
Aria tossica/ Polveri sottili senza limiti
Va male, va ancora male, troppo male l’inquinamento dell’aria. Come è noto per la fisiologia del sistema respiratorio e in generale per la biologia umana le soglie fissate da leggi non hanno grande significato. In realtà le sostanze tossiche e nocive fanno male a qualsiasi concentrazione e non esiste un livello minimo prima del quale una sostanza pericolosa possa essere accettabile.
L’organizzazione mondiale della sanità (Oms) afferma che anche il rispetto del limite di 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo di aria non è protettivo per la salute e che bisognerebbe dimezzarlo. Sempre l’Oms stima che ogni incremento di 10 microgrammi oltre il limite stabilito aumenta fino al 7% la mortalità. [Il corriere della sera 15 gennaio 2015].
A Como il 2 gennaio c’erano 3 x 10 microgrammi sopra la soglia.
Le leggi stabiliscono solo il miglior livello che è ragionevole riuscire a mantenere senza rinunciare alle attività più autolesionistiche della nostra civiltà. Nel caso delle polveri sottili, il cui livello “limite” è stato sfondato anche il 2 gennaio a Como, la legge ha stabilito che non siano superati 50 microgrammi per metro cubo perché si riteneva – d’intesa con le industrie dell’auto e delle caldaie – che fosse possibile mantenere l’inquinamento dell’aria sotto tale limite. Non è così in parte dell’Europa e soprattutto in Lombardia, Como compresa.
I provvedimenti, relativamente incisivi, presi dal Comune di Milano sembrano ogni giorno che passa nella direzione giusta perché rendono evidente alla popolazione che c’è una vera emergenza, un vero pericolo per la salute, una vera necessità di affrontare politicamente e personalmente il problema. Altri interventi, pur teoricamente corretti, basati sull’ottimistica idea di indurre nella popolazione comportamenti virtuosi senza obblighi, divieti e sanzioni per i trasgressori, appaiono non formativi, non politici e sicuramente non sufficienti. Solo azioni come i blocchi delle auto, i trasporti pubblici gratuiti (nella direzione giusta, ma non adeguati all’emergenza i biglietti giornalieri), la chiusura degli edifici pubblici con riscaldamenti più inquinanti e l’informazione a vecchi, bambini e persone fragili, sufficientemente esplicita per ottenere che non escano di casa decisi, non consigliati, possono cominciare a affrontare il problema che rimarrà comunque parte della nostra vita e di quella di almeno di un’altra generazione, se respirerà. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]