Ambiente

Speranze per l’acqua in Lombardia

Fermata la privatizzazione dell’acqua in Lombardia. La Corte costituzionale blocca la legge regionale che separando la gestione dalla erogazione apriva la strada alle speculazioni private. Soddisfazione degli ambientalisti lariani.

Roberto Fumagalli, del Comitato italiano per il Contratto mondiale sull’acqua, accoglie positivamente la decisione della Corte costituzionale di bocciare la legge regionale lombarda che obbligava alla separazione della gestione delle reti dall’attività di erogazione dei servizi idrici. Con la sentenza n. 307 del 16 novembre 2009, la Corte costituzionale ha dichiarato infatti l’illegittimità dell’art. 49, comma 1, della legge della regione Lombardia del 12 dicembre 2003, n. 26 modificata nel 2006, in seguito al ricorso presentato dal governo Prodi. La commissione sottolinea come «le competenze comunali in ordine al servizio idrico, sia per ragioni storico-normative, sia per l’evidente essenzialità di questo alla vita associata delle comunità stabilite nei territori comunali, devono essere considerate quali funzioni fondamentali degli enti locali». L’obbligo alla sostanziale privatizzazione, previsto dalla legge regionale, era stato contrastato dalla proposta di referendum abrogativo sostenuto da 144 Comuni lombardi che nel 2009 aveva portato alla modifica della legge regionale. Nel concreto la sentenza boccia i Piani d’Ambito e le delibere di alcuni Ato (Ambiti territoriali ottimali) che nel periodo 2006-2008 avevano adottato il principio della separazione gestione/ erogazione. Tra questi anche l’Ato di Como, oltre a quelli Cremona, Lecco, Pavia, Varese e provincia di Milano. Si tratta dunque ― per Fumagalli ― di una vittoria a difesa dell’acqua pubblica in Lombardia. La cosa è tanto più importante perché avviene in concomitanza con la recente approvazione in Parlamento del decreto Ronchi sulla liberalizzazione dei servizi pubblici compresa l’acqua. In questa situazione nella quel la Corte costituzionale sembra offrire una possibilità alla difesa dell’acqua pubblica almeno in Lombardia è necessario per Fumagalli «ricominciare tutto da capo a partire dalla valutazione della legittimità stessa di Como acqua, nata in base a norme che non sono più valide. E naturalmente è necessario ripartire anche con le mobilitazioni a difesa dell’acqua pubblica». D’altra parte la soddisfazione dell’assessore a Reti, servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile della regione Lombardia Massimo Buscemi fonda sul fatto che la Consulta ha considerata legittima la scelta di mettere a gara i servizi idrici. Proprio ciò che gli ambientalisti avevano impedito con il referendum. [Tommaso Marelli, per ecoinformazioni]

 

Manifestazione lunedì 16 novembre alle 20,30 in Comune a Como

giù la giunta piccoloIl Comitato Giù la Giunta invita a manifestare contro il sindaco Bruni il 16 novembre alle 20,30 durante la prossima riunione del Consiglio comunale di Como.

Il testo del comunicato stampa che invita alla manifestazione.


«La tensione verso e dentro la giunta è in crescita a causa della peggior gestione mai vista della questione muro sul lago. Sollecitati da più parti, vi informiamo che il Comitato Giù la Giunta si propone di mobilitare le persone di Como e provincia chiedendo di partecipare al prossimo Consiglio comunale, per dimostrare a questo sindaco e a questa giunta che la città non si è addormentata*. Rivolgiamo quindi l’invito a partecipare, seguendo la linea di trasversalità dichiarata, a tutte le persone interessate aderenti ad associazioni e partiti di opposizione, rinunciando a simboli di parte e portando insieme la protesta contro la giunta e contro il muro. Sabato saremo per le vie della città murata a parlare con i passanti per spiegare le nostre ragioni».
Leggi il volantino

Carioni manda in fumo 20 mila tonnellate in più

diossina pericoloRoberto Fumagalli, presidente del Circolo ambiente Ilaria Alpi di Merone interviene sulla decisone del presidente della provincia Leonardo Carioni, nominato Commissario ad acta, di aumenatre del 20 per cento la quantità si rifiuti da bruciare nel forno inceneritore di Como.

