Auguri, Parada par tücc: cento di questi caos
La Parada par tücc compie dieci anni. Dieci rivoluzioni – variopinte, rumorose, allegre, necessarie – del centro di Como. Dal 2009, l’iniziativa ha raccolto a sé un numero sempre più grande di fan e di partecipanti, che insieme ai volontari e alle volontarie dell’associazione (anche loro in aumento, e non è un caso) si prodigano durante il resto dell’anno per rendere la Parada un appuntamento sempre più atteso e sorprendente.
La decima edizione era dedicata al tema del Caos, che è, in fondo, la cifra stilistica del “serpentone” che ogni anno anima Como in un sabato di maggio o giugno, come può testimoniare chiunque vi abbia assistito o preso parte. Non un caos sovversivo, anarchico e distruttivo, comunque: tutt’altro. Non solo perché’l’organizzazione di questa sfilata è sempre attenta agli spazi pubblici e ai suoi utenti (un caos “controllato”, insomma), ma anche nell’accezione “filosofica”, quella di una confusione generativa, primordiale, dalla quale possano nascere nuove, preziose idee e relazioni.
Il corteo di quest’anno è stato purtroppo segnato da una certa “frammentarietà”, determinata forse da un itinerario complesso (che si è comunque preso la soddisfazione, per la prima volta, di partire dal lungolago) e ricco di stradine strette, non facilmente accessibili a tutti i gruppi di “paradisti” in un pomeriggio sorprendentemente radioso, e a maggior ragione affollato: la sfilata, in effetti, si è conclusa anzitempo, compiendo l’itinerario fino a viale Corridoni in modo rapido e discontinuo. Va detto che la logistica non ha assolutamente pregiudicato l’aspetto creativo dell’iniziativa, capace di reinventarsi di anno in anno e di appuntamento in appuntamento (perché il calendario dell’associazione Partücc è fitto di iniziative annuali, tra polentate con delitto, cacce al tesoro, “mini-parade” e, giustamente, decine di laboratori in preparazione al corteo), senza mai abbandonare i propri principi fondativi: ecologia, libertà, gratuità, con un occhio di riguardo sia alla dimensione locale (da cui la scelta, peraltro ereditata dalla Par tòt parata bolognese, di adottare il dialetto locale, a cui rimanda il logo della Parada: una “Ü” sgangherata e colorata, che ricorda un sorriso), sia all’inclusione di contributi e aficionados di questo evento (è il caso di usare questa parola, per chi ha presente Como per il resto dell’anno) così atipico, così irrinunciabile.
Al solito, chi scrive – un’entusiasta (quasi) della prima ora – avrebbe molto da dire su questa e ogni altra Parada, sulla passione di chi ci lavora, sull’attesa di chi vi assiste, sulle trovate sempre geniali e sopra le righe per declinare temi spesso impegnativi e versatili. Al solito, però, parafrasando Kerouac (o chi per lui), la pagina, o il blog ,nel suo profluvio di noiosi caratteri neri su fondo bianco, impone una struttura innaturale al caos della Parada. E allora, sempre “al solito”, meglio lasciar parlare le immagini.
Ancora una volta, e si spera molte altre, grazie a tutti, grazie a tutte. [Alida Franchi, ecoinformazioni]
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Leggi più informazioni sulla Parada par Tücc all’articolo di Alida Franchi, ecoinformazioni sulla presentazione della X edizione, comprensivo di link alle pagine dell’iniziativa e dell’associazione.