Il Consiglio provinciale di martedì 30 novembre 2010

Spaccature invisibili a Villa Saporiti. Il presidente Leonardo Carioni, rispondendo alle opposizioni sulla tenuta della maggioranza, ha confermato la fiducia di tutto il centrodestra nel programma concordato, anche se ha chiesto in Aula ai consiglieri “scissionisti” se avessero ancora le stesse priorità, soprattutto a proposito in infrastrutture, tema al centro dell’intervento di Carioni. Qualche frecciatina tra i capigruppo di Autonomia comasca e delle altre voci della maggioranza. Per Tettamanti «si sceglie di galleggiare, come a Roma».

Il centrodestra tiene o non tiene? Pare di sì, comunque, nonostante le divergenze. È quanto è emerso dalla seduta del Consiglio provinciale lariano di martedì 30 novembre, incentrato sulla richiesta di convocazione di una seduta straordinaria dell’Aula, da parte di un quinto dei Consiglieri, per verificare lo stato della maggioranza e dell’attuazione del programma. Il presidente Carioni è dunque in Aula («per questo danno neve», ha commentato ironicamente la consigliera Rosangela Arrighi). Si comincia. Anzi no. Il presidente è in bagno, quindi si inizia con il successivo punto all’ordine del giorno, l’azienda speciale per la formazione, l’orientamento e il lavoro e nello specifico l’approvazione della modifica del contratto di servizio per la gestione dei servizi di formazione, orientamento e lavoro. Ivano Bianchi della Lega ha elogiato il lavoro svolto dall’azienda speciale, e in particolare quello del suo consiglio d’amministrazione; per Renato Tettamanti le esternazioni dell’esponente del Carroccio sono state «parole in libertà…Che ruolo ha il CdA? A cosa serve? L’agenzia già funzionava prima e la formazione pubblica è l’elemento centrale di questo servizio»; sempre sul CdA Rosangela Arrighi del Pd ha ricordato che «anche questa volta non c’è nessuna donna» in tale organismo nominato dalla Provincia; secondo Serafino Grassi, capogruppo Pdl, «non si tratta di pubblico o privato, l’importante sono i risultati ottenuti».

La delibera viene poi approvata all’unanimità, si passa alla questione clou della riunione: i dissidi interni alla maggioranza. Mauro Guerra, capogruppo del Partito democratico, ha spiegato le ragioni della richiesta dell’opposizione: «abbiamo verificato negli ultimi mesi una certa diversità di opinioni all’interno della maggioranza, non molto spesso si sono tradotte in voti differenti, ma è stato costituito un nuovo gruppo, nato sulla base di un ragionamento critico rispetto all’andamento del governo di questa Provincia. Si chiedeva un cambio di passo: qualcuno l’ha messo in conto? Quali sono le priorità per i prossimi due anni?».

«Una richiesta giusta, doverosa – ha replicato Leonardo carioni, presidente della Provincia di Como – , per un chiarimento su ciò che avviene nella maggioranza. 10 dei 16 consiglieri del Pdl sono rimasti con il Pdl, 6 hanno costituito Autonomia comasca: è una loro scelta ma mi hanno dato garanzie sulla fiducia al presidente, al programma. Diverso è poi vedere cosa riuscirà a fare quest’amministrazione nel prossimo anno e mezzo. Mi sorgono delle domande…Ad esempio, sulle infrastrutture, chiamo la mia amministrazione a chiarire questi punti con un confronto con la Regione. Prendiamo la galleria di Pusiano: è una barzelletta. Qualche mese fa qualcuno diceva che non sarebbe servita…Decidiamoci, sennò va tutto a puttane. La domanda è: siamo tutti insieme decisi a continuare su queste priorità? Prendo atto della fiducia ma chiedo ai gruppi se sono cambiate le priorità sulle quali si costruisce il lavoro del prossimo anno e mezzo: diciamolo subito, evitiamo di fare confusione».

Alla domanda ha risposto con un altro quesito il fautore della scissione all’interno del Pdl, Giancarlo Galli: «la domanda è chi siamo e cosa vogliamo? Il problema dell’identità è un problema preliminare. Ricordo allora le ragioni e le finalità della nostra iniziativa; mi rendo conto che sarebbe stato più semplice parlare di strade ma la politica ha la sua complessità…». Complessità che è emersa dall’intervento di Galli, considerato poi da altri consiglieri del centrodestra quasi «filosofico», ricco di citazioni e riferimenti a politologi illustri. Il “succo” delle parole del capogruppo di Autonomia comasca è che i sei consiglieri hanno «preferito partire dal basso», ma «con la volontà di garantire la governabilità in provincia: continuiamo a lavorare per l’attuazione del programma», pur auspicando un “feder-unionismo” e un modello alla Miccichè. Nessuna messa in discussione del presente, insomma, ma si guarda al futuro…Sulla tenuta del governo e l’appoggio dell’intera maggioranza a Carioni non ha mai avuto alcun dubbio Giordano Minotti della Lega: «la divisione ha ragioni diverse rispetto al programma, non se ne deve occupare il Consiglio. È il personalismo di qualche consigliere di maggioranza: le critiche di Galli alla Giunta sono state fatte a titolo personale». Ultime frecciatine da Minotti a Galli, ma ci ha pensato Serafino Grassi del Pdl a far tornare completamente il sereno: «abbiamo sempre affrontato le questioni con la massima responsabilità e fiducia nel programma, stabilito da questa maggioranza, eletta dai cittadini con un larghissimo consenso; continuiamo nella strada dell’attuazione del programma, del quale punti qualificanti sono stati già raggiunti, con l’obiettivo del federalismo fiscale».

Per le minoranze, dunque, «è chiaro che c’è una maggioranza che dice di esistere e voler continuare – ha dichiarato Renato Tettamanti – ma c’è un dato di crisi, di sfaldamento. Non si sa bene quanto sia credibile il teatrino che si sta rappresentando. Il presidente deve chiedere in diretta alla sua maggioranza cosa ne pensa della galleria di Pusiano? Vi state dando medaglie che non ci sono. E a Galli chiedo: il tuo giudizio sull’operato della Giunta Carioni era realmente personale o del gruppo? Sappiamo poi tutti che c’è connessone con il livello nazionale: davvero vi considerate immuni da possibili cadute? A me non pare. Guardate cosa sta succedendo in tanti Comuni: è finita un’era, non solo a Como. Si sceglie di galleggiare, come a Roma. Ma il problema delle priorità c’è». [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]

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