Clamore e liberazione

Per la liberazione clamore in piazza della Pace a Como

La consapevolezza che il prossimo governo sarà rigidamente liberista e orientato paradossalmente a far prevalere proprio le ricette che hanno determinato la crisi non ha inibito la voglia di far festa per la liberazione da Berlusconi. Più di cento persone si sono ritrovate all’appuntamento Clamore e liberazione proposto dall’Arci  domenica 13 novembre dalle 18 in piazza della Pace (già piazza Vittoria) nei pressi di Porta Torre a Como. Solo bandiere tricolori, pentole per il cacerolazo che insieme a una vuvuzuela, una tromba ed altri strumenti hanno dato spessore sonoro alla gioia dei comaschi che hanno cantato insieme l’Inno di Mameli, Bella ciao ed altri canti concedendosi diversi brindisi, rinviando a domani le preoccupazioni per il futuro che non appare né facile né radioso ma comunque migliore senza Berlusconi e la Lega, partito della destra più estrema, violenta e razzista fino ad ieri al governo. Tra i partecipanti oltre ai dirigenti dell’Arci, esponenti politici del centrosinistra e della sinistra comasca, la parlamentare del Pd Chiara Braga, candidati alle primarie,  molti i giovani.  

SI E’ DIMESSO/ Clamore e liberazione domenica 13 in piazza a Como alle 18

Clamore e liberazione. Brindisi e suoni per la caduta di Berlusconi in piazza della Pace (già piazza Vittoria) a Como alle 18 di domenica 13 novembre. L’invito viene dall’Arci provinciale di Como.  Scarica la locandina. «Le dimissioni di Berlusconi  finalmente reali sono un importantissimo passo avanti verso la democrazia. Esse non bastano a farci pensare all’inizio di un periodo radioso. Anzi è grande il timore che ancora una volta il peso della crisi e del debito pubblico – che meglio sarebbe definito come debito accumulato con i privilegi elargiti ad alcuni privati (evasori, detentori di grandi patrimoni, imprenditori di aziende ampiamente finanziate dallo stato, alcuni politici corrotti e corruttori, guerrafondai) – venga ulteriormente accollato a quel 99 per cento della popolazione che non l’ha creato e lo sta già pagando. Tuttavia proprio per questo è essenziale non rinunciare al giusto clamore per la liberazione avvenuta, un primo necessario passo nella direzione giusta. Chiediamo che il prossimo governo realizzi il necessario risanamento esigendo il contributo adeguato di coloro che pur avendo ricchezze maggiori fino ad ora non hanno pagato e investendo le risorse ricavate per garantire finalmente i diritti (al lavoro, alla scuola, alla cultura, alla salute, …) di tutti i cittadini. (altro…)

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