Verso le primarie lombarde

primarie lombardia«Serve democrazia anche nelle fabbriche» dichiara la Fiom Lombardia dopo l’incontro con i candidati alle primarie a Bergamo lunedì 10 dicembre

«Non hanno dubbi in merito i candidati alle primarie Alessandra Kustermann, Umberto Ambrosoli e Andrea Di Stefano che questa mattina hanno incontrato a Bergamo (nella sala conferenze dell’Una Hotel) delegate e delegati Fiom della Lombardia» spiega una nota della Fiom Cgil lombarda dopo l’incontro incentrato sul lavoro.

Una delle tappe che porteranno al confronto pubblico di Como di mercoledì 12 dicembre a Como nell’Aula magna del Polo territoriale comasco del Politecnico di Milano in via Castelnuovo.

«La rappresentanza in azienda è fondamentale e tra noi candidati alle primarie non troverete distinzione su questo tema perché siamo tutti per la democrazia – ha dichiarato Ambrosoli –. È fondamentale individuare le scelte più responsabili e dare a tutti la possibilità di esprimersi». «Gli operai possono votare alle primarie, ma non in azienda e questa è una situazione che non possiamo accettare – ha aggiunto Kustermann, che, riferendosi alla Fiat, ha ricordato che – sono stati fatti degli errori perché il Governo Monti non ha preso una posizione precisa in merito e Confidustria piuttosto che discutere di democrazia in fabbrica ha preferito lasciare uscire Marchionne. E invece si sarebbe dovuto riportarlo alle proprie responsabilità».

«Di Stefano ha ricordato che negli anni passati molti operai si sono fatti abbindolare dalla Lega» prosegue la nota, «La Lega non ha fatto nulla per difendere il territorio – ha dichiarato il direttore di Valori –. Bisogna fare una campagna molto chiara per smascherare l’inganno leghista e dimostrare a chi stanno davvero a cuore i diritti dei lavoratori».

«È necessario dare un segnale di cambiamento dopo 17 anni di centrodestra – l’invito del segretario lombardo della Fiom Mirco Rota –. In questi anni abbiamo avuto un confronto assiduo con la Regione Lombardia, con audizioni e tavoli che però non hanno permesso di risolvere i problemi e le crisi che hanno portato alla chiusura di molte aziende». Per il sindacalista dei metalmeccanici è urgente poi portare l’attenzione sul rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga: «Senza la cassa in deroga per i meccanici nel 2013 si rischiano di perdere, solo in Lombardia, dai 7 ai 9mila posti di lavoro».

La crisi quindi al centro del dibattito.

«Le nostre aziende spesso chiudono perché in altre zone del mondo la manodopera costa meno e perché non si è fatta nel nostro territorio la giusta innovazione – ha detto Ambrosoli –. E non vanno tutte in Cina o in paesi simili. Molte chiudono per trasferirsi nel Canton Ticino dove il costo del lavoro non è più basso, ma dove c’è un sistema che garantisce la produttività e dove ci sono meno burocrazia e migliori infrastrutture. La Lombardia deve essere un interlocutore necessario non solo in tutte le crisi ma anche agevolando le imprese, riducendo la burocrazia, predisponendo infrastrutture come la fibra ottica e le ferrovie e non solo superstrade e autostrade».

«Il mercato non si regola da solo – ha precisato Di Stefano –. Non possiamo pensare di trasformare l’Italia, che è il secondo paese manifatturiero in Europa, in residenze per anziani e in centri commerciali. Bisogna costruire un piano strategico per l’economia lombarda che duri più di 4 o 5 anni, con verifiche annuali alla presenza di tutti gli interlocutori del caso. Puntiamo sui trasporti che possono rilanciare il settore metalmeccanico, pensando a un piano per la mobilità elettrica, come si fa in Germania».

«C’erano molti parchi tecnologici in programma con le passate Giunte di centrodestra, ma non se ne è fatto nulla – ha affermato Kustermann, che propone un rilancio occupazione con la Green Economy, anche in funzione di una riduzione delle malattie –. Si sono aperti falsi parchi, non si è garantito il credito per i giovani e per i lavoratori, le aziende continuano a investire all’estero. Dobbiamo fare come Obama che ha reso non conveniente per le imprese andare a produrre all’estero. Inoltre dobbiamo fare in modo che se un’azienda chiude non sia possibile venderne il terreno. Così facendo si può interrompere una speculazione che non porta a nulla. I terreni delle aziende devono restare destinati all’industria non alla costruzione di case o centri commerciali».

Tutte le informazioni sulle primarie del centrosinistra in Lombardia sono disponibili sul sito Internet www.primarielombardia.it. [md – ecoinformazioni]

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