La sanità deve ripartire dal territorio
Più di un centinaio di persone, in gran parte specialisti del settore e amministratori locali, hanno partecipato all’incontro con Alessandra Kustermann e Annalisa Silvestro sul futuro della sanità regionale
Una controriforma sanitaria, che azzeri quanto fatto durante il ventennio formigoniano. Per le due relatrici è necessario ripartire dalle forze presenti sul territorio, staccandosi dalla concezioni ospedalocentrica della giunta precedente. Il sistema sanitario lombardo vantava eccellenze, efficienza e equilibrio di bilancio ben prima di Formigoni. Oggi l’obiettivo è una profonda ristrutturazione per riportarlo alla sua reale missione. Tra sanità pubblica e privata va trovato un equilibrio diverso da quello attuale, alterato dal centro destra a favore del privato.
Con la riforma lombarda i 97 ospedali pubblici sono stati accorpati in 29 Aziende ospedaliere (AO) e consegnati alla competizione con le strutture private. Non si è dunque rispettata la legge nazionale, che prevedeva di costituire in AO solo gli ospedali di eccellenza e di rilievo nazionale, generando in diversi casi accorpamenti innaturali e scarsamente competitivi. All’incontro è stata sottolineata la necessità di avere un altro modello: una rete ospedaliera regionale che inglobi e raccordi tutte le strutture pubbliche e private: le AO, le Fondazioni Irccs, gli istituti scientifici privati, quelli ecclesiastici e le case di cura accreditate.
Si è discusso anche di cittadella sanitaria e ospedale Valduce, per la Kustermann non deve più accadere che siano i lavoratori a rimetterci parte del salario (come nel caso dell’ospedale comasco), per questa ragione è fondamentale un piano programmatico serio che abbracci tutta la regione [aq, ecoinformazioni]