Mese: Febbraio 2010

Appiano Gentile, Olgiate Comasco e San Fedele Intelvi mercati storici e tradizionali

In tempi di non luoghi dello shopping e cloni di negozi in franchising tre mercati in provincia di Como (Appiano Gentile, Olgiate Comasco e San Fedele Intelvi) sono stati giudicati di valenza storica e di tradizione e beneficeranno di stanziamenti stabiliti dalla Regione Lombardia per supportare il commercio al dettaglio.

Il contributo regionale stanziato con un bando finanzierà interventi relativi alla pavimentazione e alla delimitazione delle aree di mercato e dei posteggi, all’accessibilità e alla sicurezza delle aree e alla logistica delle merci. I contributi serviranno, inoltre, per finanziare impianti per la raccolta dei rifiuti, impianti  di illuminazione e allacciamenti alle reti idrica, elettrica e fognaria e per la qualificazione dell’arredo urbano e del verde pubblico.
Nel dettaglio ad Appiano Gentile andranno 55.999 euro, ad Olgiate Comasco 7.195 euro e a San Fedele Intelvi 2.971 euro.

Una vergogna internazionale!

La presidente lombarda dei Verdi, la comasca Elisabetta Patelli, dopo l’approvazione al Senato dell’emendamento che estende i periodi di caccia, denuncia in un comunicato stampa: «Caccia aperta tutto l’anno per gli ungulati, ossia cinghiali, cervi, caprioli».

«Tra i mammiferi – prosegue l’esponente dei Verdi – si salvano solo lepri, conigli selvatici, volpi. Ma il big business che preme alla lobby venatoria estremista di Palazzo Madama sono gli uccelli, migratori in testa. La norma che è stata votata al Senato e che ora deve superare il voto della Camera per diventare legge. Permette alle Regioni di aprire la caccia tutto l’anno e non più entro i cinque mesi (1° settembre-31 gennaio) previsti dalla legge quadro 157».
Prospettive sempre più nere per la fauna lombarda data la «possibilità delle Regioni di abolire i calendari venatori, libertà di sparare in piena primavera ed estate, con le campagne piene di famiglie in gita».
«Si tratta di una vergogna internazionale – denuncia Patelli – che il centro destra ha compiuto in cambio dei voti dei cacciatori che soprattutto in alcune regioni del Nord sono hanno un peso che può tornare utile alle elezioni di marzo. Vigileremo attentamente sull’evoluzione di questa vergogna alla Camera e siamo pronti a dissotterrare l’ascia di guerra anche in occasione questa storica nostra battaglia».

No al supermercato sotto la cascata

L’ambientalismo dell’Alta Brianza in fermento contro la cementificazione della Vallategna ad Asso.

«La nostra contrarietà al progetto nasce per almeno tre motivi – afferma il Circolo ambiente “Ilaria Alpi” di Merone – dal punto di vista paesistico perché coprirebbe la vista della bellissima cascata; dal punto di vista ambientale perché si trova a ridosso del fiume Lambro; dal punto di vista geologico perché si trova ai piedi delle pendici a strapiombo della montagna, col pericolo di frane che metterebbero a rischio gli stessi utenti del supermercato».
«La cascata della Vallategna – si legge in un volantino del Coordinamento Alta Brianza-Valassina di Civiltà contadina – appartiene alla memoria della valle, essa rappresenta lo splendido ingresso innanzitutto per noi stessi, abitanti di questi luoghi ed è uno stupendo biglietto da visita per tutti coloro che la vogliano attraversare. Stravolgerne la figura con una gettata di cemento, questo e non altro è il previsto supermercato, significa uccidere per sempre ogni sua bellezza, ogni sua magia».
Civiltà contadina si schiera inoltre contro l’abbattimento dei cedri davanti al municipio del paese per fare una rotonda, che «servirà soprattutto a consentire ai camion di servizio del supermercato di girare».
«Che la destinazione urbanistica venga modificata da edificabile a parco verde – è quanto auspica Roberto Fumagalli del circolo Ambiente – in modo da rendere fruibile alla gente la vista della splendida cascata della Vallategna».

Il Consiglio comunale di Como di lunedì 1 febbraio 2010

Bocciata la proposta di un aiuto ulteriore alle persone che offrono di forte disagio sociale. Proposta una Commissione per indirizzare il sindaco sulla sicurezza. I Verdi protestano, tra il pubblico, per l’inerzia sul superamento dei livelli di PM10.

