Venerdì 26 ottobre giornata nazionale di mobilitazione degli inquilini
«É necessario in questa fase di fine legislatura adottare alcune misure che consentano a chi cerca o vive in affitto di vedere migliorata la propria condizione abitativa». Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini hanno deciso di organizzare per venerdì 26 ottobre una giornata nazionale di mobilitazione
La fase acuta della crisi sta allargando la categoria colpita dalla difficoltà di accedere o poter continuare a mantenere un alloggio in locazione. Stanno aumentando in maniera considerevole le richieste ai comuni per alloggi di edilizia residenziale pubblica, senza che questi siano in grado di poter offrire nessuna soluzione. Sempre gli enti locali sono i destinatari delle 350mila domande di contributo del Fondo di sostegno all’affitto che ha subito, con l’ultima legge di bilancio, il totale azzeramento. Un quadro di sofferenza diretta e indiretta che colpisce 5 milioni di famiglie e, ad oggi, non vi è stato nessun intervento economico o fiscale del Governo a favore degli inquilini. Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini ritengono non più accettabile questa situazione e la disattenzione dell’esecutivo nei confronti del settore delle locazioni. Hanno deciso quindi di organizzare per venerdì 26 ottobre una giornata nazionale di mobilitazione.
«I recenti provvedimenti non hanno sicuramente contribuito ad un contenimento del caro affitti -commenta Silvana Brenna, segretaria provinciale Sunia Como – É necessario in questa fase di fine legislatura adottare alcune misure che consentano a chi cerca o vive in affitto di vedere migliorata la propria condizione abitativa». «Come sindacati – continua Brenna – proponiamo una proroga degli sfratti al 31 dicembre 2013 e il rifinanziamento del fondo sostegno affitti, accompagnato da un incremento della disponibilità di alloggi per i comuni e da un rilancio dei canoni concordati, assieme a nuova convenzione nazionale che possa consentire di rinnovare gli accordi territoriali definendo le modalità di applicazione agli interventi di social housing». «Queste misure vanno accompagnate da una ferrea lotta all’evasione fiscale, attuabile attraverso la tracciabilità del pagamento dei canoni di locazione – spiega la sindacalista – inoltre è necessario introdurre una detrazione del 19% sui canoni pagati dagli inquilini, in analogia a quanto previsto per il mutuo sulla prima casa, e un innalzamento delle rendite catastali del 50% per gli immobili ad uso abitativo non locati da almeno tre anni nei comuni ad alta tensione. Una buona soluzione sarebbe anche la riduzione da parte degli enti locali al 4 per mille dell’Imu per i contratti a canone concordato e l’utilizzo dei depositi cauzionali, relativi ai contratti di locazione, per la costituzione di un fondo di garanzia per le famiglie in emergenza». «Infine la costituzione di un osservatorio sul fabbisogno abitativo finalizzato ad acquisire dati sulla composizione sociale e reddituale del disagio – conclude Brenna – permetterebbe di sostenere in maniera più efficace una maggiore offerta di alloggi in affitto pubblico e moderato».