Strumentalizzazione neofascista delle Foibe
Con il comunicato che riportiamo integralmente il Coordinamento comasco antifascista e antirazzista prende posizione sull’iniziativa di Militia a Como: «Sabato 11 febbraio 2012, Militia, organizzazione dichiaratamente neofascista, realizzerà in piazza Duomo a Como una mostra sulla questione delle Foibe. Ancora una volta la città sede del Monumento alla Resistenza europea subirà l’affronto da parte di chi si proclama apertamente fascista. E ancora una volta questo accadrà con il silenzio complice delle Istituzioni repubblicane che, ricordiamo, sono nate grazie alla lotta di migliaia di partigiani».
Da anni stiamo assistendo ad un’opera di riscrittura della storia della Resistenza e in particolare delle dolorose e complicate vicende relative al confine orientale italiano. Queste terre erano e sono infatti un intreccio di questioni etniche, religiose, politiche, territoriali e statali che non si possono banalizzare e semplificare con slogan nazionalisti.
Dal punto di vista storico è scorretto guardare alla questione delle Foibe e commemorarle nella Giornata del ricordo, astraendo questi tragici fatti dal contesto storico in cui essi avvennero, senza quindi indagare ciò che accadde prima del 1943: vent’anni di soprusi e violenze perpetrate dal regime fascista contro le popolazioni istriane in nome di una politica di “italianizzazione” forzata. Per non parlare delle persecuzioni, degli eccidi e brutalità che subirono le genti sospettate di fiancheggiare i partigiani jugoslavi.
Per questi motivi, condanniamo con forza chi, come Militia, brandisce una tesi precostituita e strumentalizza fatti storici in nome di una “memoria italiana”, che tuttavia è solo di parte, in quanto le genti slave accusano proprio l’occupazione italiana degli stessi comportamenti di cui vengono accusate.
Questo revisionismo, dal basso spessore culturale e dalla nulla attendibilità storiografica, tenta inoltre di equiparare, in nome della legittimità di tutte le forze in campo e della comune pietà umana verso i morti, i vinti e i vincitori, confondendo in una indistinta melassa buonista e patriottarda, responsabilità e valori, partigiani e repubblichini, fascisti e antifascisti.
Il Coordinamento metterà in campo nelle prossime settimane una serie di iniziative pubbliche a Como per sensibilizzare i cittadini e per ribadire che Como è una città antifascista e antirazzista». [Coordinamento comasco antifascista e antirazzista]
Ricordare delle vite umane che sono state negate per di più con tanta orrore e brutalità credo che sia giusto indipendentemente da che parte stavano.
Presentare la storia nella sua complessità è un dovere di chiunque si occupa con di studi del genere.
Nel articolo cè uno sbaglio di fondo che cerca di spiegare la storia secondo gli interessi dei vincitori, cosa che purtroppo ha fato non pocchi danni nella storio – grafia mondiale.
Nessuno può negare e sminuire il contributo dei partigiani non solo in Italia nel seconda
Scusate. . .
Parlavo della seconda guerra mondiale.
Ma non per questo si può immagginare che tutto è andato come si deve.
Anzi questo spiega perfettamente che le guerre anche quando sono inevitabile portano tanto male e dolore.
Non riuscire ad essere anche dopo 70 anni obiettivi è da vero grave, è da miopi.
Italia deve imparare e accettare che i territori e genti dell’ex Impero Romano non appartengono allo Stato Italiano odierno. Sul adriatico orientale gli Italiani non sono mai esistiti. Perchè il popolo veneto non è Italiano.