Il PPD svizzero vuole i ristorni dei frontalieri

Il vicesegretario del Pd lombardo Alessandro Alfieri e il capogruppo in Regione Luca Gaffuri chiedono al Governo italiano di intervenire per difendere i lavoratori frontalieri

«Nel mirino del Partito popolare democratico sono entrati i ristorni – denuncia il Partito democratico lombardo –, ovvero quella quota di tasse pagate in Svizzera dai lavoratori frontalieri che l’amministrazione ticinese, in base ad un accordo bilaterale, vengono restituiti ai comuni italiani di residenza, perlopiù varesini e comaschi, dove gli stessi vivono ed usufruiscono dei servizi. Una partita da 30 milioni di euro che il PPD, poi seguito dalla Lega dei Ticinesi, vorrebbe ridurre agendo sull’aliquota, oggi fissata al 38,8% e che domani, se gli organi cantonali approveranno la proposta, potrebbe passare al 12,5%».

«La campagna Bala i Ratt – spiegano Alfieri e Gaffuri – è stato il primo atto di una rincorsa nel centrodestra ticinese a chi si dimostra più intransigente nei confronti dei nostri frontalieri. Una spirale partita dall’irritazione elvetica per l’approvazione dello scudo fiscale voluto da Tremonti e Berlusconi e che ora va fermata con un buon lavoro diplomatico, riannodando i fili di un dialogo che è nell’interesse di entrambi i Paesi».

«Stiamo parlando di soldi guadagnati dai cittadini italiani che vengono versati all’erario elvetico – proseguono i due esponenti del Pd – e che, in parte, vengono restituiti ai loro comuni di residenza, laddove usufruiscono dei servizi sociali ed educativi. Quelle risorse servono per tenere aperte le scuole, per asfaltare le strade e per assistere chi ha più bisogno, questioni di cui si occupano i comuni che peraltro sono già messi in grave difficoltà dai tagli del Governo. Senza quelle risorse, che sono giustamente attribuite loro, si rischierebbe la chiusura di alcuni di

«C’è una responsabilità del governo di centrodestra – attaccano Alfieri e Gaffuri – nell’aver peggiorato i rapporti con la Svizzera, e c’è un imbarazzato silenzio della Lega Nord che evidentemente non vuole indispettire i cugini della Lega dei Ticinesi. Ma il problema è serio e urge una risposta a cui le parti politiche non possono sottrarsi».

 

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