Ribellarsi è Giusto

«La riflessione di don Giusto. Una lotta perché tutti abbiano casa. La situazione di famiglie senza un’abitazione richiede uno sforzo comune. Tre le proposte avanzate. Tante nostre famiglie, nella città di Como, hanno faticato per costruire una casa, oppure L’hanno acquistata, altre ancora stanno pagando il mutuo. Al nostri giovani va bene sei genitori o i nonni lasciano loro in eredità La casa o se li aiutano ad acquistarla altrimenti La strada obbligata è quella dell’affitto, poi il mutuo e finalmente dopo anni La proprietà. Tante case sono sotto-abitate poiché se un appartamento di ottanta mq negli anni Settanta vi abitavano im sei persone, ora vi abita una nonna o un nonno soli.

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Depennare lo sci sul monte San Primo

“Occorre sottoporre ad una precisa valutazione ambientale la variante al Piano urbanistico del Comune di Bellagio, in più andrebbe depennata la destinazione d’uso per la pratica dello sci delle zone in località monte San Primo, ormai anacronistica, per fare posto almeno ad un Parco locale di interesse sovraccomunale”. È questo, in estrema sintesi, il senso delle osservazioni presentate dal Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’, che ha fatto pervenire un corposo documento di 9 pagine, in cui si critica fortemente la volontà dell’Amministrazione Comunale di Bellagio di non sottoporre alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) la variante al PGT (Piano di Governo del Territorio). Il Coordinamento, formato da ben 32 associazioni, ha raccolto pareri giuridici e urbanistici di esperti del settore e, insieme ai referenti delle associazioni, ha elaborato una serie di osservazioni che mettono in discussione l’iter definito dal Comune che punta a evitare i controlli di Provincia e Regione.

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Ricordo dei partigiani Alfonso ed Erminio Lissi a Rebbio

Si è svolto, come è ormai tradizione da qualche anno a questa parte, nella mattinata di sabato 30 settembre, in concomitanza con l’anniversario della “battaglia di Lenno” (3 ottobre 1944), il ricordo dei partigiani Alfonso ed Erminio Lissi.

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Basta accoglienza/ Autonomia

In casuale corrispondenza con alcune delle argomentazioni svolte nell’incontro con Giuseppe De Mola del 29 settembre a Como, Stephan Greco (Possibile) ha provocatoriamente lanciato l’idea «Smantelliamo il sistema di accoglienza». Greco, già dirigente regionale di Arci Lombardia e per decenni impegnato in progetti per le persone migranti, è oggi attivo nella sperimentazione di progetti di terza accoglienza per l’autonomia. L’intervento si è svolto il 30 settembre a Monza al Binario 7 nell’iniziativa Entrare fuori. Futura di Alleanza Verdi e Sinistra.

Giuseppe De Mola: Medici Senza Frontiere a Como

La Sala Recchi di Palazzo Lambertenghi non è enorme, sebbene ricca di storia e di arte, ma è piena di gente, richiamata dalla presentazione del volume su Medici Senza Frontiere in Italia scritto da Giuseppe De Mola e intitolato Umanità in bilico, un incontro organizzato da Como senza frontiere e Como Accoglie. Invitato dalle sollecitazioni di Fausta Bicchierai e poi dai contributi di don Giusto Della Valle, Giuseppe De Mola delinea un quadro complessivo degli interventi di MSF in Italia, senza nascondere i problemi e senza enfatizzare i risultati, che ci sono e sono importanti.

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Giochi e musica in difesa degli spazi

Si è ballato, ma meno di quanto gli e le organizzatrici speravano. A causa del muro opposto dalla questura comasca, si è protratta solo nel pomeriggio di sabato 30 settembre, non anche la sera, la giornata a sostegno della bocciofila di via Balestra, minacciata di sfratto dalla giunta Rapinese.

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7 ottobre/ L’Arci nazionale c’è/ Walter Massa

Il governo fa la guerra a pace e diritti. “È necessario svegliare il Paese, rilanciare il ruolo costituzionale dell’associazionismo”, dice il presidente Arci: “Sì alla partecipazione, no a premierato”

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7 ottobre/ L’Arci nazionale c’è/ Vanessa Niri

Da solo non si salva nessuno. Costruire un mondo per lɜ più piccolɜ. Rispondere ai bisogni reali invece che inventare falsi allarmi ogni giorno: anche questa è una delle richieste alla base della piattaforma della Manifestazione “La via Maestra” che invaderà le strade di Roma Sabato 7 ottobre.

