Il Consiglio comunale di lunedì 27 settembre
Palazzo Cernezzi approva finalmente il Documento di inquadramento: la maggioranza si spacca, stralciata la Trevitex.Nelle preliminari Roberta Marzorati, Per Como, ha domandato l’introduzione di riduttori di velocità in via Rienza e a Sagnino, Alessandro Rapinese, Area 2010, ha chiesto chiarimenti sulle prospezioni archeologiche nell’area ex Ticosa, e Marcello Iantorno, Pd, che ha reclamato, presentando una mozione, che il Comune si costituisca parte civile nel procedimento giudiziario in corso sullo smaltimento dei rifiuti tossici sempre dell’ex Ticosa.
«Si deve ritirare urgentemente quella nota dell’assessore Scopelliti – ha detto Vittorio Mottola, Pd, in riferimento al divieto di utilizzo della palla nelle palestre scolastiche – la palla per le palestre è come il latte per il neonato». L’assessore ha poi chiarito che si trattava di un indirizzo dettato per la sola palestra della Scuola Foscolo a causa di alcune vetrate per cui devono ancora essere trovati i fondi per la messa in sicurezza.
La discussione è quindi incominciata sul bistrattato Documento di inquadramento, rinviato e ripreso più e più volte, affrontando dagli ultimi emendamenti. Al centro della serata l’area ex Trevitex e le indagini della magistratura.
Con un emendamento il consigliere democratico Mario Lucini ha fatto la proposta di aspettare l’esito delle indagini prima di dare gli indirizzi lo sviluppo dell’area. La maggioranza ha avanzato, per bocca dell’ex capogruppo Pdl Marco Butti, una proposta di modifica per rendere più “leggero” il suggerimento di Lucini «non è che qualunque cosa decide la magistratura non ci interessa – ha chiarito Veronica Airoldi, Pdl – che si rispetterà l’esito dell’indagine è evidente, si può anche non dire». D’accordo anche il sindaco Bruni per cui non essendoci un sequestro dell’area si può andare avanti.
Il subemendamento è stato così approvato dalla maggioranza così come l’intero emendamento così come modificato.
Anche il successivo emendamento di Lucini, per togliere un riferimento dalla delibera ritenuto errato, è passato grazie ad alcuni voti della maggioranza e alla sua astensione.
Palazzo Cernezzi si è poi arenato nelle secche del settimo emendamento, già rinviato in una seduta precedente, a cui ha presentato una proposta di modifica il consigliere del Popolo delle libertà Arturo Arcellaschi.
Nella proposta di Lucini veniva chiesto l’eliminazione del riferimento all’housing sociale (edilizia popolare) data la genericità della formulazione che non dava degli indirizzi specifici per lo stesso. L’estensore del documento, l’ingegner Laria, si è detto «frainteso, la vecchia esperienza dell’edilizia popolare è superata e la citazione del social housing è qui una dichiarazione di metodo per i futuri interventi». Per il sindaco una proposta per un nuovo modo di fare edilizia popolare: «Non vogliamo una via Di Vittorio 2; non sia mai!».
Con una sospensione della seduta sono quindi incominciate le contrattazioni e si è trovata la convergenza su un subemendamento del sindaco poi approvato congiuntamente da maggioranza opposizione.
La maggioranza si è spaccata invece sulla proposta Arcellaschi di stralciare ogni riferimento all’area ex Trevitex «non perché sia contrario – ha spiegato il consigliere – ma per guardarla meglio a parte dato che è stata concepita male». Insomma «per verificare cosa esattamente deve avvenire nell’area» ha rincarato la dose il collega di partito Pasquale Buono seguito dal coordinatore cittadino del Pdl Stefano Rudilosso «nulla vietava al sindaco di fare un’informativa anche di tipo pubblico del progetto».
Reciso il parere di un infervorato Lucini «non cambia nulla che sia stralciato o no dal Documento tanto ne dovremmo tornare a parlare perché si tratta di un intervento di interesse regionale, ma non dobbiamo noi trovare delle soluzioni, la colpa è di chi ha costruito! Faccia quello che deve fare e che non ha ancora fatto», come la palazzina direzionale e il sovrappasso.
Essendo la questione uno dei «temi obiettivo – per il primo cittadino Bruni – non è serio non affrontarlo ».
L’emendamento è stato poi approvato grazie al voto delle minoranze assieme ad alcuni “dissidenti” di maggioranza (Pastore, Rudilosso, Buono, Arcellaschi, Piercarlo Frigerio). La delibera è quindi passata con i voti della maggioranza ricompattata. [Michele Donegana, ecoinformazioni]