Sicurezza in città al centro delle preliminari del consiglio comunale di lunedì 1 febbraio. Maggiori controlli nelle ore serali ai Portici Plinio ha chiesto Silvia Magni, Pd: «Mi è stato riferito di episodi spiacevoli, con bande di adolescenti che infastidiscono i passanti con cui cercano a volte di attaccare briga, in alcuni casi anche minacciando con coltelli!».
Il capogruppo del nuovo raggruppamento Liberi per Como, Luigi bottone, ha invece presentato la proposta di formazione di una «Commissione speciale per la sicurezza-controllo del territorio-polizia locale», per supportare ed aiutare il sindaco «a prevenire qualsiasi fenomeno di vandalismo», dare indirizzi guida al Consiglio per «reprimere qualsiasi forma di violenza/ reati che potrebbero sorgere nel territorio comasco» e infime «studiare le problematiche di tutti i quartieri (centrali e periferici) al fine di trovare nuove soluzioni alle esigenze dei cittadini».
Dell’appalto per la raccolta dei rifiuti a cui è risultato un solo partecipante, Econord, ha poi parlato Roberta Marzorati, Per Como, «con la clausola della piattaforma ecologica non c’è stata concorrenza…», per questo ha annunciato che l’appalto verrà fatto conoscere alla Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che deciderà poi il da farsi.
«Asesùr, chi la roba l’è mia ciara!» è intervenuto scherzosamente in dialetto Donato Supino, Prc, rivolgendosi ad un infastidito Peverelli (che gli ha chiesto stizzito di parlare in siciliano, mentre alcuni esponenti del Pdl comaschi doc hanno apprezzato la pronuncia del vernacolo locale).
Il consigliere comunista ha anche chiesto una sessione congiunta, fra le commissioni prima e quarta, con la convocazione del presidente di Spt Spa sulla vendita di Spt Linea.
Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto di rivedere le modalità per il blocco del traffico nell’area omogenea milanese, comprendente anche Como, in cui «vengono discriminati i possessori di euro 0».
Tra il pubblico una decina di spettatori si sono presentati indossando mascherine per protestare contro l’inerzia del Comune sul superamento, da giorni, delle soglia di PM10 «è assordante il silenzio e l’atteggiamento degli amministratori – ha dichiarato Elisabetta Patelli presidente regionale dei Verdi – Mezza Lombardia ha preso dei provvedimenti qui si fa finta che il problema non esista». «Sappiamo che interventi in emergenza non sono risolutivi – ha aggiunto Patrizia Signorotto del movimento Giù la Giunta – ma devono almeno fare delle scelte».
L’assemblea ha quindi affrontato la proposta di deliberazione di indirizzo di Bruno Magatti, Paco, che proponeva di individuare delle «linee da assumere per risolvere il forte disagio sociale». «Un tema non residuale, ma culturale per la vita di tutta la città» ha sottolineato il consigliere della rondine citando anche alcuni dati: 39 persone per notte di media al centro di Prestino, 102 pasti serviti di media alla sera dall’associazione Incroci, 90 a pranzo dalla S. Vincenzo.
«Si parla di un numero di difficile definizione ma che si aggira sul centinaio di persone in difficoltà», ha precisato.
La proposta è stata quindi quella di individuare tre strutture di dimensioni contenute in città dove permettere di alloggiare, garantendone una corretta manutenzione, dare un sostegno alla formazione delle persone accolte e creare un Osservatorio permanente sull’esclusione sociale con il compito di stilare un rapporto annuale.
Un tema caro anche a Franco Fragolino, Pd, «occorre un monitoraggio continuo dei bisogni reali del territorio», nel 2007 9.529 persone si sono rivolte a enti no profit almeno una volta, che ha presentato un emendamento, passato con i soli voti della minoranza (la maggioranza si è astenuta) per attuare dei progetti di housing sociale e servizi integrati con partnership col terzo settore.
Con un’interpretazione del Regolamento contestata dalla minoranza è intervenuta l’assessora competente, nonché vicesindaca, Ezia Molinari che in un discorso fiume di più di venti minuti ha definito condivisibili i principi della delibera, ma ha espresso un parere contrario essendo gli stessi già attuati da parte dell’Amministrazione.
Ironica la replica di Magatti «facciamo una scommessa, andiamo al Crocefisso a vedere se non c’è nessuno sotto i portici a dormire con questo freddo. Se non c’è nessuno mi dimetto, se no si dimette lei..».
