
Salvare viale Varese/ Ambientalisti uniti contro la trasformazione del bene pubblico in affare privato
Con una nota che tradisce il disappunto su come alcuni media locali hanno presentato la questione della proposta di privatizzazione della zona di viale Varese le associazioni ambientaliste illustrano come al centro della loro opposizione alla dequalificazione della zona sia prima di tutto la considerazione che un bene comune non può essere regalato con grave danno per la collettività a un privato avendone in cambio degrado urbano. Leggi nel seguito il documento sottoscritto dalla promotrice della raccolta firme dei residenti Luisa Todeschini, le associazioni Circolo “Angelo Vassallo” – Legambiente Como, Fiab Como Biciamo, La città possibile Como, Iubilantes, Wwf OA Insubria, Lipu Como, Italia Nostra Como, Arci provinciale Como e più di 1200 cittadini firmatari la petizione contro la realizzazione del parcheggio.
«In riferimento alla proposta presentata all’Amministrazione comunale di Como di un intervento di “riqualificazione” dell’area posta lungo le Mura di Viale Varese, mediante un intervento in project financing che prevede la riorganizzazione con ampliamento del parcheggio esistente, la sistemazione dell’area verde residua a fronte della concessione trentennale dell’area, proposta a cui ne è seguita un’altra dai contenuti simili in termini urbanistici, in qualità di coordinamento di associazioni con un impegno fattivo ventennale su queste tematiche vorremmo chiarire la nostra posizione in merito.
Il messaggio fuorviante che è passato in queste settimane su parte della stampa locale è che pur di “riqualificare” un’area a verde, centrale, di valore monumentale(che a nostro avviso non versa nelle condizioni di degrado di ben altre della città),il buon senso dovrebbe portare la comunità ad accettare un progetto che prevede di «…aumentare i posti auto a ridosso del centro città» e delle sue mura medioevali, «…offrire alle auto la possibilità di venire a parcheggiare vicino al cuore di Como», insomma: accettare «…un errore, devastante» (Angelini, La Provincia di Como 27.06.2018),che peserà sulla città per i prossimi 30 anni.
Quest’area pubblica è un bene comune, di rilevanza monumentale, risorsa verde per la porzione ovest già oltremisura congestionata della convalle. Un’area sicuramente da valorizzare ma il cui futuro non può essere opzionato a favore di uno dei due progetti che prevede l’aumento di almeno il 46% dei posti auto presenti, con tutto ciò che ne consegue in termini di attrazione di nuovo traffico, inquinamento di prossimità ecc.,in assoluta controtendenza con quanto avviene nelle città italiane ed europee.
Non si rileva a nostro parere l’interesse pubblico di questo intervento, peraltro in contrasto con gli obbiettivi del Piano dei Servizi vigente che prevede “la riduzione generalizzata dello stazionamento lungo strada a favore di pedoni, ciclisti e trasposto collettivo e degli spostamenti automobilistici essenziali”e individua l’area verde di Viale Varese tra le “potenziali direttici di connettività ecologica interurbana”.
Non saranno questi “nuovi”86/96 posti auto a risolvere il problema di accessibilità del centro città. Non si può prescindere dalla pianificazione e programmazione generale, con particolare attenzione ai temi della mobilitàintermodale come integrazione intelligente delle varie componenti della mobilità urbana,anche attraverso la redazione e l’adozione di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, tra l’altro ora obbligatorio per i comuni con più di 100.000 abitanti,e, per lo studio del quale Como potrebbe porsi come capofila e coordinatore con i Comuni di stretta cintura accedendo a specifici fondi statali (“Fondo progettazione enti locali”).
In merito ai progetti, i dati recepiti dalle due presentazioni pubbliche(la nostra prima regolare richiesta di accesso agli atti è stata evasivamente respinta!), ci consentono di confermare la certa riduzione di almeno2.000 mq di superficie oggi destinata ad uso pedonale e verde-ricreativo, nonché fascia di salvaguardia delle mura medioevali, non a caso sottoposta a vincolo per il “grande interesse monumentale”con DM del 20.06.1927, oltre che, in una delle due soluzioni, di circa 60 alberature di alto fusto.
Abbiamo già evidenziato alternative concrete nelle aree dismesse, pubbliche e private, poste lungo Viale Innocenzo XXI e la Via Regina, quelle sì in elevato stato di degrado (!) e strategiche in una programmazione complessiva della città, anche per il riequilibrio del tema della sosta privata per l’accesso al comparto ovest della convalle, come già previsto, non a caso, dagli strumenti di pianificazione vigente.
Infine, considerato che i firmatari della nostra petizione (oltre 1200 cittadini, numeri in continua ascesa) sono ben più dei 400previsti dal Regolamento Comunale per le pratiche partecipative, e che la sola riunione della II Commissione Consiliare convocata dalla Presidente Consigliera Patrizia Maesani lo scorso 3 luglio,seppur molto importante, non consente l’apertura di un vero dibattito pubblico, cogliamo l’occasione per chiedere alla Giunta di indire un’assemblea tematica ai sensi dell’articolo 12.2 del Regolamento per le Pratiche Partecipative, per consentire il massimo coinvolgimento della comunità, per un tema di rilevante interesse pubblico». [La promotrice della raccolta firme dei residenti Luisa Todeschini, le associazioni Circolo “Angelo Vassallo” – Legambiente Como, Fiab Como Biciamo, La città possibile Como, Iubilantes, Wwf OA Insubria, Lipu Como, Italia Nostra Como, Arci provinciale Como e più di 1200 cittadini firmatari la petizione contro la realizzazione del parcheggio].
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