Mese: Ottobre 2009

Presidio sabato 31 ottobre alle 15 in via Leoni a Como

«In Italia ci sono i campi di concentramento, non possiamo più tacere!», questo l’incipit del manifesto di mobilitazione per il presidio al parchetto di via Leoni a Como sabato 31 ottobre dalle 15 organizzato dal Gruppo politico territoriale (gptcomo@live.it) contro i Centri d’identificazione ed espulsione e per protestare contro le condanne, per danneggiamento, incendio e resistenza, ai detenuti del Centro di via Corelli a Milano che in agosto, dopo uno sciopero della fame e della sete per protestare contro le condizione della loro detenzione, sono stati riportati forzatamente all’ordine.

Geniodonna e Ottavia Piccolo per Politkovskaja

PolitkovskajaGiovedì 29 ottobre 2009 alle 21 alla Biblioteca di Como in piazzetta Venosto Lucati  Geniodonna invita alla serata con Ottavia Piccolo che interpreterà brani tratti da “Il sangue e la neve” vita e morte della giornalista russa Anna Politkovskaja. Posti esauriti.

Bertinotti ad Albate il 30 ottobre alle 21

Nel cuore della sinistra. Paolo Ciccoli discute con Fausto Bertinotti del suo libro “Devi augurarti che la strada sia lunga” venerdì 30 ottobre alle 21 nel Salone dell’Unione dei Circoli Cooperativi in via Canturina, 202 a Como – Albate. Organizza l’associazione per la sinistra di Como.

Comitato “Giù la Giunta” di Como

bruppo personeE’ in corso la raccolta di adesioni ad un comitato spontaneo contro la Giunta Bruni a cui hanno già aderito numerosi esponenti della società civile comasca. Molto probabilmente martedì prossimo si terrà un incontro pubblico di presentazione alla Circoscrizione 6 in via Achille Grandi 21 a Como.

La proposta di “Giù la giunta” vuole essere trasversale ed unitaria al di là delle differenze di partito e punta ad ottenere un sostegno fattivo delle varie organizzazioni, politiche e non, cittadine. Tutto senza perdere la caratteristica di movimento dei singoli cittadini indignati da un’amministrazione inefficiente per cui il muro è solo la punta di un iceberg di una mala amministrazione. In attese delle risposte dei gruppi dell’opposizione a Palazzo Cernezzi, è sicura l’adesione del consigliere Alessandro Rapinese.
Molto probabilmente martedì prossimo si terrà un incontro pubblico di presentazione alla Circoscrizione 6 in via Achille Grandi 21 a Como.
Il testo della lettera che invita alla mobilitazione le forze politiche comasche.
«Un nascente comitato di cittadini indignati dalla prepotenza, dall’arroganza e dall’incapacità dimostrate dalla Giunta che amministra questa città vi chiedono di raccogliere tutto lo scontento che la città così chiaramente esprime organizzando al più presto e con tutte le risorse a vostra disposizione una grossa manifestazione che abbia come chiaro ed esplicito obiettivo la richiesta della fine immediata di questa amministrazione. […]
Vorremmo che fosse veramente la più grande manifestazione (almeno dalle 500 persone in su); proponiamo, ad esempio, di circondare il Comune con una catena umana; teniamo a sottolineare che intendiamo la manifestazione come una iniziativa trasversale rispetto alle forze politiche ed unitaria; vorremmo dimostrare gli interessi che ci uniscono, in particolare l’interesse verso la ns. città».
Per aderire ed avere informazioni contattare giulagiunta@gmail.com.
«Un nascente comitato di cittadini indignati dalla prepotenza, dall’arroganza e dall’incapacità dimostrate dalla giunta che amministra questa città vi chiedono di raccogliere tutto lo scontento che la città così chiaramente esprime organizzando al più presto e con tutte le risorse a vostra disposizione una grossa manifestazione che abbia come chiaro ed esplicito obiettivo la richiesta della fine immediata di questa amministrazione. […]
Vorremmo che fosse  veramente la più grande manifestazione (almeno dalle 500 persone in su); proponiamo, ad esempio, di circondare il comune con una catena umana; teniamo a sottolineare che intendiamo la manifestazione come una iniziativa trasversale rispetto alle forze politiche ed unitaria; vorremmo dimostrare gli interessi che ci uniscono, in particolare l’interesse verso la ns. città.
Ci è arrivata la proposta di un incontro per martedì sera presso la sede della circoscrizione 6; può essere una buona occasione, se siete interessati, per confrontarci e definire le modalità dell’iniziativa».
[seguono una trentina di firme]

Paco: no alla diga!

