Consiglio comunale

Il consiglio comunale di lunedì 24 giugno 2008

La Giunta va sotto al 90° minuto. Approvata al Consiglio comunale di lunedì 23 giugno l’estensione della durata dei biglietti urbani da 75 a 90 minuti.

Polemica sul ritiro dei rifiuti in piazza Duomo nelle dichiarazioni preliminari al Consiglio comunale di lunedì 23 giugno, il consigliere Pasquale Buono, Fi, ha evidenziato la mancata raccolta degli stessi, così come apparso sui quotidiani locali. Gli ha prontamente risposto l’assessore Peverelli per cui bisogna stare attenti al giorno del ritiro e gli esercenti «dovrebbero anche andare incontro agli operatori che devono entrare nel vicolo uno alla volta» dato l’ingombro all’ingresso dovuto dai tavolini ed altro.
Sulle cartine geografiche distribuite dagli uffici del turismo è invece intervenuto Emanuele Lionetti, Lega Nord, che ha sottolineato come vengano stampate spese della amministrazione provinciale ed ha invitato l’assessore al turismo «a trovare una piccola somma per contribuire alle spese».
Insediato il Consiglio i lavori si sono concentrati sulla delibera sulle Tariffe del trasporto pubblico urbano a cui sono stati presentati degli emendamenti da parte dei consiglieri dell’opposizione.
Il primo firmatario Donato Supino, Prc, ha spiegato gli interventi richiesti: uno sconto proporzionale per ogni abbonamento annuale oltre al primo per famiglia, rateizzabili, uno sconto sull’abbonamento annuale, incrementare la durata dei biglietti da 75 a 90 minuti, concordare tra Asf, Navigazione e Ferrovie Nord la possibilità di un biglietto urbano unico. «Le aziende sono “pigre” per il calcolo della spartizione dei costi – ha spiegato il consigliere di Rifondazione – ma vanno stimolate in tal senso».
Concorde sostanzialmente su tutto l’assessore Caradonna, il consigliere Bruno Magatti, Paco, ha ricordato il clima di collaborazione su questi argomenti instauratosi negli ultimi mesi, tranne che per alcuni punti.
L’assessore ha proposto un abbonamento studentesco annuale di 200 euro per 12 mesi, 2 in più degli attuali 10, che verrebbe a costare alle casse comunali 30 euro cadauno. Per quanto riguarda gli sconti famiglia l’azienda di trasporti si è detta disponibile al dialogo – ha continuato Caradonna – salvo concordare col Comune anche le maggiori spese che dovrà sostenere.
Anche per l’accordo fra i vettori l’assessore sì è dimostrato disponibile anche se sarà un’opzione complicata a breve termine e, incalzato da Vincenzo Sapere, Gruppo misto, sulla tempistica, si è dichiarato «ottimista».
Un parere contrario sull’estensione della durata dei biglietti da 75 a 90 minuti «non crediamo che per una città come Como sia necessario quando anche in altre città come Milano la durata è di 75 minuti» ha affermato l’assessore.
Assolutanente contrario Magatti «se un anziano deve andare da Prestino a P. Chiasso ci vogliono, ad orario, 41 minuti più altrettanti per tornare, se deve fare una commissione non ha il tempo per farlo, così come se deve andare in centro».
I dati sul passaggio dai biglietti a strappo a quelli a tempo sono stati ricordati dall’ingegnere Lorini del Comune, che ha anche dichiarato che le linee 3 e 11 hanno dei problemi che verranno risolti con il prossimo orario invernale, «in sei mesi l’azienda ha registrato un decremento delle entrate di 100 mila euro ovvero il calo dell’utilizzo di biglietti a strappo del 10 per cento, per una media di 1,3 viaggi per biglietto».
Gli emendamenti sono quindi stati modificati per raggiungere un più ampio consenso introducendo l’abbonamento studenti annuale così come proposto dall’assessore. Tutti d’accordo tranne che per l’estensione della durata dei biglietti su cui il parere di Giunta è rimasto negativo. Ai voti però, grazie all’astensione di una parte di Forza Italia, l’estensione territoriale è passata. La delibera emendata è stata così approvata all’unanimità. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di giovedì 19 giugno 2008

Laici e clericali si confrontano sulla istituzione della Consulta per la famiglia al Cosiglio comunale del 19 giugno.

