Oppure Vendola a Como
Si è costituito anche a Como il Comitato Oppure Vendola per sostenere la candidatura di Nichi Vendola alle primarie di coalizione del centrosinistra. Portavoce sono Giuseppe Calzati e Anna Toffoletti, Celeste Grossi curerà i rapporti con la stampa. Il Comitato, in una nota diffusa il 31 agosto, festeggia l’assoluzione di Vendola dichiarando che il «suo comportamento è testimonianza di correttezza esemplare per tutta la politica italiana». Leggi nel seguito dell’articolo la lista dei primi firmatari del Comitato e la lettera di Vendola.Primi firmatari del Comitato comasco Oppure Vendola sono: Salvatore Anzaldi, Mauro Baroni, Pierluigi Bassanetti, Vittorio Bergna, Antonella Bernasconi, Loredana Bianchi, Claudio Boiocchi, Federico Brugnani, Marzio Cappellini, Giovanni Colzani, Vincenzo D’Antuono, Gianluigi Fammartino, Luca Fonsdituri, Tullio Locati, Marco Lorenzini, Bruno Magatti, Oscar Mella, Cristiano Negrini, Paolo Portoghese, Angela Bozzoli, Anna Sacerdoti, Ida Sala, Carmela Salomone, Carla Santini, Eugenio Secchi, Manuela Serrentino, Fabio Tagliabue, Renato Tettamanti, Patrizia Valli, Domenico Visconti, Rossana Vittani.
Tutte le informazioni sul Comitato nel blog http://oppurevendolacomo.wordpress.com
La dichiarazione di Nichi Vendola: Sono felice.
«Sono molto felice. Quella di questa mattina è una sentenza che mette fine a una vicenda che per me ha rappresentato ragione di grande dolore e turbamento. Abbiamo vissuto decenni di conflitto incandescente tra politica e giustizia, uno squilibrio continuo tra poteri dello Stato, con un’idea pericolosa, secondo la quale si può minare alle fondamenta il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. È ancora penoso per me vedere il mio nome e cognome associato a figure di reato. Ma ho sempre cercato di rispondere nelle aule di giustizia, perché penso che ci si debba difendere nel processo e non dal processo. Per me è questa è una regola fondamentale.
La nostra democrazia è fondata sull’equilibrio tra poteri distinti e indipendenti e anche quando questo ha significato per me bere un calice amaro, ho voluto mostrare ossequio a questo principio. Bisogna avere rispetto e fiducia nei confronti della magistratura, rispetto nei confronti di un ufficio di Procura, quand’anche gli argomenti della Procura dovessero essere spiacevoli. Ho agito introducendo, contro il codice Berlusconi, quello che è stato soprannominato il codice Vendola, nel senso che ho intrapreso una scelta solitaria e non sempre condivisa nemmeno dai miei compagni della mia vita. Io avevo deciso dinanzi alla richiesta di condanna da parte della Procura di congedarmi dalla vita pubblica, perché non sarei stato più in grado di esercitare le mie funzioni pubbliche con onore. Una volta ho litigato con mio padre sulla parola ‘onore’ che ho sempre considerato una parola ambigua, perché quando si dice “uomini d’onore” si fa riferimento a uomini del disonore. C’è un’incredibile inversione semantica che ha svuotato quella parola di qualunque significato. Mio padre mi disse che bisognava restituire onore alla parola onore. Scoprii che questo era scritto nell’articolo 54 della Costituzione: bisogna esercitare le pubbliche funzioni con disciplina e con onore. Ecco perché nel processo che mi ha visto imputato ho voluto incarnare bene il senso pieno della parola onore. Sono molto felice anche perché il turbamento non ha riguardato solo me, ma anche la mia famiglia, i miei amici e tante persone che in tutta Italia hanno fiducia, credono in me e nelle idee che io cerco di rappresentare da un’intera esistenza. Sono felice di questo, l’innocenza era scritta nel mio cuore, se è scritta anche in una sentenza di tribunale, la cosa non può che rendermi particolarmente felice.
Grazie a tutti per i tanti messaggi di affetto, stima e auguri. Incomincia adesso la mia vera cavalcata per le primarie del centrosinistra». [Nichi Vendola]