Alle dichiarazioni di voto Marco Butti, Pdl, ha ribadito la contrarietà del proprio partito al deliberato mentre Emanuele Lionetti, per Liberi per Como, ha dichiarato che il proprio gruppo si sarebbe astenuto.
«Abbiamo presentato una delibera al di là di ogni atteggiamento ideologico – è sbottato fragolino – per quale motivazione ideologica votate contro?».
Ai voti solo la minoranza ha sostenuto la proposta, Pdl e Lega hanno votato contro, mentre si sono astenuti Liberi per Como e il consigliere del Pdl Arturo Arcellaschi.
Luca Gaffuri, Pd, ha dunque presentato una delibera per la valorizzazione delle strutture di trasporto su ferro nel territorio comunale e intermodalità.
La “cura del ferro” data anche la diminuzione dei servizi, che «avranno ricadute sul turismo», «da 29 convogli internazionali nel 2008 siamo scesi quest’anno a 14, così Como è più lontana da Milano, dall’Italia, dall’Europa». Gaffuri ha ricordato anche il disagio dato dal passaggio come stazione capolinea da Milano Centrale a Porta Garibaldi con i problemi inerenti per chi deve proseguire per altre città. Anche le Ferrovie Nord non sono esenti da critiche dati tempi di percorrenza peggiorati rispetto al ’39, da 50 minuti a 54-56, per andare da Como al capoluogo lombardo.
L’obiettivo è il ripristino dei servizi rapidi per Milano, la valorizzazione dell’esistente, in particolare della tratta Albate-Camerlata – Chiasso servita da Tilo e servizio regionale, un migliore collegamento con Asf (orari e tariffari). Le sfide per il futuro saranno la metrotramvia e la Como – Lecco, che collega con Cantù.
L’assessore Stefano Molinari si è detto favorevole, come unica soluzione fattibile, all’introduzione di alcune corse in più per Milano dopo le 20 e il mattino, «ma il resto della delibera è in certi punti vecchia e in alcuni irrealizzabile» ha affermato suscitando il malcontento fra il pubblico di una decina di pendolari che ha resistito sino alla mezzanotte in aula.
Iniziata la discussione è quasi subito stata aggiornata alla seduta di lunedì prossimo data l’ora. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Bocciata la proposta di un aiuto ulteriore alle persone che offrono di forte disagio sociale. Proposta una Commissione per indirizzare il sindaco sulla sicurezza. I Verdi protestano, tra il pubblico, per l’inerzia sul superamento dei livelli di PM10.
Sicurezza in città al centro delle preliminari del consiglio comunale di lunedì 1 febbraio. Maggiori controlli nelle ore serali ai Portici Plinio ha chiesto Silvia Magni, Pd: «Mi è stato riferito di episodi spiacevoli, con bande di adolescenti che infastidiscono i passanti con cui cercano a volte di attaccare briga, in alcuni casi anche minacciando con coltelli!».Il capogruppo del nuovo raggruppamento Liberi per Como, Luigi bottone, ha invece presentato la proposta di formazione di una «Commissione speciale per la sicurezza-controllo del territorio-polizia locale», per supportare ed aiutare il sindaco «a prevenire qualsiasi fenomeno di vandalismo», dare indirizzi guida al Consiglio per «reprimere qualsiasi forma di violenza/ reati che potrebbero sorgere nel territorio comasco» e infime «studiare le problematiche di tutti i quartieri (centrali e periferici) al fine di trovare nuove soluzioni alle esigenze dei cittadini».Dell’appalto per la raccolta dei rifiuti a cui è risultato un solo partecipante, Econord, ha poi parlato Roberta Marzorati, Per Como, «con la clausola della piattaforma ecologica non c’è stata concorrenza…», per questo ha annunciato che l’appalto verrà fatto conoscere alla Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che deciderà poi il da farsi.«Asesùr, chi la roba l’è mia ciara!» è intervenuto scherzosamente in dialetto Donato Supino, Prc, rivolgendosi ad un infastidito Peverelli (che gli ha chiesto stizzito di parlare in siciliano, mentre alcuni esponenti del Pdl comaschi doc hanno apprezzato la pronuncia del vernacolo locale).Il consigliere comunista ha anche chiesto una sessione congiunta, fra le commissioni prima e quarta, con la convocazione del presidente di Spt Spa sulla vendita di Spt Linea.Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto di rivedere le modalità per il blocco del traffico nell’area omogenea milanese, comprendente anche Como, in cui «vengono discriminati i possessori di euro 0».Tra il pubblico una decina di spettatori si sono presentati indossando mascherine per protestare contro l’inerzia del Comune sul superamento, da giorni, delle soglia di PM10 «è assordante il silenzio e l’atteggiamento degli amministratori – ha dichiarato Elisabetta Patelli presidente regionale dei Verdi – Mezza Lombardia ha preso dei provvedimenti qui si fa finta che il problema non esista». «Sappiamo che interventi in emergenza non sono risolutivi – ha aggiunto Patrizia Signorotto del movimento Giù la Giunta – ma devono almeno fare delle scelte».L’assemblea ha quindi affrontato la proposta di deliberazione di indirizzo di Bruno Magatti, Paco, che proponeva di individuare delle «linee da assumere per risolvere il forte disagio sociale». «Un tema non residuale, ma culturale per la vita di tutta la città» ha sottolineato il consigliere della rondine citando anche alcuni dati: 39 persone per notte di media al centro di Prestino, 102 pasti serviti di media alla sera dall’associazione Incroci, 90 a pranzo dalla S. Vincenzo.«Si parla di un numero di difficile definizione ma che si aggira sul centinaio di persone in difficoltà», ha precisato.La proposta è stata quindi quella di individuare tre strutture di dimensioni contenute in città dove permettere di alloggiare, garantendone una corretta manutenzione, dare un sostegno alla formazione delle persone accolte e creare un Osservatorio permanente sull’esclusione sociale con il compito di stilare un rapporto annuale.Un tema caro anche a Franco Fragolino, Pd, «occorre un monitoraggio continuo dei bisogni reali del territorio», nel 2007 9.529 persone si sono rivolte a enti no profit almeno una volta, che ha presentato un emendamento, passato con i soli voti della minoranza (la maggioranza si è astenuta) per attuare dei progetti di housing sociale e servizi integrati con partnership col terzo settore.Con un’interpretazione del Regolamento contestata dalla minoranza è intervenuta l’assessora competente, nonché vicesindaca, Ezia Molinari che in un discorso fiume di più di venti minuti ha definito condivisibili i principi della delibera, ma ha espresso un parere contrario essendo gli stessi già attuati da parte dell’Amministrazione.Ironica la replica di Magatti «facciamo una scommessa, andiamo al Crocefisso a vedere se non c’è nessuno sotto i portici a dormire con questo freddo. Se non c’è nessuno mi dimetto, se no si dimette lei..».Alle dichiarazioni di voto Marco Butti, Pdl, ha ribadito la contrarietà del proprio partito al deliberato mentre Emanuele Lionetti, per Liberi per Como, ha dichiarato che il proprio gruppo si sarebbe astenuto.«Abbiamo presentato una delibera al di là di ogni atteggiamento ideologico – è sbottato fragolino – per quale motivazione ideologica votate contro?».Ai voti solo la minoranza ha sostenuto la proposta, Pdl e Lega hanno votato contro, mentre si sono astenuti Liberi per Como e il consigliere del Pdl Arturo Arcellaschi.Luca Gaffuri, Pd, ha dunque presentato una delibera per la valorizzazione delle strutture di trasporto su ferro nel territorio comunale e intermodalità.La “cura del ferro” data anche la diminuzione dei servizi, che «avranno ricadute sul turismo», «da 29 convogli internazionali nel 2008 siamo scesi quest’anno a 14, così Como è più lontana da Milano, dall’Italia, dall’Europa». Gaffuri ha ricordato anche il disagio dato dal passaggio come stazione capolinea da Milano Centrale a Porta Garibaldi con i problemi inerenti per chi deve proseguire per altre città. Anche le Ferrovie Nord non sono esenti da critiche dati tempi di percorrenza peggiorati rispetto al ’39, da 50 minuti a 54-56, per andare da Como al capoluogo lombardo.L’obiettivo è il ripristino dei servizi rapidi per Milano, la valorizzazione dell’esistente, in particolare della tratta Albate-Camerlata – Chiasso servita da Tilo e servizio regionale, un migliore collegamento con Asf (orari e tariffari). Le sfide per il futuro saranno la metrotramvia e la Como – Lecco, che collega con Cantù.L’assessore Stefano Molinari si è detto favorevole, come unica soluzione fattibile, all’introduzione di alcune corse in più per Milano dopo le 20 e il mattino, «ma il resto della delibera è in certi punti vecchia e in alcuni irrealizzabile» ha affermato suscitando il malcontento fra il pubblico di una decina di pendolari che ha resistito sino alla mezzanotte in aula.Iniziata la discussione è quasi subito stata aggiornata alla seduta di lunedì prossimo data l’ora. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Più razzisti per colpa di politica e media