Il testo del comunicato diffuso l’11 novembre.

«Nei giorni scorsi il presidente della Provincia di Como, Leonardo Carioni, appena nominato Commissario per i rifiuti, ha autorizzato l’aumento del 20 per cento della potenzialità del forno inceneritore di Como, che potrà così incenerire ulteriori 20 mila tonnellate all’anno di rifiuti!
Una notizia che ha almeno due risvolti negativi.
Il primo sul piano ambientale: l’aumento dei rifiuti inceneriti accrescerà l’inquinamento dell’aria tramite l’emissione di sostanze nocive per l’ambiente e la salute umana, tra cui le tristemente note diossine.
Il secondo sul piano politico: con la firma di Carioni, la Lega dimostra (ancora una volta) che il federalismo di cui si riempie la bocca è un falso. Infatti la decisione dell’aumento della portata del forno è stata imposta dalla Regione Lombardia e ratificata da Carioni, senza aver consultato lo stesso Consiglio Provinciale e tanto meno i cittadini comaschi.
Siamo stufi di questi politici che si dicono attenti alle esigenze del territorio e dei cittadini ma poi nei fatti si comportano come i vecchi podestà!
Invito i Comaschi a protestare contro questa decisione che danneggerà i loro polmoni e servirà solo ad ingrossare le casse delle 2 società che controllano il forno di Como: Acsm e A2A».

 

Carioni commissario ad acta

inceneritoreCarioni, commissario ad acta con i poteri del Consiglio provinciale ha riadattato il Piano provinciale per la gestione dei rifiuti. Il consigliere provinciale Renato Temmanti denuncia l’aumento del 20 per cento del potenziale di utilizzo del forno Acsm portandolo a ben 151.600 t/ annue e chiede della cosa si parli nel Consiglio provinciale del 16 novembre.

Il presidente della Provincia di Como Leonardo Carioni è stato nominato Commissario ad acta per la gestione dei rifiuti dalla Giunta regionale il 28 ottobre scorso.
Il 5 novembre, dopo che «l’istruttoria svolta dalla Regione ha evidenziato la non conformità del piano», bocciandolo nell’agosto scorso», e che «la Provincia di Como ha comunicato alla Regione l’oggettiva impossibilità del rispetto delle scadenze previste per le integrazioni cartografiche richieste e per l’espletamento delle procedure consiliari di riadozione», Carioni in solitaria, con la «deliberazione [n. 1] del commissario ad acta con i poteri del Consiglio provinciale» ha riadattato il Piano provinciale per la gestione dei rifiuti.
Cosa prevedeva il Piano provinciale? «L’utilizzo del ricorso al termovalorizzatore – spiega Renato Tettamanti consigliere del Prc – per una quantità di 118 mila t/ annue e di invio alla discarica di Mozzate di 46 mila t/ annue nel quadro di un cosiddetto scenario C (equilibrio tra recupero di materia e recupero di energia), basato sul miglioramento della raccolta differenziata, consentendo il recupero di materia e sottrazione della frazione organica a discarica e termovalorizzatore. Uno scenario da noi contestato in Consiglio provinciale perché ancora troppo timido nell’utilizzo della raccolta differenziata e per un ricorso ancora significativo a termovalorizzatore e discarica».
Tutto è cambiato però con la delibera del 7 agosto della Giunta regionale quando – spiega Tettamanti – «con la scusa della solidarietà interprovinciale, aumenta del 20 per cento il potenziale di utilizzo del forno Acsm portandolo a ben 151.600 t/ annue. La vicenda non è ancora esecutiva, ma è molto probabile che senza un’ampia opposizione divenga realtà».
«Tutto – ha precisato il consigliere eletto nelle liste del Prc – in assenza di controlli sulle emissioni e delle ricadute sulla salute dei cittadini. Solo ora sta partendo una prima parziale indagine da parte di Arpa Lombardia di Como a seguito di un ordine del giorno proposto dalle opposizioni in consiglio provinciale. Ad oggi gli unici dati disponibili sono solo quelli di parte aziendale che naturalmente non riscontrano nessun problema».
Per il consigliere comunista «vengono gettati via anni di discussioni data la decisione di Carioni, in ossequio alle direttive della Regione, comunicandolo ai consiglieri via fax».
«Si apra la discussione in Consiglio provinciale lunedì 16 novembre, se no a cosa servono tutti i discorsi sul federalismo e le competenze delle province? – ha chiesto Tettamanti – anche perché quest’argomento è strettamente collegato alla gara d’appalto sulla raccolta di rifiuti nel capoluogo, non ancora indetta, dato che adesso è più conveniente bruciare e Acsm/ Agam ha in programma la costruzione di una terza linea del forno».

