La Ca’ d’industria è pubblica

«È il momento di chiedere alla politica di esprimere chiaramente “da che parte sta”» questo l’appello lanciato da Paco a proposito della Cà d’industria comasca.

Il movimento della rondine in un comunicato alla stampa interviene nel dibattito cittadino sul futuro della Cà d’industria che «non è una struttura privata. È una realtà pubblica cui è stata attribuita una figura giuridica di diritto privato (Fondazione), ma è e rimane “pubblica” nel significato più esteso del termine».
Forte la contrarietà all’esternalizzazione del servizio cucine «che noi giudichiamo senza mezzi termini inaccettabili e premessa di ulteriori possibili azioni di indebolimento e sostanziale privatizzazione».
Dato che il Cda della struttura è espressione di Comune e Provincia di Como, oltre che della Regione, per Paco i rappresentanti lì nominati «non possono esimersi dall’impegno di portare a compimento il “mandato” socio-politico per la cui attuazione sono stati individuati».
Da qui la richiesta a Bruni: «Dica il Sindaco se questo si vuole; lo dicano coloro che hanno indicato e nominato i membri del Cda: lo affermino con chiarezza, sarà meglio per tutti».
Al primo cittadino di Como chiedono risposte anche i lavoratori della Cà d‘industria: «L’assemblea dei dipendenti della Cà d’industria – ha dichiarato alla stampa Matteo Mandressi, segretario Fp Cgil di Como – ha ratificato ieri la decisione di scioperare per l’intera giornata del 19 marzo. In quella giornata si svolgerà un presidio presso la sede di via Brambilla e successivamente un corteo che raggiungerà il Comune, per consegnare un documento al sindaco».
Lo scontro con i sindacati si è fatto sempre più aspro e la Cgil ha denunciato che giovedì 11 marzo «è giunta inoltre una nota di Domenico Pellegrino, presidente della Fondazione, nella quale, giudicando immotivata la giornata dello sciopero, si invita il prefetto di Como e la Commissione di garanzia ad intervenire per scongiurare l’azione sindacale».
Un passaggio che ha scaldato gli animi in tutti e tre i sindacati confederali e che getta ombre sulla vertenza in corso che potrà essere il preludio a grandi cambiamenti a 7 anni dal bicentenario della fondazione di una struttura che ha fatto la storia di Como.

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