Il consiglio comunale di giovedì 19 giugno 2008
Laici e clericali si confrontano sulla istituzione della Consulta per la famiglia al Cosiglio comunale del 19 giugno.
«Il pass che ci autorizza a posteggiare per le sedute in via Perti vale anche per tutte le zone della città?» così ha esordito nel Consiglio comunale di giovedì 19 giugno Donato Supino, Prc, invitando i vigili a multare la macchina di un consigliere di maggioranza in palese divieto di sosta di fronte al Municipio. Dopo di lui Roberta Marzorati, Per Como, ha riportato la testimonianza, corredata da fotografie, della madre di un bambino disabile che ha documentato come le rampe di accesso al marciapiede comunale fossero bloccate dalle macchine dei consiglieri, oltre all’elevatore in cortile ingombrato dalle biciclette dei dipendenti. «Cose non vere» per l’assessore Caradonna.
Ha preso poi la parola Gianluca Lombardi, capogruppo Fi, lodando il ministro Brunetta e auspicando maggiore trasparenza sui costi della politica anche nel Comune di Como: «Da noi non succede come in Provincia». E sempre su Villa Gallia è intervenuto Emanuele Lionetti, capogruppo Lega Nord, affermando che i rimborsi spese denunciati sui giornali locali sono una vergogna: «Soprattutto con un bilancio regolarmente approvato. C’è qualcosa che non funziona».
Un acceso diverbio è nato poi tra Vittorio Mottola, Pd, e l’assessore Caradonna, quando il primo ha richiesto urgentemente il taglio dell’erba nei giardini e lungo le strade di Sagnino per la festa del santo patrono che vedrà anche la partecipazione del vescovo, tanto da far dire al presidente del consiglio Mario Pastore: «Assessore non può essere così provocatorio con i consiglieri».
È quindi ripreso il dibattito sulla Consulta per la famiglia e sono stati discussi gli emendamenti proposti dalla maggioranza.
Veronica Airoldi, Fi, ha proposto di eliminare la possibilità di decisioni d’urgenza del presidente della Consulta, l’eliminazione di rapporti diretti con i partiti politici ed il fatto che i rappresentanti delle associazioni debbano essere «con regolare permesso di presenza», intendi di soggiorno. Tutte proposte accettate dal Consiglio, anche se l’ultima per Mario Lucini, Pd, sfiora il ridicolo «è stato riscritto tutto un articolo solo per aggiungervi alla fine un passaggio sui permessi di soggiorno. Si alimenta un terrore per lo straniero ingiustificato». «È un passaggio un po’ volgarotto» ha chiosato Roberto Rallo di Forza Italia. Non è passata invece la proposta di aumentare gli anni di operatività sul territorio cittadino delle associazioni che vogliono aderire alla Consulta, da uno a due, perché un solo anno è stato ritenuto sufficiente per garantire che l’associazione non sia fittizia. Un passaggio controverso che ha fatto dire al consigliere Rallo che prima di approvare questo regolamento «qualcuno aveva un disegno ben preciso a monte». Bocciati anche altri due emendamenti proposti da Stefano Rudilosso, Fi, per controllare la “genuinità” delle associazioni.
Tutti concordi invece per permettere alle associazioni di far parte di più consulte, attualmente l’unica attiva è quella sull’handicap. Accordo trovato anche per consentire ai consiglieri comunali e agli assessori di partecipare alle sedute della Consulta.
È stato poi bocciato un ordine del giorno, proposto dal Pd, per garantire un budget alla nuova struttura.
È stata insomma una discussione che ha visto gli schieramenti mischiarsi e confondersi, solo due sono state le costanti di voto della serata: l’astensione di Alessandro Rapinese, Area 2010, e il voto contrario di Supino. Anche Bruno Magatti si è dato un indirizzo costante «voterò a favore di tutti quegli emendamenti che iniziano con eliminare, se eliminiamo tutto forse arriveremo a qualcosa di soddisfacente». Il consigliere di Paco ha espresso una «radicale contrarietà» alla Consulta che «serve solo per dare un messaggio esterno a qualcuno. Vescovo, parroco o a qualche rappresentante di lobby». «Il documento presentato ai candidati prima dalle elezioni dal Forum delle famiglie comasche – ha continuato Magatti – chiede delle risposte politiche, invece l’unica risposta che gli si dà è la costituzione di questa Consulta». «Il problema fondamentale – ha concluso il consigliere di Paco – è quello della laicità, contro questa operazione clericale». Parere negativo anche dal rappresentante di Rifondazione per «un provvedimento opportunista. Altre strutture democratiche come le Circoscrizioni sono nate dall’esperienza e dalle esigenze dei Comitati che erano sorti spontaneamente e non è questo il caso. Per di più i proponenti sono legati ad una concezione di famiglia clericale». Recisamente contrario anche Rapinese che dopo l’astensione sugli emendamenti ha votare contro una Consulta «che svilisce il ruolo dei consiglieri comunali». Unico della maggioranza Rallo da «laico ed anzi da ateo devoto» ha espresso parere contrario «anche perché questo potrebbe essere il precedente per dare il via alle consulte le più disparate». Già una per la cultura è stata chiesta in aula da Bruno Saladino del Partito democratico. Un’unica astensione quella di Marcello Iantorno. Da notare il voto favorevole di Rudilosso che nonostante la sua personale contrarietà al provvedimento essendo coordinatore cittadino di FI ha votato a favore. [Michele Donegana, ecoinformazioni]