presentata da Mario Lucini, trattava della Ticosa. «I dati sui rilevamenti – ha esordito il consigliere del Pd – della Multidevelopment sui terreni dell’area ex Ticosa che superano i limiti di legge, non solo per zone residenziali ma anche per quelle industriali, non sono stati dati all’Arpa. Come mai?».
Per l’assessore D’Alessandro «è stata montata una campagna stampa sulla pericolosità dell’inquinamento» e si chiarirà tutto con il Piano operativo di bonifica.
Il consigliere Lucini ha ricordato anche le implicazioni penali per la messa in scurezza di aree nel centro abitato, soprattutto per un luogo in cui sono state rilevate «una perdita di gasolio arrivata sino in falda e resti di Pcb vicino alla centralina elettrica», senza comunicare nulla a nessuno. «Quando si hanno dei dati simili non possono essere tenuti in un cassetto!» ha concluso.
La discussione si è poi rivolta al Bilancio consuntivo 2007 di Palazzo Cernezzi. L’assessore Colombo ha illustrato la delibera evidenziando le minori spese per personale e servizi, «ci sono 15 milioni di avanzo, di cui 10 bloccati», questo grazie anche «ai dividendi di Acsm che quest’anno sono stati interessanti». Anche l’indebitamento pro capite è calato dal 2006 all’anno successivo da 950 euro a 753 euro ed è anche diminuita la dipendenza dall’intervento statale, dal 40 al 38,4 per cento.
Per Luca Gaffuri, Pd, i 5 milioni di avanzo non hanno ragione d’essere «indicano l’incapacità di dare servizi ai cittadini, il bilancio comunale dovrebbe essere in pareggio». Il capogruppo del Pd ha poi individuato alcuni dati come la crescita della pressione fiscale, del 20 per cento negli ultimi 5 anni, ed un aumento del 49 per cento dei trasferimenti erariali. «Sono stati venduti i gioielli di famiglia come la Milano – Serravalle e la Ticosa. L’assessore deve dare delle risposte politiche, quelle tecniche erano da dare precedentemente». Il consigliere del suo stesso partito Vittorio Mottola ha invece sottolineato l’alto importo dei crediti non riscossi dal Comune, 3 milioni.
Per Dario Valli, Area 2010, questo bilancio «traccia il profilo di una città immobilizzata, che non riesce a spendere, con un aumento della pressione fiscale». Quando si fanno interventi si tratta sempre di «opere di bassissimo cabotaggio e – si è interrogato il capogruppo di Area 2010 – il fatto che diminuiscano i trasferimenti da parte dello stato è un fatto positivo?».
Bruno Magatti, Paco, ha chiesto una maggiore attenzione, con relazioni esaustive, sugli interventi sociali dell’amministrazione comunale. E ha rilevato come siano stati messi fra gli obiettivi raggiunti opere come la zonizzazione acustica, quella che non era stata fatta e per cui si dimesso Peverelli, in sostanza «la relazione dell’assessore è stata alla camomilla e i dati del consuntivo non vanno confrontati con l’ultimo bilancio di assestamento, ma con il preventivo di inizio anno, se no è troppo facile!».
Roberto Rallo, Fi, ha invece chiesto chiarimenti sugli amministratori nominati nelle partecipate la cui mancanza di rapporti col Consiglio è causa di «irritazione».
Dopo qualche altro intervento della maggioranza, tra cui quello di Giampiero Ajani, Lega, contro l’affidamento di incarichi in altre regioni specialmente al sud, a tutti ha risposto l’assessore Colombo, che ha ricordato come nel 2007 col rispetto del patto di stabilità non ci siano stati aumenti di imposte per i cittadini. L’aumento delle entrate per l’assessore è stato determinato anche dalla lotta all’evasione mentre la diminuzione dei contributi statali è indice di una minore dipendenza da essi del Comune.
Ai voti, con l’astensione di Udc e Area 2010 e il voto contrario delle altre minoranze, il Bilancio consuntivo 2007 di Palazzo Cernezzi è stato approvato. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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