Il Consiglio comunale di Como di giovedì 24 giugno 2010

Ennesimo Consiglio farsa a Palazzo Cernezzi giovedì 24 giugno. La maggioranza chiede di decidere sulla Ticosa e poi fa mancare il numero legale.

Ticosa: il progetto

Come programmato prima del Consiglio comunale di giovedì 24 giugno l’architetto Cerri, per Multi development, ha presentato avvalendosi di diverse slide (alcune, quelle con i rendering già rese note), in Sala stemmi a Palazzo Cernezzi, il progetto per la riqualificazione dell’area ex Ticosa. Un progetto che porterà all’arretramento ed interramento dell’attuale viabilità e all’eliminazione del semaforo fra via Grandi e viale Innocenzo XI, con l’edificazione di un quartiere, con un paio di torri, e una zona a verde antistante il Cimitero monumentale (oltre a centinaia di posteggi): «Un intervento che vuole ricucire la cesura fra il quartiere di via Milano e la zona della Spina verde». Finita l’esposizione i consiglieri si sono trasferiti in Sala consiliare.

 

Neofascisti

Ancora polemiche sull’iniziativa organizzata dall’associazione di estrema destra Militia sulla tessera del tifoso alla Biblioteca comunale con il patrocinio del Comune. I bagni della struttura comunale sono stati talmente imbrattati che avranno bisogno di una nuova tinteggiatura. «Chi pagherà per i danni?» ha chiesto Roberta Marzorati, Per Como, seguita da Donato Supino, Prc, «mi aspetto almeno che non saranno più date strutture a questa associazione e che paghino i danni!». «La Giunta copre con il silenzio questi atti di vandalismo – ha incalzato il consigliere – lei signor sindaco non ha alzato un dito e le dico, a nome di tutti gli antifascisti comaschi, che mi disgusta per come si è comportato».

 

Varie

La consigliera Marzorati ha anche richiesto, nuovamente, chiarimenti sulla fontana di Villa Geno «è assurdo che non vada solo perché da mesi si è rotta una pompa», oltre a denunciare la condizione dei pasti in Ca’ d’industria a Villa Celesia leggendo una lettera di una parente di un’ospite. Pasquale Buono, Pdl, e Vittorio Mottola, Pd, hanno chiesto ancora un’opera di derattizzazione in città, mentre Luigi Bottone, Liberi per Como, ha proposto «di introdurre la sosta gratuita nella prima mezz’ora così come accade appena oltre confine a Chiasso». Alessandro Rapinese, Area 2010, ha domandato al sindaco per l’ennesima volta di nominare il proprio rappresentante per Agenda 21. Marco Butti, Pdl, è intervenuto a favore della Croce azzurra per i dieci anni dalla fondazione, chiedendo di accogliere alcune delle richieste fatte come la possibilità di  posizionare una mongolfiere al Tempio voltiano o la posa di uno striscione su Porta Torre («il diniego che è stato dato ha della barzelletta»).

 

Ticosa: il Pii

Insediatosi il Consiglio Butti ha chiesto di invertire l’ordine del giorno per proseguire la discussione sul Piano integrato di intervento della Ticosa. In realtà l’assemblea di Palazzo Cernezzi avrebbe dovuto affrontare, come da accordi dei capigruppo, le mozioni rimaste in sospeso: «ho presentato una mozione urgente a dicembre – ha dichiarato Supino – e a regolamento la avremmo già dovuta affrontare entro 45 giorni».

Il consigliere comunista ha quindi chiesto di rispettare il programma e gli accordi anche rispetto all’inversione già fatta sul Piano di inquadramento generale. Il presidente Pastore ha messo così ai voti la proposta di rispettare il programma della serata che è stata bocciata dalla maggioranza salvo un paio di astensioni.

Dopo le risposte alle domande formulate nella seduta precedente da parte dell’ingegner Laria sono iniziati gli interventi dei consiglieri.

Il primo a prendere la parola Mario Lucini, Pd, che ha spiegato al sua contrarietà al progetto per l’ex Ticosa. In primis per la Valutazione di impatto ambienta che è stata fatta all’interno della struttura comunale stessa come a Cermenate e che potrebbe quindi far saltare il progetto: «Perché non si attende il pronunciamento del Consiglio di stato?». Altre perplessità sono nate nel consigliere democratico rispetto al reticolo minore e alla mancanza di indagini sismiche per gli edifici pubblici, sino al vincolo cimiteriale che bloccherebbe la possibilità di costruire parcheggi interrati a ridosso del camposanto così come prospettati. «Il progetto è fuori scala rispetto al contesto in cui va ad inserirsi» ha affermato Lucini che ha ricordato come si sia passati da una prima prospettiva di edifici alti 18 metri con una sola torre di 32 ad una altezza media di 29,5 metri con due torri, una di 34 ed una di 49 metri.

L’attenzione del consigliere si è concentrata quindi sulla futura via Grandi, abbellita con alcune piazze e destinata al traffico per i soli frontisti, «che avrà un muro di 30 metri alla sua sinistra che sopralzerà il resto della città di 10 metri!». Una barriera visiva che per il consigliere toglierà la visuale stessa della Spina Verde inficiando quella che è la visione della Convalle snaturandone uno degli aspetti tipici.

Finito l’intervento di Lucini, Bottone ha chiesto la verifica del numero legale e dopo i due appelli di prammatica, uscite le minoranze, i soli 18 consiglieri di maggioranza presenti non sono riusciti a garantire il proseguimento della seduta che è stata dichiarata deserta (Liberi per Como ha abbandonato l’aula in dissenso con la maggioranza) fra le urla di «Vergogna!» che salivano dallo sparuto pubblico presente. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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