Incontro Pd antiparatie venerdì 16 ottobre

murosoloPiù di cento persone hanno partecipato alla serata di presentazione del Progetto paratie e delle sue varianti organizzata dal Partito democratico all’Auditorium don Guanella a Como venerdì 16 ottobre.

Moderatore dell’incontro è stato il segretario cittadino Stefano Legnani che, ricordando la nascita dell’opera già con la Giunta Meda, ha subito dato la parola a Mario Lucini, consigliere comunale e presidente della Commissione urbanistica di Palazzo Cernezzi, che con l’apporto delle tavole dell’opera.
Il consigliere ha cominciato spiegando il progetto originale prima di affrontare la famosa variante che ha determinato l’edificazione dell’ormai famoso muro.
Piazza Cavour è a 198,57 metri su livello del mare e le paratie sono progettate per difendere fino a 200,30 (nel ’76 il lago è arrivato a 199,90, nell’87 a 200, nel ’93 a 200,01 e nel ’08 a 198,97, solo per citare alcune esondazioni).
Partendo da est a S. Agostino sparirà l’alaggio delle barche all’interno del molo, per lasciare spazio ad una scalinata su terreno di riporto dalla difficile pendenza per cui sorgono dubbi di stabilità. Sull’attuale passeggiata da poco più a nord dell’ingresso sul molo a sud, dopo una barriera fissa in metallo alta 65 cm per 12 m di lunghezza, saranno poste ogni 3 metri delle colonne, bitte, alte 75 cm, tra cui, in caso di necessità, verranno alzate manualmente delle paratoie alte 70 cm.
Proseguendo, attorno al bar posto dinanzi alla stazione delle Ferrovie Nord, l’attuale ringhiera si trasformerà in un muro di 1 metro e in lungo Lario Trieste, davanti ai filari di alberi, si comincerà con un muretto di 30-40 cm con cespugli che raggiungerà, davanti al Terminus i 120-140 cm dall’attuale sede stradale, interrotto da paratoie a ventola.
«Un dato curioso è che tutte le sezioni allegate al progetto – ha spiegato Lucini – sono state fatte in prossimità delle paratoie, salvo l’ultima sulla variante, non ne sono state approntate con i muri di sbarramento».
Per piazza Cavour il primo progetto prevedeva una scalinata centrale con ai lati due moli della navigazione protesi nel lago a salvaguardia dalle inondazioni tra questi due “speroni”, a 7 metri dalla riva, dovevano salire dal lago delle paratoie scorrevoli. Attorno ai due moli, rialzati rispetto alla strada dei muretti che raggiungeranno alla testa i fatidici 200,30 ovvero 1,60 m dal piano della strada. Barriere fisse erano previste davanti alla piazza per esondazioni di portata minore, tenendo sempre presente un rialzo del piano di calpestio di 12-13 cm.
«Qui non si capisce – ha spiegato Lucini – a quale quota saranno le difese dato che su alcune tavole è segnata la quota di 199,60 e su altre 199,30».
La pendenza sulla passeggiata verso il lago sarà del 2-3 per cento.
Ma il progetto originale ha subito una modifica di cui non v’è traccia in deliberazioni ufficiali, «mi rifiuto di credere che la Giunta non ne sappia nulla» ha recisamente affermato Lucini, tranne che per un passaggio all’Amministrazione provinciale per un parere che ha portato alla modificazione principalmente di alcune fioriere.
Le principali modifiche sono intercorse su piazza Cavour, dove è stato eliminato il Mose comasco a favore di una serie di paratoie mobili sul marciapiede del lungolago, e nel’ultimo tratto di lungo Trento, quello incriminato per la costruzione del muro.
Da una prima ipotesi che prevedeva il susseguirsi dal punto più basso di una paratoia di 18 m, 30 m di muro (la cui testa doveva essere ad 1,30 m sul livello della strada), e una doppia alternanza di 6 m di paratoie con altri 30 m di muro (nell’ultima parte un murettino di 20 cm), si è passati a 10 m di paratoia, 30 m di muro (la cui testa sarà quindi più alta essendo più vicina al lato più basso), 10 di paratoia e 66 di muro. Inoltre la pendenza non sarà più distribuita su tutta la larghezza della passeggiata bensì nella parte con i filari di alberi, raggiungendo quasi il 5 per cento, mentre la parte senza sarà in piano.
Dal dibattito è emersa la preoccupazione dei cittadini per quanto riguarda la falda e le mancata protezione di altri luoghi della città dove esce il lago come la zona dell’hangar.
La falda defluisce normalmente verso il lago ma troverà lo sbarramento delle palancole. Per questo è stata prevista una trincea per permettere all’acqua di defluire ai lati e di essere pompata altrove.
Proposte diverse si sono accavallate per vedere come uscire dalla situazione di impasse creata dal Comune denunciando anche il mancato fermo dei lavori che proseguono incessantemente. [MIchele Donegana, ecoinformazioni]