«Il pass che ci autorizza a posteggiare per le sedute in via Perti vale anche per tutte le zone della città?» così ha esordito nel Consiglio comunale di giovedì 19 giugno Donato Supino, Prc, invitando i vigili a multare la macchina di un consigliere di maggioranza in palese divieto di sosta di fronte al Municipio. Dopo di lui Roberta Marzorati, Per Como, ha riportato la testimonianza, corredata da fotografie, della madre di un bambino disabile che ha documentato come le rampe di accesso al marciapiede comunale fossero bloccate dalle macchine dei consiglieri, oltre all’elevatore in cortile ingombrato dalle biciclette dei dipendenti. «Cose non vere» per l’assessore Caradonna.
Ha preso poi la parola Gianluca Lombardi, capogruppo Fi, lodando il ministro Brunetta e auspicando maggiore trasparenza sui costi della politica anche nel Comune di Como: «Da noi non succede come in Provincia». E sempre su Villa Gallia è intervenuto Emanuele Lionetti, capogruppo Lega Nord, affermando che i rimborsi spese denunciati sui giornali locali sono una vergogna: «Soprattutto con un bilancio regolarmente approvato. C’è qualcosa che non funziona».
Un acceso diverbio è nato poi tra Vittorio Mottola, Pd, e l’assessore Caradonna, quando il primo ha richiesto urgentemente il taglio dell’erba nei giardini e lungo le strade di Sagnino per la festa del santo patrono che vedrà anche la partecipazione del vescovo, tanto da far dire al presidente del consiglio Mario Pastore: «Assessore non può essere così provocatorio con i consiglieri».
È quindi ripreso il dibattito sulla Consulta per la famiglia e sono stati discussi gli emendamenti proposti dalla maggioranza.
Veronica Airoldi, Fi, ha proposto di eliminare la possibilità di decisioni d’urgenza del presidente della Consulta, l’eliminazione di rapporti diretti con i partiti politici ed il fatto che i rappresentanti delle associazioni debbano essere «con regolare permesso di presenza», intendi di soggiorno. Tutte proposte accettate dal Consiglio, anche se l’ultima per Mario Lucini, Pd, sfiora il ridicolo «è stato riscritto tutto un articolo solo per aggiungervi alla fine un passaggio sui permessi di soggiorno. Si alimenta un terrore per lo straniero ingiustificato». «È un passaggio un po’ volgarotto» ha chiosato Roberto Rallo di Forza Italia. Non è passata invece la proposta di aumentare gli anni di operatività sul territorio cittadino delle associazioni che vogliono aderire alla Consulta, da uno a due, perché un solo anno è stato ritenuto sufficiente per garantire che l’associazione non sia fittizia. Un passaggio controverso che ha fatto dire al consigliere Rallo che prima di approvare questo regolamento «qualcuno aveva un disegno ben preciso a monte». Bocciati anche altri due emendamenti proposti da Stefano Rudilosso, Fi, per controllare la “genuinità” delle associazioni.
Tutti concordi invece per permettere alle associazioni di far parte di più consulte, attualmente l’unica attiva è quella sull’handicap. Accordo trovato anche per consentire ai consiglieri comunali e agli assessori di partecipare alle sedute della Consulta.
È stato poi bocciato un ordine del giorno, proposto dal Pd, per garantire un budget alla nuova struttura.
È stata insomma una discussione che ha visto gli schieramenti mischiarsi e confondersi, solo due sono state le costanti di voto della serata: l’astensione di Alessandro Rapinese, Area 2010, e il voto contrario di Supino. Anche Bruno Magatti si è dato un indirizzo costante «voterò a favore di tutti quegli emendamenti che iniziano con eliminare, se eliminiamo tutto forse arriveremo a qualcosa di soddisfacente». Il consigliere di Paco ha espresso una «radicale contrarietà» alla Consulta che «serve solo per dare un messaggio esterno a qualcuno. Vescovo, parroco o a qualche rappresentante di lobby». «Il documento presentato ai candidati prima dalle elezioni dal Forum delle famiglie comasche – ha continuato Magatti – chiede delle risposte politiche, invece l’unica risposta che gli si dà è la costituzione di questa Consulta». «Il problema fondamentale – ha concluso il consigliere di Paco – è quello della laicità, contro questa operazione clericale». Parere negativo anche dal rappresentante di Rifondazione per «un provvedimento opportunista. Altre strutture democratiche come le Circoscrizioni sono nate dall’esperienza e dalle esigenze dei Comitati che erano sorti spontaneamente e non è questo il caso. Per di più i proponenti sono legati ad una concezione di famiglia clericale». Recisamente contrario anche Rapinese che dopo l’astensione sugli emendamenti ha votare contro una Consulta «che svilisce il ruolo dei consiglieri comunali». Unico della maggioranza Rallo da «laico ed anzi da ateo devoto» ha espresso parere contrario «anche perché questo potrebbe essere il precedente per dare il via alle consulte le più disparate». Già una per la cultura è stata chiesta in aula da Bruno Saladino del Partito democratico. Un’unica astensione quella di Marcello Iantorno. Da notare il voto favorevole di Rudilosso che nonostante la sua personale contrarietà al provvedimento essendo coordinatore cittadino di FI ha votato a favore. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 16 giugno 2008

Supino chiede chiarimenti al sindaco sugli incarichi plurimi di Gandola. Lombardi attacca i venditori di ombrelli ambulanti. Continua il dibattito sulla Consulta per la famiglia del Comune di Como, per Magatti «un’operazione ipocrita».