Per noi che ci occupiamo di bambinɜ, ragazzɜ e famiglie, rispondere ai bisogni reali significa anche lavorare per un’educazione di qualità, e per una presa in carico dellɜ minori che sappia rispondere ai dati angoscianti che riguardano la dispersione scolastica e la povertà minorile nel nostro paese (l’Italia è il sesto paese europeo per dispersione scolastica, con un dato medio che si assesta intorno al 13%, e il quinto per povertà assoluta e relativa, con quasi 5 milioni di famiglie coinvolte).

Alla base di una risposta profonda e democratica che sappia fronteggiare disastro sociale in continuo peggioramento, è innanzitutto necessario un investimento duraturo e profondo sulla scuola pubblica e sui nidi d’infanzia. Un investimento che non si limiti a investire sulle strutture, grazie al PNRR, ma sostenga (a livello nazionale, e attraverso gli enti locali) l’inserimento di nuovo personale nella scuola. Soltanto così sarà possibile accogliere lɜ bambinɜ all’interno di spazi educativi dedicati, pensati, curati, e che offrano un tempo pieno di qualità.

Parallelamente, però, è necessario ripensare e strutturare un tempo educativo anche al di fuori del tempo scuola. I bisogni dellɜ bambinɜ sono profondamente mutati: le città non offrono più spazi per il gioco libero, e le famiglie sono schiacciate da tempi di lavoro sempre più complessi e parcellizzati.

Per continuare a costruire un mondo che preveda uno spazio per lɜ più piccolɜ e per lɜ più giovani è necessario costruire un’alleanza tra i luoghi di educazione formale (la scuola) e quelli di educazione non formale (spazi aggregativi, ludoteche, circoli, parrocchie, biblioteche di quartiere, proposte outdoor…) per costruire una rete capace di offrire occasioni educative di partecipazione. Perché questo succeda è necessario ribaltare il parametro, costruendo le proposte a partire dal concetto di “cura” e non da quello di “servizio”, e soprattutto sostenere con continuità le realtà territoriali che si occupano di questa complicata ma bellissima manutenzione della comunità educante.

Arci sarà in piazza, il 7 ottobre, anche attraverso la presenza delle centinaia di sociɜ che ogni giorno lavorano con lɜ bambinɜ, lɜ ragazzɜ e le famiglie: una presenza diffusa, capillare, senza la quale i dati di povertà economica, dispersione scolastica e povertà educativa sarebbero ancora più drammatici.

La nostra “Via Maestra” è la cura nei confronti delle nuove generazioni per le quali desideriamo e immaginiamo un futuro. Saremo in piazza a ribadire con forza che pensare allɜ giovani utilizzando soltanto il metro della repressione – come quella del “Modello Caivano” – non è soltanto una scelta profondamente inutile, ma anche ferocemente dannosa. [Vanessa Niri, responsabile Arci nazionale infanzia, adolescenza e politiche educative]

7 ottobre/ L’arci nazionale c’è/ Raffaella Bolini

“Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema.” Ci speravamo davvero, nella pandemia, che il mondo avesse capito la lezione: non siamo i padroni del mondo, e per sopravvivere dobbiamo proteggere ed accudire tutta la vita – umana, non umana, del pianeta.

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7 ottobre/ L’Arci nazionale c’è/ Celeste Grossi

Basterà una crisi politica, economica, religiosa, perché i diritti delle donne siano messi in discussione. Simone De Beauvoir ci ha ammonitɜ: «Basterà una crisi politica, economica, religiosa, perché i diritti delle donne siano messi in discussione». E noi oggi siamo in presenza di molte crisi: la guerra, anche nel nostro continente, il pericolo nucleare, mai così vicino, il collasso climatico e ambientale, la crescita delle diseguaglianze, il consenso popolare alle destre estreme, il ritorno dei nazionalismi e dei fondamentalismi, lo svuotamento della democrazia.

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