Consiglio comunale: Gaddi solo di fronte alla sua sfiducia

Sgambetto all’assessore e candidato sindaco alle primarie del Pdl da parte del suo partito, Molinari arriva in ritardo e i consiglieri lasciano l’aula, alla sfiducia manca solo il numero legale

Niente preliminari

Per la prima volta, lunedì 27 febbraio, a Palazzo Cernezzi non si sono tenute le consuete dichiarazioni preliminari a causa della mancanza del sindaco e della Giunta.

Convocato, come di prammatica, alle 20.15 il Consiglio comunale ha visto la presenza del presidente Mario Pastore e dei primi consiglieri, soprattutto delle opposizioni, ma nessun esponente della Giunta, a partire dal sindaco. È così iniziata una lunga attesa di un qualche esponente dell’esecutivo cittadino, dato che il Regolamento prevede la presenza di almeno un suo rappresentante che possa poi relazionare agli altri rispetto alle richieste esposte dai consiglieri.

Un’assenza dettata dalla volontà di alcuni esponenti della Giunta di presenziare all’incontro, in contemporanea, a sostegno della candidatura di Laura Bordoli allo Yacht Club.

Solo alle 21, l’appello successivo alle preliminari dovrebbe essere fatto alle 20.45 per poter iniziare entro le 21 appunto, è comparso in aula l’assessore, candidato anche lui come candidato sindaco per il Pdl, Sergio Gaddi.

Una situazione che ha fortemente indispettito i consiglieri prenotati per un intervento e il presidente che ha sottolineato «l’atteggiamento irrispettoso della Giunta», seguito dal capogruppo del Pdl Claudio Corengia che ha parlato di una condotta «che stigmatizzo in maniera assoluta».

Grazie a Gaddi sono così potuti intervenire, ormai oltre i consueti tempi consiliari, Alessandro Rapinese, Adesso Como, che ha presentato un’interrogazione sulla ex Ticosa. «1857 giorni fa è avvenuta la demolizione e 581 giorni fa è stata approvata la delibera del Consiglio comunale e non è ancora stata fatta la pubblicaizone – ha denunciato Rapinese – c’è qualcuno che sta giocando sporco». Roberta Marzorati, Per Como, ha invece denunciato il distacco di una parte della «copertura in pietra del lungolago per ben tre metri e le saldature sembrano fatte da un principiante».

Sfiducia a Gaddi

Per protesta le minoranze sono uscite all’appello, ma 24 consiglieri di minoranza, assente il sindaco, hanno garantito il numero legale.

In discussione avrebbe dovuto esserci la delibera sui posteggi per i residenti, ma l’assessore alla partita non era ancora arrivato e si è passati alla sfiducia nei confronti di Gaddi, ancora l’unico esponente della Giunta presente in aula, presentata da Massimo Serrentino.

Una assenza strategica per i più per mettere in difficoltà uno dei candidati alle preliminari del Pdl lasciato solo a difendersi con l’appoggio del gruppo consigliare, Corengia ha chiesto di posticipare di una settimana la discussione per non dare un argomento a favore o contro la candidatura dell’assessore alla cultura. Ai voti, 14 a 13, 8 astensioni, la sua proposta si è infranta contro la coalizione di opposizioni, autonomisti, Fli.

Arrivati nel frattempo gli assessori Sosio e Molinari, si è così svolta la discussione.

«L’ho fatta con dispiacere» ha dichiarato Serrentino che ha poi esposto le motivazioni del provvedimento contro Gaddi, la gestione “allegra” dal punto di vista economico delle Grandi mostre. Il punto è l’attribuzione a Csu dei disavanzi, così come affermato dall’assessore, mentre la partecipata di Palazzo Cernezzi nega ogni coinvolgimento: «ci sono 84.600 euro che pagherà il Comune extra Bilancio».

In molti hanno annunciato la propria astensione al voto, per motivi diversi, per Luigi Bottone, Pid, «se si approva si imputa Gaddi di un reato penale e lui potrebbe chiedere i danni», per il socialista Vincenzo Sapere, «la responsabilità del’operato è collegiale e della Giunta», mentre per il Pdl il consiglio non può decidere sulla fiducia nei confronti degli assessori che rimane di competenza del sindaco.

«È troppo facile lavarsene le mani e fare come Ponzio Pilato» la secca risposta dell’autonomista Emanuele Lionetti, «non siete sempre usciti – è intervenuto il capogruppo del Pd Mario Lucini polemizzando vivacemente con una risentita Veronica Airoldi, Pdl – l’avete fatto solo da quando avete visto la discrepanza fra le dichiarazioni e quanto è uscito dall’urna con voto segreto».

Un clima nervoso con vivaci battibecchi fra consiglieri come fra Giovanni Acelti, Pdl, e Rapinese.

Finita la discussione l’autonomista Piercarlo Frigerio ha annunciato la propria uscita dall’aula «perché non si entra nel merito della questione e si fa una discussione su temi politici».

Durissimo l’intervento di Gaddi che ha attaccato frontalmente e senza alcuna remora i suoi oppositori. «L’ipocrisia trionfa» ha iniziato parlando di «falsità sostanziale» di «asserzioni che cadono nel ridicolo» e «volgari personaggi senza arte è parte». «Lei non può offendere i consiglieri» è scattato il democratico Marcello Iantorno a cui l’assessore ha controbattuto «tutto quello detto sinora non corrisponde al vero» e qualcuno «non sa far altro che scappare come un vigliacchetto Schettino».

Di «odio che non mi spiego nei confronti del progetto mostra – ha parlato tornando sull’argomento della sfiducia, rimarcando che «i benefici sono immensamente maggiori, rispetto agli spiccioli per ripianare i bilanci, che sono equiparabili a quelli per piccole esigenze di vicinato». Una rottura totale con quella che è stata una parte della maggioranza con cui «non mi interessa più avere un rapporto», tacciata di avere una «rozza ignoranza».

Anzi «la sfiducia di alcuni sarà il più bel ricordo di questo Consiglio – ha rivendicato – sarà una medaglia».

Degli indignati Rapinese, Iantorno e Andrea Luppi, Pd, hanno esclamato, non avendo fatto i nomi delle persone attaccate: «Lei ha offeso tutto il Consiglio comunale!».

Al voto solo in 19 erano i presenti, sono suciti Pdl, Lega, Frigerio, Vittorio Mottola, Gruppo misto, e 18 hanno votato (Dario Valli, Area 2010, non ha ritirato la scheda). La sfiducia sarebbe passata con 14 voti favorevoli, 2 schede bianche, una nulla e una contraria, ma non ha raggiunto il numero legale. Dopo i consueti 15 minuti di attesa all’appello non è stato raggiunto il numero legale e la seduta è stata dichiarata deserta e il voto aggiornato, in seconda convocazione, a lunedì prossimo. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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