Anno: 2008

Evoluzione dei mass media: questione aperte e prospettive dell’infoetica

Più consapevolezza del potere dei media, più responsabilità per chi gestisce l’informazione, due dei messaggi lanciati da Simone Carlo nell’incontro Evoluzione dei mass media: questione aperte e prospettive dell’infoetica mercoledì 12 marzo a La nostra famiglia.
«Un titolo impegnativo» ha esordito Simone Carlo, cultore del corso di Teoria e tecnica dei media dell’Università Cattolica di Milano, chiamato a relazionare sul tema. Non meno impegnativa la definizione che l’esperto ha dato dei media, definiti apparati socio tecnici che svolgono funzione di mediazione nella comunicazione tra soggetti.«Fondamentale è interpretare i media non solo come strumenti tecnologici. Ogni media nasce e si sviluppa in un contesto storico e sociale, che ne decreta la popolarità. Se la funzione è sempre la stessa, cioè mettere in condivisione informazione e cultura, uno stesso media assume caratteristiche diverse a seconda del contesto nel quale si sviluppa».
Ad esempio i nuovi media – sempre a detta del professore – rispondono all’esigenza di avere a disposizione strumenti orizzontali e paritetici per la trasmissione dell’informazione, superando il modello classico verticale, proprio dei media tradizionali. La stessa dinamica si ritrova nella dimensione economica dei nuovi media: si sviluppano forme di scambio, basate sul dono e controdono (il file sharing ad esempio), aumentando i rapporti sociali e ridimensionando quelli di natura economica.
Se lo sviluppo dei nuovi media ridefinisce la società ampliando la conoscenza, rendendo più facile l’acceso a molti contenuti e abbattendo i confini spaziali e temporali della comunicazione, queste innovazioni aumentano il cultural divide fra chi ha accesso al mezzo e chi no.
Internet è un universo di opportunità in continua espansione, ma solo per coloro che possono entrarvi e sanno come sfruttarlo. Chi non ha la possibilità di accedere alla grande rete scivola nell’emarginazione e vede quindi peggiorare la propria situazione. «Anche l’epoca dei new media è superata – ha continuato Simone Carlo – la copertina di Time del gennaio 2007 indicava ognuno di noi come protagonista dell’anno passato. Questo perché siamo entrati nell’era dei new new media, fondata sulla valorizzazione dell’intelligenza collettiva e la costruzione del sapere basato sulla condivisione di informazioni e conoscenze. Wikipedia ne è l’esempio più eclatante, ma sono disponibili sulla rete molti strumenti che permettono la libera pubblicazione di qualsiasi contenuto.
Tra questi il fenomeno più rilevante rimane quello dei blog, stimati in circa 112 milioni. Il loro successo deriva, oltre che dalla semplicità di utilizzo, dalla possibilità di condividere gratuitamente i contenuti, quasi un ritorno ad una società precapitalista. I mass media invece continuano a dipingere i blog come luoghi di sfogo per soggetti deviati, facendo passare l’idea che il blog nasconda una figura torbida e sola».
«Se consideriamo l’infoetica come rapporto tra media e società, dobbiamo chiederci com’è cambiata la società stessa. Io credo di vivere nella network information society, in cui la struttura a rete prevale su quella gerarchica. Dalla metà del ventesimo secolo le reti si sono sviluppate, ad ogni livello, tanto da essere l’elemento centrale della vita di tutti noi. Siamo quindi passati dalla società di massa, che aveva nelle diverse collettività il proprio cardine, ad una società a rete, in cui ogni individualità è potenzialmente connessa con tutte le altre.
In questo scenario la comunicazione che prima avveniva faccia a faccia o tramite i media di massa, risulta sempre più mediata da strumenti interattivi e di nicchia». In questo nuovo scenario comunicativo è evidente l’importanza che i media rivestono nella costruzione dell’opinione pubblica. Al dì la delle varie teorie sulla bontà della comunicazione moderna occorre essere consapevoli del potere di cui dispongono questi nuovi mezzi, così da poterli analizzare con occhio critico. Ma anche chi fa informazione, a vari livelli, dovrebbe responsabilizzarsi proprio per l’importante ruolo che assume. Dovrebbe porsi delle regole etiche per svolgere al meglio la propria funzione. Regole che dovrebbero difendere i soggetti più deboli nella relazione con i media.
Allo stato attuale è impensabile ritornare all’uso della censura come strumento di controllo dei media perché, ad esempio, chiudendo YouTube per non permettere l’upload del video del tredicenne che filma la compagna di banco nuda, verrebbero aperti dieci altri siti che permettono la stessa operazione. Occorre quindi lavorare a monte del problema, trovando strumenti che depotenzino il potere educativo dei media in favore di altre agenzie educative, responsabilizzando la persona nel sistema complessivo dell’informazione. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Secondo appuntamento del ciclo Dalla croce al mandala

