Covid-19/ Il virus non paga il biglietto / Più sicurezza anche per i dipendenti Asf

Il settore dei trasporti pubblici è uno dei pochi che continua a rimanere in attività anche dopo gli ultimi decreti emanati per fronteggiare la diffusione del Covid-19, assicurando la mobilità (per quanto ridotta e controllata) sul territorio. E se da un lato il lavoro dei dipendenti dell’Asf autolinee comasca risulta indispensabile, altrettanto necessario è poter garantire loro tutela sanitaria nello svolgimento della propria mansione: per questo i sindacati dei trasporti comaschi chiedono in un comunicato unitario l’adozione di determinate misure di sicurezza sulle vetture pubbliche, adottate in altre aziende italiane, per impedire con ogni mezzo possibile – è il caso di dirlo – la diffusione del virus.

«Como, 13 marzo 2020 – I sindacati dei trasporti comaschi Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti chiedono un intervento immediato al Prefetto, Confindustria e, nello specifico, a Asf autolinee. Come segnalato nella nota unitaria inviata all’azienda, non sono attuate le adeguate misure di sicurezza per i suoi dipendenti che svolgono la mansione di autista, che a tutt’oggi con grande senso di responsabilità lavorano ininterrottamente.
Nello specifico i conducenti degli autobus chiedono che venga delimitato l’accesso alla cabina guida con nastri di plastica in modo da tenere la distanza minima di sicurezza. Riguardo alle nostre richieste, l’azienda ha attuato il blocco delle porte anteriori dei bus e affisso cartellonistica adeguata, ma in più occasioni è stato chiesto di chiudere la parte del corridoio che si avvicina alla cabina dell’autista, con dei nastri di delimitazione rosso/bianchi tra i primi sedili del corridoio, ma sono sempre state adottate soluzioni non sufficienti da impedire l’eventuale avvicinamento dei passeggeri, dando come risposta che non può essere ostacolato l’eventuale accesso alla porta anteriore in caso di emergenza.

Premesso che tali nastri hanno resistenze talmente limitate da non compromettere la sicurezza e premesso che in molte aziende nazionali hanno adottato questo sistema derogando con senso di responsabilità a tutela sia del servizio che del personale impiegato, chiediamo che venga adottato anche in questa azienda tale metodo limitando l’accesso nel corridoio al posto guida».

[Giovanni Riccardi, Filt Cgil; Filippo Ghibaudi, Fit Cisl; Renato Roverselli, Uil Trasporti]

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