Arci/ A Guido Rovi da Un paese di Calabria

La spinta all’omologazione è fortissima.  In questi tempi bui di fascioleghismo al governo la tentazione all’abiura di valori di civiltà per essere, se non accolti nel salotto buono (e cattivo), almeno non contrastati duramente, è grandissima. È il caso di coloro che vanno a ingrossare le file maggioritarie dei “non sono razzista ma”. Cedere al conformismo in tempi di ronde fasciste è umanamente comprensibile. Voler essere a tutti i costi con la maggioranza silenziosa (e cattiva) è umano.

E quindi non giudicheremo umanamente Guido Rovi che, dopo aver giustamente detto: «bisognerebbe provare a documentarsi», esprime [su Comozero.it] fantasiosi e grossolani giudizi sul sindaco di Riace, vittima, ma per Rovi forse sacrificabile perché «altrimenti avremo i fascisti per 20 anni e con applausi». Politicamente, però, bisognerà fornire a Rovi gli strumenti per capire che c’è differenza tra legalità e legge, che la giustizia non è la semplice applicazione delle norme, che esse hanno una gerarchia nella quale la Costituzione primeggia, che, se trasportando un ferito in ospedale, non si suona il clacson per aprirsi la strada perché è vietato, non si è cittadini esemplari, ma imbecilli che stupidamente mettono a rischio la vita di una persona. Noi dell’Arci dall’11 al 14 ottobre abbiamo organizzato a Palermo Sabir, una manifestazione nella quale si sono confrontate organizzazioni di entrambe le sponde del Mediterraneo. Il meglio dell’attivismo sociale e della cultura contro la violenza mafiosa, fascista, razzista, per la giustizia, la fratellanza, la sorellanza, l’equità, la libertà. In quella sede con scienza e coscienza, e non casualmente a Palermo città di Falcone e Borsellino, si è parlato anche di Riace e si è compreso che la difesa dell’altissimo valore civico dell’operato di Domenico Lucano (oggi ingiustamente esiliato) è un compito essenziale di chi rispetta la Costituzione e non vuole cedere alla barbarie dell’illegalità di governo. Per questo la Marcia Perugia – Assisi e Sabir hanno condiviso l’obiettivo del premio Nobel a Domenico Lucano. Certo siamo una minoranza: con noi gli Enti locali per la Pace, le ong che salvano le persone in mare, i sacerdoti di frontiera come Giusto Della Valle e Alex Zanotelli, le associazioni di giuristi che hanno lottato per la Costituzione e ora vogliono applicarla, scuole, università, movimenti, sindacati, partiti. Poca roba, sappiamo che la maggioranza nel paese,  non solo nel Parlamento, è ancora pilotata da mafia, illegalità, corruzione, politica dell’arrivismo. Noi dell’Arci con Riace e Lucano resistiamo e contrastiamo violenza e cialtroneria insieme.  Ci rifletta Guido Rovi, studi, legga i documenti, ascolti le storie, vada a Riace, prima che venga svuotato, confronti la “legalità” comasca con l’”illegalità” di Riace e, se ancora non riesce a capire, almeno taccia. Potrà essere utile venire allo Spazio Gloria in via Varesina 72 a Como venerdì 19 alle 21 dove presentiamo Un paese di Calabria. [Gianpaolo Rosso, presidente Arci Como]

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