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Video/ Madame: nulla da imparare
Si va a un concerto per ascoltare musica, ma anche per imparare, aprirsi a novità che costruiscono non solo piacere, ma buona politica. Con questo spirito, dopo aver documentato per ecoinformazioni estate una serie di eventi di musicisti/e già conosciuti/e e apprezzati/e, spesso da decenni, abbiamo scelto di seguire il concerto di Madame il 20 agosto a Villa Bertelli a Forte dei Marmi.
Non c’è stato nulla da imparare. A dispetto della sua giovinezza, la cantante ha sciorinato un florilegio di luoghi comuni nelle canzoni e soprattutto nei lunghissimi “pipponi” nei quali Madame ha dato le sue indicazioni di vita al pubblico (straripante nonostante il costo elevato dei biglietti).
Su una musica da discoteca anni ’80 che forse, data la partitura inconsistente, poteva essere realizzata automaticamente senza scomodare la band, la pseudo rapper ha decantato gioie e dolori di fica e cazzo e la bellezza di goderne senza andare mai oltre il turpiloquio adolescenziale privo di qualsiasi carica trasgressiva e liberatoria. In questo contesto, i frequenti accenni alla fluidità sessuale e all’assoluta positività di rapporti in tutte le combinazioni tra i sessi sono risultati banali, privi di ogni carica emotiva, salvo quella dell’”ammore” con frequenti e incongruenti cedimenti paleoromantici e con numerosi passaggi in qualche modo assolutori della violenza contro le donne espressi in modo fortunatamente contraddittorio e in contrasto con la generale trama ultra femminile (mai femminista) del concerto. Il punto più basso si è raggiunto quando il pubblico è stato indotto a subire in piedi un gioco davvero inqualificabile nel quale alcune cavie scelte tra i/le presenti hanno raccontato alla cantante loro segreti (esclusivamente pruriginosi e spesso encomiastici della rapper) che Madame ha riferito al micorofono alla platea osannante insieme a sue battutaccie da osteria maschile con il canovaccio frusto di far ridere tartassando le difficoltà di chi si è sottoposto alla gogna. La quasi totalità delle migliaia di persone presenti (in massima parte giovani donne) ha applauidito tutto, sempre festante e capace di dimostrare la conoscenza delle canzoni presentate. Fortunatamente alcuni/e durante il concerto non hanno smesso di usare i cellulari distraendosi dalle banalità profuse dal palco. On line sul canale di ecoinformazioni i video della serata. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]
Mi sono imbattuta casualmente nel suo articolo alquanto offensivo nei confronti di un artista da me seguita e come ha potuto notare al concerto da svariate tipologie di persone di ogni età. IO presente al concerto ieri sera ho riscontrato un pubblico soddisfatto presente e educato.In questo “articolo” che lei ha avuto premura di spalmare nelle prime ore del mattino traspare una palese frustrazione .Quale delle sue corde non vibrano in merito all’ascolto delle canzoni di questa artista meravigliosa?Cosa vuole trasmettere screditare il lavoro e il”cuore”dei testi mettendoli su un piano di basso livello?Offende la cantante e offende noi pubblico pagante di rispondere a stimoli negativi senza accorgercene applaudendo come automi.Inviterei lei cosí pieno di livore ad astenersi dal commentare un concerto di questo genere senza conoscere le emozioni in prima primis ,poiché i testi sono ricchi di temi importanti e attuali .Purtroppo chi non ha empatia non riesce a coglierne le vibrazioni e ne fa una questione di sessualità varia sbandierata in modo volgare. Penso che il suo scandalo siano persone come lei che hanno tabú mentali che si sentono autorizzate a svalorizzare ciò che uon riescono ad a comprendere .Inviterei a non ascoltare qual’ora non fosse un genere che le piace ma non a presentare uno scritto di offese sottointese per chi ascolta e paga e alla stessa cantante che riempie gli stadi a suo dire di persone assertive.
Gentile Emanuela, la ringrazio del commento nonostante come sa le nostre letture del concerto sono divergenti come spesso sono le opioni sincere. Ora sono disponbili anche i video che a differenza del mio articolo spero le faranno piacere. Rivedendoli ciascuno, liberamente valuterà.[G.R.]
L’autore della recensione ritiene che si vada ad un concerto anche per aprirsi a novità che costruiscano una “buona politica, Un presupposto forse nobile, peccato che fosse l’unico dei presenti che aspirasse a tale obiettivo. Forse per questo rimane insoddisfatto e deluso: la consapevolezza che tutti gli spettatori che avevano pagato il costoso biglietto erano lì, non per “costruire una buona politica”, ma unicamente e semplicemente per divertirsi ascoltando la musica che piace. Obiettivo che il concerto, suscitando quasi la sorpresa dell’autore, riesce sicuramente a raggiungere. Gli spettatori hanno cantato, ballato e riso e pertanto si sono divertiti. Certo, il gioco dei segreti poteva risparmiarcelo. Ma la musica e l’interpretazione hanno comunque vinto e convinto. Un osservatore attento dovrebbe anche interrogarsi per quale strano motivo la musica (e non la politica) di una cantante di 21 anni riempie i concerti e piace a generazioni diverse di età.
Gentile Andrea, grazie per il suo commento. Concordo sul fatto che la quasi totalità del pubblico fosse divertita e contenta. L’interrogativo su cui mi chiede di riflettere è importante, ma le risposte possono essere varie. Le mie partono dalla consapevolezza che la musica è in grado di costruire un nuovo mondo possibile, quindi se la musica cambia il mondo è buona politica. [G.R.]
Sul conto di questa giovanissima ma affermatissima artista si sono profusi in grandi lodi Celentano, Mina, Ornella Vanoni, Orietta Berti, Vasco Rossi, Concato, Renato Zero, Roberto Vecchioni, Carmen Consoli, Manuel Agnelli, Cristiano Godano…oltre alla critica musicale pressoché unanime…
A 21 anni il suo palmares è composto da 39 certificazioni oro/platino, due Tenco per miglior album d’esordio e miglior canzone, oltre ad essere finalista anche per il secondo album, premio Lumezia, premio Bardotti, premio Meraviglioso Modugno.
Risulta inoltre l’artista femminile più ascoltata su Spotify nell’ultimo decennio (si tenga conto che dieci anni fa frequentava la prima media).