Alla presentazione del documentario di Werner Weick la sala era gremita, a dimostrazione dell’interesse che continua ad esserci nei confronti della questione tibetana.

Il regista Werner Weick, grazie alla collaborazione con la Televisione svizzera italiana ha realizzato due documentari per esporre il dramma di due popoli completamente dimenticati dalla grande informazione. Il primo, Armenia, ferita aperta, è stato presentato sempre all’auditorium Don Guanella di via Tommaso Grossi settimana scorsa ed il secondo Prigionieri di Pechino e Shangri-La mercoledì 12 marzo. Il secondo filmato racconta, attraverso la storia di Tashi, donna tibetana approdata a Zurigo quand’era ancora bambina, la storia di un popolo pacifico che è oppresso nella propria patria e continuamente in fuga verso l’estero. Nonostante siano molte le simpatie verso il Tibet e il Dalai Lama, la Cina spadroneggia e opprime sempre più la cultura e la società tibetana. Dal campo profughi nepalese di Kathmandu, fino alle associazioni formatesi in Svizzera si leva un urlo di orrore e di richiesta di giustizia, troppo poco ascoltato, anche in quest’anno “olimpionico” per la Cina. [Nicoletta Nolfi, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 10 marzo 2008

Ancora un rinvio all’approvazione del progetto del nuovo palazzetto dello sport a Muggiò in consiglio comunale.

Ha aperto la serata la preliminare di Antonietta Sosio, Forza Italia, che ha chiesto un ripristino delle strisce pedonali ormai cancellate in diverse zone della città, soprattutto vicino alle scuole. La consigliera ha poi sollecitato l’amministrazione, dopo la trasformazione in posteggi a pagamento di quelli della zona Valduce, a non intervenire a macchia di leopardo ma ad approntare un piano organico dei parcheggi in città.
Si è così cominciato a discutere l’argomento principale della serata, la costruzione del nuovo palazzetto dello sport. Una preoccupazione di molti consiglieri è quella di non vedere trasformata la parte commerciale di carattere sportivo della struttura in un nuovo centro commerciale. Per Marcello Iantorno, Partito democratico, proprio per come è scritta, la bozza di concessione lascerebbe intendere un possibile cambiamento d’uso e il consigliere dell’opposizione ha ricordato «le brutte esperienze del Dadone e della ex Trevitex». Lo stesso ha aggiunto che la norma per il diritto al recesso della convenzione del concessionario ha «una formulazione assolutamente incomprensibile».
Un altro problema sollevato è stato quello della viabilità. Mario Lucini, Pd, ha portato l’esempio di Novara dove il nuovo impianto sportivo è stato costruito al di fuori del centro storico in un’area ben servita, al contrario di Como dove aumenterebbe il traffico in una zona che avrebbe dovuto essere decongestionata dalla tangenziale. Donato Supino, Rifondazione comunista, ha rincarato la dose affermando la propria contrarietà al progetto anche perché non adeguato dal punto di vista viabilistico. Secondo il consigliere di Rifondazione una zona ottimale sarebbe potuta essere quella di Lazzago, collegata alle future tangenziale e metropolitana leggera.
Per Mario Molteni, Per Como, la gestione della struttura da parte di un privato potrebbe mettere in difficoltà le associazioni sportive, nel caso in cui il concessionario non riuscisse ad ottenere un equilibrio di bilancio avendo la possibilità di modificare le tariffe.
Bruno Magatti, Paco, è contrario a questa gestione dei progetti di recupero che dovrebbero essere a suo avviso affidati ad una società di riqualificazione urbana comunale che possa garantire maggiore trasparenza e continuità nei lavori, anche perché «se la concessionaria lascia a metà dell’opera, cosa succede?».
Nella replica l’assessore Fulvio Caradonna, stizzito «dalle critiche dette con veemenza e sicurezza» da parte delle opposizioni, ha chiarito che «non c’è zona migliore di quella per il nuovo centro sportivo, anche perché si potrà collegare con sovrappassi al campo Coni, diventando l’ultimo tassello di diversi interventi che sono stati realizzati nel corso degli ultimi anni». L’assessore ha inoltre ribadito che non ci saranno stravolgimenti nella destinazione d’uso della struttura commerciale, dichiarandosene garante. Alcune precisazioni finali sono state fatte dall’ingegnere Antonio Ferro che ha spiegato come al Coni non sia ancora stato presentato il progetto, dato che non è definitivo, e allo stato attuale la situazione viabilistica non è critica e le ipotesi tariffarie potranno essere tutelate, anche perché si è ancora in una fase preparatoria.
La serata si è conclusa con la presentazione di nove emendamenti da parte di Pd e Per Como, su sette dei quali la Giunta ha espresso parere positivo. Data l’impossibilità di poterne dare una copia a tutti i consiglieri, per problemi con la fotocopiatrice, la votazione è stata spostata al prossimo consiglio comunale. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