Problemi dei trasporti al centro delle dichiarazioni preliminari del Consiglio comunale di lunedì 16 giugno. Donato Supino, Prc, ha chiesto al sindaco di relazionare sulla risposta di Gianandrea Gandola presidente di Spt sul perché dell’accumolo di cariche che comporta «uno stipendio di 71 mila euro circa, per un’azienda di tre milioni di fatturato di cui il 50 per cento derivante dagli affitti degli immobili, un rapporto sproporzionato». Inoltre ha aggiunto il consigliere di Rifondazione essendo Gandola nominato dalla Provincia si crea una sproporzione all’interno del consiglio di amministrazione a favore di quest’ultima «bisogna valutare la tutela del patrimonio comunale». Silvia Magni, Pd, ha invece segnalato che in alcune pensile non sono stati cambiati gli orari dei bus creando disagi per gli utenti.
Gianluca Lombardi, capogruppo Fi, ha sottolineato la chiusura dell’autosilo di via Auguadri, per essere utilizzato dalle persone coinvolte per l’organizzazione, durante l’intera giornata della Notte bianca, quando «avrebbe potuto essere aperto sino alle sei di sera all’inizio dell’iniziativa». Un a perdita per i commercianti del centro che , per il consigliere forzista, subiscono anche la concorrenza dei venditori ambulanti dio ombrelli, che da qualche settimana si incontrano per le vie della città murata, che per quanto riguarda il tempo «portano pure sfortuna!».
Prima della prosecuzione della discussione sulla è stato reso noto il ritiro della mozione di sfiducia all’assessore Enrico Cenetiempo, ex Udc, proposta dal capogruppo Udc Luigi Bottone. Quest’ultimo ha motivato il ritiro della stessa per il mancato rispetto dei tempi tecnici per la sua discussione, un’affermazione che ha stupito il presidente del Consiglio Mario Pastore «lei era presente alla riunione dei capigruppo quando è stato deciso di discuterla oggi, avrebbe potuto far presente che era necessario discuterla prima».
Il consiglio ha così ritornato a parlare della Consulta famigliare.
Marcello Iantorno, Pd, ha risposto agli attacchi alla proposta portati dall’area liberal di Forza Italia, la Consulta non sminuirebbe i poteri e le competenze del Consiglio «le sue decisioni non avranno caratteristiche di obbligatorietà e vincolo». La famiglia poi ha sempre avuto per il consigliere democratico un posto speciale nella legislazione a partire dal diritto romano, sino al Codice civile italiano dell’Ottocento e del Novecento, passando per il Codice napoleonico.
Un’impostazione “alta” del dibattito come sottolineato dal primo cittadino: «Mi sembra che si sia voluto dare un tono di importanza su questa delibera che è sì significativa, ma non fino al punto in cui si è arrivati». «Qualcuno è andato fuori strada» ha aggiunto Bruni. «La famiglia è il fondamento della nostra società: un uomo e una donna, che se hanno la grazia di nostro Signore e se li vogliono fare, dei figli». La Consulta servirà per il sindaco per avere un rapporto vero con il territorio in piena libertà però: «Se non ci si incontrerà con loro si dirà anche di no».
È quindi incominciata la discussione dei 13 emendamenti proposti sia da maggioranza che dalla opposizione. Il primo presentato da Franco Fragolino, Pd, per il cambiamento del nome mettendo l’accento sulle associazioni famigliari è stato bocciato, così come il secondo, presentato da Iantorno, che avrebbe voluto aggiungere un riferimento all’articolo 2 della Costituzione. Non è passato neanche l’emendamento sei, proposto da Iantorno, che chiedeva alcuni ritocchi sulle relazioni che la Consulta dovrà dare al Comune e il primo punto del cinque, sempre del consigliere del Pd. Il terzo emendamento che chiariva alcuni aspetti procedurali è passato a grande maggioranza esattamente come il primo punto del quarto e gli ultimi due punti del quinto delle preposizioni migliorative che chiariscono dei punti del regolamento della Consulta sulla rappresentanza comunale nella stessa. La seconda parte del quarto emendamento è stata trasformata dai proponenti in un ordine del giorno per il reperimento di una sede e per la consulta e lo stanziamento di un budget per rendere veramente indipendente la struttura futura.
Una discussione che ha profondamente irritato il consigliere Bruno Magatti, Paco, per cui la Consulta non è che una «mostruosità», che serve solo per «accreditare se stessi a sostegno di questa iniziativa e far diventare autorevole un organo che non sembra capace di esprimere qualcosa di particolare». Anche sulla questione del budget per la nuova struttura Magatti ha attaccato i suoi difensori «da due anni non ci sono più soldi per l’attività corrente dei gruppi consiliari e si fa fatica a fare politica per i rappresentanti eletti democraticamente». Dello stesso parere Roberto Rallo: «Facciamoci dire quanto costerà questo giochino». Per il consigliere di Paco la costituzione del nuovo organismo è una «operazione ipocrita. Fare lobby per qualcuno che ha bisogno di accreditarsi presso determinate lobby». Giovedì prossimo il consiglio continuerà la discussione sugli emendamenti e l’ordine del giorno rimasti. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di martedì 10 giugno 2008

Nel Consiglio comunale di martedì 10 giugno le opposizioni fanno ostruzionismo contro l’emendamento discriminatorio nei confronti degli extracomunitari nel settantesimo della promulgazione delle leggi razziali in Italia.

