Per la liberazione clamore in piazza della Pace a Como

La consapevolezza che il prossimo governo sarà rigidamente liberista e orientato paradossalmente a far prevalere proprio le ricette che hanno determinato la crisi non ha inibito la voglia di far festa per la liberazione da Berlusconi. Più di cento persone si sono ritrovate all’appuntamento Clamore e liberazione proposto dall’Arci  domenica 13 novembre dalle 18 in piazza della Pace (già piazza Vittoria) nei pressi di Porta Torre a Como. Solo bandiere tricolori, pentole per il cacerolazo che insieme a una vuvuzuela, una tromba ed altri strumenti hanno dato spessore sonoro alla gioia dei comaschi che hanno cantato insieme l’Inno di Mameli, Bella ciao ed altri canti concedendosi diversi brindisi, rinviando a domani le preoccupazioni per il futuro che non appare né facile né radioso ma comunque migliore senza Berlusconi e la Lega, partito della destra più estrema, violenta e razzista fino ad ieri al governo. Tra i partecipanti oltre ai dirigenti dell’Arci, esponenti politici del centrosinistra e della sinistra comasca, la parlamentare del Pd Chiara Braga, candidati alle primarie,  molti i giovani.  

2 thoughts on “Per la liberazione clamore in piazza della Pace a Como

  1. Comprendo il piccolo sospiro di sollievo e l’indignazione verso B. e cricca, indubbiamente
    fra i primi responsabili del degrado culturale, sociale e politico di questo paese. Mi oppongo inoltre la richiesta da parte degli stessi e dai soliti perbenisti di un indispensabile politically correctness, quasi sempre di facciata ed utilizzata a senso unico.
    Eppure ieri sera non ero in piazza a Como. Sono prevalsi la tristezza, la preoccupazione e un forte senso di sconfitta per l’incapacità della Sinistra vera di ceare una valida Alternativa (le alternanze mi interessano poco). Da almeno 20 anni condivido con diverse persone analisi sempre puntuali, dichiarazioni d’intenti e di principi assolutamente irrinunciabili. Credo, però, non si sia riusciti a creare una effiace rete fra movimenti di base che si riconoscano negli stessi obiettivi chiari e precisi. E’ mancato anche un coinvolgimento numericamente rilevante
    di persone,che soggettivamente facciano emergere bisogni talvolta solo percepiti. Sono sicura che chi ne sa più di me potrebbe aggiungere altri innumerevoli motivi.
    Auspico che, comunque, si riprenda a camminare nella direzione giusta. La strada é indubbiamente lunga, e proprio per questo non si può far altro che partire immediatamente.
    Ancora saluti a tutti e tutte.
    Lidia Franzoso

    1. Correggo : “un indispensabile politically correctness” con
      ” un’indispensabile political correctness”. E’ un errore imperdonabile per una insegnante d’Inglese!!!

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