100 mila euro per la vita autonoma

La Fondazione provinciale della comunità comasca propone il Bando per il durante e dopo di noi in sostegno alla vita autonoma dei disabili.

Il durante e il dopo di chi vive la propria vita con un figlio disabile è al centro del nuovo bando della Fondazione provinciale della comunità comasca. Per il secondo anno consecutivo l’organizzazione con sede nell’Unione industriali mette a disposizione 100 mila euro tramite il Bando per il durante e dopo di noi per le associazioni di promozione sociale e gli enti non profit che sviluppano progetti per l’inclusione sociale dei disabili e lo sviluppo della vita indipendente. Fino al 30 aprile sarà possibile presentare progetti di sostegno ai disabili che li aiutino ad uscire dal contesto familiare, sviluppando l’autonomia abitativa e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il bando prevede il finanziamento dei progetti vincitori al 50 per cento, ma obbliga le organizzazioni alla raccolta, tramite donazioni, di una quota pari al 10 per cento del costo totale, che andrà a finanziare il fondo Domus, creato con lo scopo di garantire un aiuto finanziario ai genitori di figli disabili.
Il presidente della Fondazione Franco Tieghi ha sottolineato come «il bando affronti uno dei più grossi problemi della società. Aiuta a sollevare i genitori dalla preoccupazione di quale sarà il futuro del proprio figlio quando non potranno più garantirgli la propria assistenza». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Marialuisa Seveso neopresidente delle Acli di Como

Eletta alla vigilia dell’otto marzo la nuova presidente delle Acli di Como Marialuisa Seveso, la prima donna a ricoprire questa carica nell’organizzazione comasca che conta in provincia oltre 5 mila iscritti.

Marialuisa Seveso, 49 anni, metà dei quali alle Acli, succede a Vittorio Pozzi in «una prospettiva di equilibrio e sviluppo reciproco, riconoscendo pari valore alle tre dimensioni che costituiscono le Acli: associazione, movimento ed impresa sociale», così come tracciato nella mozione congressuale del febbraio scorso «le Acli intendono affrontare le sfide di questa nuova epoca nelle dimensioni a loro più proprie: quella ecclesiale, quella del mondo del lavoro e quella dell’impegno per la democrazia» con «una presa di coscienza della fase di passaggio che stiamo vivendo, di mutamento culturale, sociale e politico». La nuova presidente è entrata nell’associazione da giovanissima, poco dopo le superiori, arrivando alla direzione del Patronato Acli regionale. Da qui il passaggio alla direzione del movimento aclista comasco per il quale punta a «concentrare l’attenzione sullo sviluppo associativo, sostenere le presenze territoriali esistenti, promuovere nuovi modi di essere fra la gente e nuove forme di sviluppo di comunità in rete con le parrocchie, le altre associazioni e quanto c’è di attivo sul territorio».

L’approccio biologico all’agricoltura per il progetto Vivi sostenibile

Per il progetto Vivi sostenibile Martino Bargero dell’omonima Azienda agricola ha introdotto l’approccio biologico in agricoltura. Giovedì 6 marzo una ventina di persone a Gironico hanno partecipato all’incontro organizzato dall’Isola che c’è.

