
Como Always Hop/ Mi diverto e mi piace
Da venerdì 3 a domenica 5 luglio si è tenuto ai giardini a lago con stand di birre artigianali, mercatini e concerti il festival Como Always Hop, organizzato da il Birrivico, Como Concerti e Musicisti di Como.
I ragazzi comaschi lo sanno, ci sono delle sere d’estate in cui la città sembra poterti offrire solo tutto il caldo che l’asfalto ha immagazzinato durante il giorno, in cui la vita nel centro sembra avere più anni delle pietre delle mura. Questi tre giorni ai giardini a lago sono stati tutt’altro: tante persone, birra fresca e concerti.
La prima sera è stata un esordio con pioggia, ma io ho avuto la fortuna di presenziare soltanto sabato e domenica, e mi concentrerò soprattutto sul 4. Sabato sera i guidatori dovevano improvvisarsi acrobati da marciapiede per parcheggiare su due ruote ovunque ci fosse spazio. È stata senza dubbio la serata più seguita, con tante persone accorse dalla provincia e dintorni, perché quando si organizza un evento degno, in una cornice affascinante come la nostra città, la gente accorre. Sul palco vicino agli stand della birra e ai mercatini riesco ad ascoltare l’esibizione degli Herbadelici, con un funk energico e allegro, quasi totalmente autoprodotto. La capacità di coinvolgere del cantante (e la sicurezza che nessun antenato degli antichi romani del centro chiamerà i carabinieri) fanno ballare il pubblico. In città abbiamo un paio di discoteche, ma gli spazi per sentire musica dal vivo scarseggiano. E dire che di giovani musicisti con talento e voglia di emergere ce ne sono davvero tanti, e sono sicuro che il pubblico che apprezzi qualcosa che non sia un dj non manca.
Una cantautrice che ho ascoltato di sfuggita a Roma cantava: «beati i nord europei, con la loro musica elettronica che non gli ricorda niente». Niente contro la cultura dei tedeschi e affini, qui si parla di musica ed è chiaramente una generalizzazione provocatoria. Ma finito un concerto così intrigante, passare alla festa che si teneva in contemporanea davanti al tempio era saltare in pochi metri da un mondo ad un altro. Le sonorità sintetiche di un dj muto rimbombavano, rendendo irriconoscibile un pezzo e il suo successivo. Le persone (a dire il vero tante) erano spinte anch’esse a muoversi ritmicamente in uno spazio mentale inaccessibile per gli altri. La mia sensazione è stata di passare da uno spazio di aggregazione ad uno spazio di estraneazione.
Le due serate in contemporanea sono state comunque un successo, il lago ha potuto vibrare di due feste differenti e partecipate, e questo è sicuramente l’unico dato concreto.
Domenica l’affluenza è stata ovviamente minore, ma lo spazio con tavolini e sedili di auto come seggiole era pieno, con la possibilità di chiacchierare ed ascoltare musica dal vivo.
Al Como Always Hop finalmente non si ascoltava solo il solito ritornello: «Beh, per lo meno organizzano qualcosa e c’è gente». Un festival piacevole, semplice e ben fatto, per aggiungere alla frase di prima: «Mi diverto e mi piace». [Stefano Zanella, ecoinformazioni]