Portavèrta al Gloria
«E tücc che vören sarà sü la porta e inveci a mí me piâs lasàla vèrta». Lorenzo Monguzzi (chitarra e voce storica dei Mercanti di Liquore) presenterà il suo nuovo Album Portavèrta venerdì 21 febbraio (ore 21.30, ingresso lbero) all’Arci Xanadù/ Spazio Gloria
Scrive Marco Paolini: «Lorenzo suona; suona con la chitarra, ma ancor più con la voce ed è quel suono di voce a timbrare ogni pezzo che fa. Se le canzoni fossero pagine di un passaporto, senza timbro sarebbero anonime, con il timbro ogni pagina parla e racconta viaggi, vita, storie». Un bel biglietto da visita per Lorenzo Monguzzi e Portavèrta, il suo primo disco solista che, fresco d’uscita, si è guadagnato un posto fra i finalisti della sezione Migliore opera prima 2013 del premio Tenco. «Il sodalizio artistico con Marco dura da molti anni – spiega Monguzzi – al netto delle naturali difficoltà che si possono incontrare in ogni rapporto, penso di dovergli molto. Non tanto perché mi abbia insegnato, spiegato o detto. Lo devo ringraziare per l’opportunità di stare su un palcoscenico teatrale, un mondo che vedevo lontano e che adesso è diventata casa mia».
Boris Vian, Chico Buarque de Hollanda ed Enzo Jannacci sono alcuni dei riferimenti espiliciti presenti nell’album, anche se la contaminazione musicale arriva da più parti: «Ascolto qualsiasi cosa e vado molto a periodi e infatuazioni – commenta Lorenzo – la differenza sostanziale rispetto a qualche anno fa sta nella presenza di persone nuove». L’immagine di Monguzzi è legata indissolubilmente ai Mercanti di Liquore, storico «power folk trio» italiano che, in una quindicina d’anni, ha macinato centinaia di concerti portandosi appresso un buon numero di fedeli seguaci. «C’era un po’ di stanca. Di fronte al rischio di andare avanti perché funziona, perché tutto sommato è un lavoro e diventare così le brutte copie di noi stessi, ho ritenuto più onesto e interessante provare altre strade. È stato difficile, m sono trovato un po’ spaesato e ho fatto anche un po’ di giri a vuoto. Ho ricominciato poi a lavorare con Marco Paolini in estate, lui ha sentito alcune canzoni e la sua casa di produzione mi ha dato una mano. Da lì si è cominciato a entrare di più nell’operativo e si è avviato tutto».
Il disco è, per certi versi, una raccolta di 13 racconti di vita, un campionario umano singolare e un po’ strambo. Non mancano i riferimenti alla Brianza, terra natale di Lorenzo: «Con gli anni una persona accetta le sue origini, ci si riconosce e riesce a trovare un po’ di affetto e orgoglio che, attenzione, non devono mai scollinare nel campanilismo. Rispetto a quando ero più giovane, dove vedevo con fastidio anche solo una collocazione territoriale, adesso è diverso. Le cose cambiano, per fortuna viaggio molto e quando torno mi basta sentire una parola e mi sento a casa».
Delle tredici canzoni scritte (in alcune ha collaborato Marco Paolini), la title track è scritta in dialetto brianzolo: «É nata qualche anno fa come sfottò verso la mentalità leghista – racconta Monguzzi – fare una canzone in dialetto brianzolo, con la voce narrante che diceva cose esageratamente tolleranti, era un modo per prendere le distanze e cercare di fare incazzare qualcuno. Sotto ci stava anche la riflessione, per me ancora attuale, che a legittimare e creare mostri come l’intolleranza e il razzismo ci siano le nostre debolezze e la volontà di non guardare la realtà che abbiamo di fronte. La canzone, in realtà, è poi sopravvissuta e ha assorbito, negli anni, diversi significati. Oggi Portavèrta può essere il simbolo di diverse cose: facilità di uscire, non restare vincolati a luoghi o situazioni che funzionano, sperimentare. Che poi, a voler guardare, è un po’ il senso che sta dietro a tutto l’album».
Venerdì 21 febbraio (ore 21.30 – spazio Gloria/ Arci Xanadù – ingresso libero) sarà un’occasione per farci raccontare come nasce il progetto e ascoltare alcuni brani tratti da questo nuovo lavoro. Con la partecipazione di Daniela Savoldi al violoncello e Alessio Brunialti, musicista e giornalista de La provincia di Como.
L’iniziativa è promossa da Arci Xanadù e Arci Guernica, in collaborazione con La Feltrinelli Como ed è parte della sezione Pagine e Musica del progetto Luogo Comune-uno spazio nella comunità, con il contributo di Fondazione Cariplo. [Andrea Quadroni, ecoinformazioni]