È ripartito con l’incontro sull’agricoltura biologica il progetto Vivi sostenibile nel Comune di Gironico. Il relatore, Martino Bargero, che lavora da anni nella sua azienda agricola, ha illustrato al pubblico presente le differenze tra diverse modalità di approccio all’agricoltura. Dato che l’agricoltura chimica, con il suo tendere a massimizzare il raccolto minimizzando la diversità, ha creato problemi all’ambiente, alcuni agricoltori hanno intrapreso la via del biologico. L’agricoltore biologico non fa semplicemente crescere delle piante, ma ricrea il loro habitat naturale e conserva le specie di parassiti che svolgono un ruolo nella crescita. È un approccio diverso alla coltivazione. «Si tende a dividere gli operatori in buoni e cattivi» ha commentato il relatore «i buoni sarebbero gli agricoltori biologici, i cattivi quelli che utilizzano fertilizzanti chimici. In realtà non è così. Sono solo due approcci diversi allo stesso problema». Per Martino Bargero «il modo di fare agricoltura è lo stesso con cui conformiamo il mondo. È la società che determina l’agricoltura». A seconda delle esigenze sociali si costruisce il tipo di coltivazione. La nostra vita frenetica, dove si ha tempo il sabato di fare la spesa solo nell’ipermercato dove si può trovare tutto, devasta le coltivazioni tipiche del territorio, imponendo a determinate aree un solo tipo di coltura, con vantaggio solo per le grosse catene di distribuzione. «Tutti noi mangiamo lattuga, ma nella nostra zona non si coltiva» ha fatto notare. Questa riflessione porta a chiedersi il reale valore di ciò che scegliamo di mangiare, di come noi e le nostre viziate abitudini alimentari stiano in realtà sconvolgendo equilibri ambientali saldi da millenni. Nel progetto Vivi sostenibile, si sta scegliendo invece di riscoprire i sapori locali organizzando gruppi d’acquisto solidale (Gas), che prevedono la compra di prodotti da produttori biologici e il più possibile vicini, nei quali una persona a turno si occupa dell’acquisto, risparmiando così tempo e riallacciando i rapporti tra persone, attraverso un consumo più naturale e sano. La serata si è conclusa con domande pratiche sul mantenimento dell’orto, facendo emergere quanto ancora questa pratica, fino a pochi anni fa così diffusa non per svago, ma per reale bisogno, stia riemergendo come alternativa a prodotti sempre più economici e pericolosi per la salute. [Nicoletta Nolfi, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di giovedì 6 marzo 2008

Ancora in sospeso l’approvazione del progetto preliminare del nuovo palazzetto dello sport di Muggiò.

