Braga/ All’alba di un mondo che speravamo nuovo

bragaLa parlamentare comasca del Pd Chiara Braga racconta le fasi convulse della vita politica italiana in attesa delle decisioni del capo dello stato. Leggi nel seguito del post l’intervento scritto prima delle comunicazioni di Napolitano del 30 marzo. 

«All’alba di un mondo che speravamo nuovo, in un tempo difficile e duro, molte illusioni sono cadute, molte occasioni sfuggite perché i nostri legislatori hanno guardato al passato e hanno mancato di coerenza o di coraggio”. Così scriveva Adriano Olivetti in apertura del breve saggio “Democrazia senza partiti”, apparso la prima volta nel 1949 e recentemente ripubblicato da Edizioni di Comunità con la prefazione di Stefano Rodotà.

In questi giorni convulsi, forse per caso o forse no, è capitato che mi imbattessi proprio in questa lettura. Nessun semplicistico parallelismo tra i contenuti di quello scritto e la situazione di crisi profonda della politica e delle istituzioni dei nostri giorni. Queste parole però mi sono spesso tornate alla mente nei passaggi controversi di queste giorni: il preincarico affidato a Bersani, le consultazioni larghe e aperte che ne sono seguite, le preclusioni, i veti incrociati, gli esiti “non risolutivi” e le nuove rapide consultazioni del Presidente Napolitano. Le parole pesanti del vicesegretario Letta al termine dell’incontro di ieri sera tra la delegazione dei Democratici e il Presidente della Repubblica hanno reso conto dei ” troppi no che abbiamo sentito in questi giorni…che rischiano di negare la possibilità che il cambiamento possa avvenire”. E ancora ” abbiamo ascoltato con rammarico questi no, e al presidente della Repubblica abbiamo espresso la nostra piena fiducia e gratitudine, assicurando che non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che in queste ore prenderà”.

Proprio mentre scrivo queste poche righe siamo in attesa di conoscere quali saranno quelle decisioni.  Confesso di provare una certa invidia (o forse no) per i tanti che in queste ore dispensano certezze sui social network, sulle pagine dei giornali o in TV. In me prevale ancora il rammarico profondo per non essere riusciti a raccogliere la sfida che l’esito elettorale aveva consegnato alle forze politiche, nonostante gli sforzi e la pazienza di tessitore di Pierluigi Bersani a cui mi piacerebbe venisse almeno riconosciuto l’onore delle armi, anche da quanti con più ansia pensano, giustamente, a quel che ci aspetta da qui in avanti.

Qualsiasi sarà lo scenario che si aprirà da qui a qualche ora credo che ci sia bisogno di tenere fede all’impegno che ci siamo presi con il Paese e che le due parole che hanno fatto da guida a questi giorni hanno ben sintetizzato: responsabilità e cambiamento. Anche se non sarà possibile per il PD e per la coalizione di centrosinistra dare vita al Governo del cambiamento per cui abbiamo chiesto la fiducia agli elettori, a noi soprattutto spetta la responsabilità di interpretare nell’interesse primario del Paese i passaggi che avremo di fronte, a partire dalla elezione del nuovo Capo dello Stato.

Questo è un inizio di legislatura “con il freno a mano tirato”, così mi è capitato di definirlo qualche giorno fa. L’attività del Parlamento in assenza del Governo non può considerarsi tale, con buona pace di chi ogni giorno dalla rete si scaglia contro le inefficienze delle istituzioni e poi, nei fatti, ne paralizza l’attività. In attesa che si costituiscano le Commissioni parlamentari (se mai si costituiranno) intanto si sono formate su impulso dei Presidenti di Camera e Senato le Commissioni Speciali per l’esame degli atti del Governo, che stanno lavorando i questi giorni sull’esame della Relazione 2013 al Parlamento del Governo sull’aggiornamento del quadro economico e di finanza pubblica e il pagamento dei debiti della PA nei confronti delle imprese. La prossima settimana l’aula sarà impegnata proprio sull’esame della Relazione del Governo sul Documento di Economia e Finanze (http://www.camera.it/leg17/494?categoria=057bis&idLegislatura=17).

Intanto, in questa settimana “animata” dal quasi surreale episodio delle dimissioni del Ministro Terzi e dalla grave evoluzione della vicenda dei Marò in India, pur in un contesto così incerto, insieme ad altri colleghi abbiamo presentato iniziative parlamentari su temi che riteniamo di interesse e che vorremmo fossero affrontati presto da un Governo nel pieno dei suoi poteri: applicazione della Tares, sblocco dei fondi per il dissesto idrogeologico, finanziamento del servizio civile, necessità di uno Statuto dei lavoratori frontalieri (ecco una breve sintesi delle principali iniziative riportata sul mio sito http://www.chiarabraga.it/).

Ma mi piace pensare che questi sono anche giorni che portano con sé un messaggio di speranza. Il mio augurio è che la Pasqua, quest’anno caratterizzata dall’inizio di Pontificato del Papa Francesco che ha colpito il cuore e la coscienza di molti di noi, credenti e non, con la forza di piccoli gesti di servizio e amore verso gli ultimi, sia soprattutto l’occasione per riscoprire il valore del dono gratuito verso gli altri.  Auguri di cuore a tutti voi». [Chiara Braga]

1 thought on “Braga/ All’alba di un mondo che speravamo nuovo

  1. “a noi soprattutto spetta la responsabilità di interpretare nell’interesse primario del Paese i passaggi che avremo di fronte, a partire dalla elezione del nuovo Capo dello Stato”: vorrei ricordare all’On. Braga che il PD non è il vincitore politico di queste elezioni. Bersani in direzione mi pare avesse colto il punto della situazione attuale: non confondere il numero dei parlamentari ottenuti, con il risulta politico. Risultato importante: perché fotografa le forze in campo, e quindi fotografa il passato. E perché segnala che il futuro è particolarmente dinamico. In altri termini: ancora qualche errore e il PD sarà politicamente e moralmente finito, per quanto saprà resistere elettoralmente. Tra gli errori: quello di continuare a perseverare ad agire come se avesse vinto e stravinto. Se così farà anche per la presidenza della Repubblica, la sua fine è certificata.

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