Nelle preliminari al Consiglio comunale di martedì 10 giugno Vincenzo Sapere, Gruppo misto, ha chiesto di trovare «una qualche via di uscita» per la situazione del bar battello a lago che soffre del cantiere per le paratie, Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto di mettere in sicurezza l’ex asilo nido di P. Chiasso, attualmente abbastanza facilmente accessibile per le persone non autorizzate, e Donato Supino, Prc, ha chiesto di «fare una verifica sul percorso estivo della linea urbana 3, che collega la stazione delle Ferrovie Nord di Grandate-Breccia con quella di Como-Camerlata, senza neanche permettere l’interscambio con la linea 6 attestata alla Motorizzazione civile». Uno spreco per il consigliere di Rifondazione per un percorso che «non viene utilizzato dai cittadini».
Il Consiglio ha quindi votato, e approvato con il solo voto contrario delle minoranze, l’emendamento al Regolamento per i servizi alla prima infanzia ritenuto discriminante dalle opposizioni che abbandonata l’aula, nella seduta precedente, avevano fatto venire a mancare il numero legale.
Il dibattito si è così incentrato su una altro emendamento allo stesso regolamento presentato dal gruppo di Alleanza nazionale che chiedeva 5 punti in più in graduatoria per un bambino con entrambi od un genitore italiano, 3 se comunitario e 0 se extracomunitario.
Durante l’illustrazione della proposta lo stesso presentatore Claudio Corengia, An, ha fatto dell’ironia dichiarandosi certo che quanto presentato sarebbe stato bollato come «contrario ai diritti dell’uomo». Il consigliere di Alleanza nazionale ha poi continuato «non c’è nessun intento punitivo, discriminatorio, di razzismo o di violare i diritti di chicchessia, solo ribadire che i cittadini italiani debbano avere un punteggio superiore nel momento in cui si stilano le graduatorie». «Un concetto che deve essere esteso ad altre situazioni – ha continuato il consigliere – come le case popolari».
Questo emendamento, così come presentato, ha avuto un parere negativo da parte dei tecnici del Comune e, interrogato in proposito, l’avvocato Fabiano ha spiegato come avrebbe potuto essere migliorato venendo «impostato in un’altra direzione, di ragionevolezza, su un criterio quantitativo».
Aperta la discussione Mottola ha definito la proposta «un’offesa per la specie umana», Bruno Magatti, Paco, ha parlato di una «situazione imbarazzante quando si parla di un avanzo di 15 milioni, come se il Comune dovesse fare profitti come un’azienda, e si discute su chi deve accedere e non sul costruire servizi», mentre per Marcello Intorno, Pd, «è aberrante che nel Consiglio comunale di una città civile ed europea entrino elementi che dovrebbero essere consegnati alla pattumiera della storia».
Pronta la risposta del primo cittadino Stefano Bruni: «Si usano sempre paroloni grossissimi, secondo me a sproposito in questo caso. Oggi la situazione dell’accesso ai nostri nidi vede una sempre maggiore occupazione di posti da parte di famiglie extracomunitarie, questo perché i nostri meccanismi di accesso non prevedevano che la tipologia famigliare fosse quella che è oggi». «La presenza di italiani negli asili nido – ha continuato il sindaco – è minoritaria o largamente minoritaria. Una situazione penalizzante per i figli dei comaschi. Questo emendamento va nella direzione di correggere un’anomalia, una disparità di trattamento».
Quindi, anche dopo il parere tecnico dell’avvocato Fabiano, Marco Butti, An, ha chiesto una sospensiva per valutare eventuali modifiche e dopo i 5 minuti, che sono diventati tre quarti d’ora, la seduta è ripresa.
La nuova proposta presentata è stata quindi quella di istituire «una percentuale minima dell’ottanta per cento per ciascuno asilo ai bambini con uno od entrambi i genitori italiani», nel caso in cui non fossero sufficienti le domande la priorità spetterebbe ai figli dei comunitari e solo quando anche queste saranno esaurite «potranno essere ammessi tutti gli altri bambini». Anche nella Germani nazista venne approvata nel 1933 la Legge contro il sovraffollamento delle scuole e università tedesche che ridusse il numero dei non ariani al 1,5%.
Mario Lucini, Pd, ha così rilevato che i residenti in città, italiani e non, che lavorano e pagano le tasse non sono più uguali «ma qualcuno è più uguale degli altri» e ha ricordato le cifre ufficiali: su 485 bambini iscritti agli asili nido 125 sono i bambini stranieri, il 25,7%, con una punta del 63% in un unico asilo, a Camerlata, e picchi del 40% in via Passeri e in via Italia Libera. Ed ha terminato affermando che «se passa questo emendamento sarà una vergogna per la nostra città!».
Dopo un chiarimento tecnico sulla possibilità di proporre subemendamenti, così come fatto dalla maggioranza, le minoranze hanno fatto ostruzionismo proponendone quasi trenta. La seduta è stata così aggiornata a giovedì 12 giugno. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 26 maggio 2008

La maggioranza fa la voce grossa, ma non ha i numeri. Sospesa la seduta del consiglio comunale di lunedì 26 maggio per mancanza del numero legale. Ancora polemiche sulla Steet parade comasca e un appello per i bambini degli immigrati irregolari.