Prima che la nebbia cancelli il muro

muro e io pagoIl Pd ha presentato mercoledì 14 ottobre alla stampa l’insieme delle sue iniziative contro il muro a lago. Per evitare che su tutta la vicenda cali una coltre di nebbia venerdì 16 ottobre alle 21 all’auditorium don Guanella in via Tommaso Grossi 18 a Como ci sarà l’incontro pubblico Le paratie e la trasparenza, quello che la Giunta Bruni non ha mai spiegato, conosciamo il progetto.

«Abbiamo organizzato la serata di approfondimento per una maggiore chiarezza e trasparenza – ha detto Stefano Legnani, segretario cittadino del Pd, a proposito della serata di spiegazione del progetto e delle varianti alle paratie che si terrà venerdì prossimo all’auditorium don Guanella – noi siamo sempre stati contrari alle paratie sia all’ipotesi scultura e poi al muro».
Un incontro che è solo una tappa di un percorso che passa anche per altri passaggi: «Ho presentato un esposto per alla Procura della Corte dei conti della Regione Lombardia – ha spiegato il consigliere comunale Marcello Iantorno – che accerterà se ci saranno gli estremi per il risarcimento danni». Per la precisione è stata chiesto «di procedere con la opportuna tempestività agli accertamenti tutti del caso e ai controlli delle spese e dei comportamenti delle publbiche amministrazioni e dei soggetti responsabili al fine di prevenire ed evitare ulteriori conseguenze pregiudizievoli e comunque ottenere il ristoro dei danni maturati e maturandi alla finanza pubblica con emissione dei provvedimenti di legge».
Insomma una richiesta danni «a partire da quelli di immagine della città» ha precisato il consigliere.
«Il rischio è quello che su tutta la vicenda cali una coltre di nebbia, per questo l’iniziativa di venerdì – ha aggiunto Luca Gaffuri capogruppo Pd a Palazzo Cernezzi – anche per rispondere alle domande come è potuto accadere? E chi paga?». «
Un modo anche per rendere i cittadini parte attiva nella battaglia politica che si svolgerà nel capoluogo comasco.
Il gruppo consiliare del Partito democratico infatti ha presentato una mozione urgente per chiedere la censura grave del sindaco, e dell’assessore Caradonna, oltre che le dimissioni di quest’ultimo, o la sua rimozione da parte di Bruni. All’ultimo punto viene poi richiesto che «venga subito rimosso il muro innalzato nel cantiere e data disposizione che nessun manufatto potrà essere innalzato in modo da compromettere in qualsiasi misura la integrità del paesaggio procedendo alla revisione del progetto nel rispetto integrale ed assoluto del paesaggio stesso».
Da venerdì partirà anche una raccolta firme per sostenere l’iniziativa contro il muro. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Un incontro per dimettersi: a Como le opposizioni divise sulla strategia contro Bruni