RondinePaco-SRisolto il giallo del primo progetto delle paratie dato per scomparso dagli amministratori di Palazzo Cernezzi. Paco è riuscito a ritrovarlo ed in esso ci sono le prove di quanto il consigliere della rondine aveva dichiarato in Consiglio: la quota prevista per il primo lotto era 199,10 metri sul livello del mare e non 200,30 come oggi voluto dalla Giunta Bruni. Il problema non è il muro è la diga.

Per Bruno Magatti, consigliere comunale di Paco, bisogna ringraziare Marco Fumagalli, allora giornalista del Corriere di Como, se finalmente si può far luce su un giallo che non è escluso possa interessare anche alla magistratura nei prossimi giorni.
Infatti a detta del consigliere della rondine l’articolo pubblicato su Il Corriere di Como del 3 novembre 2008 è stato la traccia che ha permesso di confermare la memoria che prima del progetto delle paratie, attualmente sciaguratamente in via di realizzazione, ne era stato redatto uno che effettivamente prevedeva di procedere per gradi limitandosi nel primo lotto a “difendere” solo fino alla quota 199,10 m sml. Da qui il quesito svolto in Consiglio comunale per conoscere perché si fosse abbandonata tale ipotesi. Da qui lo stupore per la risposta arrivata e sembra accolta anche delle altre opposizioni che dichiarava che quel progetto non esisteva,che se ne era forse parlato in Giunta, ma non era agli atti.
Ulteriore ringraziamento Magatti ha ritenuto di dover esprimere a Espansione Tv che rendendo possibile la visione televisiva dei consigli comunali sul muro della vergogna ha fatto cogliere ad un cittadino il paradosso di un progetto di cui si negava l’esistenza o peggio si era smarrita traccia. Così questo cittadino ha consegnato il progetto a Paco che oggi lo ha mostrato alla stampa.
Si tratta, leggendo il frontespizio, del Documento dell’Amministrazione comunale di Como intitolato Opere di difesa dalle fondazioni del lago nel comparto Piazza Cavour – Lungo Lago, Progetto esecutivo 1° lotto. Una cinquantina di pagine, firmate dagli ingegneri Ugo Maione e Carlo Terragni e dall’architetto Renato Corti veramente illuminanti. Alla pagina 23 si afferma infatti testualmente: «Il 1° lotto dei lavori, oggetto del presente appalto […] prevede la formazione di opere di difesa dalle esondazioni del lago nel comparto Piazza Cavour -Lungolago. Gli interventi previsti in questa fase dei lavori consentiranno di difendere la città dalle esondazioni fino alla quota di 199,10 m s.l.m».
In pratica l’idea di allora era cominciare a proteggere fino ad una quota molto più bassa di quella che ha portato alla necessità di edificare il muro della vergogna sicuri che tale intervento avrebbe consentito di contenere le eventuali esondazioni a non più di 1 ogni quattro anni. Affidando ai lotti successivi il raggiungimento della quota 200,30.
Si trattava di una prospettiva notevolmente più prudente e assennata tanto che Paco adesso propone di fermarsi appunto a quella quota e di non fare altri danni evitando anche di costruire paratie mobili, allora previste e fortemente criticate ed oggi ancora con maggiore certezza valutate inutili e dannose.
Per Paco la necessità di arrivare a quota 200,30 non era e non è derivata da un serio studio statistico, idrologico, pluviometrico, meteorologico e ingegneristico, ma solo sulla banale analisi dei pochissimi dati dal 1946 al 2000 e un semplicistico ragionamento: se in quegli anni 16 volte il Lario ha superato la quota 199,10 m s.l.m la supererà altrettante volte negli anni futuri.
Paco sottolinea anche il fatto che oggi disponiamo di una serie ben più ampia di dati, che nel frattempo la situazione del bacino dell’Adda e di quello del Lario è notevolmente cambiata che la quota 200,30 non è un dogma, è di fatto solo la quota più alta dell’attuale Passeggiata a lago, sembra davvero difficile che il caso abbia determinato che tale punto, ben 20 cm più del massimo livello mai raggiunto, sia proprio l’altezza che la diga dovrebbe raggiungere oggi. Essa è invece certamente una quota così alta da impedire la vista del Lario dalla città in tutti i periodi nei quali le paratie (anche senza l’attuale muro) saranno alzate e la raggiungeranno. L’imponente diga sembra più adatta ad aumentare le dimensioni della provvista d’acqua per irrigazione disponibile per l’agricoltura lungo la valle dell’Adda che a “difendere” da un pericolo che non esiste la città di Como. Come dire Como si sacrifica rinunciando alla vista del Lario, ma in compenso c’è chi può lucrare di più sulle concessioni di acqua per l’irrigazione della pianura.
Inoltre Magatti ha evidenziato che essendo espressamente richiesto dalla Legge Valtellina (che finanzia l’opera) il rispetto del “Patrimonio paesaggistico” le opere oggi in costruzione non possono garantirlo essendo assai più invasive e deturpanti. Il muro della vergogna apparirebbe poca cosa rispetto al disastro ambientale che si svelerebbe alla popolazione se l’opera venisse ultimata.
Paco quindi propone prima di tutto un cambiamento terminologico che aiuta a meglio inquadrare il problema ritenendo che sia giusto nel caso del cantiere in questione parlare della costruzione di una diga e non di “opere di difesa” o leggiadre “paratie”, quindi il blocco dei lavori per ultimare solo quelli previsti dal primo lotto del progetto redivivo non realizzando le paratie. Per fare ciò per Magatti è necessario che l’intero Consiglio comunale prima di tutto accerti l’opinione dei cittadini con un referendum che dovrebbe essere l’intero Consiglio comunale ad offrire alla città

