Olgiatese

Riaprono le frontiere per gli inerti

InertiIl Consiglio regionale approva l’intesa sulla gestione dei materiali inerti fra Lombardia e Cantone Ticino che passeranno per l’Olgiatese.

«Nel corso delle audizioni delle commissioni consiliari in merito all’intesa di coordinamento transfrontaliero per la gestione dei materiali inerti fra la Regione Lombardia e il Cantone Ticino, ho espressamente chiesto garanzie circa la non nocività dei materiali per l’edilizia provenienti dalla Confederazione elvetica e stoccati nel nostro territorio – dichiara Alessandro Fermi, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni internazionali –. La proposta di Risoluzione approvata dall’aula prevede proprio fra i suoi impegni prioritari anche la necessità di provvedere quanto prima l’avvio di un sistema di controlli sui rifiuti oggetto dell’Intesa concernente la verifica dell’intera filiera, dall’ingresso in Italia al destino presso gli impianti di trattamento/riutilizzo».

«Il territorio dell’Olgiatese che, per prossimità territoriale, risulta essere quello maggiormente interessato dall’Intesa ha visto nel corso di questi mesi la costituzione di un comitato composto da amministratori locali, che ha formulato proposte integrative dell’accordo di cui mi sono fatto portavoce durante la discussione in aula e che saranno presto portate anche all’attenzione del Gruppo di concertazione previsto dall’accordo stesso» ha garantito Fermi.

Il Partito democratico all’opposizione è riuscito a far votare un ordine del giorno, a maggioranza, per la «Riapertura del traffico merci del valico di frontiera Crociale dei Mulini, a Ronago, e compensazione delle maggiori spese di manutenzione delle infrastrutture stradali», ma si è astenuto sull’Intesa.

«L’accordo è sbilanciato perché la Lombardia esporta all’estero sabbia, quindi materiale pregiato, e dall’altra parte importa inerti, scarti di materiale edile. Ma è meglio che la deregulation cui eravamo abituati fino a ora – afferma Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd –. Abbiamo, dunque, chiesto alla Giunta regionale di impegnarsi a sostenere, presso l’Agenzia delle dogane, l’opportunità della riapertura al traffico merci del valico di frontiera Crociale dei Mulini, a Ronago, al fine di favorire il transito dei mezzi pesanti adibiti al trasporto di inerti tra località lombarde e ticinesi, attraverso un percorso che riduca l’impatto di questo tipo di passaggio sui centri abitati dei Comuni di frontiera. Inoltre, abbiamo domandato di interloquire con le amministrazioni provinciali di Como e Varese per individuare forme e strumenti di compensazione delle maggiori spese di manutenzione delle infrastrutture stradali che, a seguito dell’intensificarsi dei trasporti di materiali inerti tra Lombardia e Ticino, verranno interessate da un più forte traffico di mezzi pesanti».

«Quando i nostri mezzi pesanti entrano in Svizzera, pagano un tot a chilometro. In Italia non è così. Però, gli operatori che effettuano trasporti transfrontalieri di rifiuti sono tenuti a pagare per ogni spedizione dei diritti a Regione Lombardia. Non è pensabile che quest’ultima trattenga per sé tutte le risorse senza considerare di trasferirle sul territorio per il ripristino delle strade che vengono utilizzate – aggiunge Gaffuri, che aggiunge –. Arpa Lombardia, con le forze che ha a disposizione, deve cercare di verificare il materiale di ingresso al confine per evitare che tra quegli inerti vi siano sostanze che da noi non si possono semplicemente smaltire in discarica. Penso all’amianto o all’arsenico che gli svizzeri non trattano nel nostro stesso modo. Proprio poiché è un mercato che cambia di anno in anno e finora non era stato regolato, va monitorato con una certa precisione».

Assolutamente contrari i pentastellati lombardi. «L’Intesa tra Regione Lombardia e Canton Ticino è una beffa per i cittadini dei territori confinanti, noi mandiamo a loro materiali inerti per edilizia come sabbia e ghiaia e loro ci mandano rifiuti edili (inerti) di origine minerale. Tradotto: noi mandiamo a loro “terra buona” e loro mandano a noi “scarti” che oltretutto andranno controllati, per verificare che non contengano materiali inquinanti – attacca Stefano Buffagni, consigliere regionale M5s –.
Non capiamo cosa ci guadagneranno territorio e cittadini varesotti da un accordo che sembra scritto da chi ha un interesse economico diretto sulla questione e cioè i cavatori e coloro che gestiscono gli impianti di trattamento. Avremo più rifiuti, più traffico e inquinamento per il loro trasporto , più cave e danni alle strade che dovranno riparare i Comuni su cui insisterà il traffico di migliaia di camion pesantissimi, oltre al danno la beffa. Rimpinzarci di rifiuti anche esteri danneggiando contemporaneamente il nostro territorio aumentando lo scavo di inerti naturali che non verranno nemmeno consumati sul nostro territorio è davvero una scelta ingiustificabile». [md, ecoinformazioni]

Inerti svizzeri

InertiRegione Lombardia rassicura: «Arpa ci ha rassicurato, non sono nocivi».

 

«Ho espressamente chiesto e ricevuto da Arpa garanzie circa la non nocività dei materiali inerti per l’edilizia provenienti dal Canton Ticino, stoccati nel nostro territorio e che, a seguito dell’accordo sottoscritto tra Regione Lombardia e Confederazione elvetica, saranno sottoposti ad azioni di controllo mirate e non più estemporanee» dichiara Alessandro Fermi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, all’audizione congiunta delle commissioni VI Ambiente e Protezione civile e Rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome, con Arpa Lombardia e Agenzia delle dogane giovedì 18 giugno.

«Il territorio dell’Olgiatese, che, per prossimità territoriale, risulta essere quello maggiormente interessato dall’Intesa ha visto nel corso di questi mesi la costituzione di un gruppo di lavoro composto da amministratori locali, che ha formulato proposte integrative dell’accordo di cui mi sono fatto portavoce con Arpa e che saranno presto portate anche all’attenzione del Gruppo di Concertazione previsto dall’accordo stesso – prosegue Fermi –. Ho effettuato con il nuovo direttore dell’Agenzia delle Dogane una ricognizione sullo stato dell’arte, a seguito dell’incontro dello scorso 19 marzo con cui si sarebbe dovuto procedere all’acquisizione dei nulla osta necessari alla riapertura del Valico Crociale [dei Mulini] stesso secondo condizioni ben precise. Vale a dire solo dall’Italia verso il Canton Ticino, solo per i materiali inerti, solo in determinate fasce orarie delle giornate lavorative, ferma restando la necessità di porre in essere lungo i tratti stradali interessati adeguati interventi di messa in sicurezza e di riduzione della velocità».

«L’Agenzia delle dogane si è resa nuovamente disponibile a studiare la miglior soluzione possibile, che tenga conto delle esigenze di tutti i soggetti coinvolti» si legge in una nota di Regione Lombardia. Per questo il sottosegretario alla Presidenza ha dichiarato: «Mi farò promotore di un nuovo incontro tra le parti, che saranno convocate in un tavolo tecnico, che rappresenta la sede in cui affrontare tutte le problematiche che potranno emergere così da porre gli opportuni correttivi, laddove ciò si rendesse necessario». [md, ecoinformazioni]

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