Polemiche bipartisan sulla Street parade comasca nelle preliminari al consiglio comunale. Pasquale Buono, Fi, che aveva già chiesto delucidazioni sull’evento all’inizio di maggio, ha sottolineato come le autorizzazioni siano state date dalla Prefettura e dalla Questura e come il Comune non abbia avuto voce in capitolo in questa scelta. «Ognuno può divertirsi come crede – ha continuato il consigliere forzista – ma se il nostro obiettivo è che la città vada verso il bello. Sabato scorso si è andati verso il brutto». Anche per Bruno Magatti, Paco, «una situazione come sabato non può essere riproposta. Tutte le iniziative devono tenere presente una logica di governo dei tempi e degli spazi». Marco Butti, capogruppo di An, ha alzato i toni: «Queste manifestazioni becere non è più possibile che si verifichino a Como, non è un problema prettamente viabilistico, è stata una pura presa per i fondelli dell’amministrazione comunale che ha dovuto subire mille vandali, vi invito a leggere il documento pubblicato in Internet dagli organizzatori». Unica voce discorde quella di Marcello Iantorno, Pd, che ha attaccato l’assessore Caradonna «non si può permettere di definire come animali, branco, i partecipanti alla manifestazione di sabato. Lei deve essere in grado di dialogare con i giovani anche ai fini della loro integrazione».
“Dei bambini invisibili” ha invece parlato la consigliera Roberta Marzorati, Per Como, citando un appello dei pediatri comaschi: «Con l’introduzione del reato di immigrazione illegale c’è il rischio che i genitori, per non farsi identificare, ritirino i bambini dalle scuole e non li facciano curare con effetti pesanti per la loro salute».
Un tema, quello dell’immigrazione che è poi stato al centro del dibattito consiliare.
Dopo l’approvazione da parte della maggioranza di alcuni cambiamenti alla proposta di Regolamento per le graduatorie per l’accesso agli asili comunali l’assemblea di palazzo Cernezzi si è animata sulla proposta di Roberto Rallo, Fi, di privilegiare, a parità di punteggio, gli italiani residenti a Como.
«Ci sarà chi con superficialità dirà che siamo razzisti – ha spiegato il consigliere forzista – ma non può che essere così, attribuire diritti differenti a chi non è cittadino, vi invito a guardare la nostra Costituzione e a vedere i diritti dei cittadini e degli stranieri».
Anche per Claudio Corengia, An, «chi è ospite passa in secondo piano rispetto al padrone di casa». Le opposizioni hanno ricordato come la norma sia discriminante anche per i cittadini comunitari. Iantorno ha ricordato il decreto del presidente della Repubblica 394/99 che impone un principio di parità per l’istruzione scolastica anche per tutte le persone che non hanno la cittadinanza italiana. Una vibrante ed accorata protesta è venuta dalla consigliera Marzorati: «Ma vi siete chiesti cosa fanno le mamme di quei bambini? Sono qui ad accudire e pulire i nostri anziani e i bambini li portano all’asilo anche con la febbre perché se stanno a casa un solo giorno rischiano di essere licenziate!».
Il parere tecnico del segretario generale Oliviero Emoroso ha chiarito l’impostazione data alla proposta. «La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è contraria a differenze etniche e religiose, così come i principi della direttiva comunitaria». Non ci possono essere discriminazioni all’accesso ai servizi durante la formazione dei punteggi della graduatoria, ha continuato il tecnico comunale, ma una volta assegnato il valore si possono fare delle preferenze.
L’emendamento con la proposta di variazione al regolamento per i servizi alla prima infanzia è quindi andato al voto. Le minoranze hanno abbandonato l’aula e la maggioranza non ha raggiunto il numero legale. Riconvocato il consiglio un quarto d’ora più tardi all’appello mancava un ulteriore consigliere di maggioranza e di fronte ai consiglieri presenti il presidente Mario Pastore ha dichiarato deserta la seduta. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 12 maggio 2008

Dopo un intermezzo dialettale approvata la nuova lottizzazione di Rebbio nel consiglio comunale di lunedì 12 maggio. Verrà ridotto il consiglio di amministrazione di Villa Erba spa.

Polemica sull’utilizzo del dialetto nel centralino del Comune da parte dei consiglieri di minoranza. Per Luca Gaffuri, capogruppo Pd, «i rop van fa ben se no l’è mei minga fai» (le cose van fatte bene se no è meglio non farle), un’affermazione enunciata anche in francese, dato che, dopo il centralino automatico “trilingue” (italiano, dialetto comasco e inglese) che spiega a quali servizi si può accedere, l’unica lingua proposta è l’italiano. Una situazione anomala per il consigliere del Pd data anche la famosa Como città turistica che per gli stranieri parla solo inglese. Affermazioni che hanno innervosito l’assessore Diego Peverelli, andato in escandescenze quando Vittorio Mottola, Pd, dopo avere chiesto aiuto per esprimersi in dialetto comasco e fatto notare l’assurdità del centralino in dialetto, ha affermato che il dialetto napoletano è utilizzato in tutto il mondo. Pronta la reazione dell’assesore: «Stai zitto che offendi il Consiglio comunale!».
Il clima si è poi calmato con gli interventi di Carlo Ghiri, capogruppo Gruppo misto, che ha chiesto delucidazioni sempre all’assessore Peverelli sull’entrata in servizio delle guardie ecologiche volontarie. Un iter che ancora non si è ancora concluso dato che hanno giurato dal prefetto solo in 5 su 19. Roberto Rallo, Fi, ha invece chiesto la costituzione di parte civile della Giunta, dopo i proiettili inviati a due assessori, un provvedimento che la stessa ha già intrapreso nella sua ultima riunione.
La discussione si è poi spostata sull’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Area 2010 Dario Valli: «Una proposta organica per la definizione delle zone di recupero per definire quali delle attuali zone B4 e B5 siano passibili di trasferimento d’uso e quali no». Nel Piano regolatore le zone B4 sono riservate alle attività produttive, mentre le B5 sono per i servizi.
Una proposta che ha incontrato la ferma contrarietà di Mario Lucini, Pd, dato che questo passaggio «sottrarrebbe al Consiglio la possibilità di vedere e discutere i singoli piani attuativi» che diverrebbero una prerogativa solo della Giunta. Per Lucini si perderebbe quindi la possibilità di «discussione e negoziazione di alcuni ambiti, come ad esempio le altezze, non definite dal Piano regolatore, e l’eventuale monetizzazione delle aree standard». Insomma: «Un provvedimento inopportuno dato che la valutazione degli sviluppi della città è un elemento prezioso per il Consiglio comunale». Un parere condiviso da Luca Gaffuri, che con Vittorio Mottola ha chiesto l’approvazione il più velocemente possibile del futuro Piano di governo del territorio, ma anche dal consigliere di Alleanza nazionale Stefano Molinari per cui «se venisse approvato si perderebbe una delle funzioni principali del Consiglio comunale».
Data questa intesa trasversale l’ordine del giorno è stato bocciato con i voti contrari di Alleanza nazionale, Lega, Udc, Per Como, Pd e del consigliere forzista Enrico Gelpi, unico del suo gruppo, che a maggioranza ha votato a favore. Un voto non univoco per il partito del sindaco anche sullo sviluppo dell’area dell’ex Consorzio agrario che il Consiglio ha approvato. Roberto Rallo e Federica Simone hanno espresso parere contrario al nuovo insediamento assieme alla maggior parte delle minoranze. A questo proposito l’avvocato comasco ha anche fatto appello alla coscienza dei colleghi consiglieri per votare contro i «250 appartamenti che verranno costruiti. Simili alle Vele di Napoli saranno una bruttura enorme».
Concordia di intenti e approvazione all’unanimità invece per il nuovo regolamento di Villa Erba, per l’assessore Colombo «un esempio di semplificazione amministrativa e diminuzione del costo della politica», il cui consiglio di amministrazione passera da 11 a 5 membri. Un clima di intesa ripetuto per la mozione proposta da Marco Butti, capogruppo di An, sul degrado a Ponte Chiasso per trovare una soluzione per la zona dell’ex distributore Agip. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 5 maggio 2008