Alle primarie del Pd 14399 elettori

pdSuccesso pieno per le primarie del Pd. I risultati definitivi: 14.399 votanti, 7884 per Bersani (55,27 %), 4186 per Franceschini (29%), 2244 per Marino (13,73 %). Analogo il rapporto tra le tre mozioni anche per la segreteria regionale. Martina 55,46 %, Fiano 28,16 %, Angiolini (16,38 %).

Comprensibile la soddisfazione di Luca Corvi segretario provinciale del Pd comasco che nel comunicare l’ottima e imprevista affluenza alle “primarie” del suo partito ha segnalato come la disponibilità di tanti militanti ha permesso al “popolo del pd” di esprimere il nuovo segretario. Per Corvi, e ciò è stato confermato dai rappresentanti di tutte e tre le mozioni, da oggi il partito supera ogni divisione interna e lavora unito col segretario Bersani. Dai toni usati sia dalla deputata comasca Chiara Braga (mozione Franceschini) che dal parlamentare regionale Luca Gaffuri (mozione Bersani) che da Cristian Di Fiore (mozione Franceschini) sembra che almeno a Como non si aprano rese dei conti o faide interne e che neppure siano ipotizzabili uscite clamorose tra gli sconfitti. Al contrario i vincitori come Valter Gatti confermano l’intenzione di valorizzare le idee di tutte le anime del partito e gli sconfitti Davide Megaton (mozione Marino) e Christian De Fiore affermano che se così hanno deciso gli elettori Bersani è il migliore segretario possibile.
L’analisi del voto rivela comunque un risultato inferiore alle aspettative per la proposta di Franceschini e un notevole exploit di Marino che è addirittura secondo in alcuni comuni: Albavilla, Cernobbio, Lurago D’Erba, Veniano.
I risultati assegnano nell’Assemblea nazionale 4 seggi alla mozione Bersani, 2 alla mozione Franceschini, 1 alla mozione Marino.
Oltre che il rande numero di votanti sia in città che in provincia sono da segnalare1625 firme raccolte nei seggi delle primarie sull’esposto alla Corte dei conti relativo alle somme pubbliche dilapidate con la fallimentare gestione politica del cantiere delle paratie.

