Interrogazioni e decentramento

comuneNelle sedute di giovedì 4 e lunedì 8 aprile il consiglio comunale di Como ha visto la presentazione delle interrogazioni di alcuni consiglieri e l’approvazione di una mozione per i Consigli di quartiere. Iniziata la discussione sulla richiesta di risarcimento per la bonifica della ex Ticosa

Nelle due sedute gli amministratori comaschi hanno espresso il loro cordoglio, con un minuto di silenzio, per la scomparsa di Gianfranco Franchi, di Confesercenti, «ideatore della Fiera del libro» ha ricordato Vincenzo Sapere, Paco-Sel, e dell’albergatore comasco Antonello Passera.

Una questione di democrazia è stata posta in primo piano da Laura Bordoli, Gruppo misto, che nelle preliminari di giovedì 8 aprile è intervenuta sul cambio del Regolamento di contabilità contro «l’assemblare gli emendamenti al Bilancio per argomento» una nuova modalità di discussione durante il bilancio che spunterebbe molto gli strumenti a disposizione delle minoranze per far sentire la propria voce e, eventualmente, rallentare i lavori del Consiglio con un affondo contro gli esperti: «Non credo noi consiglieri si debba subire i tecnici contro il nostro diritto democratico di lavorare».

Giovedì 8 aprile sono state affrontate le interrogazioni, domande fatte dai consiglieri, riproposte in aula se non hanno ritenuto soddisfacente la risposta ricevuta a cui viene data una nuova risposta da parte della Giunta.

Per primo Mario Molteni, Per Como, è intervenuto sulla situazione di Ponte Chiasso ricordando le criticità del quartiere, dalla mancanza dei posteggi ai giardini pubblici tenuti male, all’ordine pubblico, l’assessora Daniela Gerosa ha spiegato l’impossibilità dell’utilizzo dell’autosilo della Guardia di finanza, «è completamente utilizzato e del demanio», paventando l’ipotesi di nuovi posti auto nell’area ex Lechler, l’intensificazione di controlli e la manutenzione ordinaria delle aree verdi in cui rientrano anche quelle del quartiere a ridosso della frontiera con la Svizzera.

Marco Butti, Gruppo misto, ha chiesto la spiegazione del perché sia saltata la diciassettesima camminata dell’Avis. «L’associazione non ha ritenuto di fare la propria manifestazione in concomitanza con la partita del Como contro il Torino» ha risposto la vicesindaca Silvia Magni che ha ricordato i tentativi di trovare un accordo fra le diverse associazioni che avevano delle attività durante lo stesso giorno. «Avevamo chiesto di rinviare la partita – ha dichiarato –, ma nonostante la mia insistenza la risposta è stata negativa». Avis ha ritenuto di non avere i presupposti per poter svolgere la propria camminata, anche se Prefettura e Questura non ritenevano problematica la gestione della sicurezza.

Molteni ha anche proposto la propria interrogazione con un dossier su Sagnino, a cui ha risposto Gerosa che ha ricordato gli interventi in via S. Giacomo, per la moderazione del traffico e la salvaguardia dei pedoni, con la costruzione di un nuovo marciapiede, ricordando un incontro fatto con i residenti.

Alessandro Rapinese, capogruppo Adesso Como, ha chiesto lumi «sulle ordinanze dirigenziali inerenti il transito veicolare tra piazza Matteotti e piazza Cavour» ovvero i lavori per la climatizzazione del Palace per lui implicati nel cedimento del ponte della darsena, un’ipotesi recisamente smentita dal sindaco Lucini che ha ribadito come i macchinari implicati si siano spostati a distanza dal ponte incriminato. Rapinese ha chiesto spiegazioni anche «sui requisiti che hanno dato luogo al rilascio ed ai rinnovi del permesso di accesso alla Ztl comasca n. 465», riferito a un esponente di spicco della politica comasca per anni. Il primo cittadino ha sottolineato la «restituzione del permesso contestualmente all’interessamento dell’autorità competente».

Luca Ceruti, M5S, ha presentato la mozione Salviamo i quartieri in cui chiedeva che sindaco e Giunta «si facciano promotori, dell’istituzione di consigli di quartiere (consigli di partecipazione) intesi come strumenti per promuovere la partecipazione e la consultazione dei cittadini per rappresentare le esigenze della popolazione locale nell’ambito dell’unità del Comune» e «di produrre nel più breve tempo possibile un regolamento che disciplini e determini i quartieri ed il loro numero, la composizione dei consigli di quartiere (consigli di partecipazione), il numero dei componenti e le modalità di formazione». Rappresentanze però espressione delle realtà locali e perciò svincolate dalle forze rappresentate in Consiglio comunale (la mozione).

Bordoli, Ada Mantovani, Adesso Como, e Anna Veronelli, Pdl, hanno emendato la proposta chiedendo l’introduzione di una Commissione speciale: «che entro sei mesi dal suo insediamento rediga una proposta di Regolamento dei consigli di quartiere che disciplini e determini i quartieri, la composizione dei consigli di quartiere, il minimo dei componenti, le modalità di formazione e funzionamento» (l’emendamento 1). Un indirizzo rafforzato da un subemendamento (subemendamento 1 all’emendamento 1), proposte che non hanno trovato concorde il solo Ceruti, astenuto, che: «Ha spiegato di non condividere l’esclusione dalle forme di cittadinanza attiva dei singoli cittadini».

Una mozione che ha interessato molto i consiglieri, di tutti gli schieramenti, intervenuti in entrambe le sedute, tutti a favore di una qualche forma di decentramento.

Per ultimo Rapinese ha presentato una mozione che chiede: «Se sia possibile un’azione legale di risarcimento nei confronti dei soggetti che hanno confezionato il Pob Ticosa. Soggetti che con le loro errate previsioni circa il Piano operativo di bonifica stanno esponendo il Comune di Como ad un rischio di default finanziario». [md – ecoinformazioni]

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