Autostrada Varese – Lecco, mancano all’appello gli amministratori comaschi
A Busto Arsizio si pongono le basi della futura autostrada Varese – Lecco, la Regione plaude, brilla l’assenza del presidente della Provincia Carioni. Preoccupazione fra chi lotta per la salvaguardia degli ultimi scampoli di verde rimasti
«Finalmente, grazie a 23 associazioni di categoria e alle Camere di Commercio di Varese, Como e Lecco, abbiamo un’ipotesi concreta, con numeri e alternative di tracciato, su cui avviare una discussione approfondita per la realizzazione della nuova autostrada regionale. Un’opera importante che consentirebbe di accorciare di due terzi i tempi attuali di percorrenza, mettendo in relazione Varese, Como e Lecco, con tutte le ricadute positive che ciò può avere» così l’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo a Malpensafiere, a Busto Arsizio alla presentazione dello studio di fattibilità dell’autostrada regionale Varese – Como – Lecco lunedì 15 novembre. Per l’assessore si «prevede la realizzazione di 37 chilometri di autostrada a una cifra inferiore rispetto anche solo al secondo lotto della tangenziale di Como (6 chilometri)». «Ora comincia il tempo del confronto e lo spazio di mediazione della politica – ha aggiunto –. Non possiamo stare a discutere di questa idea per 40 anni, come è stato per la Pedemontana».
Proprio per questo il Partito democratico comasco ha segnalato la «clamorosa assenza dei rappresentanti istituzionali della maggioranza che rappresentano, ai vari livelli, la provincia di Como, a partire dallo stesso presidente Carioni, che su questa vicenda in modo particolare gioca doppia partita, dichiarandosi a favore o contro l’autostrada a seconda dei tavoli e degli interlocutori».
«Oltre a Carioni, che tra l’altro figurava come relatore conclusivo della mattinata, ma la cui assenza era già praticamente data per scontata, mancava l’assessore alle infrastrutture e al territorio della Provincia, Sergio Mina, così come il consigliere regionale Pozzi, presidente della Commissione regionale Territorio – ha dichiarato Luca Gaffuri, capogruppo regionale del Pd –. Assenze che sono state notate e sottolineate, oltre che dal pubblico, anche dai relatori».
«È un’abitudine del presidente Carioni – hanno detto le consigliere provinciali del Pd comasco Rosangela Arrighi e Maria Rita Livio» quella di sfuggire le responsabilità e di non avere il coraggio di sostenere con fermezza e coerenza delle posizioni politiche chiare». «Occorre ricordare – hanno proseguito – che il Consiglio provinciale nello scorso mese di luglio aveva votato all’unanimità un documento sulle priorità viabilistiche in provincia, che rivendica prima di tutto la realizzazione del secondo lotto della Tangenziale di Como (come previsto dall’accordo di programma della Pedemontana) e della variante della Briantea e che si esprime negativamente sulla realizzazione dell’autostrada Varese-Como-Lecco».
«Da più voci è stata richiesta alla politica responsabilità e capacità di fare scelte utili per il territorio. Un richiamo più che condivisibile, ma non si può fare a meno di sottolineare l’inadeguatezza di una classe amministrativa comasca, Lega Nord compresa, evidentemente incapace non solo di decidere, ma anche di affrontare a viso aperto un confronto serio e responsabile su temi così importanti» ha detto la deputata del Pd Chiara Braga.
«C’è un punto di non ritorno. E ci siamo sempre più vicini – hanno invece commentato dal Gruppo Salvabrughiera – non una parola è stata spesa da Assessori Regionali e Presidenti di Camere di Commercio per parlare di ambiente, qualità dell’aria, consumo del suolo, difesa dei polmoni verdi (e dei nostri!). Loro dicono di rappresentare la Lombardia che lavora, peccato che l’agricoltura, quello che ancora si chiama settore primario e che la Regione Lombardia dice di difendere, non sia stata minimamente presa in considerazione». «Nessuno ha parlato dei costi ambientali – prosegue il documento pubblicato sul sito del Gruppo –, del fatto che la poca terra che ci è rimasta è il bene più prezioso perché sempre più raro. Nessuno ha parlato di possibili alternative, di merci a chilometri zero, filiera corta, telelavoro, trasporto su ferro, riqualificazione di strade esistenti, collegamenti verticali con l’asse orizzontale della Pedemontana di cui sono stati da poco inaugurati i cantieri e che già riverseranno su prati e boschi milioni di metri cubi di cemento».
«Sembra che l’obiettivo prefissato sia quello di attrarre auto (neanche fossero turisti!) – conclude lo scritto – e aumentare a dismisura il volume del traffico così da giustificare da una parte e ripagare con i pedaggi dall’altra la spesa per l’autostrada che si aggira su un miliardo e mezzo di euro. Inquinamento alle stelle, ma così si pareggiano i conti!».