muro e io pagoDuecento persone per la seconda manifestazione contro il muro a lago edificato dalla giunta Bruni hanno fatto da sfondo ad una sorta di riunione aperta nella quale i molti esponenti delle minoranze in consiglio comunale presenti si sono confrontati sulle prospettive per mandare a casa il sindaco e la sua giunta. Forse decisivo tra dimissioni e sfiducia l’incontro di domenica 4 alle 21.

Si terrà tra poche ore, domenica 4 ottobre alle 21, una riunione fortemente voluta da Luca Corvi, segretario provinciale del Pd di Como, e da Luca Gaffuri, già candidato sindaco del centro sinistra opposto a Bruni, che si dicono convinti dell’esistenza di una possibilità che un numero di consiglieri sufficienti sottoscriva le proprie dimissioni rendendo automatico lo scioglimento del Consiglio e della Giunta di centro destra.
Ma su tale proposta oltre che gravare i dubbi sulla reale disponibilità di esponenti della maggioranza alla fronda pesano anche seri dubbi sulla convergenza dei consiglieri di minoranza. Infatti Bruno Magatti, capogruppo di Paco ed esponente storico della lotta che da anni si svolge contro l’ecomostro delle paratie a lago, ritiene lo strumento delle dimissioni un modo inadatto a raggiungere lo scopo voluto e ribadisce la possibilità invece di usare la già proposta mozione in Consiglio comunale di sfiducia sulla quale chiede l’adesione di tutti coloro ritengono necessario mandare a casa Bruni. Per Paco inoltre sarebbe opportuno che ci fossero prese di posizione più chiare anche nelle minoranze sul dopo muro, sull’intera questione delle paratie e su come liberarsene definitivamente. Perplessità vengono d’altra parte espresse anche da altri consiglieri di minoranza preoccupati come Iantorno di consegnare ad un commissario il governo della città e convinti che tocchi all’opposizione svolgere il suo compito indicando le vie concrete per risolvere i diversi problemi e misfatti compiuti dalla Giunta Bruni.
Intanto ali Giardini a lago nella manifestazione sono intervenuti diversi esponenti politici che hanno ribadito le molteplici ragioni non solo della necessità dell’abbattimento del muro quanto della complessiva follia e pericolosità ambientale dell’intero affare paratie imposto dalle amministrazioni di centrodestra alla città.
Tra gli interventi un richiamo alla laicità che è venuto da Giulia Parini Bruno che ha ricordato che essere di centro sinistra non vuol dire non cogliere i tanti danni fatti dalla legge Bassanini e che ha ricordato che proprio leggi che mortificano il ruolo delle minoranze insieme alla scelta dei cittadini di dare alle destre maggioranze bulgare hanno reso possibili provvedimenti amministrativi contrari all’interesse della città.
E alla descrizione di tanti altri scempi che accompagnano l’ecomostro delle paratie il consigliere provinciale Renato Tettamanti, eletto nelle liste del Prc, ha aggiunto la denuncia dell’intenzione di realizzare a Villa Erba un porto per 150 barche che rovinerà ancora il paesaggio lacustre nello specchio d’acqua particolarmente pregevole tra Villa Erba e la sponda di Villa Geno.