L’ormai consueto minuto di silenzio in apertura del consiglio comunale è stato dedicato giovedì 6 marzo a Pier Paolo Prizzi, uno dei fondatori della sezione comasca di Forza Italia, consigliere comunale dal ’94 al ’98 e presidente di Acsm dal 2001 al 2005, spentosi nella mattina di giovedì 6 marzo. Nelle preliminari Carlo Ghiri (Gruppo Misto) ha sollecitato l’ex compagno di partito e assessore all’ambiente Diego Peverelli a progettare una campagna d’informazione sulla raccolta differenziata dei rifiuti. «Esiste un deficit culturale e d’informazione – ha spiegato il consigliere – da colmare tramite la sensibilizzazione degli anziani, dei bambini e dei giovani nelle scuole e anche delle persone straniere, pensando a una campagna in più lingue».
Donato Supino (Prc) ha invece lamentato un certo ritardo dell’amministrazione nel rispondere all’interpellanza sui contatori del gas alterata da lui presentata nella seduta del 4 febbraio. Il mese di tempo massimo per la replica, come stabilito da regolamento, è abbondantemente trascorso.
Qualcosa non va infine per Roberta Marzorati (Per Como) nei dati relativi alla gestione degli asili nido e al servizio mensa inviati dal Comune ai genitori che hanno visto aumentarne il prezzo da marzo 2008. La consigliera contesta un errato calcolo della percentuale di copertura delle rette sul totale dei costi di gestione e una stima del costo delle materie prime per il servizio mensa gonfiata.
La seduta aveva come argomento l’approvazione del progetto preliminare del Villaggio dello Sport. Il nuovo complesso dovrebbe sorgere attorno alla piscina di Muggiò e interessare un area di 60.000 metri quadri, nella quale troveranno posto tre piscine scoperte, due campi da beach volley, un palazzetto multidisciplinare, tre campi da calcetto, 2 mila metri quadri di stabili adibiti alla ristorazione e alla vendita di articoli sportivi, 700 parcheggi di cui 200 interrati e la riqualificazione della piscina olimpica.
Il costo dell’opera è stimato in circa 21 milioni di euro, dei quali 6 milioni e 630 mila arriveranno dalle casse comunali, distribuiti su 10 “rate” da 663 mila euro che l’amministrazione comincerà a pagare dal terzo anno dall’inizio dei lavori. I rimanenti fondi saranno individuati tramite il project financing, operazione per cui in cambio di uno “sconto” sulle spese di realizzazione dell’opera, l’amministrazione concede al concessionario la gestione dell’impianto e i relativi proventi. Il progetto prevede di concedere la gestione per 40 anni.
Proprio su questo punto hanno espresso preoccupazione alcuni consiglieri di minoranza chiedendo all’amministrazione la stipula di una convenzione che garantisca tariffe ragionevoli ed eviti la nascita di un impianto d’elite.
Nel suo intervento il sindaco ha espresso soddisfazione per la futura realizzazione di una grande opera che potrà restituire lustro alla zona periferica di Muggiò e fungere da attrattiva per le società sportive di tutta la provincia. L’assessore alle grandi opere Fulvio Caradonna pensa anche ad uno spazio di aggregazione sociale e ha ricordato che l’approvazione del progetto preliminare non sarà sufficiente a dare l’ok definitivo al progetto.
Sempre dai banchi della minoranza sono giunte atre critiche al progetto, Vincenzo Sapere (Gruppo Misto) ha auspicato che l’edificio adibito alle vendita di articoli sportivi rimanga tale col passare degli anni e non venga trasformato nell’ennesimo supermercato, date le sue grosse dimensioni; Donato Supino (Prc) ha chiesto che il nuovo impianto sia ricongiunto con il Campo Coni e la proposta ha trovato il parere favorevole dell’assessore.
Infine Dario Valli (Area 2010) ha chiesto che nel contratto venga inserita una clausola che preveda l’onere dell’eventuale demolizione del nuovo impianto alla concessionaria, nel caso in cui alla fine del periodo di gestione la futura amministrazione lo ritenga necessario.
La serata non ha però visto la votazione del progetto, che sarà oggetto della seduta di lunedì 10 marzo, quando l’opposizione presenterà i suoi emendamenti. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

