Il mercato del lavoro comasco cresce
Aumentano il numero degli avviamenti e i contratti a tempo determinato, divenuti però sempre più brevi. Presentati i dati dell’Ust Cisl sull’occupazione in provincia nel 2007.
«Il mercato del lavoro a Como fa registrare un saldo positivo ma assorbe manodopera a due precise condizioni: che sia nel settore terziario e con contratti a tempo determinato» questo il commento di Mario Piccinelli, segretario territoriale della Cisl – Mercato del Lavoro sui dati raccolti nel 2007 nei centri per l’impiego.
Nonostante i 25 mila avviamenti in più rispetto a al 2006 l’offerta di lavoro in provincia rimane precaria, con un contratto su due stipulato a tempo determinato. Se poi ai 36 mila contratti a tempo stipulati si aggiungono gli 11 mila interinali e le 2 mila collaborazioni, solo un contratto su tre prevede la formula indeterminata. «È un cambio epocale per il mercato del lavoro – ha continuato Piccinelli – che riflette il trend lombardo. Come sindacato dovremo proporre al nuovo governo un cambiamento nel sistema previdenziale, per assicurare continuità di reddito ai giovani tra un contratto e il successivo. La situazione di precarietà impedisce progetti a lungo termine e un intervento a difesa di chi lavora a tempo determinato avrebbe importanti ricadute sociali. Per questo consiglio ai giovani che hanno che fare con i primi contratti a tempo la previdenza integrativa».
La flessibilità non è però un affare solo per giovani. Gli avviamenti si fanno consistenti anche tra i lavoratori ultraquarantenni, per i quali crescono sia le opportunità che la flessibilità lavorativa.
Ma oltre all’aumento (+ 50 per cento rispetto al 2006) dei contratti a tempo determinato, si allarga anche la differenza tra numero di contratti stipulati e persone avviate, che ha raggiunto nel 2007 quota 16 mila, in costante crescita dal 2004 quando il saldo ammontava a 5 mila. Ciò significa la diminuzione della durata media di un contratto a tempo, che costringe i lavoratori a stipularne più di uno all’anno.
Dal punto di vista della parità dei generi arriva invece qualche buon notizia: le donne guadagnano punti percentuali sul totale degli avviamenti tendendo alla parità con il mercato maschile, ma ancora una volta i dati migliori si registrano sotto la voce dei contratti a tempo determinato, in cui il pareggio è stato quasi raggiunto.
Il settore che traina la crescita del mercato lavorativo è quello terziario, l’unico che fa registrare un significativo aumento degli avviamenti salendo dai 33 mila registrati nel 2006 ai 59 mila dell’anno passato, mentre industria e primario rimangono stabili rispetto agli scorsi anni. La valutazione del mercato è complessivamente positiva, ed è confermata dal saldo fra cessazioni e avviamenti salito a quota 19 mila.
Cresce infine, in linea con i dati generali, l’offerta di lavoro a cittadini extracomunitari, che coprono un settimo del totale degli avviamenti. Ben lontana in questo segmento la parità dei generi, il principale problema rimane comunque il mondo del lavoro sommerso, che falsa – a parere di Piccinelli – i dati sull’occupazione straniera. «Purtroppo il lavoro nero coinvolge più facilmente lavoratori extracomunitari. Anche qui occorrerà un’azione a livello nazionale. In edilizia per esempio nonostante l’approvazione del Documento unico di regolarità contributiva, si stipulano sempre più contratti a tempo parziale. Ed è molto strano trovare un muratore che lavora solo 4 ore al giorno». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]