Il Consiglio comunale di Como di martedì 20 ottobre 2009

cernezziÈ proseguita nel Consiglio di lunedì 19 ottobre, ancora in diretta televisiva, la discussione sulle paratie. Diminuito sensibilmente il pubblico, oltre ai quindici in sala in Sala stemmi c’erano poco più di una ventina di persone.

«A Como è una costante che un progetto venga modificato in corso d’opera – così, nelle preliminari Marcello Iantorno, Pd – il posteggio di via Dante varierà in altezza e nella facciata. Sono inaccettabili le modifiche dell’impresa».
La prima a prendere la parola nella ripresa del dibattito è stata la consigliera Silvia Magni, Pd, che ha attaccato frontalmente la maggioranza «a cui credo manchino capacità di autocritica e ascolto» e ha poi aggiunto «non ho sentito nessuno chiedere scusa, è il minimo che il sindaco avesse da fare».
Pasquale Buono, Pdl, dopo aver cercato di minimizzare l’argomento «a Como non esistono più altri problemi», ha chiesto di sentire i tecnici in anticipo, rispetto all’assemblea prevista per lunedì prossimo, appoggiato su questo anche da Francesco Pettignano del suo stesso partito, lanciando bordate contro Caradonna, «nei cui confronti sono sempre stato critico sin da quando sono stato eletto capogruppo di Forza Italia». Dopo aver affermato di essersi fidato del sindaco e dei tecnici nel 2003, quando ha votato di non discutere del progetto in aula, a poi concluso «o si sbloccano i problemi della città o andiamo a casa».
Altri attacchi alla Giunta sono arrivati poi anche da Emanuele Lionetti, Lega, «abbiamo trovato il sistema per chiudere a città turistica!» che ha poi lanciato un ultimatum al sindaco dato «lo sprezzo nei confronti del Consiglio comunale», dopo le affermazioni del sindaca che in caso di sfiducia a Caradonna lo avrebbe comunque mantenuto in Giunta così come fatto per gli altri assessori che l’assemblea aveva chiesto di allontanare, «ci deve essere un sussulto, uno scatto di vergogna, entro il 15 di novembre. Se no apporrò la sedicesima firma per discutere della sfiducia al sindaco».
Sospesa la seduta per 20 minuti il presidente Pastore coadiuvato dalla riunione dei capigruppo ha quindi deciso di anticipare l’incontro con i tecnici e chiesto di esporre lo stato dei lavori all’ingegner Viola.
Il direttore dei lavori e ideatore della variante al primo lotto ha perciò spiegato la necessità delle modifiche stanti diverse deficienze del progetto iniziale: dalle scale che non sarebbero potute stare in piedi alla mancanza dell’impiantistica per i due edifici della Navigazione. Ha ribadito il cambiamento della seduta che sarebbe partita da 0 cm nel lato ovest per arrivare a 1 m in quello est in un unico muretto della stessa altezza per motivi estetici e riaffermato la giustezza rispetto al progetto originario delle altezze salvo ammettere «al posto che a 199,35 arriva a 199,42, in realtà è più alto di 7 cm, chiedo scusa». Ha poi aggiunto che comunque non era il solo ad aver visto i progetti ma «li hanno guardati in dieci e nessuno se ne è accorto». «Serviranno solo 12-13mila euro per portarlo alla base» ha precisato.
Un errore che ha attribuito poi alla mancanza della perizia sulla variante che, sebbene la stessa sia già stata decisa e fatta fare da lui, è stata finanziata solo recentemente, dato che mancavano i soldi necessari. Infatti l’ingegnere aveva deciso con una determina che l’Iva sull’opera sarebbe stata pagata al 10 per cento, e non al 20, recuperando così 1,2 milioni di euro, ma la ditta ha emesso fatture con l’Iva al 20 e un parere dell’Agenzia delle entrate le darebbe ragione.
Viola ha anche difeso a spada tratta assessore e sindaco: «Caradonna non sapeva come era fatto questo muro – ha dichiarato aggiungendo – l’assessore Caradonna e il sindaco non sapevano del muro».
Dopo aver negato che la passeggiata sarà più alta di 70 cm ironizzando sull’intervento della settimana scorsa del consigliere Giampiero Ajani, Lega, ha poi ammesso indirettamente che la differenza fra quella che sarà la pavimentazione della passeggiata e il punto più basso in piazza Cavour ci saranno 64 cm di dislivello.
Per finire l’ingegnere ha denunciato i pochi guadagni che ha fatto assumendosi l’onere di seguire le paratie «si prende solo lo 0,5 per cento dell’importo della base d’asta», che poi verrebbero divisi con i collaboratori.
La serata si è così conclusa con le domande di chiarimento chieste dai consiglieri, che troveranno risposta questa sera, da «lei tuttologo poteva gestire così 1 milione di euro come se nulla fosse?» di Alessandro Rapinese, Area 2010, a «Ma il progetto era tuto sbagliato?» di Stefano Molinari, Pdl, sino a «Dal marciapiede opposto si vedrà il lago?». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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