
Musica e società/ 8 stagioni per Rebbio
Il concerto che si è tenuto nella mattinata di domenica 19 febbraio 2023 nella chiesa parrocchiale di Rebbio con la presenza dell’Ensemble strumentale “Giulio Rusconi” e l’esecuzione delle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi e delle Quattro stagioni di Buenos Aires di Astor Piazzolla, è importante per più di una ragione.
Intanto si è trattato di un concerto di alto valore musicale e culturale: la proposta di due “classici” come i due cicli dedicati alle stagioni, l’uno espressione del barocco del primo Settecento, l’altro frutto del rinnovamento novecentesco della tradizione “popolare” del tango argentino, rappresenta una significativa panoramica (assolutamente non scontata) sulle diverse opzioni “narrative” della musica. Un programma tutt’altro che ovvio, non facile da reperire nei concerti, proprio per la complessità di accostare due universi musicali così particolari, anche se non del tutto inaudito grazie all’offerta dell’industria discografica.
Un programma che l’esecuzione dell’Ensemble strumentale “Giulio Rusconi” ha reso in modo davvero convincente, sia per quel che riguarda la resa della sonorità barocca vivaldiana (con qualche personale inserto di abbellimento, e persino qualche piccola cadenza inedita – per esempio nel primo movimento dell’Estate), sia per quel che riguarda la moderna complessità delle Estaciones porteñas (cioè di Buenos Aires), che portano a sintesi la tradizione popolare, il jazz e il lessico della musica colta contemporanea. Molto interessante è risultata, per esempio, la raffinata costruzione di una sonorità plurale che, senza appiattire le differenze tra due opere molto diverse, le ha comunque messe in relazione dialettica. Notevole la duttilità dimostrata da chi sullo stesso strumento ha dovuto, in pochi minuti, passare da un universo sonoro a un altro (il contrabbasso – per esempio – ha dovuto affrontare una vera e propria trasfigurazione) oppure addirittura cambiare strumento (e suonare la tiorba o la chitarra non è proprio la stessa cosa).
Una menzione particolare meritano i due solisti: Piercarlo Sacco, violino solista e maestro concertatore, e Gilberto Pereyra, bandoneista. Il primo, protagonista di un notevole tour de force dal Sette al Novecento, e il secondo capace di esprimere con straordinaria comunicatività tutto il mondo della musica argentina. I due, nel dialogo continuo e appassionato delle Stagioni di Piazzolla, hanno davvero evidenziato la “totalità” del coinvolgimento nella musica, che si esprime tanto nella precisione tecnica quanto nell’espressione corporea; qualcuno, affascinato dalla mimica di Gilberto Pereyra, ha osato suggerire che “avrebbe potuto anche non suonare”, perché a rendere la musica bastava il suo volto, ma in realtà le sue espressioni facciali, senza musica, non avrebbero più avuto la stessa presa sul pubblico.
Il pubblico, in effetti, ha mostrato di gradire molto la performance e il gruppo, nonostante la fatica, non si è fatto pregare nel concedere due bis, entrambi dedicati alla musica di Astor Piazzolla (Oblivion e Libertango), in omaggio all’ospite argentino, segno anche questo di un notevole coinvolgimento (e divertimento).
L’altro aspetto tutt’altro che secondario di questo concerto risiede nel suo essere espressione più vitale della “periferia”. La proposta dell’Ensemble strumentale “Giulio Rusconi” è infatti giunta a Rebbio, e al parroco don Giusto Della Valle, come riconoscimento del ruolo della comunità come presidio di solidarietà e accoglienza (e infatti l’intero ricavato della matinée è andato a sostegno delle attività di solidarietà con i profughi della guerra in Ucraina). Viene spontaneo pensare che solidarietà e cultura costruiscono naturalmente un terreno su cui far crescere insieme una comunità. Una spinta che non casualmente – forse – parte dalla “periferia”, mentre il centro non sa uscire dall’intasamento delle grandi “manifestazioni” (i “balocchi” natalizi, purtroppo, non si riescono ad archiviare). Osiamo sperare che un simile esempio non resti isolato. [Fabio Cani, ecoinformazioni]