Domenica 4 ottobre alle 17 manifestazione contro il muro

murosoloDomenica 4 ottobre dalle 17 i comaschi nuovamente in piazza ai Giardini a lago contro il muro.

La manifestazione è organizzata e promossa da Arci Como, la Città Possibile, i Verdi di Como, il Comitato Autorganizzato Pandora, l’Associazione per la Sinistra di Como, l’On. Chiara Braga, la Federazione Provinciale del Partito Democratico, i circoli PD della città di Como, Rifondazione Comunista Federazione di Como, il Partito dei Comunisti Italiani Federazione di Como, Paco, il gruppo consiliare del PD, il gruppo consiliare della Lista per Como, i consiglieri comunali Alessandro Rapinese, Vincenzo Sapere e Donato Supino.
I promotori della manifestazione hanno deciso di non portare le bandiere dei propri partiti per sottolineare la portata trasversale della protesta. A essere invitati in piazza non sono solo coloro che aderiscono ai singoli partiti e associazioni, ma tutti i cittadini che con la costruzione del muro ritengono sia stato fatto un danno alla città di Como, di cui chi amministra dovrebbe assumersi la responsabilità. I partiti e le associazioni promotori hanno sottoscritto un comunicato in cui vengono spiegate le motivazioni per cui, a una settimana dalla prima manifestazione contro il muro, hanno deciso nuovamente di scendere in piazza, a fianco dei cittadini.
Il testo del Comunicato:
«L’annuncio del proposito di abbattere il muro, sorto davanti al Lungo Lario Trento, non cancella le responsabilità di una amministrazione che ha costruito, per sua stessa ammissione, un “ecomostro”. Prima fu chiesto di aspettare la fine dei lavori per giudicare, successivamente fu promesso che il muro sarebbe stato abbassato di un’altezza variabile dal mezzo metro al metro e mezzo, a seconda di chi veniva interpellato. Infine lunedì mattina il sindaco in una dichiarazione di poche righe ha proclamato che il muro sarà abbattuto, affermando che i costi della demolizione e del nuovo progetto verranno sostenuti insieme  a Regione Lombardia, mentre l’assessore alla partita rimetteva le deleghe ma non il mandato, rimanendo in Giunta. I media nazionali insieme a quelli locali si sono interessati alla questione: per una settimana la città di Como è stata sotto i riflettori in quanto città del muro che nasconde il lago. Se vengono giudicati rilevanti i danni economici e di immagine causati alla città, deve essere considerato ancora più grave il danno ambientale, vista anche la manifesta inutilità dell’opera. Ancora una volta l’amministrazione non è stata capace di assumersi le responsabilità delle proprie azioni. A queste responsabilità intendiamo richiamare gli amministratori attuali, chiedendone le dimissioni, ed anche gli amministratori che in passato hanno deciso quest’opera: non si tratta solo di responsabilità politiche e morali, ma anche di scandaloso sperpero di denaro pubblico per un’opera sulla quale fin dall’inizio forte e qualificata era stata l’opposizione di molte forze politiche, di tecnici, di semplici cittadini: tutto ciò esige un risarcimento. Il sindaco ha asserito di ascoltare i cittadini, sconfessato i propri assessori senza prendere decisioni definitive ed è passato al secondo rimpasto di giunta in un anno. La città intanto langue: dal colosso vuoto dell’ex Trevitex, al cassetto dove è tenuta chiusa l’ultima lettera dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto sul terreno, ancora da bonificare, dove per oltre venti anni è sorto lo scheletro della tintostamperia Ticosa. Per questo insieme di motivi invitiamo tutti i cittadini a partecipare a una nuova manifestazione che si terrà domenica 4 ottobre, a partire dalle 17.00. presso i Giardini a lago (di fronte al cantiere)». Per ulteriori informazioni: 031260311.