Elisabetta Patelli presidente

image001Elisabetta Patelli è la nuova presidente dei verdi lombardi. L’assemblea ha eletto presidente la candidata della lista “I verdi lombardi con Bonelli per una nuova costituente”. Insieme ad Elisabetta Patelli entrano nell’esecutivio lombardo Andrea Gaiardelli, Michele Crapuzzo, Andrea Ladina, Fabio Corgiolu e Walter Girardi.

Cgil, Cisl, Arci e Acli insieme per il lavoro

marcia%20impCgil. Cisl, Acli e Arci invitano a partecipare alla Marcia per il lavoro. Insieme per battere la crisi. Milano, 24 ottobre 2009. Raduno a Porta Venezia alle 14. Conclusione in Piazza Castello alle 16,30.

Per diverso tempo l’economia e la società lombarda dovranno gestire le conseguenze della crisi economica, produttiva ed occupazionale che ha colpito i mercati internazionali, che fa sentire i suoi effetti negativi sulle famiglie, i lavoratori occupati, i precari giovani e non, i pensionati, i lavoratori stranieri. Per questo è necessaria non solo una politica regionale che sostenga la ripresa produttiva e tuteli le fasce più deboli della popolazione, ma anche un’azione di Governo nazionale che adotti scelte coraggiose di ridistribuzione delle risorse, ed un sistema delle imprese che sostituisca alla riduzione dei costi e alla compressione dei salari un reale investimento nell’innovazione e nella ricerca di nuovi mercati. Vogliamo intensificare i confronti regionali e territoriali tra le istituzioni, i Sindacati e le altre parti sociali, anche per ottenere a livello nazionale risposte concrete a tutela di lavoratori e pensionati: dall’alleggerimento della pressione fiscale su buste paga e pensioni, alla lotta alla povertà e alla disoccupazione, per un rilancio reale del sistema economico lombardo ed una tutela più ampia ed estesa dei diritti, del lavoro, del welfare, della sicurezza e della solidarietà sociale della nostra regione. In particolare, proponiamo una serie di obiettivi ed azioni dirette, seguendo alcune priorità: • Copertura del sistema di ammortizzatori da estendere a tutti i soggetti del mondo del lavoro colpiti, fino alla fine della crisi. • Nuove tutele, formazione e riqualificazione per i lavoratori e lavoratrici in disoccupazione ordinaria e in mobilità. • Reimpiego dei lavoratori in mobilità o espulsi. • Formazione e riqualificazione professionale per lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga. • Nuovi strumenti di ripartizione del lavoro (contratti di solidarietà e part-time) per creare una concreta alternativa ai licenziamenti. • Interventi di salvataggio industriale e subentro di nuovi soggetti imprenditoriali per le aziende in crisi. • Conservazione della vocazione industriale delle aree dismesse, orientando gli investimenti verso soluzioni e produzioni eco-compatibili e di risparmio energetico. • Tutela ed inclusione sociale e professionale dei lavoratori immigrati. • Politiche di aiuto alle famiglie colpite dalla crisi che si trovano sotto la soglia di povertà (sostegno affitti, bollette, mutui, rette, tariffe, addizionali locali). • Politica di welfare che tuteli la protezione sociale dei cittadini e l’assistenza sanitaria, con un forte intervento sulla condizione degli anziani e a favore della non-autosufficienza. • Raccordo dei Piani di Zona per potenziare la rete dei servizi alla persona. • Un nuovo patto di stabilità interno per favorire gli investimenti degli Enti Locali in infrastrutture e sviluppo eco-compatibile. • Un più puntuale impegno degli Enti Locali, a partire dai Comuni più grandi come Milano, a sostegno di coloro che sono colpiti dagli effetti della crisi.

