Consiglio comunale: il programma di Lucini
Presentate le linee programmatiche dell’amministrazione di centrosinistra comasca. Nessi sottolinea l’impegno per una città che guardi anche agli ultimi, Molteni si avvicina alla maggioranza
Nelle consuete preliminari al Consiglio comunale di Como di giovedì 28 giugno Luca Ceruti, M5S, ha riproposto di devolvere un mese di gettoni di presenza nell’acquisto dei personal computer utili per i lavori consiliari in un momento in cui aumentano le tasse, Imu e Irpef, «Per dimostrare che i sacrifici partono anche da quest’aula». Mario Molteni, Per Como, ha invece segnalato la mancanza di illuminazione alla passeggiata di Villa Olmo e presentato una mozione per l’apertura di un nuovo ingresso, meno pericoloso dell’attuale per i ragazzini, per la Scuola media “Massina” di Monte Olimpino: «consegnerò a breve la petizione dei residenti».
«Ringrazio il presidente Fragolino per avermi convocato e chiarito gi spiacevoli avvenimenti del precedente Consiglio – ha invece dichiarato il capogruppo di Adesso Como Alessandro Rapinese, riferendosi alla concessione in ritardo di un suo intervento per fatto personale – contrariamente al precedente presidente che dava la disponibilità a voce ma non lo faceva». Il consigliere ha quindi annunciato la presentazione di una mozione per la pubblicazione di tutte le fatture del Comune sul sito Internet e letto una lettera «di un elettore di centrosinistra che non ha avuto risposta dall’assessore Magatti» sulle introduzione di valvole per la termoregolazione. Fuori dibattito il sindaco Mario Lucini ha dichiarato di aver risposto lui al cittadino su un tema caro a Rapinese ovvero la mancata proroga dei limiti per adeguare gli impianti termici: «È un provvedimento che colpisce le fasce più deboli, perché Regione Lombardia, come hanno fatto altre, non ha istituito un fondo per aiutarle a mettersi a norma?».
Linee programmatiche
Iniziata la seduta, con un sottofondo di cori e vuvuzela per la contemporaneità con la semifinale dei campionati europei di calcio fra Italia e Germani, il sindaco ha esposto le proprie linee programmatiche, sostanzialmente quanto proposto nel programma elettorale proposto ai cittadini durante la campagna elettorale. «Il risultato non è il frutto di una elaborazione ristretta, ma della partecipazione e contributo di tanti cittadini e cittadine attraverso i gruppi nati dopo le primarie del centrosinistra» ha ricordato Lucini. Un lavoro che vuole dare una prospettiva nuova al lavoro dell’Amministrazione: «Bisogna includere e comprendere nella crescita tutti colo i quali vivono nella nostra comunità». Percorsi che dovranno passare per la ricerca di una nuova forma di partecipazione popolare anche dopo la soppressione delle Circoscrizioni.
Per Lucini si dovrà lavorare anche alla “macchina comunale” per rimotivarne i dipendenti di cui, per il primo cittadino, «fette consistenti hanno subito disagio e frustrazione».
Un punto sottolineato dal sindaco è stato quello della trasparenza e della lotta alla criminalità, con un passaggio sulla sicurezza che vuole spostare il baricentro da una questione “muscolare” alla: «Costruzione di un tessuto sociale più coeso». Una trama che deve essere intessuta anche recuperando i rapporti con quel più del 10 per cento della popolazione proveniente da altri paesi residente in città: «È faticoso, ma non serva a nulla ignorare e rigettare e bisogna cercare di trasformare i disagi in un arricchimento».
Dal punto di vista urbanistico per Lucini è fondamentale approvare il nuovo Pgt, mentre per quanto riguarda la cultura è necessario rilanciare i Musei civici, pensando anche a un utilizzo maggiore di Villa Olmo, e al di là di tutto avere un occhio di riguardo per i giovani.
Il nodo gordiano resta sempre però il finanziamento dell’Amministrazione e per questo cercherà di ottenere maggiori finanziamenti sia nazionali che europei.
Il successivo dibattito è stato all’insegna del fair play con prese di posizione scontate da parte di maggioranza e opposizioni, anche se non troppo, con diverse aperture delle minoranze su singoli punti del programma del sindaco.
