Dopo Costantino: reperti dal territorio lariano tra Tardoantico e Altomedioevo

dopocostantinoComo inaugura la stagione autunnale 2013 del Civico Museo Archeologico Paolo Giovio di piazza Medaglie d’oro 1 con una mostra (aperta fino all’8 dicembre) che illustra il ruolo svolto dalla città e dal suo lago Lario nei secoli V e VI, all’indomani della caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.), nei primi secoli della cristianizzazione dell’occidente, nel corso delle invasioni barbariche, fino alla discesa dei Longobardi nella penisola Italica. Una mostra che si collega idealmente all’anniversario nel 2013 dell’Editto di Milano per la tolleranza religiosa del 313 d.C. dell’imperatore romano d’Occidente Costantino.

Dal 20 ottobre al 8 dicembre 2013 nel museo archeologico che ha sede nel palazzo dei conti Giovio, nel cuore storico di Como,resteranno in mostra interessanti reperti archeologici dalle campagne di scavo condotte negli ultimi 15 anni in città e in insediamenti castrensi fortificati del territorio lariano: si tratta di monete, armi, ceramiche, epigrafi, gioielli, uno staurogramma, lucerne e oggetti di uso quotidiano, che organizzati nelle 4 sezioni “Segni del potere – Simboli della fede – Necropoli – Insediamenti” ci restituiscono suggestioni di quella che doveva essere la vita degli antichi comensi fra la tarda latinità e i primi albori del Medioevo.
In accordo con il Ministero e la Sopraintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, anche negli ultimi decenni sono infatti stati scavati e indagati in area comasca svariati insediamenti castrensi riferibili ai secoli V e VI con funzione di presidio territoriale: presso il Monte Barro e a Villa Monastero di Varenna vicino Lecco, nel sito del Buco del Piombo, in Brianza-Triangolo Lariano, a Como città nel contesto della torre del Baradello e negli scavi annessi alla cosiddetta Porta Pretoria e di via Benzi e in corrispondenza del toponimo “castello” del paese di Laino in Val d’Intelvi, sull’Isola Comacina, in centro lago di Como e alla fortezza di Santa Maria Rezzonico in alto lago.
L’area Lariana interposta fra arco alpino e pianura Padana fu sempre rilevante per gli scambi e i commerci transalpiniverso la Rezia e l’Europa centrale e giàabitata dapopolazioni Celto/Liguri nel Bronzo recente e nell’età del Ferro(Culture di Golasecca nell’area archeologica del Parco Spina Verde sulle colline a sud della Como attuale). All’epoca delle campagne militari di Giulio Cesare per la conquista delle Gallie risale la costituzione del nucleo urbano di Como romana sulle rive del Lariuslacus.A Cesare sidevela fondazione della cittàquando nel 59 d. C., anche con un innesto di coloni Latini e Greci, costituì il “municipium” col nome di NovumComum, conferendo la cittadinanza romana e relativi diritti-doveri a tutti i suoi abitanti. Con la stabilizzazione del potere romano sulle Gallie a nord delle Alpi, la città col suo lagoebbe uno sviluppo fiorente come centromilitare, logistico e commerciale. Una fortunache continuò anche in età imperiale romana: illustri i due patrizi Equestri comensi:Plinio il Vecchio(Gaio Plinio Secondo 23-79 d.C.),scienziato romano del I sec d. C., autore della NaturalisHistoria, il testo scientifico di riferimento fino al Rinascimento, e il di lui nipote Plinio il Giovane (Gaio Plinio Cecilio Secondo , 61-113?d.C), giurista, grande amico e panegirista dell’Imperatore Traiano.
Ma alla fine del III secolo l’equilibrio dei rapporti fra il potere imperiale Romano in Occidente e le popolazioni germaniche d’oltralpe andò incrinandosi: le incursioni dei “barbari” germanici verso Mediolanum (capitale dell’Impero d’Occidente) e la pianura padana si fecero più frequenti e Como vide accentuare il suo ruolo di presidio militare territoriale, in parallelo con un processo di militarizzazione della società e delle strutture insediative su tutto il territorio del Lago Lario e del suo fiume emissario Adda. Il governo della città fu affidato a un Praefectus, poi a un Comes che comandava anche una flotta militare già di stanza sul lago in età Romana. In anni travagliatissimi segnati dalla deposizione dell’ultimo imperatore romano d’Occidente Romolo Augustolo ad opera del generale barbaro Odoacre(476 d.C.), dalla successiva formazione del regno Ostrogoto d’Italia (493) e durante lo sfortunato tentativo dell’imperatore bizantino d’oriente Giustiniano di riunificare l’Impero e lo scontro fra Bizantini e Ostrogoti (Guerra Gotica 535-553), Como accentuerà la vocazione di presidio territoriale militare, che si consoliderà dopo l’invasione e durante il Regno dei Longobardi in Italia (568- 774 d.C.).
Su impulso del potere centrale che aveva sede a Mediolanum, l’attuale Milano, nei secoli V e VI infatti, sia lungo il Limes – il confine nord dei territori italici – sia in punti strategicamente sensibili dell’area prealpina – come appunto in territorio lariano e lungo il fiume Adda – sorgono diversi insediamenti fortificati a protezione delle città e delle vie di transito stradali e fluvio-lacuali. Sono i castra edificati in posizione elevata e dotati di cinta muraria: fortilizi di tipologia edilizia assai modesta se paragonati ai castelli di età medievale: incorporano vari ambienti utilizzati come cucine, talora un ostello od hospitalis, sono dotati di cisterna per l’acqua, di una cappella o chiesa castrense: sono dunque adatti in tempo di guerre e di attacchi nemici al ricetto della popolazione, degli animali, delle provviste e dei beni della comunità che al loro interno, può trovare rifugio, difesa e ospitalità anche in caso di assedio, insieme con il conforto religioso. Talora l’autorità che promuove l’edificazione del castrum non è quella civile ma è quella religiosa, come nel caso del Vescovo comense Agrippino che fonda il presidio e si fa seppellire nella cappella castrense dell’Isola Comacina o il suddiacono della chiesa ambrosiana Marcelliano che  – così si evince dalla sua epigrafe funeraria datata 556 d.C.– “Uomo chiarissimo (…) lui stesso con il suo impegno e lavoro, non senza grande spesa, fondò questo castello”,in centro lago di Como, a Laino in Valle d’Intelvi.Questi episodi gettano luce anche sugli esordi della cristianità in territorio lariano indagati sotto il profilo della supplenza e del presidio sociale che in quei secoli l’allora giovane chiesa cristiana si trovò a svolgere nei territori italici di confine in epoche di latitanza del potere civile. Orari d’apertura martedì-sabato: 9.30-12.30 e 14-17, mercoledì: 9.30-17, domenica: 10-13, info 031.252550,  musei.civici@comune.como.it. [Idapaola Sozzani per ecoinformazioni]

 

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