Per sostenere la stampa libera

lorenzini1009Sabato 24 ottobre 2009 alle 21 all’Hotel Le due corti in Piazza Vittoria 12 a Como presentazione del libro Storie di noi Novelle per adulti di Marco Lorenzini. Suoni: Trammammuro (Claudio Bonanomi, chitarra; Stefano Fasola, chitarra; Emanuela Ferloni, flauto; Marco Lorenzini, voce e armonica; Andrea Rosso, chitarra). Lettura brani: Anna Molella, Cristina Quadrio, Manuela Serrentino. Immagini: George Grosz. Le previsioni del tempoa cura di Andrea Rosso. Ingresso libero.

La presentazione del nuovo libro di Marco Lorenzini è parte della Campagna a sostegno di ecoinformazioni, voce libera della stampa locale attiva da 15 anni a Como. I partecipanti riceveranno in omaggio il libro e saranno invitati a sottoscrivere l’abbonamento al mensile.
Per informazioni 031.268425.

Il Consiglio comunale di Como di martedì 20 ottobre 2009

cernezziMentre la Lega protesta per il tendone “moschea” che sarebbe “abusivo” da due giorni, il Consiglio comunale discute degli abusi edilizi della maggioranza. Viola non salva Caradonna. Anche buona parte della maggioranza trova, coperta dal segreto dell’urna, il coraggio di mandarlo (forse) a casa con una mozione di sfiducia che passa con 26 favorevoli, 12 bianche e solo 3 contrari. Bruni invece gode della fiducia compatta della sua maggioranza, i bollenti spiriti rivoluzionari dei lumbard e di alcuni consiglieri si rivelano assai flebili con la timida l’astensione della Lega e di Bottone.

