F35: il mio nome è mai più!
Oltre un centinaio di persone al presidio lunedì 24 giugno dalle 18 davanti a Montecitorio per dire stop agli F35, mentre in Parlamento è cominciata la discussione di una mozione firmata da 158 deputati che chiede di cancellare la partecipazione italiana al programma dei famigerati cacciabombardieri. Domani il voto, sicuro il sostegno di M5S e Sel, mentre nel Pd cresce il fronte “pacifista”.
Decine di aerei a Montecitorio. Erano di carta, però, quelli fatti volare oggi pomeriggio dai manifestanti che hanno partecipato al presidio contro gli F35, davanti alla Camera. Oltre un centinaio le persone presenti, per dire “no” alla partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F35 Joint Strike Fighter.
Il presidio è stato promosso da Sbilanciamoci, Rete italiana per il disarmo e Tavola della Pace, in occasione dell’inizio della discussione su una mozione firmata da 135 deputati – primo firmatario Giulio Marcon – promossa da Sel e sostenuta dal Movimento 5 Stelle, che chiede appunto di cancellare l’acquisto e il progetto dei caccia: un risparmio pari a 10 miliardi di euro. Il voto è atteso per domani, martedì 25 giugno.
Presenti in piazza diversi rappresentanti del M5S, Manlio Di Stefano e Alessandro Di Battista in testa, esponenti di Sel, incluso il leader Nichi Vendola, alcuni parlamentari del Pd compreso Pippo Civati, il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, le bandiere dei Verdi, quelle della Pace e quelle di Emergency.
La posizione del Partito democratico resta il nodo da sciogliere: si sono registrate molte aperture verso il “no” ai cacciabombardieri ma ancora, anche a detta degli organizzatori del sit-in, non basta, bisognerà attendere la prova del nove, ovvero il voto in Aula. I numeri, insomma, ci sono: staremo a vedere se gli F35 metteranno d’accordo grillini, Sel e Pd. [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]