La Giornata della donna

Molte le iniziative in tutta la provincia per ricordare il vero significato dell’8 marzo occasione di lotta per l’affermazione di diritti. Gli eventi iniziano venerdì 7 e continuano fino al 14 marzo.
Le iniziative e gli incontri per ricordare la Giornata internazionale della donna inizieranno fin da venerdì 7 marzo.
Alle 21 allo Spazio Retroscena in viale Risorgimento 22 a Como, per la rassegna Ombre di donna in 3 monologhi dell’associazione Nuove comparse, andrà in scena Clitemnestra o del crimine con Fabiana Salvadè. L’ingresso sarà gratuito. Per informazioni tel. 031.3371833, Internet www.spazioretroscena.it. Lo stesso giorno, dalle 21 alla libreria Ubik in piazza San Fedele a Como, verrà presentato il progetto di Wawoto kacel (Camminiamo Insieme), una cooperativa di donne ugandesi che realizzano prodotti con l’utilizzo di cortecce e semi e sono impegnate in attività di mutuo aiuto tra persone bisognose. Per informazioni tel. 031.308833. Sempre venerdì 7 marzo alle 21 la biblioteca comunale di Lambrugo organizza nella Sala consiliare una serata di proiezioni video, informazioni e confronto con le Donne in nero con interventi di Celeste Grossi e Manuela Serrentino.
Per sabato 8 marzo il Coordinamento comasco della Marcia mondiale delle donne contro le guerre le violenze la povertà sarà presente a Como con un volantinaggio dalle 13.30 all’ospedale S. Anna e dalle 15 con una presenza colorata in piazza S. Fedele. Per sostenere il diritto delle donne all’autodeterminazione e l’applicazione della 194. Per chiedere il pieno sostegno alle attività dei consultori pubblici, l’impegno a garantire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, un piano rinnovato di educazione sessuale nelle scuole, l’impegno ad estendere anche in Lombardia metodi alternativi, meno dolorosi e costosi, della tradizionale interruzione volontaria di gravidanza. Alle 20.30 le esponenti della Marcia volantineranno allo Spazio Gloria di via Varesina 72 a Como dove il circolo Arci Xanadù e il Senato delle donne hanno organizzato dalle 20.30, La cittadinanza delle donne: Utopia o Diritto? Alle 21 verrà proiettato Se potessimo cambiare il finale, un documentario sulla violenza sessuale di Minnie Ferrara e Alessandra Speciale, seguito da un dibattito sulla legge 194 e le violenze sulle donne, nel quale interverranno Cecilia Zoffoli del Soccorso violenza sessuale, Raffaella Vimercati dei consultori Asl milanesi e il giudice dei minori Massimo Croci. Dalle 23 la serata continuerà con il dj set Reggae for ladies.
A Cantù l’8 marzo dell’Aspem, dello Spazio donne e de Il ponte sarà alle 20.30 al salone dell’Oratorio San Paolo in via Fiammenghini 14 e offrirà la proiezione di un film, musiche e dolci.
Sabato 8 e domenica 9 marzo in un centinaio di piazze comasche con un contributo minimo di 13 euro sarà possibile sostenere la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla, i servizi sanitari e sociali dedicati alle persone affette da questa malattia, finanziando Donne oltre la sclerosi multipla, un progetto per informare e coinvolgere le donne colpite dalla malattia nei diversi ambiti della vita lavorativa, sociale familiare. L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione italiana sclerosi multipla. Per informazioni tel. 336.354002, e-mail eventicomo@aism.it.
Domenica 9 marzo alle 16.30 alla sala dell’Associazione anziani di San Siro verrà assegnato il premio Claudia Mora per i diritti e la dignità delle donne. Interverrà Jerta Zoni, di Telefono donna Como. L’iniziativa è stata organizzata dal circolo Arci Settima generazione. Per informazioni tel. 0344.41068, e-mail settimagenerazione@alice.it.
Venerdì 14 marzo infine, secondo appuntamento con La cittadinanza delle donne: Utopia o Diritto? organizzato dal Senato delle donne e dal circolo Arci Xanadù al circolo Arci Xanadù di Como in via Varesina 72. Alle 21 verrà proiettato Il Cerchio di Jafar Panahi [Iran, 2000 – 90 minuti] e alle 22.30 10 donne eccellenti. Dalle 23 musica e poesia con Cristina Quadrio e Pia Mazza. [Francesco Vanotti, ecoinformazioni]

700 euro al mese in prestito

Presentato alla stampa giovedì 6 marzo il Protocollo d’intesa per il sostegno ai lavoratori e alle imprese nelle situazioni di crisi, che consentirà ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria di usufruire di un finanziamento presso la Banca di credito cooperativo di Alzate Brianza.
Alessandro Fermi, assessore provinciale con deleghe a politiche attive del lavoro, attività economiche, formazione professionale ed università, si è detto da subito soddisfatto per la firma del protocollo che «è nato per volontà dell’ente provincia, della Banca di credito cooperativo, dell’Unione industriali di Como, dell’Api e di Cisl, Cgil e Uil».L’assessore ha spiegato che a causa delle procedure previste dalle vigenti normative, le erogazioni finanziarie da parte dell’Inps delle somme dovute ai lavoratori, nei casi in cui si ricorre alla Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), si svolgono in tempi molto lunghi, rendendo in alcuni casi difficile al dipendente il mantenimento della propria famiglia. Per risolvere questa problematica – ha proseguito l’assessore – è stata studiata la possibilità, grazie ad un accordo con la Banca di credito cooperativo, di offrire ai lavoratori delle imprese in crisi la possibilità di disporre con rapidità di un anticipo della quota che riceveranno dall’Inps, una volta concluso l’iter della cassa integrazione. «Mi auguro – ha concluso Fermi – che il protocollo stimoli il lavoro di coordinamento tra le parti, affinché nel tempo nascano altre iniziative».
Giovanni Pontiggia, presidente della Banca di credito cooperativo di Alzate Brianza, ha invece ricordato che «non siamo la prima banca a realizzare questo progetto, la Bcc di Brescia ha aderito prima di noi ad un’iniziativa analoga su richiesta della Provincia, ma siamo comunque tra i primi». Pontiggia ha chiarito che la Bcc, su richiesta del lavoratore, concederà finanziamenti individuali fino ad un massimo di 6.300 euro, con durata massima di nove mesi, in rate di importo massimo di 700 euro. Tali importi – ha sottolineato il presidente – non saranno soggetti a tassi di interesse né a spese di gestione e i tempi di rimborso del finanziamento saranno correlati a quelli di liquidazione da parte dell’Inps. «Credo che il protocollo abbia un risvolto importante – ha concluso Pontiggia – sia a livello lavorativo che sociale e sia un’occasione di dialogo tra istituzioni politiche, economiche e finanziarie».
Il compito delle organizzazioni sindacali – ha spiegato Fausto Tagliabue, segretario generale della Cisl – sarà di far conoscere al maggior numero di lavoratori questa possibilità di supporto e offrire consulenza per gli aspetti procedurali. «L’accordo è sicuramente interessante per i lavoratori, perché vale per qualsiasi azienda della provincia ed è il più generale tra quelli redatti fin’ora in Italia. Altre sedi Cisl, sia a livello regionale che nazionale, hanno espresso interesse per i contenuti del documento e si stanno muovendo nei rispettivi territori». [Greta Pini, ecoinformazioni]

