Niente fondi per Brienno dalla Provincia

Niente fondi per Brienno. In Consiglio provinciale, nella seduta di lunedì 26 settembre, è mancato il numero legale. Risultato: non viene approvata la messa a bilancio di 500mila euro da destinare alla ricostruzione del paese colpito dalla frana. L’opposizione attacca: «la Provincia disattende le promesse; non esiste più una maggioranza».Nuove schermaglie a Villa Saporiti. È ancora una volta Autonomia comasca a “rompere le uova nel paniere” della maggioranza – oltre all’opposizione vera e propria, che da tempo critica apertamente l’operato del Pdl –  chiedendo di inserire lo stanziamento per Brienno prima di votare la delibera sulla variazione al bilancio. La posta in gioco era alta e riguardava appunto 500mila euro da destinare al paese colpito dalla frana, una somma “promessa” dal Consiglio provinciale nella seduta del 27 luglio scorso. Al rifiuto dell’assessore si è proceduto ad una votazione che è finita 12 a 11 per la maggioranza. A quel punto sia l’opposizione che il gruppo guidato da Giancarlo Galli hanno lasciato l’aula facendo mancare il numero legale, con disappunto della maggioranza.

La consigliera democratica Chiara Braga ha commentato: «Per l’ennesima volta la maggioranza ha dimostrato di essere incapace di rispettare un impegno preso all’unanimità, per di più rispetto ad una situazione di emergenza come quella di Brienno. Dopo il gioco di rimpallo di responsabilità tra Ministero e Regione a cui abbiamo assistito nelle scorse settimane, non potevamo accettare questo passo indietro da parte della Provincia. Per questo abbiamo insistito in sede di dibattito perché la giunta reperisse i fondi promessi lo scorso 27 luglio. Le motivazioni del ritardo accampate dall’assessore al bilancio non sono state convincenti: l’ipotesi di utilizzare i fondi delle compensazioni ambientali della Pedemontana per Brienno è tutta da verificare e sicuramente non coincide con le richieste urgenti che vengono dal comune per ripristinare strade e infrastrutture pubbliche assolutamente necessarie. Abbiamo suggerito alla Giunta altre soluzioni immediatamente percorribili  – attingere all’avanzo di amministrazione come è stato fatto per altre opere ben meno urgenti – ma le nostre sollecitazioni sono cadute nel vuoto sacrificate a uno sterile gioco delle parti tra Lega, Pdl e Autonomia comasca.  Di fronte a questa ennesima prova di arroganza abbiamo lasciato che la maggioranza si rovinasse con le sue mani facendo venir meno il numero legale. Come è chiaro ormai agli occhi di tutti non esiste più una maggioranza politica per questa amministrazione provinciale e a pagarne lo scotto sono i cittadini e i comuni sempre più in difficoltà come Brienno».

Ma com’era cominciata la seduta, terminata con la sospensione per mancato numero legale? Il battibecco tra Autonomia comasca e resto della maggioranza si era già registrato all’inizio della riunione. Non prima dell’ormai consueto minuto di silenzio per i soldati italiani morti in Afghanistan, questa volta in un incidente, definiti «martiri» dalla consigliera del Pdl Maria Grazia Sassi. Assente per motivi di salute il presidente Leonardo Carioni, si è poi proceduto a ratificare la delibera della Giunta sull’esercizio finanziario 2011. Le sole domande sul testo sono arrivate dai consiglieri di minoranza Renato Tettamanti e Rosangela Arrighi, sia per ottenere chiarimenti sulle varie voci di spesa e di “tagli” che per contestare il metodo espresso dalla maggioranza: per Tettamanti «il fulcro è che secondo il centrodestra dovremmo solo prendere atto delle decisioni, mentre invece occorre parlarne e mi chiedo come sia possibile che non esista un’informazione preventiva in commissione su questi argomenti». Sempre Tettamanti ha puntato il dito espressamente contro la famigerata galleria di Pusiano: «non è una priorità. E gli interventi viabilistici sono negativi per la programmazione territoriale, rappresentano una chiara scelta dal punto di vista ambientale, di prospettiva: al massimo servono per prendere voti…». Disappunto condiviso, prima ancora del coup de theatre finale, da Autonomia comasca, che attraverso le parole del consigliere Roberto Cigardi si è detta «delusa da questa mancanca di rispetto verso una decisione assunta all’unanimità».

La saga (qualche maligno la chiama farsa…) continua. La prossima seduta del Consiglio provinciale è stata convocata per venerdì 30 settembre. [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]

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