Contiene il racconto dettagliato di otto storie emblematiche, la descrizione sintetica di 398 casi di discriminazione e razzismo dal gennaio 2007 al luglio 2009 e l’analisi delle norme che hanno strutturato le politiche migratorie del nostro paese definendo meccanismi di discriminazione e esclusione dai diritti il Rapporto sul razzismo in Italia, edito da Manifestolibri e presentato dalla curatrice Grazia Naletto venerdì 29 gennaio in un duplice appuntamento al liceo classico Volta nel pomeriggio e alla libreria Punto Einaudi in serata.

Punto di partenza uno sguardo sulla nostra realtà quotidiana con la ricerca svolta da Michele Donegana di ecoinformazioni (pubblicata sul numero 399 del mensile) sui media locali alla ricerca di notizie di avvenimenti di chiara matrice razzista.
Il 2009 comasco conferma la tendenza nazionale con episodi di diverso genere e peso: dall’incendio
doloso alla lavanderia di Lurate Caccivio agli insulti razzisti nella partita del campionato juniores provinciale Novedratese Atletico Erba, alla quota del 20 per cento per l’accoglienza di bimbi stranieri nei nidi cittadini ai proclami antislamici nel consiglio comunale di Como.
«I fenomeni di razzismo, pur avendo una loro specificità, sono legati ai flussi migratori  ̶  ha spiegato Grazia Naletto  ̶ : negli anni ‘80 con la definizione di vu cumprà si stigmatizzava l’intera Africa; nella seconda metà del 2007 il dibattito pubblico si è incentrato sulla sovrapposizione non nuova tra migranti e criminalità: albanesi e rumeni sono stati identificati come categorie di soggetti propensi a delinquere».
«La tendenza è alla rimozione della presenza di un “problema razzismo” ̶  ha chiarito la curatrice del Rapporto   ̶ , ma affermare che esiste il razzismo è cosa ben diversa dal fare generalizzazioni indebite. Anche in casi di aggressioni gravi come per il cittadino indiano bruciato a Nettuno, la violenza subita da Emmanuel Bonsu o l’uccisione di Abdul Guibre i media hanno per lo più sostenuto la tesi del caso isolato evitando di riconoscere il carattere discriminatorio e razzista di questi avvenimenti».
Non si deve generalizzare, ma certo è in aumento la cultura razzista, quella che tratta in modo diseguale le persone a seconda della loro nazionalità, dell’aspetto fisico e della religione praticata. E la strumentalizzazione della questione immigrazione per fini politici è chiara, basti pensare all’allarme sicurezza continuamente rilanciato.
«Negli ultimi tre anni il processo di legittimazione del razzismo è avvenuto prima a livello politico, poi mediatico e infine si è diffuso nella società – ha denunciato la vicepresidente di Lunaria –: i casi di discriminazione non sono una novità, ma in passato gli autori avevano una certa reticenza nell’esplicitare il sentimento di intolleranza, mentre oggi sono caduti i freni inibitori, non ci si vergogna più, il razzismo è stato normalizzato, è diventato un fatto ordinario grazie all’interazione reciproca di effetto mediatico e politiche xenofobe che agiscono nelle costruzione del senso comune e dell’opinione pubblica».
L’unica via praticabile contro la rimozione è la narrazione, bisogna raccontare quello che accade e questo si cerca di fare nel Rapporto, che è comunque un’analisi parziale dal momento che le fonti sono i media e i casi che acquistano visibilità mediatica sono minoritari rispetto alla realtà.
Non si possono però dimenticare storie clamorose ed esemplari di come i mezzi di comunicazione alimentino questa tendenza contribuendo alla creazione di un’immagine sfalsata della verità: nelle prime ore successive al delitto di Erba Azouz Marzouk fu indicato con certezza colpevole dalle maggiori agenzie di stampa in virtù della sua diversità quando poi gli assassini accertati furono gli italianissimi vicini di casa; Erika e Omar a Novi Ligure accusarono extracomunitari della strage da loro commessa e furono creduti per giorni perché è facile accettare l’idea di stranieri cattivi.
L’omicidio di Abba a Milano non fu descritto come episodio di efferata e ingiustificata violenza, ma fu in un certo senso attenuato dalla definizione della vittima come “ladro di biscotti”.
Rivolgendosi in particolare agli studenti e alle studentesse del liceo classico Volta, Grazia Naletto ha concluso il suo intervento con un invito: «È indispensabile un lavoro di osservazione a livello locale anche nel mondo della scuola dove molti episodi vengono etichettati genericamente come atti di bullismo anche quando la matrice razziale e discriminatoria è indubbia». [Antonia Barone, ecoinformazioni]

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