Congresso dei Giovani democratici della provincia di Como

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Erano una quarantina i giovani che il 19 febbraio hanno scelto di passare il loro venerdì sera al salone della Cna di Como per partecipare al congresso  in cui ha avuto luogo l’elezione del segretario dei Giovani democratici. Alcuni provenienti anche da altre province, Brescia, Lecco, Varese… dimostrando di dare grande valore al loro partito e credere realmente nell’importanza di dire la loro.  

Edoardo Pivanti, segretario uscente, apre e propone come presidente del congresso Giuseppe Emilcare, come vice Erica Clerici e Luca Frosini come segretario verbalizzante. L’approvazione della proposta all’unanimità dà inizio al dibattito.

Emilcare passa la parola a Federico Broggi, che afferma che Pivanti ha reso la federazione giovanile forte. È contento di vedere tanta gente presente perché significa che i giovani sanno ancora appassionarsi alla politica. L’importanza consiste nell’interpretare la politica con grande moralità. Oggi la politica è associata al rubare, al malaffare mentre è un insieme di valori e di passione, che spinge a darsi da fare nelle battaglie. Broggi invita a darsi da fare per battere il pugno sul tema delle unioni civili. Sostiene che bisogna essere divisi durante  le elezioni per valutare personalmente a chi dare la propria fiducia ma essere uniti dopo l’elezione del segretario, poiché significa essere giunti al punto di incontro per tutti.

Interviene anche Mirko Baruffini, che vede “la sala piena e partecipata”. Si sente quasi vecchio in mezzo a loro, pur avendo solo 36 anni. Ha partecipato nel 2008 alla fondazione del partito quando al Pd si è sentita l’esigenza di affiancare un gruppo di giovani. Ha condotto gran parte della sua attività politica nell’amministrazione e dalla sua esperienza vuole ricordare a tutti che ci vuole impegno. Si fa fatica ma si cresce molto. La politica a suo parere è fatta di stagioni, lui non si vede in politica per tutta la vita perché è giusto lasciare spazio ad  altri ma è importante vivere appieno il proprio momento e sprona a non aver paura di mettersi in gioco.

Torna al microfono Pivanti. L’anno scorso il congresso si chiamava #RebirthGD, la rinascita dei Giovani democratici, e aveva tre capitoli intitolati “noi”, “ voi” e “gli altri”. Quest’anno la tesi è costruita in modo condiviso, ovvero anticipandola a diversi elementi del gruppo in modo da avere un riscontro prima di redigere la versione ufficiale. Quest’anno sono arrivati ad avere 4 circoli attivi sul territorio, uno più dell’anno scorso, e le iniziative portate avanti hanno condotto a grandi risultati. Vorrebbe che i circoli continuassero così, con i segretari di circolo che conoscano i propri membri e il proprio territorio. Gli amministratori devono essere seguiti, non solo eletti, ma soprattutto essere messi in condizione di elaborare proposte realizzabili andando oltre la semplice quadratura del bilancio, oltre ad essere persone che sappiano giustificare le scelte fatte.

Il bello di essere giovani è potersi ancora innamorare dei grandi temi e non ridursi al localismo. Vuole costantemente avere l’opinione dei giovani poiché è fondamentale che il segretario sappia cosa pensano i propri iscritti, anche dal punto di vista umano non solo politico.

Sottolinea l’importanza che si scriva di loro e di essere pubblicizzati, va bene continuare a condividere sui social ma è necessario puntare anche alla carta stampata. Questo favorisce la proposta di collaborazione tra i vari circoli dei paesi e il fatto che i Partiti Democratici locali propongano la partecipazione alle assemblee è positivo.

La carta che sancisce i diritti e i doveri dei Giovani democratici all’interno del Pd è un documento molto importante, dato che non vogliono avere solo un piccolo ruolo come contentino, avendo dimostrato di sapersi muovere all’interno del territorio e del partito, perché sono giovani ma soprattutto bravi, dettaglio non scontato analizzando la gioventù odierna.

Il valore di una federazione non si conta in base ai numeri.  Crede negli scambi di idee con le associazioni, senza vedere questo processo come una colonizzazione.

Ha dedicato la tesi all’iscritto ai Gd, che significa quella persona che apre il circolo al mattino, monta il gazebo e c’è sempre quando c’è bisogno; alla sua fidanzata, che lo sopporta e lo sostiene allo stesso tempo; a chi gli dice che sta perdendo il suo tempo, perché tanto non cambierà mai nulla lo stesso, a cui lui risponde che forse è vero, non cambierà, ma lo fa perché è la cosa giusta da fare.

Passata la parola ai partecipanti, si fa avanti per prima Martina Gammella, che si definisce innamorata dei diritti. I diritti civili devono interessare a tutti, favorevoli o contrari, l’importante è che se ne parli, le unioni civili toccano tutta la moralità dell’essere umano, il diritto all’uguaglianza, ad avere figli riconosciuti e ad un sentimento fondamentale come l’amore. La grande caratteristica dei GD è la forza di rialzarsi e di combattere per i propri ideali nonostante le difficoltà.

Roberto Bianchi vede il gruppo forte ma soprattutto un vero gruppo rispetto ad anni prima in cui si è latitato da tanti punti di vista tra cui questo. Questi sogni vanno concretizzati ora che hanno la forza per “concludere la partita 2 a 0.”

Per Luca Emilcare è stato un anno importante in cui hanno capito quello che vogliono, si sono conosciuti, hanno imparato a comunicare.

Jack Celpica definisce Pivanti l’uomo sul territorio, sottolineando il suo essere una persona pratica e attiva, non solo idealista dalle belle parole. Suggerisce di puntare sulla lotta alla disoccupazione giovanile e sulla cittadina agli stranieri nati in Italia, conoscendo in prima persona le difficoltà ad ottenerla e i sentimenti di chi è privato di qualcosa che sente suo di diritto.

Alessia Maccotta, segretaria del circolo Gd di Seprio, è entrata nel partito perché le piace il lavoro di gruppo e le nuove esperienze, l’ha presa come una sfida. Insieme alla sua vice, Erica Clerici, ha un progetto sull’integrazione, perché è bello poter convivere con persone diverse e conoscere le varie culture.

Erica Clerici, la sua vice, prosegue dicendo che vogliono far sentire ai giovani di contare qualcosa per la politica che viene vista come molto lontana. Sono sensibili e attente soprattutto riguardo le situazioni delle relazioni europee con Cina e Russia e vorrebbero più partecipazione dei giovani su queste tematiche. I cinesi per la prima volta quest’anno sono stati chiamati a votare alle primarie di Milano e per la prima volta si sono sentiti  parte della città. E hanno sentito l’esigenza di votare..

Tommaso  Fasola lo definisce un circolo caratterizzato dalla fatica ma che si conclude con la gioia per tutti i risultati raggiunti. Ciò fatto finora è la partenza, c’è ancora tanto lavoro da fare ed è fondamentale restare uniti per proseguire. Ben vengano le critiche costruttive e il dialogo perché si ha sempre qualcosa da imparare dagli altri. I Giovani Democratici hanno un contributo originale e unico da portare nei vari comuni in cui sono presenti. Ciò determina l’importanza di continuare a interessarsi, mai cadere nel disinteresse.

Conclude Luca Frosini, ribadendo i concetti da lui maggiormente condivisi degli interventi effettuati, prima di dare il via ufficiale alla votazione, che si conclude con la rielezione all’unanimità di Edoardo Pivanti (un astenuto, lui). [Valeria Peverelli, ecoinformazioni]

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