Siamo tutti clandestini
Manifestazione della Sinistra unita e plurale sabato 21 giugno dalle 15 in Largo Spallino. Dal gazebo partirà alle 16 Il piedibus della cittadinanza che senza occupare le strade, ma percorrendo i marciapiedi, attraverserà la zona più multietnica della città per affermare il diritto alla cittadinanza di ogni persona contro ogni razzismo e discriminazione.
Mentre a Roma il decreto legge sulla sicurezza del governo Berlusconi comincia il suo iter parlamentare, dimostrando i suoi intenti discriminatori, qualcosa a Como si muove, o meglio, si muoverà.
Sabato 21 giugno, infatti, il piedibus della Sinistra Unita e plurale attraverserà dalle 16 le vie cittadine per dimostrare che esiste una Como solidale, che si oppone al razzismo e la xenofobia della cultura dominante.
«Una cultura che sta trovando sponde pericolose a vari livelli istituzionali – spiega Marco Lorenzini, uno degli organizzatori – e diventa trasversale, come abbiamo potuto constatare ieri con il voto del Parlamento europeo, che ha modificato il quadro di fondo dei fenomeni migratori, rafforzando la “Fortezza Europa”. Gli fa eco in Italia il decreto sulla sicurezza, che prevede provvedimenti discriminatori come il reato di clandestinità, sbagliato sul piano etico, prima ancora che politico, perché trasforma automaticamente migliaia di persone in delinquenti. La cultura dominante alla quale ci opponiamo vuole discriminare il diverso e non potrà reggere ai prossimi futuri cambiamenti mondiali. La risposta che l’occidente dà al fenomeno migratorio, che si stima crescerà nei prossimi anni, è del tutto inadeguata».
La forma della manifestazione non sarà però un corteo convenzionale, ma un “Piedibus” silenzioso che partirà da Largo Spallino, davanti alla chiesa di San Francesco, percorrendo un anello che andrà a toccare il quartiere di Como Borghi (via Milano alta, via Anzani, via Magenta), ad alta presenza migratoria. I manifestanti cammineranno silenziosamente in fila sui marciapiedi della città, portando due cartelli, uno sulla schiena con una frase di protesta e uno davanti con una proposta. Il Piedibus della cittadinanza effettuerà alcune fermate prestabilite lungo il percorso, nella speranza di far “salire” le persone che condividono la lotta contro il razzismo e per i diritti di cittadinanza. L’iniziativa si concluderà in largo Spallino con un dibattito pubblico sul diritto alla cittadinanza e sulla sicurezza che genera paura dalle 17.30.
Spiegano gli esponenti della Sinistra unita e plurale, alla prima uscita pubblica post elettorale del gruppo nato circa un anno fa, di aver organizzato la manifestazione perché il gioco delle destre è di mettere il penultimo contro l’ultimo, e questa mentalità può avere effetti tragici se non viene contrastata dal principio. Un pericolo sottolineato da Enzo Arrighi, mentre Eugenio Secchi ha denunciato la ingiusta differenza di trattamento sui media poco attenti alle tragedie che colpiscono lavoratori immigrati. «Un altro dato preoccupante – aggiunge Manuela Serrentino – è il silenzio altrettanto colpevole di chi, pur non condividendo queste politiche discriminatorie, non trova capacità e coraggio di esprimersi. Sabato scorso abbiamo distribuito 800 copie di un volantino ad Albate e sono stati in pochi, una quindicina, a rifiutarcelo. Questo ci fa ben sperare che in realtà la cultura dominante non sia poi così diffusa». Alla protesta parteciperanno anche le Donne in nero di Como, che sposteranno la loro presenza silenziosa da piazza San Fedele in Largo Spallino, per ribadire la loro ferma condanna del razzismo.
«Speriamo che sabato – ha concluso Celeste Grossi – sia presente qualche migrante, anche se sappiamo che molti di loro non potranno partecipare perché, pur essendo pienamente inseriti nel tessuto lavorativo, rimangono clandestini».
Nell’incontro con la stampa la Sinistra unita e plurale ha presentato la Campagna cd rom (Como per i diritti dei rom) con una cartolina che riporta sul fronte un dipinto dell’artista rom Sandra Jayat (nella foto) e sul retro, oltre che la celeberrima poesia di Brecht sulla necessità di contrastare fin dall’inizio ogni discriminazione, l’impressionate quadro dei simboli utilizzati nei campi di sterminio nazista per identificare ebrei, rom, omosessuali e non solo.
Di particolare rilievo per gli organizzatori anche Comprensione, la lettera aperta a tutti coloro che hanno responsabilità e autorità morale e capacità di intervento politico, culturale, educativo. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]