Approvato definitivamente, senza i voti delle minoranze, il Bilancio revisionale 2008 e pluriennale 2008-10 del Comune di Como. In discussione l’ammissibilità della discussione sul piano di recupero dell’area ex Consorzio agrario in via Scalabrini.

Dopo una preliminare di Pasquale Buono, Fi, che ha chiesto delucidazioni sullo Street Parade, un corteo che si propone di «inondare la città di buona musica, balli sfrenati, arte, cultura, divertimento» e che sfilerà per le strade cittadine il 24 maggio, ha preso la parola Stefano molinari, An, che ha ricordato l’assurda uccisione di Nicola Tommasoli, il giovane picchiato a morte a Verona, lanciando un appello al nuovo governo per «intervenire in maniera decisa per riportare la sicurezza ed eliminare alcune frane estreme nostre e di tutte le colorazioni».
Si è quindi passati alle dichiarazioni di voto sul bilancio proposto. Un documento per Luca Gaffuri, capogruppo Pd, apprezzabile per l’interesse verso la manutenzione del patrimonio e le periferie, ma per cui c’è il rischio di non poter essere realizzato a causa dell’incertezza sui proventi della vendita dell’area ex Ticosa. Un’affermazione quest’ultima che ha trovato concorde Dario Valli, capogruppo Area 2010, e Mario Molteni, per Como. Vincenzo Sapere, Gruppo misto, ha voluto sottolineare come da anni la politica della maggioranza sia stata quella di svendere il patrimonio comunale, come l’Acsm, le quote della Milano-Serravalle, le farmacie comunali e i posteggi dati in gestione alla Csu. «È vero abbiamo venduto molte nostre proprietà» ha riconosciuto Emanuele Lionetti, capogruppo Lega Nord, ma per l’esponente leghista bisogna riconoscere il trasferimento attuato dallo stato di risorse verso altre regioni d’Italia che non possono quindi essere utilizzate sul nostro territorio. Il Bilancio è stato così approvato con il consenso di tutte le forze della maggioranza ed il voto contrario della minoranza, con l’astensione del gruppo di Area 2010.
La seconda parte della serata si è quindi incentrata sul piano di recupero dell’area dell’ex Consorzio agrario in via Scalabrini. Un intervento di quasi 28 mila metri quadri, l’area ex Ticosa è di circa 40 mila, che vedrebbe, come da fonti comunali, «la realizzazione i recupero competerebbe alla Giunta comunale e non al Consiglio. Una opinione che, data anche la poca chiarezza della normativa nel passaggio dal Piano regolatore al nuovo organo di governo del territorio, non è stata condivisa dalle strutture tecniche comunali e dal consiglio stesso che si è espresso per discutere del futuro sviluppo dell’area. L’architetto Valli ha così proposto un ordine del giorno per la definizione delle aree dimesse, o in via di dismissione, che saranno oggetto di recupero che verrà discusso nella prossima seduta di lunedì 12 maggio. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 28 aprile 2008

Il consiglio Comunale di lunedì 28 aprile ha deciso che verrà ristrutturato il centro civico di Albate e andrà avanti il progetto comunic@. Claudio Corengia di Alleanza nazionale segnala poca trasparenza nell’assegnazione dei fondi alle associazioni.