«La divisione fra brocche e bottigliette non fa piacere – ha dichiarato la capogruppo del Pdl Laura Bordoli – sono stupidaggini ma così non si ha l’impressione di far parte della stessa squadra». In aula per la prima volta sono state sostituite tutte le bottigliette di plastica della maggioranza con brocche con acqua del rubinetto, mentre alle minoranze e alla stampa sono rimaste le bottiglie; «Ho risposto a un sollecito del consigliere Luppi», che nella seduta precedente aveva richiesto l’eliminazione delle bottiglie, è stata la risposta del presidente Fragolino. Bordoli ha criticato poi il poco impegno sul sostegno ai vigili di quartiere; nella replica il sindaco ha ricordato come per i vigili di quartiere: «Sia molto complicato trovare le risorse».
Una lunga prolusione di principi ha fatto quindi Luigi Nessi, Paco-Sel, che partendo dalla difesa dell’idea di sinistra, che ha appoggiato la Resistenza, sostenuto i lavoratori e lotte per la solidarietà: «Oggi vuol dire diritti per tutti». Infatti il consigliere è ritornato, criticandolo, sullo sgombero all’ex Rasa e ha ricordato la tragica situazione al Bassone: «Sta esplodendo!». Nessi ha quindi lanciato una proposta: «Che Como entri a far parte del Coordinamento comasco per la Pace», e ha lanciato un attacco al centrodestra, «che propone divisioni», ricordando i manifesti contro i rom della candidata sindaca Bordoli.
«Ci sono argomenti sui quali siamo lontani – ha ammesso Marco Butti, Pdl, che ha precisato – non crediamo che la Consulta degli stranieri sia una delle prime attività che debba affrontare l’Amministrazione». Il consigliere di opposizione ha chiesto poi il cambiamento del Regolamento di accesso ai nidi e di guardare allo sviluppo della città con particolare riferimento alla zona del’ex Albarelli. «Non solo l’ex Albarelli è importante per il futuro della città, ma anche, ed è quasi speculare, la Scalbrini» ha riconosciuto Lucini.
L’ex assessore leghista Diego Peverelli ha preso la parola per difendere il proprio operato nell’Amministrazione precedente, il suo mandato è terminato con una sfiducia da parte del Consiglio e si è reso disponibile a collaborare «come memoria storica» dando consigli alla nuova Giunta.
Dalla maggioranza scontato l’appoggio al sindaco, il capogruppo di Como civica Marco Tettamanti ha parlato di aperture verso la città per superare «quel dialogo mancato negli ultimi anni» e sottolineato l’impegno suo e del proprio gruppo, «neofiti che si assumono la sfida» di gestire la cosa pubblica, per «mettere al centro la persona». Di coraggio nell’aver accolto in Giunta «persone che non sono esponenti di nessuna parte politica» ha parlato il capogruppo del Pd Stefano Legnani che ha rilevato come la città abbia apprezzato lo«stile sobrio della nuova Amministrazione».
«Cercheremo di stimolarvi – ha dichiarato il capogruppo della Lega Alberto Mascetti – spero che per l’interesse della città combattiate anche ad alto livello, facciate la voce grossa anche con il governo». «Valuteremo ogni singola scelta che farete» ha affermato Ceruti. «È cambiata l’aria devo ammetterlo – ha detto Rapinese – anche a partire dalle piccole cose come la macchinetta del caffè per i consiglieri a pagamento e non più gratis». Il capogruppo di Adesso Como ha però poi attaccato il sistema dei partiti italiani per lui una delle cause dell’altissima astensione al secondo turno elettorale: «il 60 per cento di non voto al ballottaggio, per questo non voglio entrare in maggioranza come mi permetterebbe la legge».
Mario Molteni, Per Como, ha invece fatto delle aperture critiche alla maggioranza ricordando come spesso i programmi dei sindaci non vengano poi applicati e come nella situazione attuale «non possiamo permetterci errori» oltre a stare bene attenti alle questioni di metodo. Ha quindi rilanciato la campagna per Como patrimonio dell’Unesco, chiedendo di stare attenti alle priorità, come quella occupazionale, e ai facili proclami, «il recupero del Politeama è bellissimo, ma con quali fondi?». «Il nostro programma era per il 90 per cento identico al vostro – ha concluso il consigliere – tanto più che ora si sta iniziando a parlare della chiusura al traffico di via Milano Alta».
Dopo la replica del sindaco l’Assemblea si è impantanata in questioni procedurali dopo che Rapinese ha presentato un emendamento e due ordini del giorno. Una questione che ha coinvolto l’Ufficio di presidenza e data l’ora tarda è stata rinviata alla seduta successiva. [Michele Donegana – ecoinformazioni]