Mobilità alla Glaston: sciopero lunedì 20 dicembre

Giovedì 16 dicembre la Glaston ha aperto una nuova procedura di mobilità per 35 lavoratori. Le rappresentanze sindacali hanno dichiarato sciopero per lunedì 20

«Fim e Fiom e le Rsu Glaston hanno dichiarato lo stato di agitazione – ha detto in un comunicato stampa la Cgil comasca – e si sono immediatamente fermati in sciopero alla consegna del documento di avvia procedura per i licenziamenti. Nuove iniziative di sciopero sono previste nella giornata di lunedì 20 dicembre in occasione di un prossimo incontro tra le parti».

«L’azienda arriva da due precedenti mobilità negli ultimi anni – prosegue la nota –, la prima di 48 lavoratori e la seconda più corposa che si concluderà a fine anno di 141. Rispetto al piano previsto, sono 125 i lavoratori che sono usciti nell’ultimo anno in mobilità più una decina di dimissioni fuori dalla procedura. L’azienda ha confermato per il 2011 l’impegno al mantenimento delle due unità produttive di Bregnano, la vocazione produttiva delle stesse, il mantenimento della tipologia produttiva delle macchine e degli utensili, prevedendo anche un piano di investimento in nuovi modelli. Oltre a questo è stato nominato un direttore generale dopo anni in cui le decisioni era prese esclusivamente dalla sede centrale in Finlandia».

Per questo forte è la preoccupazione delle organizzazioni sindacali «perché la scelta di rilancio aziendale non appare ancora definita e il gruppo mantiene margini di ambiguità per poter effettuare alla fine del prossimo anno scelte strategiche diverse».

«Per le organizzazioni sindacali – spiega la nota stampa – prima di tutto va rilanciato lo sviluppo industriale. Questa deve essere la priorità di tutte le azioni aziendali. Ulteriori tagli fanno perdere competenze, professionalità e riducono la capacità produttiva. È vero che l’azienda ha avuto perdite consistenti anche quest’anno, anche se ricordiamo che si sono ridotte di un 40% sull’anno precedente e per almeno la metà incidono gli oneri di ristrutturazione».

Tre sono i punti fondamentali da affrontare per i sindacati: ridurre il numero degli esuberi ancora significativo su una realtà ridotta a 180 dipendenti circa; l’impegno sulla attività produttiva: sono state compiute scelte con la precedente mobilità di spostare in Cina la produzione dei”tavoli da taglio” e nel contempo si è deciso di  privilegiare quelle produzioni con maggiore marginalità rispetto al altro meno redditizie. Ciò a senso in una situazione di crescita dei volumi, in una situazione di crisi  e di stagnazione è importante mantenere le produzioni perché consentono di stare sul mercato e di ridurre anche per questa via i costi fissi. La scelta di considerare alcune produzioni rispetto al altre determina una caduta di fatturato e di conseguenza i tagli non sono mai sufficienti ad evitare le perdite; l’affitto delle unità produttive: l’azienda conferma l’impegno del mantenimento a Bregnano ma le unità produttive sono in affitto scadenza 2014 e hanno certo un incidenza sui costi di struttura per una dimensione delle attività aziendali e degli occupati estremamente ridotta rispetto a prima».

 

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