La Como solidale a Locri

Tremila persone hanno partecipato al corteo di sabato 1 marzo contro la ‘ndrangheta e le massonerie deviate per la democrazia e il bene comune, indetto dalle cooperative sociali e dai movimenti nonviolenti calabresi.Tra loro anche una delegazione comasca de L’isola che c’è, Avc-Csv e Coordinamento comasco per la Pace.
Successo per la manifestazione nazionale che ha visto sfilare per le vie di Locri sabato 1 marzo circa 3 mila persone.
locriedit.jpgI manifestanti giunti da tutta Italia hanno aderito all’appello lanciato dalle cooperative sociali e dai movimenti nonviolenti calabresi per un alleanza antimafia che superi le terre meridionali per raggiungere i cittadini e le associazioni che in tutta Italia lottano contro le mafie e le massonerie deviate. Durante il corteo sono state distribuite finte schede elettorali contenenti il decalogo del voto responsabile, come segno di riappropriazione del diritto di ognuno a votare liberamente. Alla fine della giornata di mobilitazione è stato letto il Sigillo dell’Alleanza tra le associazioni, i movimenti, le istituzioni e i cittadini e gli organizzatori della manifestazione con gli obiettivi di promuovere le comunità libere come forme di autentica democrazia, incentivare il mutualismo cooperativo come risposta ai bisogni della popolazione e la creazione di una scuola per la formazione di una nuova classe dirigente sana.
Tra le mille persone che hanno raggiunto Locri da resto delle regioni italiane erano presenti anche 7 comaschi, esponenti de L’isola che c’è, Avc-Csv e Coordinamento comasco per la Pace. Il presidente de L’isola che c’è, Marco Servettini si è dichiarato soddisfatto per la riuscita della giornata e per la stipula dell’Alleanza «un traguardo raggiunto dopo un lungo percorso di confronto tra le realtà calabresi e nazionali». «Oltre alla solidarietà che esprimiamo sempre verso chi lotta contro la mafia – ha continuato Marco Servettini – ci sembra importante lavorare su un progetto mutuale, che passi dall’autorganizzazione di chi vive in un sistema in cui per soddisfare i propri bisogni si cede spesso al clientelismo mafioso. L’alleanza vuole mettere insieme le competenze dei diversi soggetti che ne fanno parte, per aiutare i cittadini a soddisfare autonomamente i propri bisogni, anche dove l’assenza dello stato ha reso normale la pratica della raccomandazione.
Non bisogna poi dimenticare che la forza mafiosa opera anche sul nostro territorio, senza manifestazioni eclatanti. Non è più né la mafia che uccide ne quella che chiede il pizzo, si è camuffata sotto le spogli di preparati imprenditori che sviluppano perlopiù attività finanziarie, spesso in accordo con il potere politico, sia a livello locale che nazionale». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]