Approvata la “Legge Harlem”
Solo le opposizioni si schierano contro il provvedimento xenofobo voluto dalla Lega, soddisfazione invece di Cna Lombardia/ Unione benessere
Per la Regione gli esercenti dovranno dimostrare di sapere parlare in italiano o dover superare un corso con prova d’esame finale, saranno tenuti a esporre cartelli e prezzi sempre in italiano e inoltre i Comuni potranno a discrezione vietare di aprire negozi “extracomunitari”, una nuova categoria merceologica, in determinate aree cittadine.
«La maggioranza ha voluto una sorta di decreto “Decresci Lombardia” – dice il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Luca Gaffuri –. Per colpire gli extracomunitari si imbriglia l’economia locale».
Di «legge di bandiera, voluta dalla Lega Nord solo per dare un giro di vite e ostacolare le attività gestite dagli stranieri» parla Gaffuri, che prosegue parlando di «un provvedimento sul commercio che imbriglia l’economia locale in un momento di estrema difficoltà, va contro la libera concorrenza, ed è a rischio di bocciatura da parte della Corte costituzionale, come già avvenuto su phone center e negozi di kebab, come sottolineato dalla pregiudiziale presentata da tutta l’opposizione».
«Con questa legge deciderà la Regione se possiamo mangiare sushi o polenta e sarà sempre più difficile e costoso aprire un’attività perché altri nuovi lacci sono stati imposti, senza tener conto della crisi che già attanaglia il settore – conclude Gaffuri –. È tra l’altro incredibile che tutto ciò avvenga proprio mentre la Lombardia si prepara ad accogliere, in occasione di Expo 2015, espositori di ogni nazionalità».
Di «legge pesantemente discriminatoria – parla Chiara Cremonesi, consigliera regionale di Sinistra ecologia libertà – collegando in modo arbitrario degrado urbano e alcune tipologie di esercizi, si costruisce un’operazione strumentale e pericolosa. Che riesce a essere persino antieconomica». In sostanza per la consigliera della sinistra si tratta di «un provvedimento provinciale e gretto, oltre che molto razzista».
Diverso il punto di vista di Cna soddisfatto perché «la Regione Lombardia disciplina i centri massaggi orientali» e dà «la possibilità ai Comuni di decidere su specifiche situazioni, considerate in contrasto con l’interesse generale e per motivi di ordine pubblico».
Ma il maggiore interesse per Cna è dato dal regolamento dei centri massaggi orientali. «È una notizia che accogliamo con grande entusiasmo – dice Nadia Galli, rappresentante delle estetiste di Cna di Como – È vero che tutti devono avere la stessa opportunità di poter lavorare ma è anche vero che tutti devono rispettare le regole, allora si opera in un regime di concorrenza ad armi pari. Speriamo che le istituzioni locali recepiscano questa norma regionale e la facciano rispettare sul territorio».
Sono esterefatto, sono socio della CNA da 50 anni, pensavo di far parte di un’organizzazione che in forza della sua ideologia difendessi i più deboli (anche fra gli artigiani), e gli extracomunitari lo sono. E oggi mi tocca leggere delle banalità intrise di razzismo dette e scritte da gente che dovrebbe rappresantarmi? Cosa c’entra l’osservanza delle regole (compresi i prezzi in “italiano”????) con la proibizione di aprire attività intestate ad extracomunitari in alcune zone delle città? Le imprese che non osservano le regole, andrebbero semplicemente chiuse con provvedimenti amministrativi o di pubblica sicurezza che siano o no intestate a italiani o stranieri! Volete un elenco di esercizi italianissimi e comaschi che non rispettano le regole? Per favore vergognatevi!
Guglielmo Invernizzi