Il Comune di Como raschia il fondo del barile
Palazzo Cernezzi alla ricerca disperata di introiti, dopo la vendita dei cosiddetti “gioielli di famiglia”, Acsm, Serravalle e il tentativo Ticosa, passa a cessioni minori
Tre interventi sono riconducibili alla disperata ricerca di fondi. Per primo la Giunta comunale ha approvato l’ipotesi di vendita per la farmacia comunale di Muggiò gestita ora da Csu entro fine anno, una scelta a detta dell’Amministrazione «legata all’andamento dei risultati economici degli ultimi anni».
La Giunta guidata da Bruni ha quindi deciso di ritrattare la convenzione stipulata con la ditta Lema-Lezzini per il Piano di recupero di via Alciato/ via dei Mille: «La convenzione prevedeva l’obbligo di cessione a titolo gratuito e a favore del Comune di Como delle opere di urbanizzazione secondaria riguardanti un giardino di 867mq e un parcheggio interrato di 833mq – spiegano da via Vittorio Emanuele II –. Considerato che l’area e le opere non sono rispondenti nel complesso, per ubicazione, conformazione ed estensione ai requisiti di pubblica utilità e considerati, inoltre, gli oneri manutentivi oltre a quelli generici e tipici di un condominio che sarebbero poi a carico dell’amministrazione, la proposta di monetizzare tale cessione con il pagamento di 642.735mila euro è stata accolta favorevolmente dalla giunta».
Portandosi avanti l’esecutivo del capoluogo lariano ha iniziato a valutare le modalità di un condono edilizio da cui verranno esclusi «gli immobili soggetti a vincoli diretti (es. Codice dei Beni Culturali e del paesaggio) e gli immobili soggetti a vincoli di inedificabilità assoluta in forza di leggi speciali (es. vincolo cimiteriale)». Si potranno però sanare «gli abusi edilizi riguardanti immobili sottoposti a vincoli di tipo diverso (es. ambientale, idrogeologico…)» con buona pace del territorio.