Cosa resterà dei nostri torrenti?

CAOAEU06CADW2KOHCAJPXVHFCAJPI1ILCA0BUOW4CA6CQR77CA5VRZUDCA9BBTMVCAJQ7FM9CAXDDU2YCAHZTTPZCAG9COLACAPXKDT5CAZVJS97CAOP92DACAY570K6CAL9A81VCAIDU3MWIl Comitato acque comasche, in un comunicato che pubblichiamo integralmente, denuncia i rischi gravissimi per il opatrimonio idrico della provincia di Como.

«Il Comitato acque comnasche  rende noto che alle numerosissime richieste precedenti, si sono aggiunte  nel 2009, pubblicate da parte della provincia di Como, sul Burl le seguenti richieste di captazioni idroelettriche ( non sappiamo quante siano quelle sopraggiunte alla provincia e ancora da pubblicare) :

– torrente Cuccio di Cavargna
nei comuni di S.Nazzaro Val Cavargna e S.Bartolomeo Val Cavargna portata massima derivabile di 3500 l/s corrispondente ad un volume di prelievo annuo di 36.646,409 mc;

– fiume Adda
comuni di Gera Lario e Colico; portata massima derivata 150.000 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.749.308.480 mc;

– torrente Rezzo
 comune di Corrido portata massima derivata 1.035 l/s – prelievo annuo di acqua di 9.492.336 mc;

– torrente Modedina
comune di Garzeno portata massima derivata 300 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.081.376 mc
(la richiesta è della medesima ditta che sta attualmente lavorando in Valle Albano. Perché la precedente Comunità Montana Alto Lario Occidentale ha dato alla ditta parere favorevole?);

– vasca di raccolta acquedotto comunale – località Pizzone – società E.VA Energie Valsabbia
 comune di Peglio portata massima derivata 16 l/s – prelievo annuo di acqua di 462.633 mc;

– Valle di Nosè
 Comune di Nesso, portata massima derivata 1271,04 l/s – prelievo annuo di acqua di 12.773.466 mc;

– Comuni di:
  Consiglio di Rumo
  Domaso
  Dosso del Liro
  Gravedona
  Livo
  Peglio
  Vercana
variante non sostanziale richiesta dalla società Edipower sui torrenti:
– per il torrente Liro: portata media 750 l/s; portata massima 2620 l/s;
– per il torrente San Iorio: portata media 551 l/s; portata massima 1590 l/s;
– per il torrente Ronzone: portata media 228 l/s; portata massima 750 l/s;
– per la presa sussidiaria: portata media 0,000 l/s; portata massima 0,000 l/s;
– per il torrente Livo: portata media 654 l/s; portata massima 2160 l/s;
– per il torrente Bares: portata media 174 l/s; portata massima 305/s;
– per il torrente Dangri: portata media 154 l/s; portata massima 445 l/s;
– per il rio Bugiallo 1: portata media 43 l/s; portata massima 65 l/s;
– per il rio Bugiallo 2: portata media 9 l/s; portata massima 15 l/s;
– per il torrente Pilota: portata media 15 l/s; portata massima 50 l/s;

In corso l’istruttoria per una variante sostanziale (quella non sostanziale è già stata chiesta e ottenuta precedentemente) sempre della ditta Edipower sui torrenti:
Cuccio di Cavargna, Cuccio di S. Bartolomeo, Rio Corbatt nella valle Osteria,
nei comuni di CUSINO, CARLAZZO, CORRIDO, S.BARTOLOMEO VALCAVARGNA
Il progetto prevede un aumento della portata massima derivabile con il passaggio dagli attuali 1260 l/s a 3500 l/s.