Ancora una volta il consiglio comunale è potuto iniziare grazie al sostegno delle minoranze, dato che all’appello si sono contati poco più di un ventina di consiglieri di maggioranza.
Il dibattito è subito incominciato sugli ultimi emendamenti al Bilancio comunale. Sono state bocciate le proposte di un Piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo, dato che azioni in tal senso sono già state intraprese dall’amministrazione, la sistemazione di alcuni marciapiedi, perché la procedura per la sistemazione segue altri iter, e la costruzione di fognature in una strada vicinale a Sagnino. Non hanno incontrato il favore del consiglio anche il ripristino della piscina delle scuole di Lora e la sistemazione degli orti di Tavernola, che doveva essere approntata bloccando il progetto del nuovo campo di calcio, l’attivazione della comunità alloggio per minori di Tavernola, per l’amministrazione i progetti ci sono già.
È stata invece approvata la sistemazione, con un budget di 200 mila euro, del centro civico di via Giovane Italia ad Albate. «I soldi erano già stati stanziati nel 2001, poi sono stati tolti e rassegnati senza risultato. La ristrutturazione dello stabile è tra i primi posti dello stato dei bisogni espresso dalla Circoscrizione essendo l’unica sala pubblica disponibile» così ha perorato l’intervento la consigliera del Pd Silvia Magni.
Grazie all’astensione della maggioranza è anche stato deciso di impegnare il Comune nella ricerca di finanziamenti a vari livelli soprattutto per quanto riguarda i bandi comunitari. Quasi tutti d’accordo per il reperimento di risorse per l’allargamento dell’imbocco di via Ronchetto a Breccia, un intervento sollecitato anche da una raccolta di firme fra i cittadini.
Il sindaco, sollecitato da un emendamento proposto dal consigliere Mario lucini, Pd, ha poi chiarito le prospettive future per la ex chiesa di S. Lazzaro (nella foto particolare del degrado interno): «Acquisiremo lo stabile e lo ristruttureremo, stiamo progettando la creazione di un “cannocchiale” da via Dei Mille e la sistemazione di quello che sarà il sagrato».
Per l’Expo 2015 è stato trovato un accordo tra minoranze e maggioranza sull’insediamento di una Commissione ad hoc e un incontro anche con l’amministrazione provinciale per poter valutare gli interventi necessari.
Ancora discussioni sul progetto comunic@ che prevede la nascita di un giornale comunale. Per il sindaco Bruni: «Il tema dell’informazione e della comunicazione è sempre più importante per le pubbliche amministrazioni. Uscirebbe solo con dieci numeri mentre la stampa locale copre 365 giorni l’anno, si farà un lavoro diverso in collaborazione con gli altri promotori: Asl, Asf, Acsm e Csu» Ha poi aggiunto il primo cittadino comasco «Capisco la paura della minoranza sulla gestione del giornalino, ma assicuro che non ci sarà un’occupazione politica e comunque si inizierà con una sperimentazione di 12 mesi».
Il consiglio infine si è soffermato, ed ha approvato, un emendamento proposto da Claudio Corengia, An, che prevede incentivi per gli studenti che utilizzano i trasporti pubblici. Tutti d’accordo sull’iniziativa ma si è aperta la discussione sul dove reperire i fondi. In un primo momento il consigliere di Alleanza nazionale aveva pensato di reperire i soldi dalla parte del bilancio che eroga contributi al mondo dell’associazionismo affermando che si tratta di contributi a pioggia non sempre giustificati da una precisa istruttoria. A questa affermazione hanno fatto eco Vincenzo sapere, Gruppo misto, «finalmente qualcuno ha il coraggio di dirlo» e Bruno Magatti, Paco, che ha detto «Corengia, così come aveva già fatto Rallo, ha riconosciuto che una parte del Bilancio è costruito facendo il giro delle “parrocchie”, in una maniera che polverizza gli interventi facendogli perdere la capacità di incidere seriamente». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di lunedì 21 aprile

Grandi intese nel Consiglio comunale di lunedì 21 aprile. Solo la notte bianca 2009 incrina l’armonia d’intenti di un consiglio che ha visto l’ingresso del consigliere Alessandro Rapinese. Como avrà un’area attrezzata per i camper e non aderirà al progettato Parco della valle del Cosia.

È stato accolto nel Consiglio comunale di lunedì 21 aprile Alessandro Rapinese subentrato al dimissionario Giorgio Carcano che ha lasciato in dote all’assemblea cittadina un dolce regalo in caramelle.
In discussione gli emendamenti al bilancio comunale sono state subito trovate grandi intese tra maggioranza e minoranza e dei dodici documenti presentati una decina sono passati quasi se non all’unanimità.
Sono stati approvati l’installazione di misuratori di temperatura e umidità ambientale nelle scuole per diminuire le patologie alle vie respiratorie dei bambini, il progetto “un albero per ogni neonato”, la copertura internet della biblioteca comunale con una rete wireless, agevolazioni per le famiglie per il trasporto pubblico e l’introduzione di un biglietto unico per più vettori in città, il recupero della piscina della scuola media Don Milani di Sagnino, la costruzione di posteggi a Civiglio Superiore, la costruzione da parte di Csu di un’area attrezzata per i camper e l’introduzione di interventi per la moderazione del traffico nei centri dei quartieri periferici.
Non è passato l’emendamento per l’attuazione del Parco locale di interesse sovracomunale della valle del Cosia, che ha incontrato la contrarietà della Giunta per bocca del sindaco, timoroso di perdere capacità di gestione del territorio e delle spese che deriverebbero da una tale decisione.
Una battaglia più dura sulla decisione dell’affido di due incarichi uno da 28 mila euro per la definizione dell’indotto dei grandi eventi e l’altro da 19 mila euro per la Notte bianca 2009. Per Silvia Magni, Pd, «dei soldi che potrebbero essere indirizzati verso scopi più utili in un bilancio che vede delle difficoltà economiche da parte dell’amministrazione comunale». Un parere contrario da parte dell’assessore Sergio Gaddi che vede invece positivamente la definizione scientifica dell’indotto portato dai grandi eventi culturali affidato ad un osservatorio dello Iulm. Alla votazione per punti, assodata la convenzione con l’università milanese, per poco non è stato stralciata la Notte bianca 2009. In prima votazione si è registrato un testa a testa tra favorevoli e contrari con anche tre esponenti di Forza Italia. Rallo, Simone e Sosio, che si sono trovati concordi con le minoranze. Ricompostasi la maggioranza, dopo una breve pausa di riflessione, è stata poi confermata la collaborazione per il grande evento cittadino.
Sulle tariffe per i servizi a domanda individuale alla proposta di bloccare gli aumenti sino al 2010 della consigliera Roberta Marzorati, Per Como, ha risposto Gianluca Lombardi, capogruppo Fi, che ha presentato un nuovo progetto: il ritiro degli aumenti del 5 per cento proposti per l’anno prossimo controbilanciato però da un aggancio all’indicizzazione Istat delle tariffe. Roberto Rallo dopo aver affermato che «le consulenze destano qualche perplessità» ha detto che in un simile frangente «non si può chiedere neanche un centesimo se non c’è un rigore estremo nelle spese». Per l’esponente forzista «se la stampa locale fosse seria domani dovremmo arrossire e farlo ancor di più quando si sapranno i nomi, che non sono ancora stati resi noti, dei consulenti. Le tariffe non sono contratti economici ma sociali. Senza una indicizzazione degli stipendi non si può fare una indicizzazione tariffaria». La proposta, che è passata, è stata invece difesa dal sindaco che ha voluto sottolinaeare come gli aumenti siano necessari per far fronte alla crescita delle spese con una grossa rigidità dovuta alle spese per il personale. «In quindici anni – ha chiarito Bruni – non aumentando le tasse, come ad esempio l’Ici, siamo riusciti a fare dei risparmi mantenendo la stessa qualità dei servizi». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Il consiglio comunale di martedì 15 aprile 2008