Penultima puntata per l’affaire paratie martedì 20 ottobre a Palazzo Cernezzi ancora in diretta tv e senza pubblico dal vivo, poco più di venti in Sala stemmi. Nelle preliminari Mario Molteni, Per Como, ha chiesto ancora la sistemazione della segnaletica orizzontale a Monte Olimpino esponendo un cartello con il numero dei gironi della sua prima segnalazione, trenta, e mostrando un rullo da imbianchino: «basta che ci diate l’autorizzazione, e un vigile per dirigere il traffico, e ci sono già le persone disponibili a dipingere le strisce pedonali».
Di «mancanza di rispetto delle leggi e regole che vigono qui da noi» ha parlato Guido Martinelli, Lega, riferendosi al mancato smantellamento del tendone, eretto in Valmulini per le preghiere durante la festività del ramadan, che sarebbe dovuto avvenire entro il 15 ottobre.
Alessandro Rapinese, Area 2010, avvicinandosi la scadenza dei termini della secretazione della lettera di Multi al Comune, ha annunciato che ne chiederà subito una copia «questa notte fanno 30 giorni non può essere mantenuta ancora segreta», ma deve essere insorto un equivoco di date dato che per altri il provvedimento impiegherà ancora qualche giorno a spirare.
Dopo un paio di domande di Marco Butti, Pdl, l’ingegnere Viola ha risposto alle domande postegli anche nella serata precedente.
«Io non ho detto nulla a Caradonna» ha ribadito sciorinando poi una serie di dati tecnici. «I tigli non morranno – ha assicurato – verranno sommersi in parte ma saranno protetti con un colletto di circa 30 centimetri». Sulle ipotesi di regolamentazione delle tracimazioni del lago tramite il livello del lago ha poi affermato «non credo che il Consorzio dell’Adda possa aiutare granché il Comune di Como – specificando – qualche volta ci ha aiutato senza farlo sapere ai suoi utenti, ma a aprile il lago lo deve riempire».
Per quanto riguarda il paesaggio «il lago si vedrà, ma non lo si vedrà come si vedeva prima» ha precisato. «È cambiato completamente il concetto di quella passeggiata» ammettendo «ci saranno alcuni piccoli tratti in cui il lago non si vede». Riassumendo per due terzi non si «vedrà bene» il lago che sarà visibile solo per un terzo, ma per l’ingegnere «già adesso quell’enorme bar verde con i tavolini e le fioriere impedisce di vedere il lago».
Viola ha quindi dovuto ammettere che sì la passeggiata sarà rialzata di 50-60 cm, invertendo l’attuale pendenza dalla strada al lago.
Sui rendering definiti dalle opposizioni capziosi: «non è che sono facili a fare» e, dopo che Luca Gaffuri, Pd, ha ricordato come li avesse utilizzati per presentare il progetto alla televisione locale, ha ribattuto «non credo che ci fosse alcun motivo falsificatore nel farli così».
Viola ha poi attaccato i consiglieri «il progetto era nel Piano delle opere potevate andare a vederlo!».
Per quanto riguarda i costi 12-13 mila euro per riportare il muro al progetto originale, cioè più basso di un 5 cm, il Comune in una lettera, a firma del Responsabile del procedimento ingegnere Antonio Ferro, alla Provincia ha confermato che «è previsto che a lavori di getto completato, la parte eccedente rispetto alla quota costante di 1,00 metro del manufatto, debba essere rastremata per mantenere l’altezza del manufatto costante, al fine di seguire il profilo in pendenza del terreno», e 1,5 milioni per riprogettare e pensare una soluzione senza muri sopra la passeggiata.
In futuro poi saranno previste delle verifiche sugli scarichi fognari, anche in conseguenza della scoperta che nelle tubature delle acque chiare rotte per errore alla fine di via Cairoli c’erano invece liquami neri.
Una spiegazione che ha scontentato anche diversi consiglieri della maggioranza. Giampiero Ajani, Lega, si è spinto a chiedere che nella Conferenza dei servizi che deciderà dell’abbattimento del muro siano presenti alcuni consiglieri come auditori.
Due le mozioni da votare, una di maggioranza e una di minoranza, più un emendamento, alla seconda, proposto da Bruno Magatti, Paco.
Quest’ultimo presentandolo ha parlato di «quote false, falsificate, falsificabili» criticando la quota di diesa scelta dal progetto, asserendo che questa possa essere modificata dati anche i lavori di migliorie idrauliche intercorsi dopo la legge Valtellina. Con i soli voti delle opposizioni e l’astensione della maggioranza l’emendamento è stato approvato.
Per la proposta delle minoranze che chiedeva la censura del sindaco e le dimissioni di Caradonna, dopo il parere del segretario generale Fabiano sulle modalità di votazione, che andavano contro la prassi consolidata del Consiglio comunale di votare con modalità segreta la sfiducia di un assessore, il Consiglio si è espresso su quale modalità adottare. Un voto per ordine sparso che ha portato ad un pareggio 16 a 16 fra favorevoli e contrari, 9 astenuti, senza che sia stata raggiunta la quota necessaria di 21 consiglieri; perciò si è andati al voto con le modalità consuete.
Marco Butti, Pdl, ha chiesto di votare la mozione per punti, così una prima parte in cui si chiedeva la rimozione del muro e il rispetto integrale del paesaggio, con voto palese, è stata approvata col sostegno delle minoranze, della Lega, di alcuni altri esponenti della maggioranza. Tutti compatti, sempre a voto palese, nella difesa del sindaco. Voto contrario della maggioranza tutta salvo le astensioni della Lega e del consigliere Bottone.
Dopo la decisone di proseguire la seduta ad oltranza oltre la mezzanotte, la censura, l’invito alle dimissioni e l’invito a revocare l’incarico di Fulvio Caradonna sono invece passati, grazie forse allo scrutinio segreto, con 26 voti favorevoli, 12 bianche e solo 3 contrari. Rapinese aveva preparato una t-shirt con scritto Game Over. Superato l’ennesimo intoppo procedurale e di interpretazione regolamentare il Consiglio ha affrontato la mozione di maggioranza, che parlava di tutela del paesaggio, di riqualificazione e sistemazione dei scarichi verso il lungolago, e di impegnare il sindaco a relazionare al Consiglio regolarmente sullo stato dei lavori e dei progetti. Magatti ha chiesto la votazione per punti, alcuni sono passati all’unanimità, e la mozione è quindi stata approvata, con l’astensione delle minoranze ed il voto contrario di Rapinese e Donato Supino, Prc. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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