Ci permettiamo di fare alcune considerazioni:
-sono coinvolti oramai tutti i comuni montani del nostro territorio;
-la contropartita captazione – strada fino a che punto può essere conveniente per un comune che si ritroverà senz’acqua e con una strada da sistemare (con quali soldi?);
-le captazioni usando l’acqua dell’acquedotto che cosa portano al comune che aderisce all’A.T.O.?
-siamo sicuri che in fase di progettazione definitiva tutte le ditte rispetteranno la convenzione?
-quale sarà l’impegno della nuova Comunità Montana  di fronte a questa enorme ondata di richieste che non lascerà integra alcuna asta fluviale del suo territorio?
-che cosa dovranno subire ancora i nostri torrenti già oggetto di captazione?»

Per il Comitato Acque Comasche
Mira Rossi
Oreste Ciappessoni
info@acquecomasche.com

Bruni, novello Edipo, uccide La(r)io

AfsluitdijkIl capoluogo lariano ha una nuova meraviglia da mostrare ai turisti, quello che diventerà famoso come il Muro di Como.

I turisti olandesi respireranno aria di casa tornando con la mente alla diga dell’Ijssel (l’Afsluitdijk), solo che girandosi verso l’entroterra non vedranno i polder in fiore, ma la spianata in cemento di piazza Cavour ed il Barchetta…
Il sindaco Bruni potrà fregiarsi di un titolo che nessun amministratore della città ha mai avuto quello di Lagocida, data la smania di seguire l’esempio dell’imperatore Adriano edificando un nuovo vallo a protezione della città, per difenderla dal barbaro Lario del nord.
In somma un toccasana per l’unica forma di sviluppo proposta per la città: il turismo.
Deindustrializzata, la città, dovrà pensare solo al terziario, al turismo e a diventare la periferia della metropoli meneghina.
Milano, la città del progresso, la più europea e dinamica delle città italiane, la città della modernità, del progresso, della velocità, del futurismo e del suo antiromanticismo. E per questo, giustamente, se i canali di Venezia dovevano essere interrati, anche il lungolago di Como deve scomparire nel turbinio de La città che sale, e impedisce di vedere il lago.
Quello che da secoli ha giustificato l’esistenza di Como, garantendo commerci e nutrendo i suoi abitanti, sarà ora allontanato, rescisso, dall’abbraccio della città cancrina del Giovio.
Bruni, novello Edipo, ha finalmente osato l’inosabile l’uccisione di La(r)io, non gli auguriamo di accecarsi come il re di Tebe distrutto dal rimorso.
Gustoso il teatrino seguito al disvelamento della nuova opera con il vicesindaco, Caradonna, che di primo acchito ha dichiarato la perfetta corrispondenza fra progetto e opera, salvo dire, ai comaschi sgomenti di fronte agli oblò del cantiere, che si potrà sempre alzare il marciapiede di fronte…
Si creerebbe così una strada interrata, un fossato! Il Vallum prende romanamente forma, cosa ci si poteva aspettare da un ex dirigente del Fuan?
Il sindaco ha invece detto lo buttiamo giù, beh in parte, una limatina, una spuntata ai capelli… Magari con qualche apertura in più, qualcosa in trasparenza dove sarà il pontile, un punto luce.
Quanto costruito – ha dichiarato il primo cittadino – è conforme al progetto originale per il 95 per cento!
Ma allora perché è stato tolto dal sito internet di Palazzo Cernezzi?
Ma si, va bene, non si vedranno più Villa Olmo e Villa Geno, ma che volete che sia. Quando costruiremo le torri per i punti di guardia da lì vedrete che panorama e la Città murata lo sarà finalmente anche dalla parte del lago.
Intanto anche qualcos’altro deve essere andato storto. Non è che qualche roggia o il Fontanile, da cui il nome della Contrada omonima (via Volta), intubati e usati come fognatura caricavano nella zona dei lavori?
Perché a sentire l’aria, e le lamentele degli esercizi prospicienti, forse la colata di cemento, oltre a colpire la vista, tocca a volte anche violentemente l’olfatto dei cittadini con effluvi che non possono che essere definiti se non con la celebre parola di Cambronne. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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