Arrivano in Consiglio comunale le dimissioni di Giorgio Carcano già candidato sindaco di Area 2010. Terminata la discussione generale sul Bilancio nella seduta del 15 aprile è incominciato il dibattito sugli emendamenti. La Giunta è intenzionata a riqualificare i bagni pubblici di piazza Vittoria e a attrezzare un campo da rugby in via Belevedere.

Le elezioni entrano anche in consiglio comunale e dopo le dichiarazioni di appeasement del leader del Pd Walter Veltroni persino Roberto Rallo, Fi, ha auspicato per il futuro «la possibilità di un lavoro diverso con le opposizioni», mentre per Emanuele Lionetti, capogruppo Lega Nord, i risultati elettorali non modificano i rapporti all’interno della maggioranza comunale.
Una disfunzione della macchina elettorale è stata invece segnalata da Marcello Iantorno, Pd, che ha denunciato come un’elettrice comasca abbia incontrato serie difficoltà per poter votare. Una segnalazione a cui ha prontamente risposto l’assessore Cenetiempo che non potendo al questione essere esaurientemente trattata in aula si è reso disponibile per ogni chiarimento da parte dei consiglieri.
Alla fine delle preliminari Giorgio Carcano ha confermato il passaggio di testimone ad Alessandro Rapinese spiegando che la sua scelta è dovuta al «trasferimento ad un incarico più operativo, di vertice, nella società che si occuperà del polo tecnologico di Lomazzo», una nuova mansione «più utile all’interesse pubblico con un incarico più operativo e meno politico».
Sono quindi ripresi i quesiti all’assessore Colombo sul Bilancio e Silvia Magni, Pd, si è chiesta come si possa parlare di Como città turistica quando nel documento di bilancio solo lo 0,54 per cento è destinato alla promozione della città. La consigliera ha definito poi «molto vaghe e indefinite» le proposte della maggioranza per combattere l’inquinamento, così come quelle sulla raccolta dei rifiuti, soprattutto dell’umido. L’esponente Pd ha chiesto anche «come si possa già progettare una società di gestione del servizio idrico quando la Corte costituzionale non si è ancora espressa sulla legge regionale che permetterebbe la vendita degli acquedotti comunali».
Roberto Rallo ha proposto un piano di case popolari «per il futuro delle nostre genti, come lo fu il Piano Fanfani» e ha sottolineato le «eccedenze di materiale umano del nostro ente locale».
Francesco Pettignano, An, ha difeso il «nido pubblico come sinonimo di qualità, efficienza e buon servizio» riconoscendo la possibilità di rivedere i criteri per il calcolo delle tariffe. Per il suo capogruppo Marco Butti «può esserci la disponibilità al dialogo con le minoranze» e, dopo un certo scetticismo iniziale, ha sostenuto l’utilità del Progetto comunic@.
Lassessore Colombo replicando alle domande degli ultimi consigli ha ribadito più volte, a chi aveva chiesto chiarezza sulla vendita della ex Ticosa, la veridicità contabile del bilancio e a proposito della revisione delle tariffe ha espresso la filosofia della Giunta: «Non far pagare a tutti ciò di cui usufruiscono pochi». L’assessore ha cercato di fugare i dubbi sul Progetto comunic@ che «sarà istituzionale e il consiglio dovrà controllarlo». Anche le osservazioni sul rispetto pedissequo di riferimenti normativi di indirizzo di spesa, per oneri di urbanizzazione e tariffe dei servizi a domanda individuale, rientrano nel solco di una «sana e buona amministrazione». Colombo ha concluso ribaltando l’affermazione di chi ha definito il Bilancio “senz’anima” ritenendolo invece «con un’anima pragmatica».
È quindi incominciata la discussione del primo dei 28 emendamenti, con 9 ordini del giorno, che saranno al centro del dibattito comunale nelle prossime sedute. Sempre l’assessore al bilancio ha spiegato questo emendamento presentato dalla maggioranza che prevede una ridistribuzione di fondi dalla sistemazione dell’impianto sportivo di via Spartaco al campo sportivo di rugby in via Belvedere, all’acquisizione delle quote non comunali dell’ex Cinema Politeama e ad altri interventi minori tra cui la sistemazione dei bagni di piazza Vittoria e un incarico per calcolare l’indotto delle mostre a Villa Olmo. Dopo un inizio di discussione, data l’ora tarda, i lavori sono stati spostati al consiglio di lunedì 21 aprile. [Michele Donegana, ecoinformazioni]