Il Consiglio comunale di Como di lunedì 14 novembre
Marzorati, Molteni e Supino incatenati per la Ca’ d’industria mentre in aula si discute di accesso agli atti
Preliminari
Per denunciare il degrado dei bagni pubblici in città è intervenuto Luigi Bottone, Pid, mentre Carlo Ghirri, Gruppo misto, ha raccontato di una gazzarra accaduta nei pressi del centro di prima accoglienza di Prestino, e Alessandro Rapinese, Per Como, ha riportato la notizia di una vertenza in via Asiago in cui ad una domanda sulla proprietà comunale di una strada l’Amministrazione non ha saputo rispondere.
Mentre Giovanni Acelti, Pdl, si è scagliato prima contro l’assessora Sosio, «dopo un po’ di anni che era in letargo ha capito come si fa l’assessore» ha detto riferendosi al’impegno profuso dalla stessa per raccogliere le adesioni per le luminarie natalizie nel centro cittadino, poi contro l’assessore Molinari, reo di voler pedonalizzare la zona di piazza Roma ed eliminarne i posteggi, per cui ha detto di aderire a qualsiasi mozione di sfiduci venga presentata contro di lui. Anche Pasquale Buono, Fli, ha parlato di posteggi, lamentandosi per la futura scomparsa di quelli dell’area ex Ticosa e si è accalorato chiedendo all’assessore Gaddi i documenti inerenti le spese dell’ultima grande mostra «li ho chiesti il 29 settembre e non mi hanno ancora permesso di consultarli!». «Per 37 anni le luminarie sono state fatte da associazioni provate solo da tre anni le ha preso in carico il Comune» ha ricordato Emanuele Lionetti, Forza Como, auspicando la riuscita dell’operazione anche quest’inverno.
Antenne
«Quante sono le emittenti radio sul Monte Goi? – ha chiesto retoricamente la consigliera di Per Como Roberta Marzorati – 28. Quante le emittenti televisive? 24, e sul traliccio della Rai ce ne sono 6. In tutto si tratta di 61 emittenti tra radio e televisioni». Per questo la consigliera ha chiesto una vigilanza costante sulle emissioni e si è lamentata del fatto che le ultime indagini, che non sono allarmanti, siano ferme al 2007 «sono però cinque anni che non sappiamo niente».
Nomine Ca’ d’industria
Donato Supino, Prc, ha posto in primo piano le nomine nel Cda della Ca’ d’industria ribadendo la richiesta al sindaco Stefano Bruni di definizione dei suoi 5 rappresentanti (gli altri 2 sono rispettivamente di nomina della Regione e della Provincia di Como). «Sono 5 mesi che aspettiamo le nomine – ha dichiarato il consigliere comunista – è inammissibile si tratta di circa 400 ospiti e oltre 300 dipendenti, stiamo scherzando sulla pelle dei cittadini!». Supino ha annunciato che continuerà ad incatenarsi ad una colonna del Cortile antico di Palazzo Cernezzi per un’ora al giorno fino a quando i nomi non verranno fatti «posso star lì fino a mangiare il panettone con il sindaco».
Il consigliere ha quindi ringraziato i rappresentati di Per Como per essersi avvicendati con lui alla colonna nei giorni precedenti, uno dei due Mario Molteni ha quindi chiesto al primo cittadino «aveva detto che oggi avrebbe fatto le nomine, le ha fatte? Credo sia opportuno dare una risposta alla città».
Iniziata la seduta dopo un minuto di silenzio per la scomparsa dell’ex sindaco Alberto Botta, ricordato sia dal leghista Guido Martinelli che, con un breve discorso, dal primo cittadino Bruni, il consigliere comunista è tornato alla carica.
Dopo aver chiesto nuovamente delle nomine al sindaco e non avendo ricevuto risposta si è messo un naso da pinocchio posticcio suscitando i richiami del presidente della seduta Pastore, suscitando le ire di Bruni «è una pagliacciata!».
Dopo una vivace discussione Supino ha quindi abbandonato l’aula, seguito da Marzorati e Molteni, e con i due consiglieri di Per Como si è legato ad una delle colonne del Cortile antico.
Sospesa la sedute gli altri componenti delle opposizioni si sono riuniti per decidere il da farsi. «Non condividiamo i modi, ma condividiamo la sostanza della protesta» hanno dichiarato per bocca della consigliera del Pd Silvia Magni.
Presa la parola Bruni ha espresso la sua disistima e condannato la volgarità di Supino ribadendo nuovamente che nominerà i suoi rappresentanti «un minuto dopo la nomina di quello della Giunta regionale».
Accesso agli atti
Il Consiglio è tornato così a discutere del nuovo Regolamento per l’accesso agli atti ritornando sui 12 emendamenti e un ordine del giorno presentati.
Una discussione che è stata possibile, dati i vuoti nei banchi della maggioranza, solo grazie all’apporto delle minoranze e, ad una richiesta del numero legale, da parte di Rapinese, ai consiglieri di minoranza Dario Valli, Area 2010, e Bruno Saladino, Pd, rimasti in aula, mentre i loro compagni uscivano, portando a 21 con il sindaco i presenti.
La maggior parte delle proposte di modifica sono state redatte dal consigliere democratico Marcello Iantorno che li ha anche presentati. Una estenuante successione di modifiche a articoli, commi, singole frasi, fino a semplici parole che miravano a rendere più accessibili gli atti della macchina comunale e non solo che si è protratta per 3 ore. Tutti sostanzialmente accolti, anche la possibilità di accesso agli atti non solo delle partecipate ma anche delle controllate (ad esempio Fondazioni come la Castellini), «su cui sono d’accordo ma che potrebbe sollevare qualche dubbio giuridico» per il socialista Vincenzo Sapere, tranne alcuni punti non accolti dalla maggioranza. Stesso esito per un emendamento presentato da Bruno Magatti, Paco, e Sapere, bocciati invece l’emendamento e l’ordine del giorno di Rapinese che si è trovato a sostenerli da solo.
Alla fine della seduta tutti sono necessariamente passati davanti ai consiglieri infreddoliti e intirizziti incatenati alla colonna anche il sindaco che salutato dai tre ha risposto «vi voglio vedere qui anche domattina alle 8». [Michele Donegana, ecoinformazioni]