Prossima fermata Como. E poi?
Sabato 11 febbraio al Teatro Lucernetta di Como si svolgerà la “giornata delle idee” organizzata da “Prossima fermata Como” per proporre alla città quello che c’è e quello che potrebbe esserci. L’iniziativa è stata presentata con una settimana di anticipo nella sala del Dopolavoro ferroviario vicino alla stazione S. Giovanni di Como.
La proposta nasce da un piccolo ma eterogeneo gruppo di promotori (Guido Rovi, Paolo Sinigaglia, Alessandro Vergari) che, essendosi incontrati in rete – come loro stessi raccontano -, hanno pensato di mettere insieme le loro esperienze politiche, diverse anche dal punto di vista generazionale, pur se tutte inscritte nell’ambito del centrosinistra, per sollecitare nella città l’ascolto di proposte nuove e di voci non scontate.
Ecco quindi una “giornata delle idee” basata su un format già sperimentato in altre città italiane: molti interventi, tutti molto brevi (secondo le regole,m non più di 5 minuti), qualche squarcio video. L’intenzione è quella di costruire, con non meno di 30 interventi condensati in un intenso pomeriggio, una sorta di dizionario delle parole chiave per dare sostanza a nuovi contenuti, essenziali per dare una scossa alla città, caratterizzata – secondo le parole dei promotori – da una condizione asfittica, per le gravi responsabilità di vent’anni di cattiva amministrazione del centrodestra, ma anche per quelle del centrosinistra incapace di uscire da vecchie logiche e percorsi già battuti. Intanto la prima parola di questo “dizionario” è già stata indicata a chiare lettere dai promotori: “partecipazione”.
In questa chiave sono state chiamate a dare un contributo persone e associazioni, locali e “forestiere”, all’insegna della condivisione di buone pratiche, di esperienze vere, di proposte concrete; e quindi: associazioni culturali, di volontariato, dei migranti, dei portatori di handicap, e poi qualche esponente milanese (ci si aspetta Civati e Monguzzi), da Varese, da Torino, da Pavia. E ancora una serie di video selezionati da Youtube e alcuni brevi cortometraggi centrati sulla realtà comasca, ma non solo, dedicati ai temi della violenza sulle donne, dei giovani costretti a cammbiare città per la ricerca del lavoro, della realtà multietnica di via Milano e della situazione dei profughi a Rebbio. Il tutto in un luogo non casuale: un piccolo teatro, dove sia possibile ascoltarsi e parlarsi, e anche ritornare alla missione “fondativa” del teatro, inteso come relazione pubblica nella polis.
Un percorso che secondo i promotori intende contribuire fattivamente al dibattito in vista delle prossime elezioni amministrative di Como, ma che ha ambizioni più ampie: quelle di fare da catalizzatore e da cassa di risonanza delle buone pratiche e del dibattito culturale per ridare fiato alla città.
La prossima fermata è appunto sabato 11 febbraio, la successiva – sempre che la proposta incontri il gradimento della città – tra qualche mese.
[Fabio Cani, ecoinformazioni]